martedì 30 dicembre 2008

Solidarietà al popolo palestinese


ROMA, 29 DICEMBRE 2008
L'assalto sanguinoso, e vile, di Israele contro la popolazione della striscia di Gaza è una vergogna per la comunità internazionale che ha permesso che avvenisse e che non ha fatto nulla per impedirlo e per fermarlo.

La stampa occidentale descrive gli eventi con la stessa, intollerabile faziosità con cui raccontò l'aggressione georgiana contro l'Ossetia del Sud, lo scorso agosto.
Vorrei che si ricordasse che la Russia fu condannata dal Parlamento Europeo per reazione "sproporzionata". Cosa firmeranno adesso i parlamentari europei che allora firmarono quella condanna? Se ne rimarranno in silenzio?

La mia solidarietà piena va al popolo palestinese, Popolo martire.
Il governo israeliano , con questo ennesimo massacro, dimostra di essere un pericolo per la pace del mondo . E, come accade sovente agli stupidi, finisce per essere un pericolo per se stesso, come tutti coloro che ignorano non solo la legge internazionale, ma anche la storia dei popoli.

Giulietto Chiesa Parlamentare europeo

non siamo mai soli: buon anno!

clicca sull'immagine per vederla più grande e più chiara

sabato 27 dicembre 2008

oltre 150 morti


Il Golia israeliano ha dimostrato ancor una volta come intende trattare il Davide palestinese: massacrandolo. Bilancio dell'aggressione: oltre 150 morti tra la popolazione civile, oltre 200 feriti. Caccia e missili contro kalashnikov. Raffinatezze tecnologiche contro povera gente inerme. Adesso si sentirà il solito coro: ma Hamas tirava i razzi su Israele.
Probabile, anzi vero. Bilancio dei razzi palestinesi: un morto. Si dirà che la contabilità dei morti è cosa miserabile.
Ma andatelo a spiegare alle mamme che hanno perso i loro figli nel bombardamento del Golia aggressore. Andatelo a spiegare ai palestinesi che si sono visti portare vie le loro terre e che adesso non possono neanche più vederle perchè sono dietro a un muro.
Ma, per noi europei, civilizzati e (ancora per poco) vincitori, esiste solo un muro, quello di Berlino, da ricordare fino alla nausea.
Si dirà che Hamas è organizzazione terrorista. Ma aveva vinto le elezioni. Bisogna spiegarselo. Si dirà - per spiegarselo - che i palestinesi sono cattivi e antidemocratici, mentre gli israeliani sono buoni e democratici.
Cioè si fara del razzismo. Dello sporco, intollerabile razzismo.
(dal sito di Giulietto Chiesa)
p.s. ad oggi (28 dicembre) i morti son già 400.

lunedì 15 dicembre 2008

suicidi nascosti


Crisi dell'Alitalia, CAI, cassa integrazione, drammi e suicidi. Si suicidi.
Due giovani hostess dell'ex Alitalia si sono suicidate e nessuno ne parla.
Ho scoperto la notizia seguendo l'ultimo spettacoo di Beppe Grillo intitolato Delirio. Tornato a casa ho voluto saperne di più . Il solo sito che ne ha dato velata notiza è quello di finanza.repubblica.it, che all'interno di un lungo articolo in cui si parla di "fatti economici e cassa integrazione" prosegue così:

.......Chissà quanto è pesata la paura del futuro e dell'ignoto nelle scelte estreme di B.B. una hostess romana di 39 anni e di F. P. una sua collega genovese. Entrambe si sono suicidate nel giro di una decina di giorni (il secondo caso è dell'altro ieri).
Nessuno osa collegare direttamente i loro gesti con la crisi della compagnia, ma tutti, parlandone a bassa voce tra un volo e l'altro, fanno ragionamenti tanto ovvi quanto agghiaccianti: "Ne discutevamo ieri con dei colleghi - racconta A. U. - Ci guardavamo, cercavamo di capire.
E' vero, nessuno può dir nulla di quello che succede nella testa e nel cuore di una persona... di quello che ti porta a una scelta così. Ma tutti eravamo d'accordo che se uno ha dentro una grossa fragilità, una sofferenza, un dolore personale; se uno sta male, tutto questo che sta accadendo a noi e intorno a noi può diventare una spinta importante, se non determinante a un gesto così grave e terribile".
Oltre, nessuno si sente di andare, ma qualcuno dovrà cominciare a pensare se due suicidi in dieci giorni in una categoria di poche migliaia di persone unite da un destino drammatico, sono ascrivibili alla normalità. ....

