lunedì 29 giugno 2009

il Fatto Quotidiano

Uscirà a settembre il nuovo quotidiano diretto dall'ex direttore dell'Unità Antonio Padellaro. Tra le firme più prestigiose spicca quella di Marco Travaglio che abbandonerà la sua giornaliera rubrica (Zorro) sul quotidiano fondato da Gramsci.

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In attesa dell'uscita in edicola è già disponibile on line l'omologo sito antefatto.it in attesa , appunto, del Fatto cartaceo di settembre. La trazzera saluta con entusiasmo la nascita della nuova testata e sarà presente mercoledì 8 luglio al Circolo Alpheus (Roma ostiense) per partecipare alla notte bianca contro la legge sulle intercettazioni durante la quale verrà presentato ufficialmente il nuovo Fatto Quotidiano. .
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Intanto un'altra legge "bavaglio" ha iniziato il suo iter parlamentare. Con questa nuova norma non si potrà più parlare neanche dei processi già conclusi. I suoi firmatari si appellano, infatti, al diritto all'oblìo. Nessuno dovrà mai sapere se un uomo pubblico (magari un politico che ci chiede il voto per governarci) ha avuto dei precedenti penali.
Ci avviciniamo a grandi passi all'Iran di Ahmadinejad. Solo che loro, in più, hanno quasi la bomba atomica.
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scrivi a latrazzera@libero.it

sabato 27 giugno 2009

accadde oggi


27 giugno 1980 - la strage di Ustica

Alle 20.08 il volo IH870 diretto da Bologna a Palermo, inizia con due ore di ritardo, e si svolge regolarmente nei tempi e sulla rotta previsti fino all'ultimo contatto radio tra velivolo e controllore procedurale di "Roma Controllo", che avviene alle 20:58.

Alle 21.04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo, il volo IH870 non risponde. L'operatore di Roma reitera invano le chiamate; lo fa chiamare, sempre senza ottenere risposta, anche da due voli dell'Air Malta KM153, che segue sulla stessa rotta, e KM758[2]; dal radar militare di Marsala e dalla torre di controllo di Palermo. Passa senza notizie anche l'orario di arrivo a destinazione, previsto per le 21.13.
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Alle 21.25 il comando del Soccorso Aereo di Martina Franca assume la direzione delle operazioni di ricerca, allerta il 15º Stormo a Ciampino, sede degli elicotteri HH-3F del Soccorso Aereo.
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Alle 21.55 decolla il primo HH-3F e inizia a perlustrare l'area presunta dell'eventuale incidente. L'aereo è ormai disperso.
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Nella notte numerosi elicotteri, aerei e navi partecipano alle ricerche nella zona. Solo alle prime luci dell'alba viene individuata da un un elicottero HH-3F del Soccorso Aereo alcune decine di miglia a nord di Ustica, una chiazza oleosa. Poco dopo raggiunge la zona un Breguet Atlantique dell'Aeronautica e vengono avvistati i primi relitti e i primi cadaveri. È la conferma che il velivolo è precipitato in quella zona del Tirreno dove la profondità supera i tremila metri.
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(dal sito Wikipedia)

venerdì 19 giugno 2009

le carceri siciliane sono un orrore!

(tascrizione fedele dell'articolo "le carceri della vergogna" di Roberto Puglisi dal sito www.livesicilia.it che ringraziamo)
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Le carceri siciliane sono un orrore che travalica ogni limite umano e costituzionale possibile. Non è una sensazione, non è un’affermazione nata sulla scorta dell’emotività. E’ la verità. E’ quanto scrive il garante siciliano per la tutela dei diritti dei detenuti. Si chiama Salvo Fleres e sta conducendo una battaglia coraggiosa, con l’altra anima dell’ufficio: Lino Buscemi e uno staff di primo livello.

L’ufficio del garante oggi presenta un dossier posto all’attenzione del Comitato Europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti. Ecco l’orribile sostanza che emerge, da alcune pagine del rapporto.

Carcere di Favignana, l’acqua salata dai rubinetti“Il carcere di Favignana è una struttura che si erge in pieno centro isolano. Si tratta di un’antica fortezza edificata in gran parte sotto il livello del mare. L’aria non circola, il caldo e l’umidità tolgono il respiro. Ovunque si possono osservare muffa, umidità, imbattersi in topi e insetti di ogni genere. I ‘bagni’, ricavati all’interno delle celle con un semplice muretto, hanno copertura in eternit, materiale notoriamente cancerogeno. Il sovraffollamento costringe alla convivenza nella medesima cella di soggetti fumatori e non fumatori, vi è concreto rischio di trasmissione di malattie infettive quali l’Aids o l’epatite C, riscontrandosi altissima percentuale di tossicodipendenti. L’acqua viene razionata e scorre per non più di tre ore totali al giorno, ma non si può bere perché salata. Il locale docce è posto in un angolo del corridoio-passeggio, quindi all’esterno, ciò significa che per accedervi, in inverno, bisogna percorrere il corridoio sotto la pioggia al freddo, affondando i piedi nelle pozzanghere d’acqua gelata. Ciò comporta altresì che, quando piove, durante la distribuzione del vitto, l’acqua piovana finisca dentro i piatti, unitamente a polvere e detriti”.

Carcere di Marsala, lo squallore del castello“La casa circondariale di Marsala nasce come un castello medievale ed è stato adattato ad istituto penitenziario circa 40 anni fa. La struttura si presenta esternamente in buono stato, ma internamente squallida e fatiscente e inadeguata per la destinazione d’uso. I servizi igienici all’interno delle celle consistono in una tazza con muretto separatorio, le docce, alle quali è concesso accesso giornaliero, sono esterne. In questo carcere si è verificato un caso di suicidio di un detenuto trentatreenne al secondo giorno di detenzione”.

Carcere di Modica, niente sport“L’istituto è allocato in un ex convento e presenta notevoli problemi legati alla vetustà della struttura, che appare fatiscente e priva di adeguati spazi comuni. Dentro la struttura ci sono 58 detenuti presenti (capienza regolare 31, capienza tollerabile 48). Non sono presenti impianti sportivi e palestre”.

Carcere di Mistretta, condizioni subumane“L’edificio, di piccole dimensioni, versa in condizioni di estremo degrado. Le condizioni di vita dei detenuti risultano fortemente lesive della dignità della persona. Le otto celle disponibili, per una comunità carceraria di 42 elementi, hanno come unica esposizione quella del chiostro del convento che ospita la struttura. Le celle sono buie ed umide, calde d’estate e gelide di inverno (sul carcere c’è un’indagine in corso, ndr). Il soffitto è basso e i letti a castello di tre piani vi entrano a stento. Come scrive il procuratore generale presso la corte d’appello di Messina, Antonio Franco Cassata, scrive: ‘Un’umanità avvinghiata alla grate dei cancelli in condizione di desolante abbrutimento e di sostanziale sub-umanità’”.

Carcere “Piazza Lanza” di Catania, in cella con Kunta Kinte“Anche in questa struttura le condizioni di vita sono proibitive sia per la popolazione carceraria sia per il personale amministrativo, costretto a sopportare, alla stregua dei detenuti, la presenza di topi, scarafaggi e pidocchi. Le celle risultano sovraffollate. In alcuni casi vi sono letti a castello di quattro piani sprovvisti di scaletta e con uno spazio libero tra l’ultimo materasso e il tetto di 50 centimetri. Alcuni detenuti sono costretti a dormire per terra. I carcerati sono quasi del tutto privi di assistenza sanitaria, anche se urgente. I bagni sono alla turca e spesso senza porte. L’acqua per lavarsi è sempre gelida e non viene fornito nemmeno il sapone per l’igiene personale. La popolazione carceraria si attesta intono alle 490 unità (capienza regolamentare 245, capienza tollerabile 324 posti). Molte denunce dei reclusi parlano di una cella lasciata vuota, la n. 20 della ’sezione protetti’, all’interno della quale è presente solo un letto di ferro privo di materasso e nella quale sembra vengano rinchiusi i detenuti puniti, nudi, a volte insieme a un detenuto di colore detto ‘Kunta Kinte’, a causa della sua mole fisica, che li sevizierebbe. A quanto viene riferito questa sarebbe la stanza delle torture” (è un particolare agghiacciante in una relazione ufficiale. Livesicilia sta cercando di contattare il direttore del carcere per una replica sulla questione. Dalle notizie in possesso del cronista, pare che il “problema” sia stato rimosso, ndr).

Carcere “Ucciardone” di Palermo, uomini e topi“Presenta, sotto alcuni punti di vista, le condizioni di vita più drammatiche per i detenuti che, nonostante gli sforzi della direzione e degli agenti di custodia, sono costretti a vivere in spazi ristretti a volte in condizioni igieniche precarie, anche a causa della presenza dei ratti. La popolazione carceraria è di circa 700 unità. La capienza massima si attesta a 520. Le condizioni di vita possono, a ragione, definirsi disumane. Anche il carcere Ucciardone è passato agli onori della cronaca per i suicidi degli ultimi anni”.

Carcere di Messina “Gazzi”“L’esasperazione dei detenuti sta superando ogni limite tollerabile e già, nei primi quattro mesi di quest’anno, si sono verificate almeno due azioni di protesta, mediante il rifiuto del cibo e dell’ora d’aria, la battitura delle inferriate e il rifiuto di terapie ed atti di autolesionismo. Il carcere ospita attualmente 470 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 233 detenuti”.

