giovedì 27 marzo 2008

dietro le tessere dei supermercati

a sinistra Le carte fedeltà in Italia (Università di Parma,
dati in migliaia - dati luglio 2007)



Che cosa c’è dietro le tessere dei supermercati e come cambiano le abitudini degli italiani nella raccolta dei bollini.
Una ricerca dell’Università di Parma svela le strategie della grande distribuzione, dalle promozioni agli sconti riservati ai soci.
I database delle imprese commerciali sono sempre più ricchi e con l'avanzare della tecnologia le direzioni marketing possono estrapolare una marea di dati, da utilizzare poi nei modi più svariati
Ogni volta che ci accingiamo a pagare la spesa al supermercato, la storia si ripete:“Ha la carta socio?”, chiede con un bel sorriso la cassiera del supermercato, prima di passare all'attenzione del lettore ottico i codici a barre di tutti i prodotti che abbiamo riposto nel nostro carrello della spesa..
Le carte fedeltà sono dotate di un codice a barre o di una banda magnetica.Basta l'azione di strisciare la carta o metterla davanti al lettore ottico della cassa, per renderci identificabili in meno di un secondo.
Da quel momento il sistema del supermercato o del punto vendita della grossa catena registra tutti i nostri acquisti, andando ad integrare le informazioni già in possesso, dovute ai precedenti acquisti e ai dati che abbiamo noi stessi fornito all'atto di registrazione della tessera socio.
I consumatori, in effetti, non devono fare nulla se non ricordarsi di consegnare la carta fedeltà alla cassa. E per aiutarli a ricordarsene, sono numerosi gli incentivi: dagli sconti riservati ai soci alle promozioni più o meno personalizzate, ai punti per ricevere i premi.
I database delle imprese commerciali sono diventati sempre più ricchi e con l'avanzare della tecnologia le direzioni marketing sono in grado di estrapolare una marea di dati, da utilizzare poi nei modi più svariati, con il solo scopo di legare a sé i consumatori il più efficacemente possibile.
Ma la cosa più appetibile per le imprese è poter programmare campagne ad hoc destinate ad uno specifico segmento di mercato, campagne che proprio per la loro specificità sono poi finanziate direttamente dalle aziende produttrici.
Conciliare la convenienza delle imprese, ad avere una conoscenza approfondita delle abitudini di spesa della propria clientela, con la convenienza dei consumatori, a beneficiare delle promozioni, è possibile.
Se le abitudini di spesa restano più o meno le stesse, quel che un consumatore fa non è altro che pagare un po' meno attraverso uno sconto e raccogliere punti che gli consentiranno un domani di avere un premio, senza spendere nulla di più. Questo in teoria, ovviamente.
Nella pratica le abitudini di spesa quando si avvicina la soglia di punti per ricevere un premio ambito variano eccome: le ricerche evidenziano che per un premio da 3.900 punti la spesa media passa da 44,2 euro del periodo precedente ai 45,7 del mese in cui si ritira il premio, per poi riassestarsi su 44,9 euro.
In pratica l’avvicinarsi della soglia ambita spinge il consumatore a spendere di più. Ed è proprio questo che le imprese vogliono. In altre parole la carta di fedeltà altro non è che un metodo per vendere di più.
E una carta non utilizzata rappresenta per il supermercato o il negozio una grande sconfitta: il database non aggiornato manda a monte molte iniziative e gli investimenti per creare un sistema di tracciabilità dei clienti efficiente e funzionale si rivelano sprecati.
Conosco una persona che ha deciso di utilizzare tutte le carte fedeltà che le propongono, con un piccolo accorgimento: al momento di inserire i dati personali, ne inventa sempre di nuovi. Ma sempre falsi. Scrive che ha 5 figli (anche se non ne ha), scrive che fa il dentista (mentre in realtà è insegnante) dichiara di amare la montagna (ma poi le vacanze le trascorre al mare). In tal modo ritiene di far “sballare” tutti i controlli.
Se tutti facessero così o se , in alternativa, nessuno ritirasse la carta fedeltà, le imprese sarebbero costrette a immettere sul mercato solo prodotti di buona qualità ed a prezzi convenienti… poverine!!!!