No nessuno ne parla. Si preferisce parlare di neve che cade copiosa in inverno (ma che strano!)!!!

Così come ad Agosto si parla di caldo afoso (ma va'?)!!
Questa è l'informazione in Italia : spazzatura!!!

(pippo vinci)

sabato 13 dicembre 2008

Palme, addio!


Sul sito sciacca.blogolandia.it è stato pubblicato un interassente articolo, scritto da Walter Giannò, che fa il punto sulla situazione dell’infestazione di punteruolo rosso sulle palme.

Un dramma che sembra non preoccupare i nostri amministratori locali, visto che l’unico metodo ad oggi utilizzato per l’imitare la diffusione del parassita , che sarebbe l’abbattimento e la bruciatura delle palme morte, non viene quasi più praticato a giudicare dalla visibile ecatombe di palme che oramai funesta il paesaggio di Palermo e di moltissime città siciliane e non solo siciliane.

Ecco quanto scritto da Giannò:
La Sicilia è nota per le sue palme: esse sono elementi costituenti della storia naturale dell’isola. A Palermo, ad esempio, s’incontrano spesso ed uno degli alberghi più famosi della città è proprio intitolato alle Palme.
Ma oggi ci si imbatte soprattutto in arecaceae che stanno male o addirittura morte, con le fronde rivolte tristemente verso il basso, vinte da un male incurabile. Tutta colpa del famigerato punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus): un coleottero terrorista, originario dell’Asia, che ora ha deciso di fissare dimora in Sicilia. Il primo avvistamento nell’isola è datato 2005, mentre la prima segnalazione in Italia è dell’anno precedente, derivante da un vivaista di Pistoia che importò palme dall’Egitto.
Su Palermo.Blogolandia.It,” ho cominciato ad occuparmi della vicenda nel dicembre scorso, pubblicando due interessanti post di Maria Butera. Il primo fa un quadro generale della vera e propria tragedia, descrivendo l’insetto così: “Il punteruolo vive all’interno della palma, dove compie interamente il suo ciclo vitale. La femmina depone circa 300 uova distribuite alla base delle giovani foglie o sulle loro ferite o in cavità del tronco della palma. Dopo 14-21 giorni fuoriscono gli adulti. L’intero ciclo dura 4 mesi. Sullo stesso albero di palma possono sovrapporsi più generazioni dell’insetto. Generalmente il curculionide non si sposta in una nuova palma finché non ha completamente distrutto quella su cui vive”.

Il secondo, invece, si concentra sul danno economico che sta causando il coleottero: “Il cinquanta per cento delle palme italiane viene prodotto in Sicilia, bloccandosi la vendita delle palme, crolla un intero mercato. Negli ultimi due mesi la situazione è vertiginosamente precipitata perché l’Europa chiede il passaporto verde e la Regione siciliana non è ancora in grado di rilasciarlo. L’applicazione della decisione dell’Unione Europea, dunque, mette in ginocchio il settore vivaistico siciliano e il rischio è quello di perdere la leadership europea che ha guadagnato negli ultimi anni, con un danno economico non indifferente“.
Ed anche le palme di Sciacca sono state colpite dal punteruolo rosso. In piazza Scandaliato, ad esempio, ho scattate queste due foto stamane, in cui si nota l’incappucciamento dei tronchi.
Esiste una cura?
A quanto pare il terrorista delle arecaceae potrebbe essere sconfitto con il Neemazal, brevettato dall’Intrachem Bio Italia e presentato proprio nel capoluogo siciliano il 7 maggio di quest’anno. Enrico Camerata Scovazzo, responsabile dell’area agronomica dell’ A.S.A. Consulting, allora dichiarò che “si tratta di un protocollo unico e semplice che si basa su un prodtto biologico non tossico che viene applicato direttamente alle radici della pianta. Attraverso i vasi conduttori della palma, il prodotto arriva sulla gemma apicale, dove si accumula nei tessuti rendendoli tossici per le larve dell’insetto. La possibilità di non trattare direttamente sulla chioma riduce i costi degli interventi rendendoli accessibili anche ai privati“.

