domenica 31 gennaio 2010

la leggenda di Eldorado

Quando i conquistatori arrivarono nelle coste del Venezuela, videro paesaggi ed esseri viventi che non avevano mai visto.
Siccome in quei tempi non c'era la televisione e nemmeno la macchina fotografica, i racconti di quei luoghi erano riferiti per bocca. (leggi tutto)

(alessandra vassallo)

democrazia armata



dal quotidiano "il Fatto"

venerdì 29 gennaio 2010

Grillo a Londra


Una calorosa folla di italiani ha dato il benvenuto a Londra a Beppe Grillo, che all'O2 Shepherds Bush Empire ha dato inizio al tour europeo del suo spettacolo 'Incredible Italy', in cui racconta agli stranieri, come ai connazionali che vivono all'estero, le anomalie 'iperreali' dell'Italia. E in cui lancia un avvertimento: se non fate attenzione, questo Paese che per ora vi sta dando qualche opportunità in più, potrebbe essere contagiato dai vizi nostrani.

Il principe Carlo, per esempio, nonostante per tradizione la Corona non debba interferire negli affari pubblici, si è messo a scrivere al sindaco di Londra Boris Johnson dandogli consigli di vario genere. Per il comico genovese la ragione è semplice: troppi viaggi in Italia e ha preso esempio dal Pontefice.

La moglie del premier irlandese a 62 anni si è invece fatta un amante ragazzino, e non ha esitato a dargli anche dei soldi del marito, che così si è dovuto dimettere. Insomma, bisogna fare attenzione: all'estero non esistono 'anticorpi' contro i vizi italiani e come è accaduto con il fascismo, con le banche ed il debito (inventati agli italiani, ricorda) e l'internazionalizzazione della mafia, il pericolo che un giorno sia Gordon Brown ad andare a cena con un pluripregiudicato è reale.

Dopo gli avvertimenti lo spettacolo prosegue con un'esposizione impietosa dei personaggi e delle "mostruosità (Achtung, England! urla il comico)" che fanno dell'Italia un paese diverso. Grillo se la prende con le politiche di Tremonti ('Tremortì), proietta il 'curriculum' di Cesare Geronzi, di Colaninno, Ligresti e Mercegagli, tutti indagati o condannati ma ancora alla guida di grandi aziende italiane. E poi è la volta degli inceneritori, del Lodo Alfano, dello scudo fiscale: decisioni e "leggi promulgate da fuorilegge" che nonostante la proposta di legge scaturita dal V-Day ancora siedono in Parlamento.

Il comico racconta quindi a lungo l'esperienza del suo blog, del movimento da esso scaturito, delle liste civiche e delle potenzialità infinite che internet offre alla democrazia diretta, al potere del cittadino. Tra gli applausi del pubblico Grillo è un fiume in piena, che si ferma soltanto quando arginato dalle inflessibili leggi britanniche, che dettano che dopo le 23.00 lo spettacolo deve terminare. Alla fine una standing ovation e il suo messaggio: "Forse questo Paese riusciremo pian piano a cambiarlo e a farvi venire la voglia di tornarci".

mercoledì 27 gennaio 2010

il rumore dell'acqua che scorre

Caracas 23 Gennaio 2010

Qui in Venezuela, tanti anni fa, ho comprato un piccolo terreno, 8000 metri quadrati in campagna e vicino ad un paese che si chiama San Sebastian de Los Reyes che è poi uno dei primi paesi costruiti dopo l’arrivo dei conquistatori ed è anche stato città capitale.

Questo paese si trova a 120 Km da Caracas in una zona che chiamano. “La puerta del llano” cioè la porta della pianura .(leggi tutto)

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(alessandra vassallo)


lunedì 25 gennaio 2010

Focus Money : non vi crediamo!

Scritto da Pino Cabras
(www.megachip.info)

La rivista economica tedesca «Focus Money» (N. 2 / 2010), affronta una narrazione dettagliata sull’11/9 e mette radicalmente in discussione la versione ufficiale. Stiamo parlando del secondo settimanale economico della nazione economicamente più forte dell’Europa, un magazine edito da un colosso dell’editoria tedesca, il gruppo di Hubert Burda.

