mercoledì 27 febbraio 2008

più spot che film


Fate questo esperimento. Chiedete ai vostri conoscenti se gli
piacerebbe vedere un film in tv senza interruzioni pubblicitarie.

Annotatevi la risposte e fate una semplice statistica:


1. in quanti hanno detto si (a favore dei film senza spot)
2. in quanti hanno detto no (a favore dei film con gli spot)
3. in quanti non hanno risposto.

Ad occhio e croce, ritengo che riteniate (come lo ritengo io) che la percentuale di coloro che diranno SI (film senza spot) sfiori il 100%.
Chi vorrebbe il film rovinato, interrotto e prolungato dalle rumorose e ripetitive interruzioni pubblicitarie? Ma è ovvio. Nessuno. Anzi qualcuno si. E sono quelli che sulle interruzioni pubblicitarie ci lucrano Si va beh, ma sono pochi rispetto alla maggioranza degli italiani. Pochi, ma potenti. Aggiungo io.

Ora: udite, udite. Questa domanda è già stata fatta agli italiani con un referendum tenutosi in data 11 giugno 1995. La domanda era più o meno proprio questa:
“volete abolire la norma che consente di interrompere i lungometraggi in tv con più spot pubblicitari?” Attenzione si chiedeva se ne volevano più di uno o se uno era sufficiente.

Ed ecco cosa hanno risposto gli italiani

Votanti 28.164.078 (quorum raggiunto)
Voti validi 27.030.205
Hanno detto SI (contro gli spot) 11.985670 (44,30%)
Hanno detto NO (a favore di molti spot) 15.044.535 (55.70)

Avete letto bene. Gli Italiani hanno voluto molti spot pubblicitari durante i film. Non uno ma più d'uno.
Chiaramente con questa bella autorizzazione da allora ad oggi i pubblicitari e le TV si sono sentiti autorizzati non solo a lasciare gli spot nei film, ma ad aumentarli fino a limiti oggi divenuti insopportabili.

Il risultato, che io giudico allucinante, è frutto della imponente campagna referendaria dei proprietari delle tv che nel periodo prereferendario hanno convinto il 55,70 % della popolazione che senza spot non avrebbero più visto un film in tv. Il risultato è che oggi vediamo più spot che film

Questo per dimostrare, a chi ancora non ci crede, che il potere della televisione sulle menti e sulle coscienze è immenso. E pericoloso!

(pippo vinci)

domenica 24 febbraio 2008

alias dirigenti


A) PROBLEMA: da molti anni oramai lavoro nella Pubblica Amministrazione Italiana e Siciliana. Ed in molti suoi settori grande è il disagio di chi ci lavora. Molti di questi disagi (non tutti, è chiaro) hanno spesso origine dal difficile e conflittuale rapporto tra chi dirige e chi è diretto. Ed è su questo punto che vorrei fare qualche considerazione partendo dalle critiche che “i diretti” rivolgono ai “direttori” alias dirigenti.
Riassumo le critiche in 4 punti :
1. molti dirigenti non dirigono nessuno se non se stessi;
2. spesso i dirigenti non hanno alcuna responsabilità;
3. i dirigenti si occupano e preoccupano solo degli obiettivi da consegnare al loro superiori (siano essi politici o burocrati);
4. i dirigenti sono spesso incapaci di organizzare il lavoro e/o di gestire il personale alle loro dipendenze

B) GIUDIZIO : ritengo queste critiche, quanto meno, non prive di fondamento.

C) SOLUZIONE: ora azzardo qualche proposta che potrebbe (e sottolineo potrebbe) risolvere o aiutare a risolvere qualcuno dei 4 inconvenienti prima elencati.
Come sapete la valutazione dei dirigente è fatta solo dall'alto (1 via). Essa comprende un giudizio sui risultati raggiunti (70%) ed uno sulle capacità gestionali ed organizzative (30%).
In breve io suggerirei tre correttivi:
1. conferire ai collaboratori il compito di valutare il dirigente nel merito delle sue capacità organizzative. In tal modo, pur di non vedersi intaccata la premialità del 30% il dirigente sicuramente rivolgerà maggiori attenzioni alle sue competenze gestionali ed organizzative; questa è la valutazione a 2 vie (dall'alto e dal basso). Non ho certo dimenticato che una valutazione completa prevederebbe una terza via . Quella dell'utenza. Ma, al momento, questa sarebbe una complicazione che farebbe impantanare la ricerca della soluzione.
2. obbligare i dirigenti (tutti, anche gli apicali) a frequentare corsi specifici di gestione e organizzazione del lavoro (l'ignoranza in tale settore è spaventosa)
3. condividere una parte della premialità (quel 70% derivante dal raggiungimento degli obiettivi) con i propri collaboratori.