(Roberto Puglisi)

dal sito http://www.livesicilia.it/

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domenica 14 giugno 2009

questione di risoluzione


Il 27 ottobre 2008, abbiamo pubblicato un articolo initilato "indiani, mandateci una foto".
Si trattava dei dubbi sullo sbarco degli americani delle missioni Apollo sulla luna.
In quell'articolo ci chiedevamo come mai , di tante sonde inviate sulla luna negli ultimi 40 anni , nessuna ha inviato sulla terra immagini delle numerose tracce lasciate dagli astronauti degli "Apollo".
Abbiamo fatto la stessa domada a Davide Andreani, presidente del Gruppo Astrofili Columbia (http://www.atrsofilicolumbia.it/) che ci ha gentilmente inviato la seguante risposta che pubblichiamo integralmente

Gentile Pippo,
innanzitutto grazie per averci scritto, è sempre un piacere per noi fornire chiarimenti o delucidazioni riguardanti gli argomenti pubblicati sul nostro sito.
Entrando nel merito della mail, bisogna dire innanzitutto che il problema principale nelle riprese lunari (e planetarie in genere) è la risoluzione. Questo fattore è definito in ottica come la distanza angolare minima a cui devono essere poste due sorgenti di luce puntiformi per essere visibili da un dato strumento come sorgenti separate e non come un unico punto.

Per semplificare userò un esempio: immagini di essere di notte e di vedere all'orizzonte i fari di una macchina molto lontana; se la distanza è molto grande, ad occhio nudo non vedrà due fari affiancati, ma un singolo punto luminoso. Al contrario, usando un binocolo quasi sicuramente sarà possibile distinguere i due fari come separati, questo a causa del maggior potere risolutivo del binocolo rispetto all'occhio umano.

Se la macchina si avvicina i fari si vedranno separati anche a occhio nudo, se si allontana diventeranno irrisolvibili anche dal binocolo e serviranno strumenti più potenti.
Il potere risolutivo di uno strumento dipende da vari fattori: in primis, conta il diametro dello strumento: maggiore è il diametro, maggiore è il potere risolutivo (nell'esempio sopra, il diametro del binocolo è il diametro della lente frontale, mentre quello dell'occhio è l'apertura della pupilla).

Anche nel caso di strumenti costruiti a regola d'arte, ogni strumento ha il suo potere risolutivo e oltre quello non si può andare; alcuni strumenti (come i telescopi astronomici amatoriali) consentono di variare gli ingrandimenti pressochè a piacere, ma oltre un certo valore non sono più sfruttabili perchè il potere risolutivo limitato non consente di percepire più dettagli di quelli che si vedono a ingrandimenti più bassi.

Questo discorso per dire che è il potere risolutivo (e non la capacità di ingrandire) il vero fattore limitante degli strumenti ottici (ma non l'unico), contrariamente a quello che generalmente si pensa.
Il potere risolutivo teorico (che è anche quello massimo) è poi limitato da altri fattori:
- il contrasto dell'immagine: le condizioni migliori sono quelle con sorgenti luminose su fondo nero
- la forma delle sorgenti: quelle puntiformi sono più semplici da risolvere di quelle diffuse
- la qualità dello strumento: l'ottica perfetta non esiste, neanche nel campo dei telescopi professionali
- la presenza dell'atmosfera terrestre: l'aria è un fluido in movimento e non completamente omogeneo, e come tale altera le immagini abbassando il potere risolutivo degli strumenti ottici.

Dopo questa lunga (e spero non troppo noiosa) premessa, torniamo alle riprese lunari; essenzialmente ci sono solo tre categorie di strumenti che potrebbero avere le potenzialità per riprendere i moduli di discesa dei LM sulla Luna:
- telescopi spaziali: Hubble
- telescopi professionali basati a terra: VLT, LBT, Keck
- sonde planetarie in orbita lunare.

L'Hubble, il nostro miglior telescopio spaziale, è già stato considerato da Matteo nella sua trattazione: semplicemente non ha potere risolutivo a sufficienza per riprendere la base del LM sulla Luna; l'immagine del modulo starebbe totalmente all'interno di un pixel del sensore. Hubble è stato progettato per la ripresa di oggetti debolissimi e molto distanti, l'osservazione lunare non è il suo "mestiere".

I telescopi basati a terra, nonostante lo svantaggio di operare all'interno dell'atmosfera, hanno un potere risolutivo migliore, dovuto al loro diamentro decisamente maggiore (8m per il VLT, 10m per l'LBT, 11m per il Keck, solo 2,4m per Hubble) e a sistemi di ripresa particolari come le ottiche adattive. Tuttavia queste caratteristiche, per uno strumento singolo, sono ancora insufficienti.

Il VLT ha la capacità di combinare la luce proveniente dai suoi 4 telescopi con una tecnica chiamata "interferomentria ottica". Con questa tecnica, le unità da 8 metri possono raggiungere il potere risolutivo di un singolo telescopio da 16m. La risoluzione teorica (0,002 arcsec) consentirebbe di risolvere due sorgenti puntiformi distanziate di uno spazio pari alla base del LM, ma quì stiamo considerando un caso diverso: si tratta di riprendere la forma di un oggetto diffuso su fondo chiaro, quindi servirebbe una risoluzione superiore almeno di un ordine di grandezza. Il VLT è al momento il complesso con le prestazioni migliori in interferometria, LBT e Keck hanno risoluzioni dell'ordine di 0,005 arcsec.

Le sonde planetarie hanno dalla loro parte la vicinanza all'oggetto da riprendere (poche centinaia di km, contro quasi 400000), ma possono contare su ottiche di diamentro molto più piccolo. Al momento nessuna aveva risoluzione sufficiente a distinguere la base del LM sulla superficie, ciononostante due sonde, la Clementine americana e la Kaguya giapponese, hanno ripreso l'alone scuro lasciato dai gas di scarico del motore di discesa di Apollo 15 attorno al sito di atterraggio. Maggiori informazioni sono disponibili in questi due siti:
http://www.space.com/missionlaunches/missions/apollo15_touchdown_photos_010427.html
http://www.jaxa.jp/press/2008/05/20080520_kaguya_e.html

E' singolare come queste riprese (comprese quelle della Kaguya che provengono da un'agenzia spaziale diversa dalla Nasa) siano state ampiamente ignorate dai complottisti, o tuttalpiù liquidate con discorsi del tipo: "... ma tanto ci fanno vedere quello che vogliono loro".
La prima sonda che dovrebbe avere una risoluzione (in teoria) sufficiente a riprendere i LM dovrebbe essere la Lunar Reconaissance Orbiter, il cui lancio è previsto il prossimo 24 Aprile (salvo ritardi).

Non c'è però da aspettarsi che le immagini dei siti di atterraggio arrivino subito: lo scopo principale della sonda è di mappare le zone che serviranno per i futuri sbarchi umani previsti attorno al 2020, non quello di riprendere regioni già esplorate 40 anni fa molto più da vicino; non dimentichiamoci che per la comunità scientifica internazionale, i risultati del programma Apollo non sono in discussione.

Tuttavia, ritengo che nelle fasi avanzate della missione, le riprese dei siti passati di atterraggio arriveranno, e saranno di grande valore sia scientifico che storico.
Comunque posso già immaginare cosa commenteranno i complottisti: diranno che le riprese sono fasulle, o che i LM sono veri ma erano senza equipaggio e telecomandati, o che sono stati lanciati apposta qualche mese fa. Il tutto come sempre senza lo straccio di una prova concreta.

Spero di non essermi dilungato troppo e di aver dato risposta suoi dubbi. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

(Davide Andreani)
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mercoledì 10 giugno 2009

è nato prima l'uovo o la gallina?


Se la teoria di Darwin è vera, ed è vera, la risposta alla domanda è semplice. E’ nato prima l’uovo.
Secondo tale teoria, largamente dimostrata da evidenze scientifiche e sperimentali, l’evoluzione delle specie è avvenuta attraverso delle mutazioni genetiche che, sorte per caso, possono essere tramandate alla progenie.

Se la mutazione comporta una variazione che dà all’individuo capacità maggiori di resistenza e di sopravvivenza ad un habitat che muta, questa variazione diventa l’arma che ha il “diverso” per riuscire a sopravvivere ed a procrearsi a differenza dei suoi (ex) simili che, privi della nuova arma, sono destinati a soccombere.

Sono ovviamente “avvenimenti” che necessitano migliaia e anche milioni di anni per verificarsi ed assestarsi.

E’ allora evidente che la prima gallina, così come oggi noi la conosciamo aveva, come genitori, degli esseri molto simili a lei, ma non in tutto. La prima gallina era geneticamente differente dai suoi genitori (come sempre) ma questa volta la diversità era sostanziale, forse visibile, somatica, funzionale.

Una diversità che, per caso, era sopravvenuta, presumibilmente , nella fase che va dal concepimento alla “schiusa” dell’uovo. O anche prima, nell'ovocellula della mamma o nello spermatozoo del papà. L'uovo fecondato ha quindi originato un “coso” che per la prima volta appariva sulla faccia della terra: la gallina.

(amedeo contino)
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mercoledì 3 giugno 2009

LA DISTRUZIONE DEL WORLD TRADE CENTER, INTERVISTA AL DR. HARRIT


PREFAZIONE DI ROBERTO QUAGLIA

Negli anni che mi ci sono voluti a scrivere il mio libro di 500 pagine sull’11 Settembre ed anche in seguito, l’aspetto più fastidioso di tutta questa vicenda sono stati gli sguardi infastiditi ed irritati, nella maggioranza dei casi, e di commiserazione in alcuni, da parte di coloro che ciecamente credono alla Teoria Ufficiale del Complotto, ovvero la tesi che un vecchio barbuto che si nasconde in una grotta afgana abbia inviato 19 dirottatori in America allo scopo di dirottare 4 aerei, pilotandoli alla cieca (ovvero a vista, senza alcun piano di volo) finché due di essi riuscirono miracolosamente a centrare due grattacieli facendone a tal modo crollare tre. Ecco, questi sono i veri credenti di fantasiose teorie del complotto e, come i pazzi, sono tutti convinti che ad essere matti sono quelli che non condividono le loro illusioni.

Se nel 2003 (quando io scrissi buona parte del mio libro) la quasi totalità della gente apparteneva a questa categoria, nel tempo milioni e milioni di persone si sono risvegliate dal mondo allucinatorio in cui erano sprofondate ed hanno iniziato a rendersi conto dell’incredibile inganno di cui sono state vittime.