Il signor Burda è un insigne esponente della superclasse globale, un editore-intellettuale di primissimo piano nell’establishment germanico: è leader della VDZ, la “confindustria degli editori”, nonché cofondatore dell’analogo sindacato su scala europea, ma è anche membro del Consiglio del World Economic Forum e ha partecipato perfino a riunioni dell’esclusivo Club Bilderberg.

L’uscita di questo articolo è dunque degna di attenzione: è la prima volta che un giornale così ben inserito nel mainstream occidentale si cimenta nel raccontare in modo talmente critico i lati più scomodi dell’evento che ha dato l’impronta al secolo, l’11 settembre.
«Focus Money», espone la maggior parte degli argomenti e delle contraddizioni cruciali in cinque pagine patinate. Tra le altre questioni affrontate, l’articolo suppone che il crollo del World Trade Center possa essere stata una demolizione intenzionale.

Inoltre, l’articolo solleva seri dubbi circa la “follia” attribuita alle personalità critiche, che di solito vengono stigmatizzate come “teorici del complotto”. La rivista ricorda che «non si tratta solo di politici seri che non vogliono più credere alla versione ufficiale», bensì anche, «di migliaia di scienziati che mettono in discussione l’11/9».
L’autore dell’articolo è Oliver Janich. Lavora come giornalista d’inchiesta freelance per «Financial Times Deutschland», «Sueddeutsche Zeitung», «Euro&Finance» e ha una rubrica fissa per «Focus Money».

Nel suo blog Janich spiega che ha lottato molti anni per convincere la redazione della necessità di pubblicare queste cinque pagine. Si chiede sommessamente perché il mainstream resista, e prova a rispondere: non è necessaria una grande congiura dei media per impedire che si pubblichi questo tipo di storie, soprattutto per i grandi eventi.

Ogni redattore, secondo Janich, ha il timore di incappare nella vergogna di ripetere l’infortunio dei falsi diari di Hitler, che nel 1983 danneggiò enormemente il settimanale «Stern». Janich descrive questa riluttanza dei colleghi, dovuta proprio alla grandezza dell’evento, finché, guardando ai fatti, i colleghi ammettono che è sbagliato non porsi dubbi. E così nasce anche l’articolo sull’11/9.

La prima pagina dell’articolo mostra le foto di personalità scettiche sull’«11/9 “ufficiale”», tra cui Charlie Sheen, Sharon Stone, Rosie O’Donnell, William Rodriguez (accanto a George W. Bush), l’ex governatore Jesse Ventura, Richard Gage, il giudice federale tedesco Dieter Deiseroth e molti altri.

Il resto dell’articolo è denso di accenni a molte informazioni. La prova di una demolizione controllata degli edifici, la critica della teoria dell’incendio, le domande sugli intercettori, sull’Edificio 7 del WTC e sul Pentagono. Si parla delle “manovre di volo impossibili,” delle dimissioni del senatore Max Cleland, che viene citato nel dire «È una truffa, uno scandalo nazionale», sdegnato dalla marea di menzogne alla Commissione, che hanno ostacolato le indagini. Si fa anche cenno alla misteriosa morte di Barry Jennings, un alto funzionario del Dipartimento dei Servizi di emergenza della città di New York.

Era un testimone chiave dei fatti accaduti all’Edificio 7. Ancora ricoperto di polvere, Jennings aveva rilasciato un’intervista in diretta alla ABC e poi più avanti nel tempo per il documentario “Loose Change Final Cut” diretto da Dylan Avery.
Appena pochi mesi fa, ai primi di settembre, c’era stato già un articolo corretto e bilanciato sull’11/9 in un settimanale TV tedesco.

Pino Cabras - 11 Gennaio 2010 -
www.megachip.info

martedì 19 gennaio 2010

qualcosa si muove!