(Amedeo Contino)

mercoledì 26 marzo 2008

un 6 rosapallido


Quest’anno c’e la grande novità del ritorno degli esami di riparazione! Bè, in effetti, non sono dei veri e propri esami di riparazione, il saldo dei debiti formativi deve avvenire prima dell’inizio del nuovo anno scolastico mediante un’unica prova scritta da effettuare ai primi di Settembre e preparata dall’insegnante di classe che ha rilevato l’insufficiente livello di preparazione.
Insomma non ci saranno i promossi con debito e i cosiddetti 6 Rossi, questo secondo il Ministero dell’Istruzione eviterà la perdita di tempo del ripasso d’inizio d’anno e si potrà partire subito con il programma curriculare, poiché si avrà la certezza( ?) che tutti gli alunni della classe sono pronti per acquisire nuovi contenuti, sviluppare nuove capacità e potenziare le proprie competenze.
Ma sarà sempre la Scuola che si dovrà caricare il fardello degli alunni che durante l’anno scolastico non hanno voluto o potuto profittare; nel periodo Giugno – Luglio dovranno essere organizzati dei corsi di recupero tenuti da Insegnanti interni o probabilmente esterni, poiché molti saranno impegnati negli Esami di Stato, per non più di 10 – 15 ore a corso, corsi che dovranno costituire la panacea di tutti i mali.
Ad Agosto, evidentemente, tutti in vacanza; solo i recuperandi più impegnati cercheranno di non dimenticare quanto faticosamente appreso ripassando sotto l’ombrellone.
Le famiglie più abbienti e responsabili potranno rinunziare alla frequenza da parte dei loro figli di tali corsi assumendosi l’onere del recupero mediante lezioni private.
Per cercare di ridurre al minimo il numero dei “ recuperandi” finali, alla fine del primo trimestre o quadrimestre, tutte le scuole secondarie superiori hanno dovuto organizzare delle attività di recupero per gli alunni che avevano riportato una o più insufficienze, nella maggior parte dei casi si è sospesa l’attività curriculare per una o due settimane da dedicare alla ripetizione o agli approfondimenti denominate “Settimane dello Studente” perché in tale periodo sono state sospese tutte le verifiche sia orali che scritte, con grande goduria degli Studenti.
I risultati ?............. li verificheremo ad inizio del nuovo anno scolastico, ma chi ha anche un po’ di esperienza scolastica già prevede ……che molti ragazzi si batteranno per un
6 rosapallido.

(dosap)

