mercoledì 30 dicembre 2009

discorsi dell'aldilà e giustizia terra terra


L’umanità si divide in due categorie. Quelli che credono in Dio e quelli che non credono in Dio.
Quelli che credono in Dio, generalmente, credono e sperano (?) che ogni ingiustizia umana verrà punita nell’altro mondo confidando in un Dio Giudice Unico, Giusto e Inappellabile.

In tal modo chi queste ingiustizie le ha subite, avrà una Ricompensa che, variando da credenza a credenza, soddisferà pienamente chi in Lei confida.
Come bisogna quindi vivere la fede in Dio? Ecco 2 opzioni:

1) subendo ogni ingiustizia e pazientando nell’attesa del Giudizio Divino
2) lottando al fine di contrastare e limitare gli effetti dell’ingiustizia

Nel primo caso, spesso, il subire con pazienza e rassegnazione si trasforma, poco a poco, con il lento trascorrere dei mesi e degli anni, in un forte sentimento di rancore o di odio verso il presunto ingiusto. Un rancore che spesso può vanificare l’attesa della Ricompensa Eterna.
Questa, infatti, non spetta a chi nutre tale malvagio sentimento. E la situazione peggiora se, oltre a sperare nella Ricompensa Eterna, il presunto giusto spera in una eterna e giusta Condanna per l’uomo ingiusto

Nel secondo caso, la lotta.
Ma una lotta efficace e vincente prevede anche la sopraffazione dell’uomo ritenuto ingiusto e tale sopraffazione può spesso indurre l’ingiusto sopraffatto a ribaltare il giudizio.
L’ingiusto sconfitto si crederà giusto, attribuendo la qualifica di ingiusto all’antico giusto.

A questo punto sarà il Dio Unico, Giusto e Inappellabile a derimere la faccenda ed a decidere se e chi dei due avrà la Ricompensa Eterna . E a chi ingiungere la Eterna Condanna.
Tale timore spingerà il credente ad una lotta prudente. Una lotta prudente che spesso è anche sinonimo di lotta inefficace.
Non importa.
Infatti chi combatte in nome Dio sa che quella che si svolge sulla Terra è solo una battaglia interlocutoria e futile.
La battaglia vera, la guerra, è quella che si vincerà dopo la morte, al cospetto di Dio.
In definitiva, a ben guardare, nessuno dei due comportamenti potrà garantire la Ricompensa Eterna. E nessuno dei due atteggiamenti, inoltre, potrà portare con certezza la Giustizia Umana a trionfare in questo mondo. Due sole eccezioni, fino ad ora, nella storia: Mahatma Ghandi e Nelson Mandela. Ma sono le'eccezioni che confermano la regola.

Vediamo il caso della categoria dei non credenti.
In questo caso i possibili comportamenti saranno 2:

1) vivere cercando di godere personalmente dei piaceri della vita
2) vivere lottando per far godere dei piaceri della vita il maggior numero di persone

In nessuno dei due casi egli si preoccuperà di una sentenza divina. In nessuno dei due casi egli si preoccuperà di interpretare la parte del giusto o dell’ingiusto, secondo i crismi e le regole dei credenti.

L’agire del non credente non verrà in alcun modo condizionato da questo Timore Supremo, potendo così utilizzare, nella lotta, anche espedienti estremi che urterebbero la coscienza di chi lotta da credente.

Ed allora si che il mondo potrà sperare di vedere la Giustizia Umana trionfare.
Che sarà piccola cosa rispetto alla supposta e probabile Giustizia Divina; ma sarà quantomeno certa e tangibile.
Una giustizia terra terra che ci farà vivere, anche se per soli 100 anni, in un mondo migliore.

(pippo vinci)

domenica 27 dicembre 2009

sette anni dopo il matrimonio


Lei: Ciao Luigi!
Lui: Finalmente, era tanto che aspettavo!
Lei: Vuoi che me ne vada?
Lui: NO! Come ti salta in mente? Il sol pensiero mi spaventa!
Lei: Mi ami?
Lui: Ma certo! Ogni momento del giorno e della notte..
Lei: Mi hai mai tradita?
Lui: NO! Mai!
Lei: Hai voglia di baciarmi?
Lui: Si, sempre.. Lo farei in qualunque momento mi sia possibile!
Lei: Mi picchieresti mai?
Lui: Ma sei matta? Dovresti conoscermi oramai..
Lei: Posso avere completa fiducia in te?
Lui: Si..
Lei: Amore mio...

.... Sette anni dopo il matrimonio; leggi il testo al contrario dall'ultima alla prima frase..

venerdì 18 dicembre 2009

rispettate i musicanti


La notizia (scusate il ritardo) è di qualche tempo fa. Alla Scala di Milano il sovrintendente ripristina la regola per gli spettatori di vestire secondo le regole – ritenute ormai desuete – del bon ton.