Milano, 19 gennaio 2010
CONSULENZA SU PROGNOSI - Il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, ha disposto una consulenza medico-legale per accertare la prognosi di Silvio Berlusconi dopo l'aggressione da parte di Massimo Tartaglia, l'uomo che ha ferito il premier al volto colpendolo con un souvenir lo scorso 13 dicembre in piazza Duomo dopo un comizio. La consulenza dovrà chiarire la durata della malattia e i tempi di guarigione del presidente del Consiglio oltre alla sussistenza di eventuali postumi permanenti per le ferite riportate al viso. Spataro, come ha pubblicato oggi «Il Fatto Quotidiano», ha incaricato due esperti medico-legali che dovranno visitare Berlusconi.

dal sito del Corriere della Sera

lunedì 18 gennaio 2010

Caracas!

Alessanra Vassallo è in viaggio in Venezuela e ci ha inviato il suo primo reportage. Un diario di viaggio che seguiremo con passione

15 gennaio 2010
Partenza da Palermo, stamattina alle 6,45.Un amico mi ha fatto andare nella saletta VIP.Nuova esperienza, invece di famiglie piene di borse di plastica, zainetti e cassate, c’erano solamente anonimi signori con giacca blù ed impermeabile rigorosamente beige, che sorseggiavano il caffè e mangiavano deliziosi croissant piccoli, o graziosi muffins. (leggi tutto)

sabato 16 gennaio 2010

A Bolsena il sacro e il profano


la foto ritrae una bacheca posta all'interno della chiesa madre di Bolsena (Vt). Un calendario di un negozio di intimo accanto agli annunci sacri.

La Chiesa fa passi avanti e nessuno ci aveva avvisati!

impennata del debito pubblico

Il debito pubblico italiano cresciuto più dell'economia, dell'inflazione, degli stipendi. Ha superato i 1.800 miliardi di euro a ottobre, poi, a novembre, ha preso un po' di respiro e si attestato a 1.783 miliardi prima delle feste natalizie. Nel 2010 è pronto a ripartire e a stupire tutti. Nessuno sa dove potrà arrivare. Chi si è azzardato a fare delle stime è sempre stato sorpassato dalla realtà.

mercoledì 13 gennaio 2010

Voltaire a Rosarno


Ancora una volta gli avvenimenti di questi giorni – mi riferisco ai disordini di Rosarno – oltre a suscitarmi sgomento e indignazione, mi disorientano. Mi accorgo infatti di galleggiare in questa melassa informativa che non lascia spazio al ragionamento e al dubbio. (leggi tutto)

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Adolfo Conte

sabato 9 gennaio 2010

Mal di Namibia

Siamo tornati da tre mesi, ma la Namibia rimane nei nostri cuori, nei nostri occhi e nei nostri pensieri. Vogliamo quindi riproporre tutto il materiale pubblicato in modo che possiate (ri)godervelo tutto d'un fiato

1° reportage: in Namibia 1 (clicca qui)
2° reportage: in Namibia 2 (clicca qui)
3° reportage: in Namibia 3 (clicca qui)
4° reportage: in Namibia 4 (clicca qui)
5° reportage: in Namibia 5 (clicca qui)
6° reportage: in Namibia 6 (clicca qui)

1° fotoreportage (clicca qui)
2° fotoreportage (clicca qui)
3° fotoreportage (clicca qui)

martedì 5 gennaio 2010

popolo di sinistra e leadership


pubblichiamo una lettera inviata al giornalista Giulietto Chiesa e la sua gentile risposta

Carissimo Giulietto,

ho letto con interesse lo scambio di opinioni tra te ed il sig- Alberghi e credo che tu abbia (purtroppo) pienamente ragione soprattutto sulla questione delle guerre e del pacifismo della sinistra. Però devo farti un piccolo appunto. Quando dici che la sinistra è morta e sepolta in quanto morti e sepolti sono i vari Bertinotti, Veltroni, D'Alema e compagnia bella, secondo me fai un torto ai numerosi militanti di sinistra che , per l' appunto, non si sono riconosciuti in questi personaggi che tu giustamente critichi. Voglio dire che il popolo di sinistra, come tu e come molti lo intendono, esiste ancora, ma lo stesso popolo non riesce ( e questo è il problema) a produrre un leader che li rappresenti. Pertanto, secondo me, si dovrebbe puntare l'indice non sulla morte della sinistra ma sulla incapacità di crearsi una classe dirigente che li (e ci) rappresenti e che possa raccogliere un bacino di voti stimati ben oltre il 6%.