Oggi, nel 2009, è una consistente e crescente percentuale della popolazione a non credere più alla grottesca e fumettistica Teoria Ufficiale del Complotto. La marea in effetti è inarrestabile, e la Teoria Ufficiale del Complotto è ormai virtualmente morta. Solo la porzione zombi della popolazione la crede ancora in modo incondizionato, con il sostegno della totalità dei grandi media occidentali che ancora fingono di credere alla Teoria Ufficiale del Complotto.

E’ per lo più un problema generazionale - i vecchi sono spesso incapaci di cambi di paradigma, mentre i giovani sono più agili a trarre le inevitabili conseguenze dall’emergere di nuovi dati. E’ anche un problema di corruzione - dobbiamo accettare l’idea che quasi tutti i giornalisti di carriera sono disposti ad ingannarci, a raccontaci balle o semplicemente a tenere ben chiusa la bocca in aderenza ai crismi di una moderna omertà politicamente corretta pur di non perdere i loro ricchi stipendi e privilegi.

Uno dei bastioni sui quali si sono per anni disperatamente arroccati i fedeli credenti della Teoria Ufficiale del Complotto è l’assenza di voci autorevoli nel mondo scientifico che non fossero allineate alle posizioni del governo americano. Adesso, questa assenza è stata colmata. Un team internazionale di scienziati ha pubblicato uno studio in cui si dimostra che nei detriti dei crolli dei grattacieli dell’11 settembre era presente una gran quantità di nanotermite, un raffinatissimo esplosivo militare la cui presenza si spiega solamente nell’ipotesi di una demolizione controllata degli edifici.

Lo studio è stato pubblicato su una rivista scientifica dopo essere passata al vaglio della “peer review”, ovvero la revisione scientifica degli articoli da parte di pari, il metodo che nella comunità scientifica si pratica per avere la certezza della serietà di uno studio. Quindi adesso si tratta formalmente di scienza. La demolizione controllata delle Torri è stata dimostrata scientificamente, se i criteri con i quali la scienza viene considerata scienza sono ancora validi in questo mondo fatalmente attratto da una nuova era di oscurantismo. L’unico modo di invalidare questo progresso scientifico sarebbe dimostrare il contrario, ovvero dimostrare che la nanotermite trovata nella polvere dei crolli non è nanotermite.

Ma questo è evidentemente impossibile, ed infatti nessuno ci prova. La tattica adottata da parte dei complici della Teoria Ufficiale del Complotto è quella di fare finta di nulla, fingere che nessuno scienziato abbia dimostrato alcunché. Silenzio assoluto, quando possibile (e di solito lo è). E quando ciò non fosse possibile, i complici della Teoria Ufficiale del Complotto risponderanno solo con argomenti ad personam, volti semplicemente ad infamare gli scienziati interessati, senza mai entrare nel merito scientifico della questione.

Ma per la persona dotata di senso critico e anche solo qualche capacità di pensiero autonomo, questo studio rappresenta la pietra tombale della Teoria Ufficiale del Complotto, e l’inizio della fine di un sistema fittiziamente democratico nel quale sempre meno gente si riconosce. In tutto ciò, c’è ben poco di cui rallegrarsi. Il crollo di un sistema non è mai divertente, e non è detto che il sistema che seguirà sarà più gradevole di quello di cui oggi ammiriamo, ammaliati, intimoriti e frastornati, il torbido crepuscolo.

Roberto Quaglia


Domande a Niels Harrit in merito all’articolo scientifico “Materiale Termitico attivo scoperto nella polvere della catastrofe del World Trade Center dell’11 Settembre”.

Introduzione di Gulli.com:

Qualche tempo fa, Gulli.com riportò la notizia della ricerca di un team di scienziati indipendenti di Danimarca, Stati Uniti ed Australia. Essi sostengono di avere trovato una sostanza chiamata Nano Termite nella polvere del crollo World Trade Center dell’11 settembre 2001 a New York. La Nano Termite è un esplosivo, normalmente utilizzato solo dai militari, non disponibile nel normale mercato. E’ un parente della termite, una sostanza usata nei processi di saldatura.

Nel forum di Gulli.com board si scatenò una delle più grosse discussioni di sempre, tra i cosiddetti “teorici del complotto” e persone che credono alla versione ufficiale sui fatti dell’11 settembre. Più di 28.000 accessi alle pagine. Più di 800 interventi. Abbiamo dato agli utenti scettici di Gulli.com l’opportunità di porre le loro domande direttamente al Dr. Niels Harrit, uno degli scienziati.

Gli utenti Gulli hanno formulato domande davvero toste, e non abbiamo censurato nulla. Abbiamo passato tutte queste domande al dottor Harrit ed eravamo veramente curiosi su come egli avrebbe risposto. Ebbene, egli ha risposto. E quindi, ecco adesso la promessa intervista. L’intera intervista viene rilasciata con licenza Creative Commons, quindi potete copiarla e diffonderla ovunque senza dovere né pagare né chiedere. [Lo stesso si applica alla traduzione, purché mantenendo firma e link in calce, NdT].

Copenhagen / Düsseldorf, Maggio 2009



gulli.com: Il suo nome completo e titolo?

Dr. Niels Holger Harrit: Dr. Niels Harrit

gulli.com: La sua età?

Dr. Niels Harrit: 64

gulli.com: Per favore spieghi esattamente in quale materia lei si è guadagnato il suo dottorato e quali sono i suoi studi ovvero in cosa lei è esperto.

Dr. Niels Harrit: Il mio master, che ho conseguito nel 1971, era basato sul lavoro che feci per un anno al Max-Planck-Institut per la Chimica delle Radiazioni, Mülheim an der Ruhr, Germania. La mia tesi di dottorato del 1975 alla Università di Copenhagen era in fotochimica meccanicistica. Ho speso un anno alla Columbia University, New York City per il post dottorato nel 1977.

gulli.com: La sua professione corrente?

Dr. Niels Harrit: Docente alla Università di Copenhagen.

gulli.com: Per favore ci spieghi che cosa esattamente lei insegna.

Dr. Niels Harrit: Insegno chimica organica, fotochimica e fotofisica a studenti di nanoscienze e di chimica. Supervisiono studenti per il master ed il Ph.D.

gulli.com: Ha delle referenze?

Dr. Niels Harrit: Ho pubblicato quasi 60 lavori nei migliori giornali soggetti a “peer-review” [Revisione scientifica degli articoli] .

gulli.com: Ci può cortesemente dire su quali temi lei ha pubblicato? Ci può fornire alcuni esempi in relazione a ciò? Quali giornali? Anche alcuni esempi?

Dr. Niels Harrit: Vi allego una lista di pubblicazioni. Il mio ultimo articolo è attualmente il “pezzo caldo del mese” su Angewandte Chemie, una delle riviste di punta nel mondo in tema di chimica. Sono un membro anziano di un “Centro di Eccellenza” Molecular Movies dove prevalentemente lavoro con fisici su “time resolved X-ray scattering”. Questo centro è una sottodivisione del Centro di Nano Scienze alla Università di Copenhagen, del quale sono stato un membro di facoltà fin dai suoi inizi nel 2001.

gulli.com: La sua opinione sull’11 settembre: lei è un credente o un interrogante?

Dr. Niels Harrit: Io sono avverso al crimine.

gulli.com: Il suo sito web?

Dr. Niels Harrit: Nessuno.

gulli.com: Che cosa esattamente le permette di dire di essere un esperto di Nano Termite?

Dr. Niels Harrit: Non ci sono esperti di nano termite senza connessioni ai militari.

gulli.com: Lei ed il suo team si aspettano benefici dalla divulgazione di questo studio?

Dr. Niels Harrit: Ripristinare la giustizia, la democrazia e la stampa libera. Evitare il fascismo. Un migliore mondo per i miei nipoti.

gulli.com: Chi ha finanziato questo studio?

Dr. Niels Harrit: Nessuno.

gulli.com: Quindi voi avete tutti lavorato nel vostro tempo libero in cambio di nulla - gratis - su questo studio della durata di due anni? Avete tuttavia utilizzato le infrastrutture universitarie?

Dr. Niels Harrit: Avete un concetto irreale su cosa significhi essere uno scienziato. Non è un mestiere. E’ un’esistenza. Io non ho tempo libero. Ovviamente utilizzo il mio ufficio all’università.

gulli.com: Per favore perdoni le nostre strane domande! Ma andiamo avanti: Molti della squadra di scienziati appartengono al Movimento per la Verità. Steven E. Jones, che da anni sta predicando la demolizione controllata WTC. Ci sono 2 colleghi della università di Jones nel vostro team: Jeffrey Farrer e Daniel Farnsworth. Kevin R. Ryan, Gregg Roberts e James R. Gourley sono anche del Movimento per la Verità. Come può questo team garantire neutralità rispetto a questo studio?

Dr. Niels Harrit: Nel gioco del calcio, è considerato un fallo attaccare l’uomo anziché giocare la palla. A parte questo, sono orgoglioso di essere in una squadra di scienziati adulti che hanno combattuto per la verità sull’11 settembre più a lungo di me. Per favore, si legga lo studio, SI RELAZIONI AI FATTI e a nient’altro.

gulli.com: Va bene. Dove, quando e come esattamente avete ricevuto la polvere? Come vi siete accertati che è pura ed originale polvere dell’11 settembre? Erano presenti ufficiali quando avete prelevato i campioni?

Dr. Niels Harrit: Tutto questo è accuratamente spiegato nel nostro studio.

gulli.com: E’ vero che fu Steven Jones ad organizzare i campioni? Steven Jones è conosciuto come un credente assoluto nella cospirazione dell’11 settembre e c’è gente là fuori che non si fa problemi ad accusarlo di mescolare la polvere in oggetto con esplosivi allo scopo di avere infine la ”prova” della demolizione controllata.

