lunedì 23 giugno 2014

Renzi: prima legge ad personam, auguri!


renzimanìa
Nonostante i giornaloni italiani abbiano fatto a gara per nascondere al grande pubblico la notizia della condanna di Renzi, tre anni fa l’attuale premier è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti di Firenze per danno erariale, come vi avevamo già raccontato con dovizia di particolari
A prescindere dal fatto se sia normale o meno avere – per l’ennesima volta – un Presidente del Consiglio condannato, per un reato amministrativo grave, la sentenza del 4 agosto 2011 accusa Renzi di essere stato “responsabile dell’assunzione irregolare di quattro persone nello staff della sua segreteria, con contratti a tempo determinato, quando era presidente della Provincia di Firenze (tra il 2004 e il 2009)”, come ricorda Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano.
Ecco il danno erariale, per cui “la Corte dei Conti ha condannato in primo grado Renzi al risarcimento di 14 mila e 535 euro, il 30 per cento della cifra complessiva di circa 50 mila euro, divisa con gli altri 20 condannati (tra cui figura l’ultimo presidente della provincia di Firenze, Andrea Barducci).”
Nell’autunno prossimo, quando il treno delle riforme potrebbe essere in procinto di arrivare a destinazione, è prevista la sentenza d’appello. E una macchia indelebile rischierebbe di infangare il vestitino pulito (?) del Governo Matteo I. Probabilmente sarà per questo che, per spazzare via ogni dubbio e difendere il segretario Pd dal processo (anziché nel processo), in pieno stile berlusconiano, ecco arrivare in soccorso “un articolo tagliato su misura per i guai del premier”, inserito abilmente nel testo del decreto legge Madia (“misure urgenti per l’efficientamento della pubblica amministrazione e per il sostegno dell’occupazione”).
A svelare l’inghippo dei renziani ci ha pensato Rodano, che sul Fatto Quotidiano spiega: “L’articolo 12 della riforma (“Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali”) introduce un paragrafo da aggiungere all’articolo 90 (secondo comma) del Testo Unico degli Enti Locali del 2000. Recita così: “In ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell'attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l'accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”. Traduzione: con questa norma negli enti locali (comuni, province e regioni), le assunzioni a tempo determinato possono essere decise in modo discrezionale a prescindere dal percorso professionale e dal titolo di studio dei candidati.”
Tra primo grado e appello”, la chiosa di Teducci, “scomparirebbe la fattispecie che è costata la condanna amministrativa a Renzi.”
Dal fatta la legge trovato l’inganno siamo passati direttamente al fatto l’inganno trovata la legge. Ribaltare la realtà a proprio piacimento, modellare la giustizia secondo esigenze politiche e non sociali, proseguire nel percorso tracciato dal berlusconismo negli ultimi venti anni, dove il Governo e il Parlamento ci hanno regalato decine di leggi “ad personam”, buone solo a difendere il Premier dai processi e non nei processi.
Tale padre (politico), tale figlio. Buon renzismo a tutti.

