mercoledì 28 gennaio 2009

fateli contenti, comprate ancora automobili!


Da un po’di tempo, esattamente da quando la crisi mondiale è entrata nel vivo e nella mente di tutti, si sente sempre più parlare di aiuti alle case automobilistiche. Aiuti che poi, alla fine, si concretizzano in incentivi per spingere i consumatori ad acquistare ancora automobili.

Molti si chiedono allora: perché aiutare sempre chi produce automobili, visto che la crisi si sente in quasi tutti i settori industriali?
Perché non aiutare chi fabbrica elettrodomestici, oppure bottoni, o ancora, computer, blue jeans, orologi a cucù, maionese, stivali o lampade al neon?

E ancora. Non si era sempre detto che nelle città c’erano troppe macchine? Perchè non approfittare della crisi per ridurre il numero delle automobili in giro?
No. Ora che la gente non compra più automobili (meglio, se ne compra una ogni 7/8 anni anziché ogni 3), i Governi cercano i trovare soluzioni per fargliele comprare. Ma allora perché le zone ZTL? Perchè incentivare l’uso dei mezzi pubblici? Perché consigliare l’uso delle bici? Insomma siamo al culmine della contraddizione. A meno che… a meno che dietro tutti queste preoccupazioni non ci sia il solito zampino. Quello dei soliti signori del petrolio.

(pippo vinci)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Giustissima considerazione.
Stesso trattamento andrebbe fatto
anche per il produtore di maionese.
Il problema,secondo me,è che il
mercato dell'auto trascina un fiume
di denaro impressionante (petrolio
compreso)ed un indotto e relativa
manodopera di enormi dimensioni.
Paradossalmente per sollevare l'economia e conservare i posti di lavoro occorre produrre più auto a
discapito dell'ecologia etc.
Questa non è certamente la soluzione migliore ma quella più praticabile a breve termine (sig!).
Mickey

Anonimo ha detto...

Caro Mickey, ma perchè sempre giustificre un comportamento che , come dice giustamente il post, è opportunista contraddittorio e scorretto. Non possiamo sempre giustificare tutto con la scusa dei posti di lavoro. Nella storia ad ogni rivoluzione industriale è collegato, nel breve periodo, un calo degli occupati. Poi tutto si assesta. Se fosse come dici tu non avrebbero mai introdotto la catena di montaggio, i trattori e l'informatica.
L'indotto si "riindotterà" verso altre produzioni.
E' il progresso , bello!

Fabio

Anonimo ha detto...

mi trovo d'accordo con fabio... non possiamo sempre sacrificare il nostro benessere psico-fisico... non sempre il fine giustifica i mezzi!
antonella

Anonimo ha detto...

Non intendo giustificare tale
comportamento.
Credo che bisogna cambiare, ma
la soluzione non debba essere
traumatica ma il più indolore
possibile,con l'impegno di ogni
nazione e di tutte insieme.
Naturalmente ci sarà chi remerà contro.
Mickey

Anonimo ha detto...

Che bello trovare questo blog e soprattutto questo intervento!
Che bello trovare qualcun altro che la pensa così!
Caspita, più ci penso, e più mi rendo conto che tutto è assurdo: per due motivi che si mordono la coda.

1) perché continuare a contribuire con i soldi pubblici solo e solo l'industria automobilistica? Pare che esista solo questa in Italia. E il resto? Non vale nulla? Noi non valiamo nulla?
E poi, perché quando l'economia va male dobbiamo noi contribuenti aiutare le case automobilistiche...e quando invce gli utili vanno bene, le case automobilistiche si guardano bene dal ridistribuire tali utili alla collettività??

L'industria automobilistica ha mai sentito parlare di "riconversione" ?? Tale industria in Italia è satura e iper satura.. Perché allora non riconvertire personale e fabbriche ad altri tipi di trasporto...ad esempio i trasporti pubblici? ..investendo in industrie per la produzione di mezzi pubblici cittadini, treni, sviluppo soluzioni elettriche e con basso impatto ambientale, ecc ecc.

Sapete, fino all'anno 2000 il gruppo Fiat possedeva un'azienda chiamata "Fiat Ferroviaria", che ha prodotto i primi famosi treni "Pendolino". Beh, cosa ha pensato bene di fare Fiat? Di vendere il suo ramo ferroviario ad un'azienda francese, l'Alstom. Risultato: in Italia non abbiamo più industria ferroviaria "nazionale"...e così ogni scusa è buona per sovvenzionare solo ed esclusivamente l'industria automobilistica.
Che vergogna e stedgno totale...


2) Caspita, ma nessuno si rende conto che siamo pieni pieni pieni di automobili ovunque?? Io abito a Milano, e non c'è un solo metro quadrato di strada che non sia pieno zeppo di auto. Auto auto e solo auto. Non c'è neppure più lo spazio per parcheggiare...
Ma quando mancano i parcheggi, cosa si fa?? Si riflette forse sul fatto che ci sono troppe auto? No, certo che no! ..si costruiscono nuovi parcheggi sventrando la città e creando cantieri ovunque!
E se strade e autostrade sono sature? Cosa si fa? Semplice, si richiede di costruire nuove autostrade, di aggiungere corsie, di fare strade cittadine sotterranee....ecc ecc in questo assurdo modo di ragionare.

Ma è possibile che in Italia esista solo questa lobby del trasporto su gomma e di tutte le infrastrutture che ne sono connesse??
E' mai possibile che non sia possibile provare a incentivare in modo deciso e utile il trasporto pubblico?? Sono proprio così forti questi poteri delle indusrie automobilistiche e delle infrastrutture stradali e autostradali???

Sono senza parole. Grazie per avermi dato la possibilità di trovare qualcuno con cui discutene.

Ciao

Pippovinci ha detto...

Caro amico di Milano. Il tuo commento mi rende felice perchè quando scrivo qualcosa sulla trazzera temo di essere il solo a pensarla così. Ed invece siamo in tanti. E ci mancherebbe altro!. Come si fa a non capire che quello che tu dici è giusto e sacrosanto?
Ma in Italia (e non solo) basta pronuncare la espressioen "posti di lavoro" che tutti si inchinano (ipocritamente). Eppure, le crisi dovrebbero servire per innovare, per andare avanti, per progredire. Non per fossilizzarci. Come disse una volta Grillo "l'età della pietra non è certo finita perchè è finita la pietra!".
Qui invece noi aspettiamo che finisca il petrolio per trovare una nuove e più covenienti fonti di energia.

ciao
Pippo Vinci