venerdì 16 gennaio 2009

affetto e rispetto


Tutti abbiamo (abbiamo avuto o avremo) degli amici. E tutti abbiamo (avevamo o avremo) dei parenti. Parlo dei parenti stretti come genitori e fratelli e magari zii e cugini. Escludiamo per un momento i figli. Che essendo “pezz' e' core”sono in pratica come noi stessi.

Ognuno nutre, verso gli amici, un sentimento di affetto che è diverso da quello che prova verso i parenti. Non voglio qui dissertare sull’intensità del sentimento, ma sulla qualità di esso.
E considerando che al cuor non si comanda, il sentimento che uno prova non può essere guidato, sospeso, incrementato, ignorato. Quello che è, è.

Ma nei confondi del prossimo (amico o parente che sia) c’è un altro atteggiamento che dobbiamo e possiamo (questo si) governare. E’ il rispetto.

Ordunque, una parentela stretta non dovrebbe essere messa in discussione da una mancanza di rispetto. E’ comunque raro che si allontani un parente per una offesa leggera . Succede, ma è raro.

Ma per una amicizia le cose cambiano. All’amico non basta il sentimento di affetto. L’amico deve essere rispettato. Come e più di un parente. L’amicizia dura non solo se c’è l’amore amicale. Non basta.

Un’ amicizia dura se c’è un forte e reciproco rispetto. Dell’amico ci si deve fidare, l’amico deve essere pronto sia a dare che a ricevere. Non basta solo il dare come non è sufficiente il solo ricevere. L’amico non deve essere ingannato, tradito, deriso, ignorato.
Quindi datevi da fare e rispettate di più gli amici che amate. Anche a costo di fare qualche piccolo torto ad un parente.

Quante amicizie, infatti, avete visto crollare per una ripicca, una offesa, un mancato invito ?

(pippovinci)

18 commenti:

Anonimo ha detto...

io aggiungerei: " il rispetto dovremmo usarlo come primo elemento di comunicazione con gli estranei con cui veniamo a contatto ogni giorno. Per questo tipo di rispetto io intendo mostrarsi gentili o disponibili verso degli estranei, con cui abbiamo nulla in comune, perchè sono persone come noi , non avendo nè affetto ne altri sentimenti in comune, ma soltanto l'essere persone.

Anonimo ha detto...

direi.... giusto, tutto giusto... giusto anche il commento... e aggiungo che bisogna evitare di perdere di vista il rispetto per le persone che ci amano incodizionatamente... a volte sono proprio loro quelle che fanno le spese delle nostre "disattenzioni"

Anonimo ha detto...

Un'amicizia che crolla per un mancato invito o un'offesa secondo me non è una vera amicizia. Premesso che per me la vera amicia è un sentimento molto forte che si concede veramente a pochi, credo che non ci si possa sentire offesi da un vero amico, perchè il vero amico non tradisce mai, almeno di proposito.

Anonimo ha detto...

Penso che:
1)Il rispetto deve essere portato
verso tutti.
2)Con l'amico viene messa una pietra sopra sulla mancanza di rispetto occasionale con più facilità che verso un estraneo.
3)Se non c'è rispetto non c'è amicizia.
4)Se l'amicizia è vera anche un torto od uno sbaglio possono essere cancellati anche a distanza di decenni.
5)Non esistono regole certe.

(allora perchè le ho scritte?)
Mickey

Anonimo ha detto...

L'AMICIZIA: che splendido sentimento! Certo non è facile costruire vere e solide amicizie, ma quando questo succede è magnifico. Vale la pena lottare e impegnarsi per mantenerle. Non dico che non possano sorgere, a volte, delle incomprensioni, ma penso che valga sempre la pena darsi da fare per superarle

Anonimo ha detto...

e quando l'amico, o meglio colui/ei che dice di esserti amico/a, non vuole perdere tempo ad ascoltarti?... Non viene voglia di mandarlo/a al diavolo? Io, penso di ripsettare tutti, anche i nemici... ma se non trovo disponibilità all'ascolto divento una iena!
chiedo scusa, forse sto utilizzando questo mezzo per dare sfogo ad un episodio che mi capitato recentemente, non sono stata ascoltata da una "amica" e la cosa mi ha fatto molto ma molto male.... il rispetoo si ma reciproco!!!! non si può essere amici a senso unico!

Anonimo ha detto...

Mi trovo molto d'accordo con il terzo commento. La vera amicizia è non chiedere mai scusa. Se anche un mio amico si dimenticasse un invito (impossibile) o se mi facesse qualche sgarbo, sono certo che non lo farebbe mai di proposito, e quindi il perdono sarebbe automatico, senza bisogno di nulla. Ma questo in caso di vera amicizia (rarissima). La maggior parte dei legami sono quelli che io definisco "amicizia di comodità". Penso che l'amicizia sia un sentimento in tutto paragonalibe all'amore. L'amico "giusto" (così come l'amore) bisogna cercarlo ovunque, e sceglierselo bene. Mi spiegate com'è che il 90% degli "amici" sono colleghi, (ex)compagni di studio o vicini di casa? E' mai possibile che debba essere un luogo di lavoro o un abitazione a stabilire la "persona" che diventerà il "dimidium animae mae". Cosa ci si può aspettare da amicizie di questo tipo? Dovremmo cercare di costruire rapporti autenti con le persone giuste, senza sopravvalutare le semplici conoscenze.

