lunedì 27 ottobre 2008

indiani, mandateci una foto


E’ di questi giorni la notizia che anche l’ India (dopo URSS, USA, Cina e Giappone) ha inviato un satellite verso la Luna. E dalla Luna invierà delle immagini.
Tra i tanti misteri o presunti complotti storico-mondiali c’è quello delle missioni Apollo. La missione spaziale che ha portato per ben 6 volte astronauti americani sul suolo lunare. In tutto 12 uomini.
Quelle missioni, per alcuni (forse per molti) non sono state mai effettuate. O almeno non nei modi che ci sono stati mostrati e raccontati
In particolare Bill Kaysing, nel suo We never went to the moon (non siamo mai stati sulla luna) sostiene che quelle missioni non sono state mai effettuate e che quello che è stato mostrato in mondovisione era solo una messa in scena diretta addirittura dal noto regista di 2001 Odissea nello spazio Stanley Kubrik.
Perfetto.
Ma io mi chiedo. Con tutti questi satelliti che vanno e vengono dalla Luna, come mai nessuno di essi riporta sulla Terra foto e testimonianze delle missioni Apollo?
E dire che di oggetti ne sono stati lasciati! : la base del LEM (il modulo di atterraggio) , i trattorini lunari (quelli delle passeggiate) , bandiere, treppiedi, orme e così via.
Questi oggetti, considerata l’assenza di atmosfera, dovrebbero essere ancora lì assolutamente intatti e immobili.
Eppure nessuna foto (post missioni Apollo) li ha mai inquadrati. Come mai?

Si dirà che la Luna è grande e che probabilmente gli obiettivi scientifici delle missioni non posso essere deviati per quella che potrebbe essere considerata una inutile (!?) curiosità.
Ma io tendo invece a credere che quegli oggetti proprio non ci sono.
L’uomo, come dice Kaysing, non è mai stato sulla luna.
(pippo vinci)

martedì 21 ottobre 2008

Fonzie non sa chiedere scusa


E’ giunta l’ora della verità. Tutte le certezze dei neocon, dei moderati, dei fautori del libero mercato, della supremazia occidentale, del capitalismo senza regole, stanno ingoiando bocconi amari.
Eppure nessuno di loro ammette la sconfitta e meno ancora le colpe
Nessuno chiede scusa a chi sosteneva tesi esattamente opposte alle loro.
Il mercato crolla, la finanza di carta pesta si sgretola, le guerre in Iraq e Afghanistan si rivelano fallimentari, il terrorismo dilaga, gli immigrati aumentano. E nessuno dei colpevoli oggi appare in TV a dire: avevamo torto.
Chi, invece sosteneva le tesi opposte (che qui è superfluo rinfacciare), non esiste più; è stato spazzato via accusato di estremismo, comunismo, pacifismo irresponsabile, arretratezza e via dicendo.
Che fare? Non lo so.
Perché non chiederlo a chi aveva capito quello che non si doveva fare?
Probabilmente ha qualche idea in più. Ed invece no, la ricetta per ripartire la stanno elaborando coloro che ci hanno portato in questo pantano.
Coloro che non capiscono nulla di Pace, di assistenza, di etica, di intervento dello stato, di stato sociale, di bisogni primari, di regole da rispettare, di economia reale.
Ci sono Paesi che non sono toccati dalla crisi? Ci sono Paesi che hanno mantenuto basso il livello dei capricci costosi, dei facili guadagni?. Si, ci sono.
Chiediamo a loro come ripartire e facciamolo con l’umiltà di chi ammette di avere sbagliato.
(pippo vinci)

venerdì 17 ottobre 2008

Meyssan in pericolo


Thierry Meyssant , il giornalista francese che per primo ha dubitato della versione ufficiale dell"11 settembre" teme per a sua vita e vive in esilio.
L'autore del libro inchiesta "l'incredibie menzogna" denuncia la difficile situazione che si vive in Francia dopo l'avvento di Sarkozy al potere.
Le incredibili rivelazioni in queste intervista tratta dal sito Megachip