venerdì 21 marzo 2008

nascere, crescere, morire e resuscitare. Buona Pasqua

Pochi mesi fa abbiamo fatto gli auguri ad amici, lettori e collaboratori de la trazzera. E l’occasione era la nascita del bambinello. Questo bambinello è cresciuto, è morto (ucciso) e, infine, è resuscitato.
Una carriera veloce, drammatica ed a lieto fine.
La trazzera, invece, è arrivata appena al 4° mese di vita. Ogni giorno cresce ed aumentano i suoi visitatori. Così anche i nostri auguri diventano più corposi ed all’elenco di Natale si passa ad un più nutrito elenco di Pasqua.
Piccola riflessione sulla Pasqua: così come non è formativo chiedere ad un bimbo se vuol bene più alla mamma o al papà, non è forse neanche bello chiedere ad un credente se ritiene più importante la Pasqua di Resurrezione o il Natale.
Noi facciamo una piccola riflessione. Nonostante il Natale, dalle nostre parti, sia forse più sentito e celebrato, riteniamo che un credente debba sentire e celebrare di più la Pasqua di Resurrezione.
In fondo tutti siamo stati capaci di nascere, ma solo Lui è stato capace di resuscitare (oltre a Lazzaro). E la fede cristiana si fonda più sul mistero inspiegabile di una resurrezione che sul fatto naturale di una nascita.
Auguri a: giuseppe caliri, paolo greco, benedetto mazzola, rita foti, antonella gullo, gabriella orlando, domenico sapuppo, renzo romano, sandra conti, franco clemenza, la taverna del pavone, fabio giambrone, alessandro cusimano, giuseppe clemente, giuseppe cumbo, ottavio terranova, aurelio scalone, irene zanca, maria vinci contino, antonio terranova, rosalìo, antonella scianna, maurizio busè, lia sava, antonio tricoli, lella valenti, rita borsellino, daniela arletti,antonio piceno, assunta armanio, pietro teresi, giuseppe giudice, vincenzo lo re, maurizio contino, enrico lunetto, stefania mento, alberto wolleb, matilde alessandra vassallo, anna giordano, luigi altezza, maria amoroso, sebastiano cinque, giuseppe prestigiacomo, sergio munafò, stella, amedeo contino, pippo montedoro, leanne estreich, margherita bazzi, sudir de gregorio, sasà modica, maria grazia nicoletti, gabriella bellorio,m carmela vinci, giovanni butti, benedetto mazzola, pietro vinciguerra, ramona balsano, giampaolo vincigurerra , lena aggio butti, monica butti, matilde, lorenzo de gama, dacia di cristina, cesare rao camemi, marta terranova, francesca terranova, cosimo fermo, elisa deagostini, giovanna lui, angela alagna, giovanna sausa, valeria vinci, giovanni guccione, francesca orlando, maria licciardi, daniele arrigo, cosima ravello, monica picone, cosimo fermo, ninni picone, angelina nogara, stefano picone, ettore pinsolo, lorena balsano, pino potestio, paolo di matteo, marcello philippson, daniela tripisciano, anna maria turcato, ida agosta, armando guccione, anita moretti casartelli, assia, attilio guardaci, barbara grimaudo, daniela vinci, ninni vinci, pietro cavarretta, loredana cammarata, emanuele (elio) vitrano catania, , enza di gangi, giovannella brancato, giovanni bonanno, angela sgadari, sciacca in my mind, sara casartelli, giacomo casartelli, margherita casartelli, margarete miceli, giovanna vesco, paola barbasso, paola pintacuda, slavo simeonov, nadejda vassileva, salvo barbaro, guido sireci, paola sconzo, salvo de caro, maria castri, pippo sole, neil snake, mario pasquotto, laura picone, patrizia lo campo, mimmo giubilaro, luca adragna, maria chiara pavone....
(la trazzera)

giovedì 20 marzo 2008

il nostro benessere


In un nostro precedente post (sei di sinistra se…) si leggeva al penultimo punto: sei di sinistra se ritieni che il PIL sia un indice sbagliato per misurare il benessere di un popolo.
Una nostra amica, Rita Foti, ha trovato, a tal proposito, un interessante discorso che il compianto e mai stato Presidente degli Stai Uniti d’America, Robert Kennedy pronunciò all'Università del Kansas.
Era il 18 marzo 1968

Il nostro benessere
"Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni.
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL).
Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle […].
Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. […]
Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere o l’onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell’equità nei rapporti fra di noi.
Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.
Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani"
Robert Kennedy

(grazie a Rita Foti)

p.s. scusandoci della presunzione (solo nostra e non di Rita) di paragonare le nostre idee con quelle del compianto Bob Kennedy, la pubblicazione di questo brano ed il suo accostamento al nostro post sei di sinistra se... vuole soltanto ribadire che a volte le idee non sono ne' di sinistra ne' di destra, ma semplicemente idee che, come in questo caso, trovano ampi ed autorevoli consensi. Se, anzi, ciò che pensa un Tizio che si dichiara di sinsitra lo pensa anche un Caio che non si dichiara tale, il fatto non può che fare piacere ad entrambi e la loro trasformazione in azioni concrete risulta meno utopistica. L'unico a dispiacersi, forse, sarà Sempronio.

(Pippo Vinci)