Come per tutte le decisioni assunte in qualunque settore della vita pubblica è subito scoppiata la polemica fra i favorevoli ed i contrari con raffronti tra teatri italiani e quelli stranieri, dove -per inciso- non ci sono comunque regole sull’abbigliamento ma c’è una consolidata e tradizionale frequentazione da parte di un pubblico, spesso molto eterogeneo per età e per classe sociale, ma appassionato di musica e spettacolo.

C’è da dire che tra le forme di spettacolo e cultura, le esibizioni di orchestre sinfoniche sono contraddistinte da una specie di ritualità, con precise regole di comportamento e rispetto dei ruoli. Il primo violino dà il la, gli orchestrali si alzano all’entrata in scena del direttore d’orchestra che, dopo l’inchino al pubblico comincia l’esecuzione. Direttore e orchestrali sono sempre in abito scuro o nero, gli uomini con cravatte uguali e monocromatiche, le donne senza accessori vistosi.

E d’altronde pochi anni fa l’Orchestra Sinfonica di Palermo mise in atto una singolare protesta esibendosi senza l’abito di “ordinanza”: protesta silenziosa, rispettosa del pubblico perché lo spettacolo fu comunque tenuto e tuttavia significativa. Gli spettatori da parte loro dovrebbero rispettare poche regole di comportamento improntate, oltre che alla buona educazione, al rispetto nei confronti di chi sul palcoscenico ci lavora: non chiacchierare, spegnere i telefonini, non sbattere le porte dei palchi dove accade anche che qualcuno, in favore di luci di scena, sfoglia e legge il quotidiano ! (Giuro che a Palermo accade abbastanza spesso sempre con lo stesso spettatore).

Ma non basta. E’ormai usuale, soprattutto negli spettacoli in abbonamento, vedere - durante l’esecuzione- spettatori che ad un certo punto sbirciano l’orologio, si alzano, magari salutano il vicino e vanno via. Supponiamo che la lunghezza del pezzo eseguito li annoi oppure che abbiano appuntamenti o altri impegni : basterebbe andare via durante l’intervallo.

O ancora, appena finito il concerto, la fuga verso l’uscita mentre direttore e orchestrali, ancora sul palcoscenico, dovrebbero raccogliere l’applauso. Intendiamoci, si può anche non applaudire se l’esibizione non è piaciuta, ma mai mancare di rispetto ed ignorare del tutto dei professionisti della musica, alzandosi, andandosene, chiacchierando, salutando a destra e a manca come se ci si trovasse in un cinema.

A questo punto la questione dell’abito adatto da indossare è certamente secondaria, ma , chissà, forse scoraggerebbe quelli che (sospettiamo fortemente essere non paganti! ) frequentano i concerti per tanti motivi tranne che per essere amanti della musica

(Maria Grazia Nicoletti)

lunedì 14 dicembre 2009

le caldarroste bianche di Palermo



Il videoclip è stato girato da Pippo Vinci a Piazza Massimo a Palermo.
Il colore bianco è provocato dall'intenso fumo bianco che sale dalla "caldaia", Un fumo denso e bianco dovuto al fatto che il castagnaro, di tanto in tanto, butta dei mucchi si sale da cucina sulla brace. Nel finale del video si vede anche la mano del castagnaro che riempie un "coppo" di castagne. Potete contarle. Sono 10 e il prezzo (questo ve lo dico io che c'ero) è di 3 euro.

sabato 12 dicembre 2009

...e le scorie ai posteri


leggi questo post sull'energia nucleare, oggi più che mai di grande attualità visto che il Governo italiano sta tornando su questa deleteria idea. (clicca qui)

di amedeo contino

(4) Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato

CAPITOLO IV

Sempre in Piazza Vittoria

Domenico Cardascio, detto Mimì

A lui, Cardascio, la posta arriva, come a tutti in Questura, dall’archivio generale. Tranne quando si tratta di cose delicate, camurrie cioè, perché allora viene Ruvolo. E chi è Ruvolo? Ruvolo è il commesso del Questore. (leggi tutto)

(accì)

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mercoledì 9 dicembre 2009

il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato (3)



CAPITOLO III

Piazza Vittoria


Il titolo del capitolo non deve trarvi in inganno. Lo so, finora non abbiamo fatto altro che parlare di piazze. Non vorrei per questo che i non palermitani si facessero un’idea sbagliata della città.(leggi tutto)

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lunedì 7 dicembre 2009

Auguri, se non ci vediamo


Auguri, Se non ci vediamo, ”questa è la frase che segna l’avvicinarsi di una delle seguenti 3 ricorrenze: Il Natale, il Capodanno, la Pasqua.