martedì 14 ottobre 2008

praticamente un racconto breve


Santa Caterina Villaermosa, con i suoi 25 caratteri, è il nome più lungo tra tutti i comuni siciliani.
E, per i suoi abitanti, deve essere una bella seccatura scriverlo ogni volta che devono compilare un modulo con i dati anagrafici.
Dovrebbe essere una vera consolazione per loro sapere che nel mondo esiste qualcosa di enormemente più impegnativo. Ci riferiamo agli abitanti di Bangkok il cui vero nome è:
"Krungtthepmahanakhon Amonrattanakosin Mahintharayutthaya
Mahadilokphop Noppharatratchathaniburirom Udomratchaniwetmahasathan
Amonphimanawatansathit Sakkathattiyawitsanukamprasit
"
che significa:"citta' degli angeli,la grande citta',la citta' della gioia eterna, la citta' impenetrabile del dio Indra,la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose,la citta' felice,che abbonda nel colossale palazzo reale, il quale e' simile alla casa divina ove regnano gli dei reincarnati,una città benedetta da Indra e costruita per Vishnuskam".

Ma questo, comunque, è il nome “cerimoniale” della capitale della Thailandia; mentre nei moduli anagrafici i suoi abitanti scriveranno solo Bangkok (o come accidenti si scriverà nella loro lingua).
Se volete sentire pronunciare questo nome collegatevi al sito di Wikipedia che offre una registrazione che consente di ascoltare la pronuncia originale della parola.
Al secondo posto si trova: il nome di una collinetta nella Nuova Zelanda:
"Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupo-
kalwenuakitanatahu
"
Che significa:"il ciglio della collina dova Tamatea,l'uomo con le grandi ginocchia,
che scivolo' giu',sali' su e ingoio' le montagne (per percorrere queste terre),
(che e') conosciuto come il mangiatore di terre,suono' (con) il proprio flauto
per la sua amata
".
Praticamente un racconto breve.
Al terzo posto: "Llanfairpwllgwyngllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch"
piccola cittadina nel Galles, che significa:
"Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco,vicino alle rapide ed
alla chiesa di San Tsylio nei pressi della caverna rossa
".
Per praticita' viene abbreviato in Llanfair PG.
Una registrazione della parola e' disponibile sulla pagina inglese di Wikipedia
dedicata alla cittadina.
Riteniamo che per indicare il nome dei suoi abitanti si dovrebbe ancora aggiungere il siffisso -ers pervenendo al termine
Llanfairpwllgwyngllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogochers" ossia abitanti di Llanfair PG

(beppe)

domenica 12 ottobre 2008

Le tasse che piacciono


In questo momento, in Italia c’è la febbre del superenalotto.
Il premio per chi farà 6 è (attualmente) di circa 80 milioni di euro. 160 miliardi di lire.
Per l’ultima estrazione dell ‘11 ottobre gli italiani hanno giocato circa 40 milioni di euro.
Ma sapete quante possibilità ci sono di fare 6?
Ecco di seguito la tabella delle probabilità legate alle combinazioni vincenti
una probabilità su 318 di fare tre
una probabilità su 11.793 di fare quattro
una probabilità su 1.232.901 di fare cinque
una probabilità su 103.769.105 di fare cinque + 1
una probabilità su 622.614.630 di fare sei

Qualche considerazione

a) Ipotizzando che ogni giocatore abbia giocato una combinazione diversa, si arriverebbe a sole 80 milioni di combinazioni, ben al di sotto di quelle necessarie perché almeno un giocatore faccia 6 sicuro (ripeto, più di 622 milioni);

b) anche le oramai emarginate (e quasi abbandonate) lotterie nazionali davano di gran lunga ai giocatori molte più probabilità di vincita (1 su 8-10.000.000). Inoltre, in quel caso, il biglietto veniva estratto tra tutti quelli venduti. Quindi il vincitore c’era sempre. Qui no. Anche se tutti gli italiani giocassero al superenalotto, potrebbe non vincere nessuno


c) Perché tanta gente si è riversata solo negli ultimi tempi sul superenalotto plurimiliardario anche se, abitualmente, il sei paga regolarmente almeno e 2 milioni di euro? Non sembravano sufficienti?

d) Considerato che c’è 1 incidente aereo ogni 83.000 voli (fonte Aircraft Crashes Record Office/BAA), perchè giocate all’enalotto sperando di fare 6 (1 probabilità su 622.000.000) e non siete terrorizzati di salire su un aereo dove, in proporzione, la morte è praticamente certa?