Dr. Niels Harrit: Questa è un’offesa assoluta nei confronti di uno scienziato onesto. Inoltre, è una domanda stupida, dato che noi in effetti siamo teorici dell’anti-cospirazione. Ci opponiamo alla teoria ufficiale del complotto. Questo è tutto.


gulli.com: Come fa ad essere sicuro al 100% che la polvere che ha analizzato non è stata alterata, o che qualcuno non l’abbia mescolata con Nano Termite prima che lei la analizzasse?

Dr. Niels Harrit: Veda la risposta alla domanda successiva.

gulli.com: OK. Lei ha confrontato i campioni di polvere con campioni non ottenuti da Steven E. Jones?

Dr. Niels Harrit: Sì. Ho due campioni a Copenhagen che mi sono stati spediti direttamente da chi li ha raccolti, ed anche questi contenevano i frammenti. C’è una manciata di altri scienziati che può testimoniarlo. Credo ci siano una ventina di campioni in giro, ma non so esattamente e non ho motivi per curarmene.


gulli.com: Come è avvenuto che lei sia stato scelto per esaminare questa polvere?

Dr. Niels Harrit: Faccio parte del team. Sono stato invitato a farne parte.

gulli.com: Se lei dovesse fare una stima approssimativa, quanta Nano Termite c’era in giro nella Lower Manhattan dopo i crolli?

Dr. Niels Harrit: Molto, molto difficile stabilire un numero assoluto a tale riguardo. Diciamo 10 tonnellate. [Harrit probabilmente si riferisce alla nanotermite inesplosa, presente dopo i crolli; in un'altra intervista televisiva - riportata in calce a questo articolo - ipotizza da 10 a 100 tonnellate di esplosivo piazzata nelle torri prima dei crolli - NdT]

gulli.com: E’ possibile per dei terroristi venire in possesso di questo materiale? E’ un materiale così speciale, che solo persone all’interno delle forze armate statunitensi potrebbero entrarne in possesso. Dove si può comperare la Nano Termite? Possono comprarla anche persone normali? Oppure solo aziende o militari?

Dr. Niels Harrit: Questa roba è stata preparata solo nell’ambito di contratti militari negli USA e probabilmente in grandi nazioni alleate. Questa è ricerca militare segreta. Tragga le sue conseguenze e si legga l’articolo di Kevin Ryan su questo tema. Non è stata preparata in una caverna in Afghanistan.


gulli.com: Cosa distingue la Nano Termite dalla Termite e dalla Termate? Qual’è la funzione speciale? Chi usa normalmente la Nano Termite e per quali usi la si utilizza?

Dr. Niels Harrit: La Termate è una termite che contiene zolfo.

gulli.com: Per cosa si usa normalmente la Termate?

Dr. Niels Harrit: Per fondere elementi di acciaio. Corazze, per esempio. Nanotermite è termite preparata con metodi nanotecnologici.

gulli.com: Quindi è molto più piccola e per questo ha una superficie maggiore che la fa reagire più velocemente ed in modo più energetico?

Dr. Niels Harrit: Sì, le particelle sono molto più piccole. Ma è preparata in un modo radicalmente differente rispetto alla ordinaria termite, ove le particelle piccole vengono ottenute riducendo la dimensione di particelle più grosse. Nei nanomateriali, le particelle vengono preparate a partire dagli atomi e le molecole. La nanotermite è l’esplosivo del futuro. “Smaller, cheaper and nastier” [Più piccola, più economica, più "cattiva"] (come dicono quelli che cercano sovvenzioni alle loro ricerche).

gulli.com: La Nano Termite ha più potenza rispetto ai normali esplosivi come il C4 o il TNT? Quali sono i maggiori benefici offerti dalla Nano Termite?

Dr. Niels Harrit: Potenza, sicurezza, versatilità. E’ anche a buon prezzo. ”Smaller, cheaper and nastier” rispetto agli ordinari esplosivi.

gulli.com: Lei dice che c’è ossido di ferro ed alluminio e ne conclude che questo significa che è Nano Termite. Non è normale che in un tale edificio ci sia ossido di ferro ed alluminio? Oppure non potrebbe essere che la sostanza Nano Termite sia stata prodotta come conseguenza del collasso?

Dr. Niels Harrit: Impossibile. Non ci si aspetta che una scatola di fiammiferi si venga a creare durante un incendio.

gulli.com: Aveva altri campioni di Nano Termite (non dalla polvere dei crolli) con i quali fare confronti mentre esaminava la polvere? Giusto per essere sicuro che sia autentica Nano Termite?

Dr. Niels Harrit: Sì. L’abbiamo preparata noi stessi, dato che ci sono alcune pubblicazioni scientifiche e relazioni di conferenze. Si comporta come previsto. Ma non è esattamente la stessa varietà della roba che abbiamo trovato nella polvere del WTC.

gulli.com: Può la Nano Termite venire preparata da un’università senza un via libera da parte di funzionari del governo? E’ una sostanza molto pericolosa, così che potrebbe rientrare nella legge sugli armamenti d’assato?

Dr. Niels Harrit: La Nanotermite è abbastanza sicura da maneggiare. Tutti i programmi noti (negli USA) sono finanziati da fondi militari e segreti. Guardi qui, il che riassume solo quanto noto al momento in cui scrivo. Buona parte del budget del Pentagono è segreto. Questa parte arriva a 60 miliardi di dollari quest’anno.

gulli.com: Come mai nessun cane antibomba ha abbaiato?

Dr. Niels Harrit: Tutti i cani antibomba sono stati mandati a casa dalla compagnia di sicurezza del WTC due settimane prima. Inoltre, essi sono addestrati sugli esplosivi tradizionali, i quali odorano in modo piuttosto caratteristico.

gulli.com: C’è qualcuno che non sia coinvolto nel Movimento per la Verità che abbia verificato e controverificato i suoi studi? Tipo artificieri indipendenti o produttori di Nano Termite?

Dr. Niels Harrit: Lo studio è stato passato al vaglio del peer-review [Revisione scientifica degli articoli da parte di pari NdT] come si fa di routine con le pubblicazioni scientifiche.

gulli.com: Chi ha fatto queste peer-reviews? Ci può spiegare almeno che di che tipo di persone si è trattato? Funzionari della sua università?

Dr. Niels Harrit: Gli arbitri sono anonimi. Non sono funzionari della mia università. Nessuno nella mia università conosce questo argomento meglio di me. L’università non è responsabile per questa ricerca. Solo gli autori lo sono.

gulli.com: La Nano Termite è allo stesso tempo un esplosivo ed una sostanza per saldature?

Dr. Niels Harrit: No. Le saldature vengono fatte con termite convenzionale. Chiunque la può comprare. Non è un esplosivo. Produce solo rovente ferro fuso.

gulli.com: Lei ha qualche teoria su chi piazzò la sostanza nelle Torri? Potrebbe essere stata l’azienda “Controlled Demolition” il cui presidente Mark Loizeaux apertamente nega l’esistenza di Nano Termite, nonostante egli sia un esperto di demolizioni? La sua azienda intervenne per la rimozione delle macerie da Ground Zero poco dopo il collasso. Ci sono persone che lo accusano di avere tirato giù il WTC.

Dr. Niels Harrit: No. Io assolutamente non ho intenzione di speculare al di là dei dati. Insistiamo per una investigazione del crimine. Al momento non c’è stata ancora alcuna investigazione.

gulli.com: Cosa vuole esattamente raggiungere con il suo lavoro sulla Nano Termite e l’11 settembre?

Dr. Niels Harrit: La verità.

gulli.com: Perché quasi nessun portale di notizie, stazione televisiva o addirittura rivista scientifica a parte i siti web complottisti hanno dato notizia dei suoi risultati?

Dr. Niels Harrit: Chieda a loro!

gulli.com: Come si rapporta alle persone che la chiamano “stupido complottista”?

Dr. Niels Harrit: Con una scrollata di spalle. Sono destinati a venire giù dai loro pulpiti. Io sono un anti-complottista. L’unica teoria del complotto di cui meriti parlare è la teoria ufficiale del complotto - quella con Osama Bin Laden ed i 19 dirottatori. Insomma, non è ben stupido credere alla teoria ufficiale del complotto senza che una sola prova ci sia stata mostrata? Chi sono gli stupidi?

gulli.com: E’ vero che qualcuno nel suo team ha perso il proprio lavoro a causa della vostra comune ricerca? E, se sì, come è potuto accadere?

Dr. Niels Harrit: No, non ancora. Ma alcuni di loro hanno perso il loro lavoro prima della nostra ricerca!!

gulli.com: Perché hanno perso il loro lavoro? In relazione al lavoro sull’11 settembre? Chi li ha sbattuti fuori e perché?

Dr. Niels Harrit: Hanno perso il loro lavoro perché sono critici rispetto alla Teoria Ufficiale del Complotto. Steven E. Jones è stato costretto al prepensionamento dalla Brigham Young University. Kevin Ryan è stato licenziato da Underwriters Laboratories, la società responsabile della certificazione dell’acciaio delle torri.

gulli.com: Come pensa che “loro” siano riusciti ad ottenere che nessuno della squadra di specialisti in demolizioni abbia in seguito rivelato al pubblico che si è trattato di un delitto? Normalmente tutto trapela. Sono stati tutti imprigionati nella Torre WTC 7?

Dr. Niels Harrit: No. Lei deve accettare che assai di meno che tutto trapela, dato che non lei non è a conoscenza di ciò che non trapela. Questo è il più grosso insabbiamento della storia. Nessuno è stato ucciso nel WTC7.

gulli.com: Lei si aspetta che i risultati della sua ricerca risulteranno in futuro in qualche investigazione ufficiale della polizia o FBI o di altri funzionari? Ha spedito una copia dei suoi risultati all’FBI? Che cosa è capitato?