Pippo Vinci - Palermo


Caro Vinci,

io non intendo fare torto a nessuno. I militanti di sinistra sono stati turlupinati da questa sinistra. Un modo per aiutarli a capire è dire loro la verità.
Ma io non punto il dito contro nessuno.
Il problema è che questa sinistra, in tutte le sue varianti, è rimasta fuori dalla storia. Bisogna capire il perchè. Io ne dò un'interpretazione che mi pare corrisponda perfettamente a ciò che vediamo. Loro hanno continuato a fingere di combattere su un campo. mentre l'avversario combatteva e vinceva su un altro campo. E' comico ma è stato così.
Non hanno capito perchè non hanno studiato. Non avendo studiato (perchè si sono arresi e, quindi si sono limitati ad accettare le idee dell'avversario) non hanno capito che il loro vecchio insediamento sociale si era trasferito armi e bagagli dalla parte avversa. Pensavano, forse, che la classe operaia fosse immutabile, proprio mentre la classe operaia perdeva i suoi connotati di classe e veniva trasformata in merce consumistica. Ovvio che avrebbe poi votato Lega e Berlusconi.

Non hanno capito (vedi Bertinotti che andava a fare l'attorucolo nel programma dell'Insetto) che il sistema della comunicazione era diventato un'altra cosa, capace perfino di trasformare un operaio in un imbecille e un borghese in un bellicoso rivoluzionario.
Infine, ripetendo le giaculatorie sulla lotta di classe (che, appunto, continuava altrove, dove loro non c'erano) non si sono accorti che l'ipotesi di una crescita indefinita del sistema diventava impraticabile. E non hanno neppure intravisto che una nuova contraddizione, tra Uomo e Natura, si affacciava all'orizzonte.
E quando è arrivata la crisi non sapevano che dire e a chi dirlo. Che spiega il silenzio assoluto che mantengono, l'assenza totale di proposte, l'accettazione di fatto delle scelte del nuovo capitale finanziario. E l'accettazione della guerra. Non ti sei mai chiesto perchè tutta la sinistra mondiale ha taciuto sull'11 settembre?
Per viltà, da un lato, ma soprattutto per una completa mancanza di comprensione della globalità della crisi, della sua incontrollabilità da parte del Potere. Così hanno rispettato il tabù imposto dall'avversario. Spia della loro definitiva subalternità.

In queste condizioni da quella parte non può più venire alcuna idea di alternativa. Per la banale ragione che da quella parte non vengono più idee. E non ne verranno più. Nella migliore delle ipotesi si annaspa cercando di restare a galla.
Del resto una intera generazione di giovani non sa nemmeno cosa voglia dire sinistra, perchè non l'ha mai incontrata nella sua vita. E quando l'ha incontrata se ne è rittratta con sdegno.
Giustamente. Il precariato è roba loro. La privatizzazione definitiva delle banche è roba loro, la privatizzazione dell'acqua è roba loro. La guerra è roba loro. Come sia possibile dirsi di sinistra in queste condizioni trovo ormai molto difficile capirlo. Capisco che coloro che sono stati di sinistra provino dolore e smarrimento. Ma non capisco la testardaggine di voler imporre a milioni di potenziali combattenti per un'alternativa di sistema di sfilare dietro bandiere che non conoscono o non riconoscono più.

Uno schieramento vincente sotto quelle bandiere non è più ricostruibile. Questo è il punto. Organizzare una riforma intellettuale e morale del paese è certo possibile, ma non a partire da questo gigantesco fallimento. Ovvio che io non lo vedo "contro" ciò che resta della sinistra. Là ci sono ancora milioni di persone oneste, semplicemente, oggi, prive di una guida qualunque.
Ma sarebbe suicida limitarsi a quegli zoccoli, più o meno duri, che restano. Bisogna allargare il campo. Una trasformazione democratica dell'Italia si farà, se si farà, con uno schieramento del tutto diverso da quello di sinistra. Cioè molto più ampio. E questa sinistra non sarà in grado di guidarlo. Al massimo ne sarà parte, trascinata e non guida.


Cordiali saluti.
Giulietto Chiesa