Tutto risolto? Macché! A distanza di 7 mesi in Sicilia le palme continuano a morire (ed anche altrove in Italia, ad esempio a Termoli e a Molfetta).
E ieri un lettore di Blogolandia, Francesco Velletri, mi ha inviato un’e-mail con la quale espone la sua soluzione per risolvere questa piaga “biblica”.

“La mia è solo un’idea che scaturisce dal fatto che ancora ad oggi non si è trovato un vero e proprio rimedio efficace per la lotta al coleottero. Credo che il problema venga un po’ sottovalutato da chi dovrebbe arginarne il fenomeno e non si pensa che stando così le cose probabilmente quando spariranno le palme potrebbero essere aggredite altre specie arboree. Io non so se la mia idea possa essere più o meno valida, ma in ogni caso provare non costerebbe nulla. Certo non è una soluzione definitiva ma contenitiva perchè limiterebbe la diffusione dell’insetto quando si trova nella fase larvale e funzionerebbe solo per le palme già colpite.
I metodi utilizzati quando la palma viene colpita, prevedono il taglio dei rami e l’inserimento in cima di una sonda con la quale viene immessa una sostanza nociva per le larve e che ha bisogno di tempo per potere agire.

Il sistema che penserei di adottare è rapido e non utilizza prodotti chimici, si basa solo sull’inserimento di due elettrodi nella parte apicale della palma, dove c’è presenza maggiore di linfa, che come la maggior parte di liquidi è conduttrice, (in caso contrario si potrebbe immettere dell’acqua), e inviare una scarica elettrica di intensità tale da distruggere le larve nel giro di pochi secondi. Il tutto potrebbe essere fatto utilizzando un braccio meccanico, senza dovere per forza eliminare i rami, utilizzare scale o altri arnesi e quindi con una notevole velocità di azione per passare alla pianta successiva con un irrisorio se non quasi nullo costo. Faccio presente che tutto ciò non ha alcun fondamento scientifico ma si basa su una idea, per cui non è detto che funzioni e soprattutto non ha alcun scopo di lucro come potrebbe essere la ricerca del prodotto miracoloso che diverse aziende stanno studiando“.

Infine, ecco una considerazione provocatoria, magari triviale… forse infondantissima: il punteruolo rosso non è un coleottero di cui si sta conoscendo l’esistenza soltanto adesso. In Egitto, ad esempio, è stato segnalato per la prima volta nel 1992 ed in Spagna 2 anni dopo. Ma non è che sia scappato da qualche laboratorio?

Chissà: tutti dovreste conoscere il leitmotiv da leggenda metropolitana che le case farmaceutiche creano i mali per venderne la cura… Oppure il coleottero micidiale deriva dalla globalizzazione anche del mercato delle piante? E’ davvero plausibile il fatto che sia comparso proprio ora per puro caso, per colpa di un vivaista di Pistoia che ha avuto l’idea di portare in Italia una palma dall’Egitto?

mercoledì 10 dicembre 2008

Lega Nord: niente cure ai clandestini !!!


FIRMATE E DIFFONDETE.


Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP di Modena ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) per tentare di fermare la proposta della Lega Nord di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno (forse il più turpe dei provvedimenti che il governo sta prendendo).


Per firmare, basta cliccare sull'indirizzo: http://appelli.arcoiris.tv/salute

martedì 9 dicembre 2008

ma Obama... chi è?


Nessuno sa ancora chi è Obama. Durante la lunga campagna elettorale americana (primarie comprese) Barack ha fatto sognare tutti.
Ed è proprio questo che comincia a preoccuparci. Obama è amato da tutti e tutti sperano in lui . Anche i suoi presunti avversari politici si stanno schierando con lui (tipo Colin Powel).
E che dire delle nomine governative. Molti falchi sono rimasi ai loro posti (tipo il capo del Pentagono). ma che significa tutto ciò?

Noi vorremmo capirci qualche cosa prima di rimanere profondamente delusi dai suoi comportamenti.