Dr. Niels Harrit: Sì. Una copia è stata effettivamente spedita all’FBI. Non sono nella posizione di dare un pieno resoconto della risposta, ma per quanto ricordi, è stata sorprendentemente ricettiva.

gulli.com: Come è connesso con gli altri specialisti che vogliono riaprire il caso dell’11 settembre?

Dr. Niels Harrit: Non ho realmente tempo di connettermi. Sono completamente occupato a smaltire tutta l’attenzione che questa mia ultima pubblicazione ha ricevuto. Sono sopraffatto da ciò, nonostante il fatto che non abbiamo realmente detto qualcosa di nuovo. Faccio solo del mio meglio, le giornate hanno una quantità limitata di ore e ed io ho anche il mio lavoro.

gulli.com: Sì, se si googla il suo nome al momento, si ottengono circa 250.000 risultati. Cosa suggerirebbe di fare a questo punto? Il prossimo passo per i media / il pubblico?

Dr. Niels Harrit: I media non hanno ancora reagito. E’ compito del pubblico di dire loro che se continuano a mentire ancora per molto, finiranno per perdere quel poco di credibilità che è loro ancora rimasta. Il silenzio fornisce consenso! Ponete domande! Crediate in voi stessi. Non è così difficile. C’erano due aerei, ma tre grattacieli. Non c’è bisogno di uno scienziato per contare fino a tre. Ognuno dovrebbe pigiare tutti i bottoni e pretendere la verità dalla stampa. E’ una faccenda molto seria. Ogni azione, non importa quanto piccola, conta. La cosa principale che vorrei dire è: Tutti stanno mentendo, tutti hanno paura. Dobbiamo credere in noi stessi, e non è così difficile.

gulli.com: Grazie per questa bella intervista, Dr. Harrit. Davvero apprezzata. Lei ha risposto a molti interrogativi posti dai membri di Gulli.com. Le facciamo tanti auguri per il futuro e speriamo che tutto ciò venga presto chiarito dalla polizia.

Dr. Niels Harrit: Grazie a voi per l’intervista.

Siti di approfondimento:
http://www.mito11settembre.it
http://www.edicola.biz
http://www.roberto.info

lunedì 1 giugno 2009

Non è possibile prevedere i terremoti


L’anno, mese, ora, luogo e magnitudo di una futura scossa di terremoto non è prevedibile. Si può fare una previsione approssimativa che ci dice intervalli di tempo, di spazio e di magnitudo entro i quali si può verificare, con maggiore probabilità della media, un evento sismico.

Numerosi sono i precursori sismici, ossia quelle anomalie di alcuni parametri geofisici, osservate prima di alcuni terremoti. Un esempio di anomalia potrebbe essere una quiescenza sismica ovvero l'assenza di terremoti per un determinato periodo di tempo in un' area considerata sismica.

Studi per l'identificazione di precursori sismica si sono condotti anche in Italia, grazie alla collaborazione con esperti di altri paesi dove questo tipo di metodologia è già collaudata. Si tratta comunque di previsioni approssimative che non possono essere utilizzate per dare un allarme alla popolazione.

Altri esempi di precursori sismici sono la variazione inconsueta della velocità delle onde sismiche, variazioni nel contenuto di gas radon nelle acque di pozzi profondi, mutamenti nel livello delle acque di fiumi e di laghi, movimenti crostali.
Oltre ai fenomeni cosiddetti precursori è anche possibile, attraverso l'individuazione delle aree sismogenetiche, lo studio della loro sismicità storica e recente, dell'assetto tettonico e geologico, definire la pericolosità sismica del territorio in base alla quale adottare adeguate misure di prevenzione che possano ridurre gli effetti dei terremoti.

L’unica maniera per mitigare l’impatto di un terremoto è la prevenzione, è cioè costruire con criteri antisismici gli edifici e verificare lo stato di sicurezza di quelli esistenti. Anche per questo il dipartimento della protezione civile si è impegnato stanziando dei fondi destinati alle verifiche sismiche nonché ai conseguenti interventi di adeguamento sismico sugli edifici strategici (scuole, ospedali, caserme, chiese, etc.), che comunque sono sempre troppo pochi.

In Italia la prevenzione non si fa. Per il rischio sismico, così per il rischio idrogeologico. Ogni anno vengono tagliati i fondi destinati alla prevenzione e alla messa in sicurezza delle aree più vulnerabili sotto il profilo dei rischi naturali.

Sappiamo tutti, inoltre, che l’impegno finanziario per sostenere la post emergenza di un evento calamitoso sono di gran lunga superiori a quello che si spenderebbe nella ordinaria gestione della prevenzione dei rischi naturali.

monica picone*
*geologa

venerdì 29 maggio 2009

ALLEVAMENTI INTENSIVI


Sembrerà un consiglio rivoluzionario, ma certo va alla radice del problema: evitare ogni prodotto proveniente da allevamenti intensivi. “Allevamenti intensivi” sono i capannoni industriali, nati negli anni Sessanta, in cui sono rinchiusi decine, centinaia, migliaia di animali (in America ci sono feedlots con dentro 100.000 e più capi di bestiame) in condizioni infernali, privati di libertà di movimento, dell'aria e della luce del sole, rinchiusi in gabbie, costretti alimentazione forzata, immunodepressi.

Le condizioni di vita degli animali, tali da suscitare pietà, sono oggetto di continue battaglie delle associazioni animaliste. Ma non è solo questione di pietà: la concentrazione degli animali e il regime alimentare forzato aumentano lo stress, le malattie e la pericolosità microbica e sono la causa prima e principale della diffusione a raggiera dei veleni e dell'esplosione degli scandali alimentari (“mucca pazza”, "pollo alla diossina” e vedremo quali altri).

La "modernizzazione" zootecnica ha riempito i cibi di residui di stimolatori dell'appetito, antibiotici (metà della produzione mondiale di antibiotici è destinata alla zootecnia), erbicidi, stimolatori della crescita, larvicidi e ormoni artificiali.

Proprio l'abuso di antibiotici in zootecnia è all'origine del fenomeno della resistenza che da 20 anni tanto preoccupa gli scienziati e le cui percentuali in Italia sono quintuplicate dal ' 92 a oggi: lo sviluppo di pericolosissimi superbatteri resistenti a tutti i trattamenti farmacologici (l'ultimo, lo streptococco VISA, che ha già ucciso 4 persone negli USA e due anziani in Scozia - e si è già avuto il primo caso in Italia; in USA in un sacco di mangime per polli sono stati trovati batteri resistenti a tutti gli antibiotici!).

Molte altre malattie, l'afta epizootica, l'Aids bovino (Biv), la salmonellosi, l'encefalopatia spongiforme bovina sono consustanziali all'allevamento intensivo.

lunedì 25 maggio 2009

a real jam session



A live jazz jam session took place the last Thursday night in Palermo. What happened in Lubitsch theatre , that night, was extraordinary. Gianni Cavallaro (piano/drums), Sergio Munafò (guitar), Alessandro Amato (drums), Nicola Giammarinaro (clarinet), Volker Stingmann (alto sax), Giovanni Genovese (trumpet), Aido Mangiaracina (el. bass), Piero Terranova (piano) and Gabriele Palumbo (drums) did their performances together, in a very magic and enjoyable atmosfere.

Three, even four of them didn’t know anything about the event and joint the band just 2 o 3 minutes before playing. That showed us the meaning of “jam session” expression. The theatre was quite full booked and the people didn’t stop to clap the artists for 3 hours running. As soon as the concert was over everybody asked the musician to not to stop, but they couldn’t do The theatre had to close before midnight. And….It did.
(clic on any picture on the right to see video on You Tube)

Giovedì 21 maggio 2009, cine - teatro Lubitsch di Palermo. Ore 24,15 Un pubblico entusiasta lascia la sala del cinema che aveva gremito fino a qualche istante prima. Ma è un pubblico dispiaciuto perchè vorrebbe che la magia continuasse. Si, è stata una magia. Amo il jazz e lo seguo da molto tempo.
Ho anche fatto dei viaggi “a tema” per seguire le performances di questo o di quel musicista. Sono andato persino all’estero per questo, associando lunghi viaggi a splendidi concerti ; concerti, spesso chiamati “jam session”.
Ma mai, ed in nessun luogo ho assistito ad una vera jam session, di jazz, dal vivo. Come credo tutti sappiano, la jam session è un concerto “improvvisato” dove i musicisti, senza alcun accordo, senza alcuna prova, senza alcun appuntamento e, spesso, senza neppure conoscersi, si ritrovano in un luogo e suonano.
In effetti speso le jam sessions sono una finzione, sono preparate. Ma non al Lubitsch. In principio si sapeva della presenza di soli di 4 o cinque artisti, poi via via che questi suonavano, dal pubblico, come per magia, scivolavano fuori dalle poltrone, per salire in scena , degli autentici mostri del jazz. Alcuni neanche si conoscevano, eppure, giunti sul palco, hanno mostrato un affiatamento ed un accordo stupefacenti.
Tra tutti mi ha colpito Volker Stingman un ottimo sassofonista tedesco (Hannover) che era stato, tra l’altro, il mio insegnante di sassofono. Era li perché lo avevo invitato io. E lo avevo invitato per assistere al concerto. Non certo per invitarlo a suonare. Non mi sarei mai permesso. Per giunta gratis. Inoltre Volker non conosceva la metà dei musicisti che erano sul palco. Veniva da una lezione e quindi aveva con se’ lo strumento.
Ad una mia richiesta senza speranza “perché non suoni pure tu?” lui non ha neppure risposto; ha sfoderato il suo ottone ed è salito sul palco , dove è stato accolto dagli altri come Pinocchio tra le marionette di Mangiafuoco. Uno di loro. E con il suo sax ha completato uno straordinario trio di fiati (con Giovanni Genovese alla tromba e Nicola Giammarinaro al clarinetto) che ha fatto impazzire di gioia il pubblico. Già il pubblico. Mai visto, ad un concerto di jazz un pubblico così allegro e festante.
Ultima nota, il cinema Lubitsch. Il cine teatro Lubitsch si trova in una sperduta zona della periferia sud-est di Palermo. Al cinema Lubitsch, ogni sera, mediamente, si ritrovano 4 o 5 spettatori.
A volte la sala rimane desolatamente vuota e Paolo, il gestore, è costretto a tornare a casa anzitempo. Un po’ per una programmazione troppo “d’essay” un po’ per la lontananza dal centro mondano di Palermo, un po’ perché il cinema non attira più tanta gente come una volta
Il 21 maggio 2009, al Lubitsch c’erano oltre 150 persone.
4 video della serata sono già disponibili su You Tube
video 2 (tutti i musicisti)
video 3 (Cavallaro e Mangiaracina)
video 4 (tutti i musicisti)
(pippo vinci)