Ebbene, giocatori (italiani e non) , fermatevi; anche questo gioco è una grande truffa.
Ma come?! Vi incazzate se vi aumentano le (giuste) tasse e poi siete i primi a versare (volontariamente) somme gigantesche allo Stato senza (praticamente ) nulla in cambio.
E meno si vince, più aumenta il montepremi. E più aumenta il montepremi e più si gioca. E più si gioca , maggiori sono gli incassi di uno Stato allibratore e illusionista.
Un ultimo dato. Sapete quale è la percentuale delle vostre giocate che lo Stato incassa come tassa? Ben il 49 %.
Si, lo Stato si trattiene il 49% della vostra giocata. E con questi soldi non è tenuto a darvi in cambio nulla, nessun servizio fornito dallo Stato è obbligatoriamente collegato a questi introiti. E ora lamentatevi, per favore!
(pippo vinci)

giovedì 9 ottobre 2008

il disastro del Vajont


Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno (Italia).La storia di queste comunità venne sconvolta dalla costruzione della diga del Vajont, che determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale.
La sera del 9 ottobre 1963 si elevò un immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione.
La stima più attendibile è, a tutt'oggi, di 1910 vittime.
Sono stati commessi tre fondamentali errori umani che hanno portato alla strage: l'aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico; l'aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza; il non aver dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione.
Fu aperta un'inchiesta giudiziaria.
Il processo venne celebrato nelle sue tre fasi dal 25 novembre 1968 al 25 marzo 1971 e si concluse con il riconoscimento di responsabilità penale per la previdibilità di inondazione e di frana e per gli omicidi colposi plurimi.
Ora Longarone ed i paesi colpiti sono stati ricostruiti.
La zona in cui si è verificato l'evento catastrofico continua a parlare alla coscienza di quanti la visitano attraverso la lezione, quanto mai attuale, che da esso si può apprendere.

mercoledì 1 ottobre 2008

un buon cappuccino


Non voglio insegnare a nessuno a fare un buon cappuccino. Anche perché non lo so fare. Scrivo questo articolo , quindi, in qualità di assaggiatore di cappuccino e non di barman.
Vorrei, di conseguenza, suggerire 8 regole auree per potere giudicare (e non..fare) un cappuccino.
Quello che vedete nella foto a sinistra è (all’apparenza) un ottimo cappuccino. Ma non sempre ad una buona apparenza corrisponde una buona qualità. E’ vero invece che un cappuccino brutto a vedersi è, senza dubbio, brutto anche a bersi. E’ il caso della foto qui sotto.

Le regole:

1. La schiuma (meglio chiamarla crema) non deve essere grossolana, ma densa e senza evidenti bolle o bollicine;
2. lo spessore della crema deve essere minimo, di pochi millimetri;
3. il colore della crema sarà ambrato con striature, arcuate, marrone scuro; mai bianco.
4. la crema dovrà essere persistente. Essa infatti non deve mai scoprire il latte sottostante anche a tazza inclinata . Tanto che alla fine essa deve rimanere adagiata sul fondo della stessa tazza;
5. il sapore non deve tendere ne’ al latte ne’ al caffè. Il cappuccino, semplicemente, deve sapere di cappuccino;
6. cacao o cioccolata in polvere spruzzati sul cappuccino ne alterano profondamente il sapore e pertanto sono assolutamente da evitare;
7. la temperatura del cappuccino deve essere abbastanza alta, poco al di sotto di quella di un buon caffè;
8. il contenitore ideale per un cappuccino è la tazza in ceramica (cup) di medio-piccole dimensioni, con manico; da evitare contenitori in vetro, carta o plastica, e forme cilindriche (mug), a tronco di cono rovesciato o a sezione quadrangolare. Da evitare anche bicchieri o altro tipo di contenitore senza manico.
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p.s. diffidate di quei cappuccini serviti con "caffè a parte". Uno dei trucchi per fare un buon cappuccino è, infatti, legato all'abilità del barman di versare il latte nella tazza contenente già il caffè. Questo gesto, se ben fatto, è da molti considerato il vero segreto per ottenere un buon cappuccino. Ne deriva che il "caffè a parte" è inadeguato per raggiungere il nostro scopo: un ottimo cappuccino.
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(pippo vinci)