fonte: infiltrato.it
Nonostante i giornaloni italiani abbiano fatto a gara per nascondere al grande pubblico la notizia della condanna di Renzi, tre anni fa l’attuale premier è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti di Firenze per danno erariale, come vi avevamo già raccontato con dovizia di particolari. A prescindere dal fatto se sia normale o meno avere – per l’ennesima volta – un Presidente del Consiglio condannato, per un reato amministrativo grave, la sentenza del 4 agosto 2011 accusa Renzi di essere stato “responsabile dell’assunzione irregolare di quattro persone nello staff della sua segreteria, con contratti a tempo determinato, quando era presidente della Provincia di Firenze (tra il 2004 e il 2009)”, come ricorda Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano.
Ecco il danno erariale, per cui “la Corte dei Conti ha condannato in primo grado Renzi al risarcimento di 14 mila e 535 euro, il 30 per cento della cifra complessiva di circa 50 mila euro, divisa con gli altri 20 condannati (tra cui figura l’ultimo presidente della provincia di Firenze, Andrea Barducci).”
Nell’autunno prossimo, quando il treno delle riforme potrebbe essere in procinto di arrivare a destinazione, è prevista la sentenza d’appello. E una macchia indelebile rischierebbe di infangare il vestitino pulito (?) del Governo Matteo I. Probabilmente sarà per questo che, per spazzare via ogni dubbio e difendere il segretario Pd dal processo (anziché nel processo), in pieno stile berlusconiano, ecco arrivare in soccorso “un articolo tagliato su misura per i guai del premier”, inserito abilmente nel testo del decreto legge Madia (“misure urgenti per l’efficientamento della pubblica amministrazione e per il sostegno dell’occupazione”).
A svelare l’inghippo dei renziani ci ha pensato Rodano, che sul Fatto Quotidiano spiega: “L’articolo 12 della riforma (“Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali”) introduce un paragrafo da aggiungere all’articolo 90 (secondo comma) del Testo Unico degli Enti Locali del 2000. Recita così: “In ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell'attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l'accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”. Traduzione: con questa norma negli enti locali (comuni, province e regioni), le assunzioni a tempo determinato possono essere decise in modo discrezionale a prescindere dal percorso professionale e dal titolo di studio dei candidati.”
“Tra primo grado e appello”, la chiosa di Teducci, “scomparirebbe la fattispecie che è costata la condanna amministrativa a Renzi.”
Dal fatta la legge trovato l’inganno siamo passati direttamente al fatto l’inganno trovata la legge. Ribaltare la realtà a proprio piacimento, modellare la giustizia secondo esigenze politiche e non sociali, proseguire nel percorso tracciato dal berlusconismo negli ultimi venti anni, dove il Governo e il Parlamento ci hanno regalato decine di leggi “ad personam”, buone solo a difendere il Premier dai processi e non nei processi.
Tale padre (politico), tale figlio. Buon renzismo a tutti.
- See more at: http://www.infiltrato.it/inchieste/riforma-pa-spunta-la-salva-renzi-cosi-liberano-il-premier-dalla-condanna-per-danno-erariale#sthash.XfLVYxoA.dpuf
Nonostante i giornaloni italiani abbiano fatto a gara per nascondere al grande pubblico la notizia della condanna di Renzi, tre anni fa l’attuale premier è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti di Firenze per danno erariale, come vi avevamo già raccontato con dovizia di particolari. A prescindere dal fatto se sia normale o meno avere – per l’ennesima volta – un Presidente del Consiglio condannato, per un reato amministrativo grave, la sentenza del 4 agosto 2011 accusa Renzi di essere stato “responsabile dell’assunzione irregolare di quattro persone nello staff della sua segreteria, con contratti a tempo determinato, quando era presidente della Provincia di Firenze (tra il 2004 e il 2009)”, come ricorda Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano.
Ecco il danno erariale, per cui “la Corte dei Conti ha condannato in primo grado Renzi al risarcimento di 14 mila e 535 euro, il 30 per cento della cifra complessiva di circa 50 mila euro, divisa con gli altri 20 condannati (tra cui figura l’ultimo presidente della provincia di Firenze, Andrea Barducci).”
Nell’autunno prossimo, quando il treno delle riforme potrebbe essere in procinto di arrivare a destinazione, è prevista la sentenza d’appello. E una macchia indelebile rischierebbe di infangare il vestitino pulito (?) del Governo Matteo I. Probabilmente sarà per questo che, per spazzare via ogni dubbio e difendere il segretario Pd dal processo (anziché nel processo), in pieno stile berlusconiano, ecco arrivare in soccorso “un articolo tagliato su misura per i guai del premier”, inserito abilmente nel testo del decreto legge Madia (“misure urgenti per l’efficientamento della pubblica amministrazione e per il sostegno dell’occupazione”).
A svelare l’inghippo dei renziani ci ha pensato Rodano, che sul Fatto Quotidiano spiega: “L’articolo 12 della riforma (“Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali”) introduce un paragrafo da aggiungere all’articolo 90 (secondo comma) del Testo Unico degli Enti Locali del 2000. Recita così: “In ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell'attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l'accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”. Traduzione: con questa norma negli enti locali (comuni, province e regioni), le assunzioni a tempo determinato possono essere decise in modo discrezionale a prescindere dal percorso professionale e dal titolo di studio dei candidati.”
“Tra primo grado e appello”, la chiosa di Teducci, “scomparirebbe la fattispecie che è costata la condanna amministrativa a Renzi.”
Dal fatta la legge trovato l’inganno siamo passati direttamente al fatto l’inganno trovata la legge. Ribaltare la realtà a proprio piacimento, modellare la giustizia secondo esigenze politiche e non sociali, proseguire nel percorso tracciato dal berlusconismo negli ultimi venti anni, dove il Governo e il Parlamento ci hanno regalato decine di leggi “ad personam”, buone solo a difendere il Premier dai processi e non nei processi.
Tale padre (politico), tale figlio. Buon renzismo a tutti.