mercoledì 20 maggio 2009

Buthan escluso


Il Buthan è una magnifica terra ai piedi della catena dell’Himalaya, in Asia.
Giorni fa ho visto uno splendido documentario sul Buthan e mi hanno colpito la bellezza di paesaggi maestosi unita ad uno scorrere della vita semplice e genuino. Ad un certo punto il commento diceva così : "..il Buthan ha preferito conservare intatte le sue ricchezze paesaggistiche anche a costo di sacrificare il progresso economico!.."
Rileggete questa frase e riflettete.
Da noi (in Italia) e forse in gran parte del mondo occidentale la frase viene ribaltata e suona cosi:
il progresso economico richiede spesso il sacrificio delle ricchezze paesaggistiche.

Scorrendo infatti un album di vecchie foto di una qualsiasi città (meglio se localizzata al sud dell’Italia) , ci si può rendere conto di quanto questa filosofia abbia completamente devastato interi paesaggi, rioni, risorse naturali per poi ritrovarci sull’orlo di una immensa crisi economica oltre che di valori umani.
E dove più si è devastato, più il progresso economico è fallito. O, comunque, non ha raggiunto i livelli promessi.

In ogni angolo delle nostre città si notano costruzioni commerciali che hanno preso il posto di potenziali aree verdi; i marciapiedi sono invasi dalle auto o dai gazebo in plastica dei bar che, per aumentare clientela e fatturato hanno deciso di occupare (con o senza autorizzazione) aree pubbliche dove potrebbero scorazzare bambini, pedoni e carrozzine.

Con i soldi così guadagnati, i commercianti e gli imprenditori hanno formato una barriera invalicabile di villette sul mare che ne impediscono almeno la visuale, oltre che il regolare accesso. Le villette, essendo abusive (poi sanate), spesso non hanno il regolare scarico nella inesistente fognatura e scaricano a mare rendendolo sporco, privo di vegetazione e quindi inospitale per pesci, molluschi e crostacei.
E ancora: visto che le villette oramai hanno formato un villaggio si utilizzano soldi pubblici per organizzare un minimo di caotiche infrastrutture (fognature tardive, strade strette tra le villette, semafori ignorati, centri commerciali immensi, raccoglitori di immondizia rotti, insufficienti e maleodoranti). Il tutto lì dove avrebbe dovuto regnare la pace, la spiaggia ed il mare blu ricco di vegetazione e pesci.
Continuo?
Si potrebbe continuare all’infinito.

E mi domando: è questa la qualità della vita che noi “popoli evoluti” ci siamo conquistati con guerre e rivoluzioni di popolo e industriali?
No, non è questa se poi per ritrovarla siamo costretti a spendere migliaia di euro per una settimana “di sogno” nei mari del sud o in lontani paesi esotici. Ma solo per chi se lo può permettere.
E chi se lo può permettere?
Industriali e commerciati (con i loro alleati amministratori) che sono la causa principale di quanto avete appena letto…..Buthan escluso
(pippo vinci)

sabato 16 maggio 2009

una pattinata per la vita


Oltre duemila chilometri da Saronno a Monreale, deviazioni per sosta in campeggi comprese, sui pattini per fondare un centro di accoglienza per …sfortunati.
Giuseppe Vaglica, 57 anni a luglio, è partito il 5 aprile dal Varesotto ed è arrivato il 9 maggio a Monreale anche se, come ha dichiarato “non sono un atleta ma mi sono semplicemente improvvisato pattinatore!”
Ogni tappa, sulla dorsale tirrenica, è stata documentata dalle tv e dai quotidiani locali nonché dai giornali on line.

Quando era andato via dalla sua Monreale, con la famiglia per cercar lavoro in Lombardia, Vaglica aveva diciassette anni.
Una pattinata per la vita”, l’impresa supportata, fotografata e ripresa anche dalla moglie, Terry D’Annunzio, che lo ha accompagnato è stata dunque pensata e messa in pratica per scopi benefici. “Vendiamo una nostra proprietà in centro Italia (Costa dei Trabocchi, nei pressi di Chieti) e, insieme con i fondi raccolti grazie alla nostra iniziativa – dice Vaglica – metteremo su un centro di accoglienza per disagiati in Lombardia. Abbiamo già l’appoggio del sindaco di Saronno e attiveremo sinergie già avviate con altre organizzazioni di beneficenza”.

Terry e Giuseppe fanno capo ad una neonata associazione umanitaria, una onlus della quale D’Annunzio è presidente. “Non apparteniamo a nessuna chiesa – precisano – ma crediamo negli insegnamenti umanitari e, in fondo, umanisti del Vangelo”.
Sabato 9 maggio il pattinatore in solitaria è stato ricevuto dalla municipalità della sua città d’origine.
I vigili lo hanno accolto alle 10.30 alla Fontana del Drago (panoramica Rocca-Monreale) e lo hanno scortato nel suo sprint finale che si è chiuso in piazzetta Vaglica. Intestata a un suo omonimo e antenato monrealese, filologo e latinista.

Qui, il sindaco uscente della città normanna, lo ha ricevuto in modo ufficiale, con tanto di fascia e discorso, per dargli il bentornato e gli ha consegnato una coppa messa a disposizione dall’assessorato comunale allo Sport. Un bentornato (anche se per poco) anche dal comandante dei Vigili urbani monrealesi, Tutta la documentazione dell’impresa su pattini a quattro ruote, Terry e Giuseppe tornati in Lombardia, sarà esibita per la raccolta fondi.

(pippo montedoro)


Per contatti e collaborazione:
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lunedì 11 maggio 2009

complimenti agli autori di questo disastro


(questo articolo è stato pubblicato anche nella pagina economica del sito reportonline.it)
Il mondo dei lavoratori è diviso, grossomodo, in quattro categorie:
A. imprenditori privati
B. liberi professionisti
C. dipendenti pubblici
D. dipendenti privati

Per moltissimi anni, c’è stato il mito del posto fisso (C), pur nella consapevolezza che i soldi (veri) si fanno solo se si è autonomi ( A o B).
Ne consegue che i posti più sfigati sono invece quelli subalterni delle aziende private (D).
Questi ultimi ne’ si fanno i soldi ne’ possono sentirsi sicuri di potere conservare il posto fino alla pensione. Sono sempre loro i primi a pagare un momento di difficoltà (vera o presunta) del capo dell’azienda (A).

Ma, nonostante tutto, alla fine degli anni 80, si è cominciata a diffondere l’idea che il mondo si sarebbe fermato se tutti avessimo sperato di avere (attenzione dico sperato di avere non avuto) un posto pubblico, eterno, inossidabile e tranquillo.
Cioè il mondo economico non sopportava di vedere persone che, con lo stipendio sicuro ed un futuro da nonni tranquilli, vivono una vita serena, si costruiscono una famiglia numerosa, si comprano la casa con un mutuo trentennale, coltivano degli hobbies da coccolare durante i numerosi pomeriggi liberi, cambiano la macchina ad ogni novità tecnologica (spesso superflua) offerta dai colossi delle auto, e, ogni estate, si fanno un bel viaggetto, riservandosi una settimana nel casermone in riva al mare definito (anche questo ad arte) multiproprietà!

Se rileggete attentamente il brano appena concluso, vi accorgerete che ogni mossa del tranquillo dipendente pubblico, si traduce in un sostanziale esborso di denaro (pubblico) a vantaggio di tutti quegli imprenditori privati (A) e liberi professionisti (B) che, attraverso il lavoro dei loro impiegati (D), offrono beni e servizi che rendono la vita più piacevole al sereno dipendente pubblico (C).

Dall’altro lato, imprenditori (A), liberi professionisti (B) e relativi dipendenti (D), hanno la possibilità di incrementare o mantenere il proprio tenore di vita per soddisfare vizi ed esigenze proprie e del dipendente pubblico (C). Tutto era organizzato in modo perfetto. Tutto “appattava”.

Poi vennero gli anni ‘90, e si cominciò a diffondere la idea maligna che il pubblico è brutto, che il pubblico è parassita, che il pubblico è inefficiente. I giovani devono puntare ad inventarsi il lavoro, a costruirsi una propria filosofia di vita che prenda le distanze dagli uffici pubblici, perché è proprio lì che si annida il nemico dello sviluppo.

Fuori dagli uffici e dagli archivi delle Regioni, dei Comuni, dei Catasti , dei Geni Civili e delle Università c’è il mondo che produce, che crea ricchezza, che porta al secondo millennio, poi al terzo e così via nei secoli dei secoli.
Il sacro PIL deve crescere sempre.

Finita la fase 1 (demonizzazione del pubblico) scatta la fase 2. La fase due si occupa di demonizzare il posto fisso. Sia esso pubblico che privato. Il giovane non solo non deve aspirare ad un posto tra i parassiti degli enti pubblici, ma non deve neanche sperare di avere un posto che sia tale per tutta la vita. No! Il giovane deve stare all’erta tutta la vita; deve essere flessibile; deve cambiare spesso lavoro, casa, città, amici, palestra, menù, scuole per i figli che verranno.

