martedì 21 aprile 2009

disastro e interdisastro


L'ennesimo disastro naturale ha messo ancora una volta in evidenza quale sia il progetto clerico/capitalista su cui si basano e prolificano molti governi occidentali, tra cui quello italiano attuale.

Nelle fasi tra due disastri si deregola tutto a scapito della sicurezza, dell'ambiente, della equità sociale, della salute dei cittadini, della legalità, della giustizia, della fiscalità, della istruzione ecc.
L'imprenditoria d'assalto e/o mafiosa prolifera, si ingrassa, spande a piene mani elogi sul Governo grazie al possesso di tutti i mezzi di informazione.

Dipingendo la deregolamentazioni come grande opportunità per aumentare il PIL ed ampliare il numero degli occupati. E il popolo ci casca. Non tutto il popolo. Ma tanto basta il 50% + 1 di esso.

Nell'era dell'interdisastro aumentano i ricchi e aumentano i poveri. Inoltre i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.

La Chiesa, ovviamente, trova giovamento in questo perverso assetto in quanto più sono i poveri e i diseredati più sono coloro che si rivolgono alle parrocchie, ai vescovi ed ai santi.

Arriva il disastro.

Intanto il disastro è tanto più disastroso quanto più incisive saranno state le norme “deregolamentarizzanti”.

Poi nel momento del disastro non è elegante fare critiche, non è bello recriminare , non è giusto lucrare politicamente. Si deve solo piangere.

Ed è in questo quadro che il Governo, i Ricchi e la Chiesa danno il massimo di se.
E' infatti il momento dell'elemosina (dei Ricchi)
E' il momento della compassione (della Chiesa)
E' il momento delle promesse (del Governo)

E quindi tutti in coda per fare elemosina, per piangere i morti, per pregare il buon Dio, per dire “mai più come prima

Poi, lentamente, si torna nell'era dell'interdisastro. Si rideregolamenta , magari in settori non ancora o non recentemente disastrati, per preparare il nuovo, originale e imprevedibile disastro.

Che, più o meno puntualmente, si materializza. E tutto ricomincia per la gloria dei Ricchi, del Governo e della Chiesa.
(pippovinci)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Pippo credo che "la Chiesa" non è quella che tu pensi.
Ma se lo fosse allora dovrebbe cambiare, perche' non sarebbe la "Chiesa".
abacab

Anonimo ha detto...

e dai , e ridai, caro abacab. Sei sempre molto sensibile su questo punto... meno su altri; ma se voi cattolici foste un po' più critici e meno allineati, credo che la Chiesa se ne avvantaggerebbe. E se ne avvantaggerebbe anche il movimento cattolico e dei credenti in generale. Vedi che molti "credenti" (che conosco personalmente) si imbarazzano di fronte a certe scelte della loro Chiesa. E se cerchi bene sul web quali siano le posioni dei cattolici nel mondo, vedi che non tutti la pensano come te,a partire dal cardinal Martini!
Insomma l'integralismo non mi sembra l'atteggiameno migliore per diffondere la Parola.
P.S. e poi devi sapere (se non lo sai, caro abacab che io non "penso" della Chiesa, io "so" della Chiesa avendo per altro avuto ben 2 zii preti ed avendo vissuto nella Parrocchie per oltre 35 anni della mia vita.

con affetto
pippo vinci

Anonimo ha detto...

Hai espresso -prima e molto meglio di me- i pensieri che ho avuto nel momento in cui, finito di piangere, ho riflettuto sul fatto che in Abruzzo non si fosse verificato un terremoto di proporzioni tali da giustificare tutti questi morti e tutto questo disastro.
E un motivo, una spiegazione ci sono sempre.
"Il terremoto è un evento imprevedibile": lo sappiamo tutti, ma sappiamo anche che si è costruito malissimo. E questo è avvenuto non perché non si sappia farlo bene, ma perché arricchirsi è meglio che guadagnare.
Le regole ci sarebbero, ma il nostro vero problema è che ogni governo le modifica per favorire la sua schiera di elettori, le "major" che li finanziano, eccetera.
La prima vera attività di qualunque istituzione dovrebbe essere il benessere dei propri cittadini ai quali non va offerto solo aiuto in caso di necessità, ma va assicurata la rimozione de "gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva pertecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica economica e sociale del paese" (articolo 3 comma 2 della Costituzione della Repubblica italiana).

Anonimo ha detto...

Stamattina ho ascoltato in televisione un'intervista di Prodi.
Tra le altre cose, mi ha colpito una sua dichiarazione, che cito liberamente, in cui affermava la necessità di un'etica in economia. Alla domanda dell'intervistatore -Minoli-su cosa fosse l'etica la risposta è stata solo una: le regole. Le regole che devono essere alla base di ogni sano sistema economico e la cui necessità non è un'esigenza recente, ma sentita già dai tempi di Adamo Smith, illustre economista di due secoli fa.
Ricordo che Prodi è un economista, moderatamente di sinistra, ma, soprattutto, un cattolico.
S.

Anonimo ha detto...

Dobbiamo incalzare le istituzioni perchè per una volta chi ha sbagliato finalmente paghi il conto del suo disprezzo delle regole!!!
Per Abacab : la chiesa che intendi tu cioè una comunità di fedeli non corrisponde al Vaticano; i veri cattolici dovrebbero gridarlo forte e non prendersela con chi critica i farisei