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Nonostante i giornaloni italiani abbiano fatto a gara per nascondere al grande pubblico la notizia della condanna di Renzi, tre anni fa l’attuale premier è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti di Firenze per danno erariale, come vi avevamo già raccontato con dovizia di particolari. A prescindere dal fatto se sia normale o meno avere – per l’ennesima volta – un Presidente del Consiglio condannato, per un reato amministrativo grave, la sentenza del 4 agosto 2011 accusa Renzi di essere stato “responsabile dell’assunzione irregolare di quattro persone nello staff della sua segreteria, con contratti a tempo determinato, quando era presidente della Provincia di Firenze (tra il 2004 e il 2009)”, come ricorda Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano.
Ecco il danno erariale, per cui “la Corte dei Conti ha condannato in primo grado Renzi al risarcimento di 14 mila e 535 euro, il 30 per cento della cifra complessiva di circa 50 mila euro, divisa con gli altri 20 condannati (tra cui figura l’ultimo presidente della provincia di Firenze, Andrea Barducci).”
Nell’autunno prossimo, quando il treno delle riforme potrebbe essere in procinto di arrivare a destinazione, è prevista la sentenza d’appello. E una macchia indelebile rischierebbe di infangare il vestitino pulito (?) del Governo Matteo I. Probabilmente sarà per questo che, per spazzare via ogni dubbio e difendere il segretario Pd dal processo (anziché nel processo), in pieno stile berlusconiano, ecco arrivare in soccorso “un articolo tagliato su misura per i guai del premier”, inserito abilmente nel testo del decreto legge Madia (“misure urgenti per l’efficientamento della pubblica amministrazione e per il sostegno dell’occupazione”).
A svelare l’inghippo dei renziani ci ha pensato Rodano, che sul Fatto Quotidiano spiega: “L’articolo 12 della riforma (“Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali”) introduce un paragrafo da aggiungere all’articolo 90 (secondo comma) del Testo Unico degli Enti Locali del 2000. Recita così: “In ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell'attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l'accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”. Traduzione: con questa norma negli enti locali (comuni, province e regioni), le assunzioni a tempo determinato possono essere decise in modo discrezionale a prescindere dal percorso professionale e dal titolo di studio dei candidati.”
“Tra primo grado e appello”, la chiosa di Teducci, “scomparirebbe la fattispecie che è costata la condanna amministrativa a Renzi.”
Dal fatta la legge trovato l’inganno siamo passati direttamente al fatto l’inganno trovata la legge. Ribaltare la realtà a proprio piacimento, modellare la giustizia secondo esigenze politiche e non sociali, proseguire nel percorso tracciato dal berlusconismo negli ultimi venti anni, dove il Governo e il Parlamento ci hanno regalato decine di leggi “ad personam”, buone solo a difendere il Premier dai processi e non nei processi.
Tale padre (politico), tale figlio. Buon renzismo a tutti.
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Nonostante i giornaloni italiani abbiano fatto a gara per nascondere al grande pubblico la notizia della condanna di Renzi, tre anni fa l’attuale premier è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti di Firenze per danno erariale, come vi avevamo già raccontato con dovizia di particolari. A prescindere dal fatto se sia normale o meno avere – per l’ennesima volta – un Presidente del Consiglio condannato, per un reato amministrativo grave, la sentenza del 4 agosto 2011 accusa Renzi di essere stato “responsabile dell’assunzione irregolare di quattro persone nello staff della sua segreteria, con contratti a tempo determinato, quando era presidente della Provincia di Firenze (tra il 2004 e il 2009)”, come ricorda Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano.
Ecco il danno erariale, per cui “la Corte dei Conti ha condannato in primo grado Renzi al risarcimento di 14 mila e 535 euro, il 30 per cento della cifra complessiva di circa 50 mila euro, divisa con gli altri 20 condannati (tra cui figura l’ultimo presidente della provincia di Firenze, Andrea Barducci).”
Nell’autunno prossimo, quando il treno delle riforme potrebbe essere in procinto di arrivare a destinazione, è prevista la sentenza d’appello. E una macchia indelebile rischierebbe di infangare il vestitino pulito (?) del Governo Matteo I. Probabilmente sarà per questo che, per spazzare via ogni dubbio e difendere il segretario Pd dal processo (anziché nel processo), in pieno stile berlusconiano, ecco arrivare in soccorso “un articolo tagliato su misura per i guai del premier”, inserito abilmente nel testo del decreto legge Madia (“misure urgenti per l’efficientamento della pubblica amministrazione e per il sostegno dell’occupazione”).
A svelare l’inghippo dei renziani ci ha pensato Rodano, che sul Fatto Quotidiano spiega: “L’articolo 12 della riforma (“Disposizioni sul personale delle regioni e degli enti locali”) introduce un paragrafo da aggiungere all’articolo 90 (secondo comma) del Testo Unico degli Enti Locali del 2000. Recita così: “In ragione della temporaneità e del carattere fiduciario del rapporto di lavoro si prescinde nell'attribuzione degli incarichi dal possesso di specifici titoli di studio o professionali per l'accesso alle corrispondenti qualifiche ed aree di riferimento”. Traduzione: con questa norma negli enti locali (comuni, province e regioni), le assunzioni a tempo determinato possono essere decise in modo discrezionale a prescindere dal percorso professionale e dal titolo di studio dei candidati.”
“Tra primo grado e appello”, la chiosa di Teducci, “scomparirebbe la fattispecie che è costata la condanna amministrativa a Renzi.”
Dal fatta la legge trovato l’inganno siamo passati direttamente al fatto l’inganno trovata la legge. Ribaltare la realtà a proprio piacimento, modellare la giustizia secondo esigenze politiche e non sociali, proseguire nel percorso tracciato dal berlusconismo negli ultimi venti anni, dove il Governo e il Parlamento ci hanno regalato decine di leggi “ad personam”, buone solo a difendere il Premier dai processi e non nei processi.
Tale padre (politico), tale figlio. Buon renzismo a tutti.
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sabato 14 giugno 2014