Pubblichiamo quindi un commento non sospetto , scritto cioè subito dopo la vittoria alle primarie sulla sfidante Hillary Clinton




(dal blog Open World - il futuro è libero)

Nessuno sa chi sia veramente Barack Obama, forse nemmeno lui. Il quarantaseienne candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti è contemporaneamente il più di sinistra dei politici americani giunti a un passo dalla Casa Bianca, ma anche il più conservatore dei leader liberal degli ultimi quarant’anni.
Viene paragonato a grandi presidenti democratici come Kennedy, ma anche al campione della rivoluzione conservatrice Ronald Reagan.
Obama è amato dai radical e dai moderati, dai falchi e dalle colombe, dai laici e dagli uomini di fede.
Piace anche a destra, come non è mai piaciuto nessun big del Partito democratico.La stampa non aiuta a dissolvere i dubbi, perché dopo oltre un anno e mezzo è ancora infatuata del senatore.

Obama è raccontato come fenomeno, come tendenza, come mito. Qualsiasi cosa faccia o dica è storica, epocale, profetica e non importa se in netta contraddizione con un’altra cosa storica, epocale, profetica di un paio di giorni prima.
Di Obama si sa che è cool, fighissimo, si sa poco, invece, di ciò che pensa. Pochissimo dei suoi continui cambi di posizione. Niente di come si comporterà una volta eletto alla Casa Bianca. Negli ultimi dieci giorni ha sterzato parecchio a destra, sollevando qualche piccolo malumore. C’è chi dice che in fondo sia tutto normale, perché è un classico vincere le primarie democratiche con una piattaforma di sinistra e poi spostarsi strategicamente al centro nella corsa finale col candidato repubblicano.

Quando Hillary Clinton, o prima di lei suo marito Bill, salterellavano da sinistra a destra e si esercitavano nell’arte della triangolazione politica, tutti sapevano che in realtà loro erano di sinistra, oltre che cinici al punto da non porsi il problema di abbracciare temi di destra pur di mantenere il potere.
Obama, però, è un candidato diverso. L’essenza stessa della sua proposta è farla finita con i soliti giochetti della politica politicante di Washington. Lui è il candidato del cambiamento, del sogno, della rivoluzione etica e morale della politica americana, uno che non prenderebbe mai una posizione per puro calcolo politico.

Obama ha cominciato la sua corsa come il candidato post razziale e post partisan, l’unico capace di unificare il paese e di porre fine alle guerre culturali avviate negli anni Sessanta. In campagna elettorale, a causa dei tardivi colpi dei Clinton, è emerso un lato elitario e radicale della sua personalità politica.

Vinta la gara con Hillary, Obama non si è soltanto spostato al centro, ha cambiato posizione su quasi tutto.
Nel giro di pochi giorni, Obama ha detto di essere favorevole alla pena di morte per gli stupratori di bambini (era contrario), favorevole al diritto a portare armi (era per una rigida regolamentazione del porto d’armi), favorevole alle procedure antiterrorismo elaborate da Bush (in precedenza aveva votato contro il Surveillance Act e aveva annunciato un ostruzionismo nel caso Bush avesse insistito);
favorevole ai trattati di libero commercio (aveva vinto le primarie dicendo di essere contrario);
favorevole all’idea di patria e di patriottismo (aveva rifiutato di indossare la spilletta con la bandiera americana);
favorevole agli aiuti federali per le associazioni religiose (uno dei capisaldi del conservatorismo compassionevole di Bush);
favorevole alla raccolta privata di fondi elettorali (sosteneva il finanziamento pubblico per tenere lontani dalla politica i soldi delle lobby).

A giorni, secondo il New Yorker, cambierà posizione sul ritiro immediato dall’Iraq e dopo l’incontro a Baghdad con il generale David Petraeus potrebbe annunciarlo, magari sulla base dell’ultimissimo rapporto contrario a un calendario rigido di ritiro stilato dal suo centro studi di riferimento, il Center for a New American Security.

Si può pensare che i suoi continui cambiamenti di fronte su temi così importanti siano soltanto politica politicante, ma se fosse così Obama non sarebbe più il nuovo Messia, ma una versione yankee di Clemente Mastella. Magari Obama crede nelle cose che sta dicendo, ma allora ha ragione il Wall Street Journal e Obama è una versione cool di Bush.

Se, invece, cambia idea per semplice indecisione, allora Obama è il nuovo John Kerry o un clone di Jimmy Carter.

Ma è più probabile che Obama non si curi delle sue acrobatiche giravolte, tanto la stampa è in adorazione e non scriverà mai cose cattive su di lui. In questo caso, Barack Obama sarebbe il più grande politico di tutti tempi.