Il giovane, che presto non sarà più giovane, deve anche studiare, anzi, formarsi di continuo. Non solo fino alla prima laurea. Non basta! Non solo fino alla seconda laurea. Non basta! Non solo fino alla specializzazione post laurea. Non basta! Non solo fino ai masters negli States e nel Regno Unito. Non basta! Sempre, sempre e ancora sempre.
Il giovane deve formarsi, trovare un lavoro per poi riformarsi e ritrovare un altro lavoro e così via nei secoli dei secoli. Amen

Il gioco è riuscito, ma le conseguenze sono le seguenti:

a) fine di ogni procedura concorsuale che porti i giovani (spesso i migliori) ad occupare posti fissi in Enti Pubblici anche di grande importanza strategica come ospedali, università, enti di ricerca, enti di indirizzo tecnico , economico e di gestione delle finanze pubbliche.

b) il posto di lavoro fisso diventa così prezioso che solamente la promessa di poterlo offrire diventa una preziosissima arma in mano ai potenti di turno (politici e malavitosi) che li distribuiscono in cambio di voti (politici) o di favori ad personam (concessioni, nulla osta, appalti ecc). Ma questa volta, il posto è offerto a chiunque senza un pur effimero filtro concorsuale che possa garantire il possesso di un minimo di qualità di chi lo occuperà. Gli Enti Pubblici si popolano (ora si) di parassiti senza preparazione e con le spalle ben coperte dal generoso Padrino. Parassiti, impreparati e intoccabili.

c) l’economia crolla perché con la riduzione dei dipendenti pubblici sempre meno gente può permettersi di spendere ora e (peggio) in futuro somme di denaro di cui non dispone e non disporrà. Questo significa il crollo della domanda di tutti i beni e di tutti i servizi

d) le imprese private falliscono
e) i liberi professionisti non vengono più ingaggiati
f) i dipendenti privati perdono il posto.

Complimenti agli autori di questo disastro.

(pippo vinci)
questo articolo è stato pubblicato anche nella rubrica economica del sito reportonline.it
scrivi a latrazzera@libero.it

sabato 9 maggio 2009

la bara errante


Molti scettici sostengono che la coincidenza non è altro che un artificio della conoscenza umana. Secondo questa opinione alcuni episodi di cui siamo coscienti, vengono da noi percepiti e considerati coincidenze.

In altre parole, noi ricordiamo ciò che convenzionalmente chiamiamo coincidenza, ma dimentichiamo una miriade di altri particolari che non hanno una connessione evidente.
Che cosa pensare, allora, dell’inquietante bara di Charles Coughlan?
Coughlan nacque nella provincia canadese di Prince Edward Island, sulla costa nord orientale.

Ma alla fine del diciannovesimo secolo si trovava a Galveston, perla della costa del Texas, in una compagnia di attori girovaghi, con cui recitava per sbarcare il lunario. Era il 1899; Coughlan si ammalò e morì dopo aver contratto una delle febbri tropicali che mietevano vittime, quando non si praticavano ancora le vaccinazioni.

Coughlan fu collocato a eterno riposo - almeno nelle intenzioni - in una bara piombata e sepolto nel cimitero locale. Galveston, allora la città più popolosa e prospera del Texas, sorgeva su un enorme banco di sabbia, in una posizione precaria che la lasciava esposta sia ai tifoni sia alle mareggiate. L’8 settembre 1900, venti di forza superiore a cento chilometri orari riversarono sulla città un muro d’acqua alto più di sei metri che sommerse tutto fuorché le strutture più elevate.

La città fu completamente distrutta. Annegarono circa settemila abitanti e i loro cadaveri furono risucchiati in mare aperto dal riflusso. Anche i morti furono trascinati via. I cimiteri vennero sventrati dalla furia delle onde e le bare furono strappate dalle tombe e portate via dalla corrente. Per otto anni la salma di Coughlan vagò, nel suo feretro piombato, nelle calde acque della Corrente del Golfo.

Alla fine doppiò l’estremità della Scogliera della Florida ed entrò nell’Atlantico, dove le correnti dominanti la trasportarono a nord lungo il Sud e il Nord Carolina e la costa della Nuova Inghilterra. Nell’ottobre del 1908, un piccolo peschereccio al largo di Prince Edward Island avvistò la malconcia cassa mortuaria galleggiante sui flutti. Qualcuno dell’equipaggio la issò a bordo servendosi di un gancio. U

na targhetta di rame col nome del defunto rivelò chi fosse la salma racchiusa in quella bara erosa dall’acqua e dalla salsedine. La bara era stata tirata in secco a circa un chilometro dalla chiesetta dove un tempo Charles Coughlan era stato battezzato. Le sue spoglie furono poste in un altro feretro e ricevettero una nuova sepoltura, proprio dove il viaggio di Coughlan era cominciato tanti anni prima.

da World of Strange Phenomena di Charles Berlitz

mercoledì 6 maggio 2009

Fine della Crisi?'


Buonasera Signor Chiesa, le scrivo per conoscere un suo parere su tutte queste fanfare che strillano a gran voce da quasi tutti i tg e molti giornali, che la crisi è finita , che ci sarà una ripresina prossimamente e che l'accordo con la Chrysler ne è la conferma.

Vivo in un paese in provincia di Pisa, un paese abbastanza ricco che basa la sua ricchezza sulle concerie. C'è ancora abbastanza ricchezza, ma le conseguenze di questa crisi si stanno sentendo anche da noi con diminuzioni degli ordini e con alcune chiusure delle aziende.

Come fanno a dire che il peggio è alle spalle? E poi, parlando dell'america come hanno fatto i colossi bancari vicini alla bancarotta a chiudere questo primo trimestre in utile? Sono dei maghi forse?

Credo che ci sia molta confusione, basata anche sul fatto che la Borsa sta di nuovo crescendo spinta,penso, dalla quantità enorme di denaro stanziato per far fronte alla crisi finanziaria. Non so dove porterà tutto questo ma io non mi sento rassicurata da questi annunci di ritrovato ottimismo. Può pubblicare la mia lettera se lo ritiene opportuno.

(maura del torrione)

Lei ha perfettamente ragione. Non solo la crisi non è finita, ma sta appena cominciando. Come ci hanno truffati prima, ci stanno truffando adesso. Contano sull'imbecillità dei polli investitori. i quali non vogliono rinunciare all'illusione in cui hanno vissuto (benino) negli ultimi anni.

Inganno più autoinganno. Il denaro regalato ai banchieri sta gonfiando speranze (dei banchieri). Gli altri, cioè noi, pagheranno. Bisogna organizzare la resistenza all'inganno.

Anche a lei dico quello che dico a tutti: bisogna che ci dotiamo di uno strumento d'informazione indipendente. Pandora Tv sta nscendo. Bisogna che tutti si sentano impegnati a farla crescere. Subito, perchè il tempo è poco. Cordiali saluti

Giulietto Chiesa


scrivi a latrazzera@libero.it

domenica 3 maggio 2009

vizi privati e pubbliche virtù: 2. il traffico


Nel salotto:

- e' uno schifo non si cammina. Nessuno rinuncia alla macchina;
- Palermo è un città ideale per andare in bici. E' piano, c'è sempre il sole! Io quando posso lo faccio sempre.
- non si trova posto nemmeno a pagarlo. E' stupido girare in auto. E poi andare a piedi in bici fa bene al fisico. Guarda che pance che abbiamo;
- nessuno si ferma alle strisce pedonali. Per me il pedone è sacro;
- non ci sono controlli - dove sono i vigili? Dovrebbero essere di più e, sopratutto, più severi e inflessibili!
- gli autobus sono troppo lenti. tutta colpa di quei cretini che si ostinano ad andare sempre in auto. Anche per andare a comprare il pane dietro casa. Ma ti pare?;
- l'aria e' irrespirabile. la benzina per le auto rivate dovrebbe costare dieci volte tanto;
- la gente non e' educata. Ma con l'esempio di ognuno di noi...poco a poco... chissà!

usciti dalla cabina di Superman:

- ma siamo pazzi? - io prendere l'autobus?... non scherziamo!;
- ho gia' fatto il giro dell'isolato - non c'e' posto;ora parcheggio dove capita -anche gli "altri" sono in seconda fila e poi ...manco solo poco minuti, che può succedere?;
- neanche io lo faccio ma e' piu' forte di me. Maledico pero' gli
altri che lo fanno con me quando sono sulle strisce specie in
compagnia;
- oggi e' giorno pari, ma devo andare per forza in centro. Sta piovendo.
Rischio. Prendo l'auto "dispari". tanto non ti fermano mai!
- lascio l'auto in curva, non c'e' posto - speriamo che i vigili non
passino
. .. ah, c'è pure il divieto di sosta. Ma tanto sono tutti parcheggiati. Non sarà un VERO divieto di sosta!
- incredibile. Hanno fatto i cordoli. Li' e' difficile andare. Ma dove ci sono
solo le corsie preferenziali si risparmia un sacco di tempo.Tanto
gli autobus non passano mai. E se passano mi sposto. E' un attimo!
- ma perche' rinunciare all'auto proprio io? Al limite prendo il vecchio
motore, tanto, anche se non e' catalizzato, i motori non li fermano.

- ho urtato un macchina all'incrocio. La colpa e' di quel gran disgraziato
che non si e' fermato. E poi quello lì, giusto qui deve posteggiare? Comunque non si sarà fatto niente. E' inutile che mi fermo a vedere. Che sarà mai un graffio! E pensa alle camurrie dell'assicurazione. No , no,.. me ne vado.

(beppe)

martedì 28 aprile 2009

Vizi privati e pubbliche virtù: 1. il packaging


Ogni volta che si parla di ambiente, di energia, di convivenza civile, di legalità, di rispetto verso gli altri ecc, tutti siamo d’accordo. Tutti siamo onesti, ambientalisti, parsimoniosi e rispettosi delle regole e del prossimo.