una trazzera da gustare



Sono stato in vacanza  a Capo D'Orlando sulla costa tirrenica della Sicilia in provincia di Messina. Mare cristallino, ospitalità , pulizia (per un paermitano è un paradiso) e , soprattutto .. la Trazzera. 

il pane fritto
Sul lungomare mi sono imbattuto in un qualcosa di molto familiare. Un locale unico ed un nome magico:
Oasi Trazzera.
E' naturale che mi sia fermato lì a gustare alcune specialità della casa. Ottime le granite e ottimo tutto compreso il pane fritto. Grandiose insalate e gustosissimi panini mentre è impossibile non gustarsi la vista del mare, il tramonto e l'aria pulitissima.

 Il resto lo gusterò dopo. Tanto Daniele e lì ad aspettarmi con tanta cortesia e simpatia.

pippo vinci

mercoledì 11 giugno 2014

da che pulpito!

Parliamo di espulsioni dai partiti, Tutti ricordiamo le ridondanti campagne anti grillo e grillini ogni volta che un pentastellato è stato  espulso dal movimento
Non vogliamo entrare nel merito, come spesso non entrano nel merito i promotori di queste campagne, ma vi raccontiamo semplicemente un fatto successo a Nichelino, un comune piemontese abitato da 48 mila cittadini. Un grosso paese!

Il PD organizza le prmarie. A vincerle è Angelino Riggio, per soli 34 voti. Il PD non riconosce il risultato (democraticamente) e , sempre democraticamente candida un altro iscritto.
Riggio non si arrende  si presenta da indipendente sostenuto da 4 liste civiche è (udite udite)  viene eletto sindaco.

Ma perchè nessuno ne parla? Perchè così poco clamore?

Perche dei fatti antidemocratici del Movmento 5S tutti sanno tutto (ed è giusto che sia cosi) ma di quelli del partito DEMOCRAICO nessuno (o quasi)  ne sa niente?

Perchè i giornalisti evidentemente non sono liberi come dicono o come credono  e rispondono a chi li tiene per le palle!

ecco il breve trafiletto pubblicato sulla Stampa di Torino


Nichelino

Ha vinto le primarie e non lo hanno riconosciuto come candidato del centrosinistra, lui si è impuntato ha corso lo stesso con quattro liste civiche e si è vendicato del suo partito (il Pd) che lo aveva messo in un angolo nella maniera più dolce e più atroce insieme. Angelino Riggio, 67 anni, medico, ex consigliere regionale, è il nuovo sindaco di Nichelino. Ha sconfitto Cistaro con uno scarto di 300 voti circa. Al fotofinish, come al solito. Risultato finale: Riggio 8231 (51,8%), Cistaro 7930 (48,2%). 