martedì 18 marzo 2008

la rivincita dei veicoli non catalizzati


Il consiglio comunale di Como ha votato a favore della richiesta di esentare la nostra città dai divieti contro la circolazione dei veicoli Euro zero. Con tale decisione gli amministratori hanno dimostrato di avallare e condividere le proteste di moltissimi concittadini 'appiedati' dal provvedimento. È la vittoria del buonsenso.
La presa di posizione dei consiglieri riflette lo stato d'animo e il malumore dei comaschi per una disposizione ritenuta ingiusta e inutile.
Ingiusta, perché tocca principalmente coloro che non sono nelle condizioni economiche di acquistare una nuova auto.
Inutile, perché è comprovato che l'intero traffico automobilistico e motociclistico contribuisce all'inquinamento per non più del dieci per cento, pertanto il contributo dei mezzi non catalizzati risulta del tutto irrilevante.
La sensazione che il provvedimento limitativo non abbia efficacia, ma sia semplicemente un segnale di attenzione della Regione al problema dell'inquinamento, trova sgradita sostanza nei rilevamenti che relegano i nostri territori fra i più inquinati del Paese. Convinzione diffusa è che la lotta alle polveri sottili e ai gas tossici pretenda ben altri provvedimenti.
La protesta dei comaschi, condivisa dal consiglio comunale, va letta e interpretata non solo come segno di disagio e di difficoltà, ma anche e soprattutto come stimolo a prendere seriamente in considerazione il problema.
È necessario disincentivare l'ingresso delle auto in città: ma come' Aree di parcheggio periferiche, frequenti mezzi di collegamento, politica dei prezzi della sosta, piste ciclabili sono alcuni degli interventi possibili a tal fine.
Sul fronte dell'inquinamento, d'altronde, i dati sono chiarissimi: i guai maggiori sono dati dal riscaldamento.
Una politica di maggiore attenzione alla gestione degli impianti in termini di manutenzione e di controllo potrebbe avere immediati effetti positivi.
La diagnosi della malattia da inquinamento è impietosa e provvedimenti anche drastici sono inevitabili.
La protesta contro il blocco dei veicoli Euro zero non va probabilmente intesa come rifiuto alla collaborazione, bensì come stimolo agli amministratori di farsi carico della questione

(renzo romano)

mercoledì 12 marzo 2008

11 settembre 2001, martedì

Molti oramai sono (siamo) convinti che tutto quello che successe veramente quel giorno negli Stati Uniti non ci sia stato mai raccontato. Eppure da quel giorno il mondo (quello grande) è cambiato. Quello piccolo no. Perchè ognuno di noi, nel suo piccolo mondo, ha continuato a fare quello che faceva prima. I fatti dell’11 settembre sono appartenuti alla cronaca e poi alla storia e vanno via via diluendosi trasferendosi dai nostri occhi alla nostra mente, dalle pagine dei quotidiani a quelle dei settimanali per depositarsi su quelle, appunto, dei libri di storia
Per noi non è così perché noi non ci rassegniamo a vivere in un mondo dove chi governa può decidere quello che è importante o no o, peggio, quello che dobbiamo sapere e quello che è meglio nasconderci.

In questo piccolo e giovane blog vogliamo dare un microscopico contributo verso la verità. E lo facciamo elencano alcuni essenziali dubbi sulla versione ufficiale dell’11 settembre.
Sono elementi raccolti nel corso di questi anni (quasi 7) grazie all’assiduo lavoro di giornalisti e ricercatori indipendenti che per queste loro scoperte hanno anche pagato prezzi elevati. Molti hanno perso il lavoro, altri il prestigio, altri ancora la pace.
Le informazioni sotto riportate in forma di elenco sono un misto tra assurde affermazioni della versione ufficiale e scoperte effettuate da indagini indipendenti

A) dirotattori

o La lista dei 19 responsabili è stata diramata dalla CIA appena 48 ore dopo l‘attentato;
o dei 19 uomini accusati di essere i dirottatori del 4 aerei, ben 13 sono vivi ;
o nessun nome arabo risulta nell’elenco dei passeggeri di 4 aerei ;
o tra le macerie delle twin towers è stato ritrovato intatto il passaporto del presunto “capo” del commando Mohammed Atta. Tutto il resto è ridotto in cenere;
o i presunti dirottatori (integralisti musulmani) la sera prima pare abbiano fatto bisbocce ubriacandosi e facendosi notare.

B) Pentagono
o Sul prato di fronte al Pentagono non è stato ritrovato alcun relitto appartenente al presunto aereo dirottato e schiantatosi sull’edificio;
o delle decine di telecamere che inquadravano la facciata del pentagono , nessuna avrebbe filmato l’impatto. Moltissime invece le immagini dell’impatto sulle torri gemelle. Perché?
o la traiettoria seguita dal volo impattatosi sul Pentagono non è realizzabile con un 757 anche se condotto dal pilota di aerei di linea più esperto del mondo;
o il “foro di entrata” nella facciata del Pentagono è largo 6 / 8 metri. Il 757 ha invece una apertura alare di oltre 40 metri;
o tutti gli elementi dell’impatto sul pentagono fanno pensare più ad un missile che ad un aereo commerciale di quelle dimensioni .