Poi, abbandonato il luogo del confronto pubblico (es il salotto), si entra nella cabina telefonica e, come Superman, ci si cambia d’abito e si fa tutto tranne che agire in modo coerente con quello che si è appena detto, sentito e condiviso. Tanto, nel privato, nessuno ci vede

Ma analizziamo un problema per volta e cominciamo con quello dei rifiuti.
Tutti, in pubblico ed in salotto, siamo d’accordo nel dire che una (se non la migliore) delle possibili soluzioni sarebbe quella di limitare i rifiuti. Ossia di utilizzare accorgimenti che limitino, almeno nei prodotti di consumo, il ricorso agli scarti immediati e superflui.

Sui prodotti di consumo, infatti, noi consumatori possiamo, entro certi limiti, esercitare un controllo. E questo controllo lo possiamo esercitare nei punti di vendita della merci.
Ad esempio, l’eccessivo ricorso al confezionamento dei prodotti alimentari e non. Il packaging estremo.

Si sa che in molte catene di supermercati si sta introducendo la vendita dei prodotti sfusi. Detersivi, olio, latte, vino ecc.
Ma contemporaneamente, negli stessi punti di vendita, si aumenta il ricorso al confezionamento dei prodotti ortofrutticoli ed alimentari in genere.
Se infatti entrate in un negozio di alimentari per comprare delle mele, delle pere, dei pomodori, dell’insalata o financo del pesce o della carne, lo troverete solo dentro una comoda confezione di polistirolo e cellophane.

Noi, a quel punto, se siamo appena passati dalla cabina telefonica, non cambiamo negozio e neanche perdiamo tempo per approvvigionarci di quei pochi prodotti sfusi ancora disponibili.

No, riteniamo comoda la confezione sigillata e la acquistiamo. Anche se costa di più (in certi casi anche 2 o 3 volte di più). Anche se giunti a casa colmeremo in un baleno il secchio dell’immondizia. Anche se la sera prima avevamo detto che il problema dei rifiuti si dovrebbe combattere all’origine riducendo l’acquisto di confezioni inutili.

Poi la stessa sera andremo al solito salotto con gli amici. Prima ripasseremo dalla solita cabina di Superman e poi ci potremo (pubblicamente) lamentare dello smisurato crescere dei rifiuti e dei prezzi insostenibili dei prodotti alimentari.

Le prossime puntate di vizi privati e pubbliche virtù tratteranno i seguenti argomenti
1. spreco dell’acqua
2. spreco dell’energia
3. il traffico
4. le tasse

Ma se vi passate una mano sulla coscienza, almeno uno di questi 4 articoli lo potreste scrivere anche voi, no?

Se volete potrete inviare i vostri articoli/confessioni al seguente indirizzo email latrazzera@libero.it. Se non volete inviare un intero articolo , inviate almeno qualche spunto o qualche segnalazione sui vizi privati e le pubbliche virtù inerenti i 4 temi sopra elencati.


Se non volete fare nulla di ciò….. penso a tutto io! Come sempre.

(pippo vinci)

domenica 26 aprile 2009

26 aprile 1986


E' la data del disastroso incidente della centrale nucleare di Chernobil in Ucraina ( ai tempi Unione Sovietica)
I morti di quel giorno furono 31, ma in seguito ne moriranno a centinaia. Nessuno più li può contare.
La terra attorno alla centrale rimarrà contaminata per qualche centinaio (o migliaio) di anni.
E la carneficina non è ancora terminata. Si tramanderà ancora per qualche generazione.

... così, tanto per ricordare.

martedì 21 aprile 2009

disastro e interdisastro


L'ennesimo disastro naturale ha messo ancora una volta in evidenza quale sia il progetto clerico/capitalista su cui si basano e prolificano molti governi occidentali, tra cui quello italiano attuale.

Nelle fasi tra due disastri si deregola tutto a scapito della sicurezza, dell'ambiente, della equità sociale, della salute dei cittadini, della legalità, della giustizia, della fiscalità, della istruzione ecc.
L'imprenditoria d'assalto e/o mafiosa prolifera, si ingrassa, spande a piene mani elogi sul Governo grazie al possesso di tutti i mezzi di informazione.

Dipingendo la deregolamentazioni come grande opportunità per aumentare il PIL ed ampliare il numero degli occupati. E il popolo ci casca. Non tutto il popolo. Ma tanto basta il 50% + 1 di esso.

Nell'era dell'interdisastro aumentano i ricchi e aumentano i poveri. Inoltre i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

La Chiesa, ovviamente, trova giovamento in questo perverso assetto in quanto più sono i poveri e i diseredati più sono coloro che si rivolgono alle parrocchie, ai vescovi ed ai santi.

Arriva il disastro.

Intanto il disastro è tanto più disastroso quanto più incisive saranno state le norme “deregolamentarizzanti”.

Poi nel momento del disastro non è elegante fare critiche, non è bello recriminare , non è giusto lucrare politicamente. Si deve solo piangere.

Ed è in questo quadro che il Governo, i Ricchi e la Chiesa danno il massimo di se.
E' infatti il momento dell'elemosina (dei Ricchi)
E' il momento della compassione (della Chiesa)
E' il momento delle promesse (del Governo)

E quindi tutti in coda per fare elemosina, per piangere i morti, per pregare il buon Dio, per dire “mai più come prima

Poi, lentamente, si torna nell'era dell'interdisastro. Si rideregolamenta , magari in settori non ancora o non recentemente disastrati, per preparare il nuovo, originale e imprevedibile disastro.

Che, più o meno puntualmente, si materializza. E tutto ricomincia per la gloria dei Ricchi, del Governo e della Chiesa.
(pippovinci)

domenica 19 aprile 2009

il sistema THOR per lo smaltimento dei rifiuti


Siamo alle solite: il problema dei rifiuti sovrasta le nostre città(ma non solo) ed ecco che il CNR rende nota la presenza di THOR (Total House Waste Recycling) un nuovo strumento già in sperimentazione in Sicilia che consente lo smaltimento completo dei rifiuti domestici.



Il nuovo “valorizzatore” è di tipo meccanico e consente alla spazzatura indifferenziata di essere finemente sbriciolata, con dimensioni di decimillesimi di millimetro attraverso una molitura accurata.

Questo trito fine diverrebbe un combustibile dalle caratteristiche simili al carbone ma senza zolfo e idrocarburi policicli e può essere utilizzato per gli scopi più svariati: sia come biomassa che come biodiesel che pellettato.

Alcune caratteristiche interessanti del Thor sono:
- portabilità: può essere caricato e trasportato;
- non necessita di siti di stoccaggio per i rifiuti;
- essendo meccanico può essere acceso o spento senza problemi;
- bilancio energetico positivo (ovviamente).

E’ sicuramente sbagliato utilizzare come modello un qualsivoglia sistema che non contempli il riciclo ed il riutilizzo dei materiali, tuttavia può essere utile in casi di estrema emergenza come la situazione campana che è ben lungi dall'essere risolta.



clicca qui e guarda il video

lunedì 13 aprile 2009

culi e tette pride ... every day


Quando si discute di diritti degli omosessuali, di PAC, di DICO e così via , c'è sempre , ad un certo punto, qualcuno che dice che , pur condividendo le lotte di chiunque per maggiori diritti e maggiore rispetto, afferma che “quello che non accetto è l'ostentazione della propria diversità nei così detti Gay Pride”.

A questa affermazione non ho mai saputo replicare. Non perché la condividessi, ma perché , pur ritenendola assurda e priva di fondamento , non riuscivo ad individuare il fondamento che privava di fondamento l'affermazione.

Insomma, la mia coscienza e la mia intelligenza mi imponevano di contrastare questa opinione , di rifiutarla, di attaccarla. Ma non riuscivo a trovare una motivazione convincente per supportare tale istintiva repulsione.

L'unica cosa che mi sentivo di dire era che ognuno, entro certi limiti, è libero di fare quello che vuole. Ed il gay pride è abbondantemente entro i certi limiti.
Ma non bastava. L'argomento della libertà di espressione, per quanto nobile fosse, era troppo poco specifico.

L'altra sera, l'illuminazione.
Guardando la TV.
Immagini che normalmente ci scorrono davanti agli occhi e che oramai accettiamo senza un minimo senso critico. Ci siamo troppo abituati.
Ma quella sera c'è stato il benefico corto circuito: ho collegato i gay pride con le routinarie trasmissioni televisive di intrattenimento (e non solo).

Ho collegato l'omosessuale che "ostenta" nel gay pride, con i culi e le tette delle subrettes, delle ballerine, delle semplici croniste, delle cuoche, delle showgirls, delle veline, delle vallette, delle letterine, dei maci, dei tronisti. Tette escluse per le ultime due categorie.

Fatto. E' scattata la scintilla . Ho trovato il fondamento nascosto:
perché gli eterosessuali possono ostentare (culi, tette e volgarità) tutti i giorni, ogni ora del giorno e della notte e gli omosessuali non possono farlo una o due volte l'anno?

Bene, da oggi in poi chi vorrà affermare di non condividere l'ostentazione degli omosessuali durante i gay pride toverà, nel sottoscritto, pane per i suoi denti.

E non solo.
Da una inchiesta effettuata non so bene da quale rispettabile università americana, è emerso che l'ostentazione gaypridesca, ha prodotto un maggiore rispetto verso gli stessi omosessuali nelle scuole, nelle famiglie e nei luoghi di lavoro.
I giovani omosessuali (e non solo i giovani), si sa, sono stati da sempre oggetto non solo di scherno e di umiliazioni pubbliche, ma anche di azioni violente se non pure assassine.
Ebbene, pare che l'avere portato il problema dell'omosessualità in piazza abbia prodotto un maggiore senso di rispetto per quegli individui che vivono in modo problematico, riservato ed educato la loro naturale tendenza omosessuale.