venerdì 6 giugno 2014

Accadde oggi: muore RFK

Il 6 giugno 1968, muore a Los Angeles Robert Fitzgerald Kennedy ucciso in un attentato la sera prima nei saloni dell'Hotel Ambassador.
Kennedy aveva 42 anni, aveva 11 figli e si era candidato alla presidenza degli USA per seguire le orme del ftratello John assassinao a sua volta 5 anni prima  a Dallas.
Anche su questo assassinio, come su quello del fratello John si respira forte  aria di complotto in quanto numerose furono le incogruenze della versione ufficiale che vedeva il solo Shiran Shiran copevole del delitto. Ma la verità è ancora sconosciuta.

mercoledì 4 giugno 2014

la guerra contro Grillo vale di più del massacro di civili in Ucraina

Mentre in Italia .. ed in Europa si parla solo del Grillo cattivone, in Ucraina l'esercito filo-NATO sta massacrando i civili filo-russi. ma che forse forse la colpa è di quel razzista di Beppe Grillo ?

ecco la cronaca dei fatti più recenti tratti dal blog Tzetze
Ucraina: l'esercito ucraino massacra i civili filo-russi, l'Europa dov'è? Scene di guerra. Siamo a Lugansk, nell'Ucraina orientale. Questa è una guerra che non interessa all'Europa. Un video finito in rete mostra il raid aereo che ha ucciso civili, distrutto auto, crivellato le abitazioni e il municipio. Si è trattato di un assalto dal cielo, condotto da un Sukhoi 25 dell'aviazione di Kiev.

Come scrive Nicolai Linin sull'Espresso, un bombardiere ha usato razzi "a saturazione", destinati a devastare una grande area senza possibilità di mira.

Un bombardiere che va all'attacco tra le case e le auto. I razzi che all'improvviso esplodono davanti al parco pubblico e portano la morte nella vita quotidiana di una città. Le immagini che arrivano da Lugansk, nell'Ucraina orientale, abbattono i giri di parole e gli eufemismi: è una guerra, vera. I filmati diffusi sulla Rete mostrano quello che è accaduto lunedì a Lugansk. Un raid che ha ucciso civili, distrutto auto, crivellato le abitazioni e il municipio.

L'opinione pubblica europea si è progressivamente disinteressata di quel che accade a est di Kiev. Questa è una guerra:

Quello che colpisce di quanto sta accadendo a Lugansk e prima ancora a Donestk è il disinteresse dei media occidentali per l'escalation bellica. Per togliere le città agli insorti, il governo ucraino sta usando sempre più spesso i bombardamenti aerei: attacchi indiscriminati, lanciati a ridosso delle case e dei parchi.

lunedì 2 giugno 2014

le macche e le cespole.

una macca sacra

Il racconto che segue si riferisce ad una fatto vero, ma è collocato in una città sconosciuta ed in un luogo misterioso. Una ambientazione volutamente celata  per evitare malintesi, offese, vendette e reazioni violente.

Per comodità narrativa, però, sono costretto a dare ai luoghi ed ai personaggi dei nomi o dei ruoli. Ma naturalmente saranno ruoli e nomi di fantasia del tutto inventati e lontani dalla realtà.
C'è solo un riferimento individuabile: il protagonista, cioè io. Amedeo C.

Ed ecco i fatti....

Camminavo per le vie del centro, quando decido di acquistare un po' di frutta di stagione. Devìo dal mio percorso da diporto per entrare nel mercato del Sorgo Antiguo. Il mercato del Sorgo Antiguo è stato da poco ristrutturato. Le vie sono più pulite e ordinate di prima, non ci sono più buche. Ma gli ambulanti e i bottegai, con il passare dei mesi e degli anni, stanno riconducendo il mercato agli antichi fasti: sporcizia ovunque, macchine sul marciapiede, auto in controsenso, cani randagi malaticci e ditteri (mosche) tra le bancarelle, gazebi abusivi,  odori nausebondi, ma ben distinti e riconoscibili.

I venditori di cadaveri marini vannìano (urlano) la freschezza della loro merce, freschezza che, per la verità, stride col puzzo che emanano i corpi flaccidi dei cadaveri marini. Orde di bravi ragazzi sfrecciano tra la gente  a bordo di cavalli a due ruote , ma senza elmo che un antico editto aveva reso  obbligatorio.

Beh, io ero lì per la frutta e quindi alla vista di una bottega di fruttaroli, mi fermo per acquistare cespole al modico prezzo di 1 talento e 20 per ogni libbra.