C) Pensilvania
o Sul luogo dello schianto del 4° aereo in Pensilvania non è riconoscibile nessun relitto di aereo commerciale





D) Twin Towers
o Nessun edificio con struttura in acciaio come le torri gemelle è mai crollato in seguito ad un incendio. Sarebbe questa infatti la causa dei crolli delle Twin Towers secondo la versione ufficiale;
o prima dei crolli sono state udite, forti e chiare, molte esplosioni ;
o la dinamica della caduta è molto simile a quella delle demolizioni controllate;
o dai filmati dei crolli si intravedono i classici “sbuffi” che precedono il crollo ed indicano le esplosioni di cariche sistemate in punti strategici dell’edificio;
o qualche giorno prima dell’11 settembre alcuni piani sono stati evacuati per dei lavori di “manutenzione” ;
o l’acciaio delle torri, dopo il crollo, è stato venduto in tutta fretta senza prima fare gli opportuni accertamenti. Pare , infatti, che tra le macerie si sia rilevata, tra l’altro, la presenza di termite, un potente esplosivo utilizzato nelle demolizioni controllate;
o oltre alle due twin towers, 24 ore dopo l’11 settembre è crollato un terzo edificio (WCT 7) che non è stato neppure sfiorato dai due aerei.

E) Difesa Aerea
o Tra il primo impatto del 1° aereo sulle torri e lo schianto finale in Pensilvania sono trascorse quasi 2 ore. In questo lasso di tempo nessun aereo da caccia si è levato ad intercettare gli aerei. Eppure in caso di dirottamento i caccia statunitensi dovrebbero intervenire “in automatico” senza attendere alcuna autorizzazione “dall’alto” .

G) Bin laden
o Il nome di Bin Laden, quale responsabile degli attentati, è stato fatto 15 minuti dopo l’impatto del 2° aereo sul WCT ;
o ad oggi Bin Laden non risulta ricercato dall’ FBI per gli attentati dell’ 11 settembre 2001;
o molti video proclami di Bin Laden sono dei falsi. Forse Tutti.

F) Varie
o Nessuno degli otto piloti (4 + 4 copiloti) ha messo in azione il segnale che indica a terra lo stato di dirottamento. Nessuno su 8.
o non è comprensibile come 4 aerei senza alcun aiuto dai controllori di volo siano riusciti a centrare 3 dei 4 obiettivi
o molti passeggeri anno compiuto telefonate in volo coi loro cellulari, quando questo si è dimostrato praticamente impossibile,

Per ulteriori e più approfondite informazioni vai ai seguenti siti

luogocomune

11 settembre immagini eloquenti

911truth (in inglese)



(Pippo Vinci)

mercoledì 5 marzo 2008

sane e identiche


Ricordo che nel corso deli anni 70 era di moda supporre che anche le piante provassero sensazioni. Molti esperimenti tendevano a dimostrare questa ipotesi. Si collegavano alle piante elettrodi e sensori e se ne misuravano le “pulsazioni” in particolari condizioni ambientali. Ma l’esperimento che mi colpì in modo particolare era , più o meno, il seguente: si acquistano due piante identiche , per genere, specie, per età, per stato vegetativo e fitosanitario. Insomma sane e identiche. Meglio se figlie della stessa pianta madre e da questa generate con riproduzione asessuata. In tal modo avranno lo stesso corredo genetico. Insomma più uguali dei gemelli monozigoti

Si pongono le due piante (A e B) in due ambienti separati ma con identiche condizioni di luce , umidità e temperatura. Uguale microclima. Le due piante cresceranno in modo assolutamente identico .. a meno che… A meno che il proprietario delle due gemelline faccia loro delle visite periodiche con una piccola differenza . Visiti sempre la pianta A quando il suo (di lui) umore è negativo e visiti sempre la pianta B quando si sente sereno allegro e positivo. Ebbene. Secondo gli autori di questo esperimento la pianta B (quella visitata dal padrone felice), crescerà in modo più rigoglioso della pianta A, quella visitata dal padrone durante le sue giornate più nere.