1° problema: da quanti giorni prima si può cominciare ad usare questa frase? E fino a quanti giorni prima si può continuare a dirla? Se è detta troppo presto può esser interpretata come un atto liberatorio che autorizza chi la dice a non vedere più chi la riceve. Almeno per il periodo che separa entrambi dall’augurato giorno

Se è detta troppo tardi lascia trapelare un eccessivo attaccamento alla persona destinataria la quale potrebbe non gradire il rivedere così spesso il suo affezionato interlocutore.
La logica vuole che, caso per caso, uno dovrebbe capire quando ed a chi rivolgere questo tipo di augurio, ma noi vogliamo lo stesso tentare di regolamentare il fenomeno assegnando delle date limite per ognuna delle tre occasioni.
Date da—a quando è sensato pronunciarla
Natale :dall’8 al 19 dicembre
Capodanno: dal 26 al 28 dicembre
Pasqua: dal martedì al giovedì santo.

Amedeo Contino

sabato 5 dicembre 2009

Il Commissario Cardascio e lo spillone insanguinato (2)



Capitolo II

Palermo? Può essere.
Questi due non li conosco. E’ vero, mi hanno detto di farvi da guida e io ho accettato. Ma se non sai le cose che cavolo ti metti a fare la guida? Direte voi. Per certi versi, avete perfettamente ragione.
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venerdì 4 dicembre 2009

i miracoli di un Dio ingiusto


Ci sono molte persone che credono ai miracoli ed alle grazie divine ottenuti grazie ad atti di devozione, preghiere o voti. Chi guarisce da tumori, chi dalla cecità, chi da una paralisi , chi da semplici mal di schiena o da dolorose artriti (miracoli) ; c’è poi chi ottiene un posto di lavoro per il figlio, chi ritrova un fratello dopo decenni di litigi, chi supera un esame, chi vince una lotteria, chi ottiene il giusto matrimonio sempre per un figlio o una figlia (grazie divine).
Domanda: grazie e miracoli sono davvero doni del Signore (o dei Santi) che ripagano così il sacrificio, la preghiera, il pellegrinaggio di colui che ne beneficia?
Perché il Signore dovrebbe concedere a queste persone, spesso agiate, questo ulteriore dono? Anche se sono persone pie e devote?
Sapete che nel mondo ci sono bambini che muoiono di fame, bambini che vivono in condizioni igienico sanitarie ed economiche al limite della decenza e altri che, mentre giocano in un cortile pieno di immondizia, di macerie e di liquami , saltano in aria perché hanno scovato una bambola carica di tritolo? E perdono una gamba, una mano, un occhio o la vita. Dio gli avrebbe tolto le uniche cose che avevano? Mentre ad altri (che hanno tutto) fa pure passare il mal di schiena?
Ecco, se il Signore può intervenire per farci superare un esame all’università, credete che non lo faccia per salvare questi innocenti?
il mio regno non è di questo mondo” è una frase che i Vangeli hanno attribuito a Gesù. Cosa pensate che significhi?
I Primi cristiani (e non solo i primi) sono morti uccisi dopo dolorosissime torture. Cosa pensate che significhi?
Il premio per una vita pia , saggia e cristiana, non è la lotteria e non è neppure la guarigione da un tumore. No: è la vita eterna. Non vi basta? Volete anche una vita senza dolori? Allora non siete credenti. Se credi in Dio non devi chiedere ricompense su questa terra. Devi vivere correttamente per ottenere la vita eterna!
Ebbene io credo in Dio, ma non a quello dei miracoli. Quello dei miracoli è un Dio ingiusto e razzista. Quindi non il Dio di noi cristiani, non è il Dio di noi uomini.
E infine, relativamente alle “guarigioni”, tutto è spiegabile scientificamente. E se non lo è oggi lo sarà domani o dopodomani.

Bill Mac Stanton – Sidney / Australia
(faticosa traduzione di pippo vinci)
questo articolo è già stato pubblicato sulla trazzera nel mese di maggio 2008

mercoledì 2 dicembre 2009

Il commissario Cardascio e lo spillone insanguinato (1)


CAPITOLO I

Via Bontà
Omicidio alla Vucciria
Un pensionato sessantenne trovato morto ieri in Via Chiavettieri.
La Questura non esclude nessuna pista.
I particolari in cronaca


Se arrivate a Palermo, arrivate alla Stazione Centrale. Non importa che mezzo usiate per viaggiare. La stazione sta in Piazza Giulio Cesare, anche se nessun palermitano lo ammetterebbe mai. Per lui quella piazza non esiste, non l’ha mai sentita nominare. Eppure c’è. Si allarga davanti all’architettura provincialumbertina della stazione e si chiude con la pomposa cortina marmorea, costruita nel ventennio, a far da ingresso monumentale alla via Roma.... (leggi tutto)

(accì)

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