Il bottegaio prende quindi un sacchetto di carta di pane e , scartando le cespole buone poste in sottile strato in  bellamostra in cima al cesto, scava nel fondo dello stesso per afferrare cespole nere, bucate, bacate, marce, striminzite e,  suppongo, senza succo e senza sapore. Lasciando lì quelle buone, sane, lucenti  e succose. Che fungevano da richiamo, ma che, evidentemente, non erano in vendita.

Decido allora di esternare  il mio disappunto chiedendo al bottegaio di inserire nel mio sacchetto SOLO le cespole di superficie, più rigogliose.
cespole
Ma il bottegaio, insensibile al mio giusto lamento, continua il suo lavoro dicendo che quelle che sceglieva per me erano semplicemente più mature.

Tosto decido di abbandonare la contesa e la bottega senza  effettuare l'acquisto.
Mentre mi allontano sento solo  qualche triviale insulto provenire dalla bocca del losco venditore di cespole .

Ma io avevo veramente bisogno delle cespole ed allora mi dirigo verso un'altra bottega che, invero, esponeva cesti del frutto in buono stato. Il valore era un po' più sostenuto: 2 talenti; ma la qualità del prodotto li meritava tutti.
Al momento di pagare, il bottegaio riceve il mio giusto obolo (4 talenti per 2 libbre), ma non rilascia alcun documento cartaceo che dimostrasse l'avvenuta transazione. Per comodità narrativa  chiameremo questo documento incidentino.

Anche in questo caso ho dovuto manifestare il mio disappunto chiedendo l'incidentino, ma il bottegaio delle cespole buone risponde alla mia rimostranza lamentandosi che il suo strumento di emissione di incidentini si era guastato pochi minuti prima.
Anche in questo caso ho chiesto la restituzione dei 4 talenti lasciando sul posto le buone cespole appena incartate. Ed anche in questo caso il bottegaio ha inveito contro di me lanciandomi insulti, epiteti,  fatture  e maledizioni della più truce tradizione locale.

Non restava che il bottegaio dell'angolo al confine del Sorgo Antiguo . La merce buona, tutta ordinatamente riposta in solidi contenitori in legno di recente fattura  e quindi chiari  integri e lindi. Tutta la merce, inoltre, era esposta all'interno della bottega  al riparo da fumi velenosi, cani affamati, insetti caprofagi e pericolosi sbalzi di temperatura.

Anche qui ho chiesto le cespole. Erano belle, sane e succose. Prima di raccoglierle dai contenitori il bottegaio mi ha gentilmente invitato ad assagiarne una. Voleva essere sicuro che mi piacessero. Erano buone. Buonissime. Il prezzo invitante (1 talento e 60 a libbra).
Il bottegaio ha riempito il sacchetto  con 2 libbre di ottime cespole. Non una era segnata dal tempo, dalla malattia o dall'incuria.
Ho dato al bottegaio i suoi 3 talenti e 20. Il bottegaio mi ha dato subito il mio incidentino, mi ha salutato ed ha infine manifestato l'auspicio di un mio ritorno presso la sua bottega.

E la storia finisce qui, ma devo aggiungere un particolare: l'ultimo bottegaio era un uomo piccolo piccolo, dal viso molto scuro, olivastro; probabilmente veniva da un paese molto lontano; un paese dove, dicono,  si adorano le macche sacre, ma dove sicuramente rispettano gli uomini e le leggi . Tutti gli uomini e tutte le leggi.

Amedeo Contino


domenica 1 giugno 2014

Marcello Foa ci spiega il caos ucraino


https://www.youtube.com/watch?v=Fv6uSWHN_Mk&feature=player_detailpage#t=33

Visto che i media continuano a centellinare le notizie sui fatti (spesso nascondendo o travisando) la verità sulla crisi Ucraina, noi vi proponiamo l'analisi di Marcello Foa.

Potete anche non credere a quello che dice il noto giornalista, ma ci sembra giusto sentire una campana diversa che ci aiuti a farci una opinione personale più consapevole e autonoma .
Clicca sull'immagine e ascolta il racconto di Foa

Leggi anche l'articolo sul genocidio perpetrato dall'esercito Ucraino contro i russofoni delle regioni sud orientali del paese.

....mentre nei nostri Tg si parla del pericoloso Grillo e delle balle di Renzi! E le notizie sull'Ucraina le ascoltiamo da Giovama Botteri corrispondente RAI a ... Washington!!!!!

p.s ma in Italia abbiamo un ministro degli esteri?

pippo vinci