Poi tutto finì e si scoprì che alla base di queste “stranezze” non ci sono i sentimenti, ma banali (per modo dire) reazioni fisico-chimico-elettromagnetiche che magari sono più affascinanti e misteriose dei sentimenti, ma certo meno romantiche.

Poi venne l’era dei vegetariani. E poi ancora quella dei vegani o vegetaliani. E qui si scatena un’altra diatriba tra chi dice che fa bene e chi dice che non fa tanto bene. Chi dice che fa bene a quelli sani e chi dice che fa male a quelli malati di questa o quella malattia. C’è ancora chi consiglia di integrare l’alimentazione verde con cibi contenenti amminoacidi inesistenti nei vegetali, e c’è chi non dice niente e continua ad essere vegetariano per i fatti suoi.

Poi (o prima) si scopre che esiste un’altra categoria di vegetariani. Quelli che si cibano solo dei frutti maturi delle piante , meglio se già caduti al suolo. Tale difficile alimentazione deriverebbe dalle abitudini alimentari di un piccola e molto antica comunità religiosa dell’India : i Janisti.
I Janisti ritengono che le piante soffrano in quanto esseri viventi, come gli animali. Pertanto non è lecito strapparle dalla terra oppure mangiarne foglie e radici.
L’unico prodotto utilizzabile è quindi il loro frutto ma non prima che questi si distacchi naturalmente dalla stessa pianta madre.

(pippo vinci)

sabato 1 marzo 2008

buona sera

com'è vero: il dubbio si insinua come un tarlo nella mente ed inaspettato sconvolge l'apparente equilibrio delle "presunte" certezze o, semplicemente, delle superficialità.
La trazzera, "com'è noto" è una strada di campagna
Lo scopro ora, il suono me lo aveva fatto dubitare, ma solo per attimo. Poi stasera la perplessità si è ripresentata ed allora internet ha sciolto l'enigma ed eccomi qui.
Ho scoperto questa parola per caso, o meglio, cercando nel caso.
Mentre scrivevo, più o meno un mese fa, dovendo nominare un luogo o meglio un appezzamento di terreno con particolari caratteristiche, mi sono bloccata:
nessun nome, tra quelli che la mia mente era in grado di generare mi soddisfava.
In un guizzo di piccola follia ho deciso di chiederlo alla prima persona che avrebbe conversato con me e, poichè ero sola in casa, una chat era il solo modo.
Dopo qualche tentativo, poichè certo non mi posso definire nè un' utente abituale nè una fruitrice esperta, sono riuscita ad entrare in una chat.
Bene il primo passo era fatto. Così come era accaduto le altre volte che avevo tentato l'avventura, non riuscivo a capire nè cosa si dicessero e, soprattutto, chi conversasse con chi.
La dea bendata venne in mio aiuto ed una persona abbozzò una conversazione.
L'incipit non fu fantastico, ma il prosieguo gradevole.
Si trattava di un giovane siciliano, catanese per la precisione.
Quando giudicai che la domanda non lo avrebbe troppo sorpreso, la porsi, delicatamente:
come chiameresti un appezzamento in mezza montagna, un po' selvaggio, con sassi sparsi ovunque, tra le erbe ed i fiori di campo, brullo ma denso di profumi e, soprattutto, che si affaccia alla baia (ne avevo visti in Sicilia ed ero certa che sapesse di cosa parlavo)
propose qualche nome che non mi parve adatto..poi Trazzera
Questo era bello, con una sonorità ricca ed antica.
Ringraziai e, senza pensarci troppo, scrissi a proposito della Trazzera diverse pagine.
Ora ho un problema: non è un campo, ma una strada
Dovrò trovare il modo per giustificare questa denominazione
Si accettano suggerimenti
Occorre, credo, precisare che sono di origini bergamasche e, quindi, ritengo che qualche attenuante mi possa essere concessa.
Conosco la Sicilia che, sin dal primo approccio, mi ha affascinata, ma non certo il suo lessico
L'accostamento della tavola alla strada mi ha colpito: nessuno deve essere escluso dalla via ed altrettanto dal desco.
Ho sperimentato l'ospitalità siciliana e non posso che confermare.
Mentre scrivo, mi sovvengono certi profumi in riva al mare ed altri...... a tavola.
Ad onor del vero non posso non citare anche qualche sguardo di velluto che, strada facendo, ho colto

(Stella)