Anonimo ha detto...

dai commenti si capisce che l'amicizia è un sentimento che sta a cuore a tutti. Tutti abbiamo bisogno di amici. Ma credo che l'articolo vertesse di più sul "conflitto" tra amici e parenti. Trovandosi nella condizione di rispettare più l'uno che l'atro, che fareste voi?.
Io scelgo l'amico. Il vero amico.

Fabio

Anonimo ha detto...

Beh, tra l'amico ed il parente non credo ci sia molto da pensare. Sicuramente l'amico. I parenti sono come gli stivali, più sono stretti più fanno male. A parte gli scherzi, io penso che l'amico uno se lo sceglie. E se è stata una scelta profonda e non di "comodità", non penso che si possa rinnegarla. La parentela c'è, c'è sempre stata e ci sarà sempre. Non sei stato tu a sceglierla. Anche se questo non vuol dire minore rispetto nei confronti dei parenti, anzi.

Anonimo ha detto...

infatti un amico potrebbe, anche, corrispondere ad un parente... largo o stretto che sia...
Antonella

Anonimo ha detto...

Anch'io, come pirtuso, sono d'accordo con il terzo commento, mentre non condivido la posizione dell'"amica iena" alla quale vorrei chiedere: sei sicura di avere parlato "veramente" con la tua amica che accusi di non sapere ascoltare? Tu hai ascoltato lei? Io, al tuo posto, proverei a parlarle di nuovo e sono sicura che, se si tratta di VERA AMICIZIA, supererete ASSIEME il problema. L'errore peggiore che puoi fare è TACERE e tenerti tutto dentro
(Gilda)

Anonimo ha detto...

ma è proprio il "tradimento non di proposito" che non accetto. Se uno offende un amico "senza volerlo" vuol dire che non ci tiene tanto o che,in fondo, pensa che "quello" non si offende e quindi si può fare!
Insomma, voglio dire che prima di fare una cosa è necessario pensarci bene, riflettere, mettersi dalla parte dell'altro e preveder quale possa essere il suo sentimento di fronte ad una mia azione che, a me, può sembrare banale.

Fabio

Anonimo ha detto...

E io dico che quando ci sono due amici che litigano è giusto che che sia qualcuno che gli faccia fare pace. Come due figli che bisticciano deve intervenire un genitore per portare la tregua. Non sarà certo una scazzottata a far cessare un'amicizia (fratellanza) ventennale; anzi, di solito, dopo aver chiarito si ritorna più amici di prima. A meno che, come Israeliani e Palestinesi, si rimanga arroccati sulle proprie posizioni; allora non ci sarà speranza per tutta la vita.....ma è davvero quello che due amici vogliono? non parlarsi per tutta la vita? Allora non erano veri amici.......

Anonimo ha detto...

Caro Fabio,
da quello che scrivi penso che tu non sappia cosa è la vera amicizia. L'amicizia è un sentimento forte e semplice, allo stesso tempo, che non ha bisogno di costruzione e sovrastrutture. L'offesa non può fare parte dell'amicizia. L'amico non si offende, perche non trova malizia nei gesti dell'altro. L'amico, tatt'al più, chiede dei chiarimenti. Caro Fabio, secondo me, elucubrando troppo perdi di vista l'essenza della vera amicizia: affetto, fiducia e tanta semplicità.
(Gilda)

Anonimo ha detto...

Cosa significa essere amici ? Sicuramente non vuol dire essere sempre d'accordo su ogni argomento, ma rispettare comunque il punto di vista dell'altro anche se a noi sembra infondato, cercare di capire le motivazioni che stanno dietro a comportamenti che a noi sembrano sbagliati....forse sto parlando di "amore per gli amici"

Pippovinci ha detto...

cari "amici" della trazzera, vi chiedo solo, quando scrivete un commento, di indicare in calce al commento, se non il vostro nome, almeno uno pseudonimo in modo tale che chiunque voglia "riferirsi" al vostro pensiero possa scrivere, ad esempio " il commento di Topolino.." piuttosto che "il terzo commento"
mi sembra più bello.
E' solo un consiglio. Per il resto vi ringrazio tantissimo per le vostre visite ed i vostri bellissimi commenti
pippo vinci

Anonimo ha detto...

Io, comunque, continuo ad essere d'accordo con "l'utente Anonimo che ha lasciato il commento NUMERO 3". Ahahah. Comunque hai ragione, almeno un nick è d'obbligo in questi casi. Volevo solo puntualizzare che io mi chiamo Emanuele. Quando Gilda mi ha chiamato "pirtusu" mi ha fatto un pò impressione, non ci sono abituato. Ahaha, ciao a tutti e in particolar modo a "Trazzera" :-)

Emanuele

Anonimo ha detto...

Ciao Gilda....
rispondo volentieri alle tue domande:
sono sicurissima di avere chiesto, ascolto, sono sicurissima di averla già ascoltata, e a questo punto ho quasi la certezza che non si tratta di vera amicizia!
Sai qual'è il mio grosso difetto? che io mi butto a capofitto in tutti i rapporti intensamente, non riuscendo a distinguere i contorni oltre i quali non si deve osare!
Gli amici sono pochi... davvero pochi
con simpatia
l'amica iena