E) CONTROCRITICA: a questo punto molti penseranno che i collaboratori avranno in mano una potente arma per “vendicarsi dei loro dirigenti”

Risposta:
è vero, i dirigenti si troveranno tra due fuochi e potranno adottare una di queste due soluzioni
1. combattere su due fronti (contro il dirigente superiore e contro i collaboratori) Sfiancandosi .
2. fare bene il proprio lavoro occupandosi sia degli obiettivi che della organizzazione del lavoro e gestione del personale. Per fare questo, studierà. Perchè la tecniche di direzione e gestione non si conoscono per natura SI STUDIANO

(pippo vinci)

mercoledì 20 febbraio 2008

i santi protettori del Kosovo


Così oggi il Kosovo – per meglio dire, la sua maggioranza albanese – dichiara la sua indipendenza dalla Serbia , con la benedizione della UE e quella degli Stati Uniti. In base al principio dell’autodeterminazione dei popoli.
Questo diritto, che viene invocato per i kosovari, non vale per i ceceni, per i curdi, per i palestinesi… per mancanza di santi protettori: quelli giusti s’intende.
A proposito dei palestinesi, il diritto internazionale si è espresso decine di volte: così avrebbero diritto ad uno Stato ( risoluzione 181, del 1947), a riavere le loro terre occupate dagli israeliani da 40 anni (la 242), a non esser chiusi dentro un muro (la sentenza del 9 luglio 2004 della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja lo dichiara illegittimo e illegale e ne ordina la demolizione), a non vedersi confiscare la terra e l’acqua, secondo la convenzione di Ginevra. Ma non hanno santi protettori, di quelli che contano; e così Israele, dei diritti dei palestinesi, se ne può bellamente infischiare, con l’appoggio incondizionato degli Usa e la totale acquiescenza dell’Europa.
I diritti sono tali quando valgono per tutti, sono cioè universali. Se valgono per alcuni soltanto, sono privilegi, meglio ancora sono la legge del più forte

(luigi Fioravanti)

domenica 17 febbraio 2008

soluzioni italiane

Arriva da Messina la speranza. Nel comune di Torrenova in provincia di Messina è in già in uso un nuovo impianto per lo smaltimento dei rifiuti. La nuova tecnologia si chiama Thor (Total House Waste Recycling) ed è un progetto tutto italiano ideato dai tecnici del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche). Riportiamo di seguito la descrizione de sistema tratta dallo stesso sito del CNR

Come un ‘mulino’ di nuova generazione, l’impianto Thor riduce i rifiuti a dimensioni microscopiche, inferiori a dieci millesimi di millimetro. Il risultato dell’intero processo è una materia omogenea, purificata dalle parti dannose e dal contenuto calorifico, utilizzabile come combustibile e paragonabile ad un carbone di buona qualità.
“Un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico”, aggiunge Paolo Plescia, ricercatore dell’Ismn-Cnr e inventore di Thor, “compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse. Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto che viene generato dalla raffinazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, una volta eliminate le componenti inquinanti sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma rispetto a queste sono povere in zolfo ed esenti da idrocarburi policiclici”. E’ possibile utilizzare il prodotto sia come combustibile solido o pellettizzato oppure produrre bio-olio per motori diesel attraverso la ‘pirolisi’. L’impianto è completamente autonomo: consuma infatti parte dell’energia che produce e il resto lo cede all’esterno.
Il primo impianto THOR, attualmente in funzione in Sicilia, riesce a trattare fino a otto tonnellate l’ora e non ha bisogno di un’area di stoccaggio in attesa del trattamento; è completamente meccanico, non termico e quindi non è necessario tenerlo sempre in funzione, anzi può essere acceso solo quando serve, limitando o eliminando così lo stoccaggio dei rifiuti e i conseguenti odori. Inoltre, è stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze e in tutte le situazioni dove è necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto: un impianto da 4 tonnellate/ora occupa un massimo di 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro.
L’impianto può essere montato su un camion o su navi. In quest’ultimo caso, la produttività di un impianto imbarcato può salire oltre le dieci tonnellate l’ora e il combustibile, ottenuto dal trattamento, reso liquido da un ‘pirolizzatore’, può essere utilizzato direttamente dal natante o rivenduto all’esterno.
per maggiori informazioni visitate il sito del CNR (http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews?IDn=1758)

(la trazzera)

giovedì 14 febbraio 2008

eroi del 3° Reich

informazione n 1 : EROE : chi dà prova di straordinario coraggio e generosità; chi si sacrifica per un ideale: e. di guerra / morire, comportarsi da e. (dizionario De Mauro)

informazione n 2 : il candidato repubblicano alla casa Bianca , l’eroe della guerra in Vietnam McCain si avvia a conquistare la nomination per le elezioni presidenziali di novembre

considerazione n 1: può un marine americano reduce dalla guerra del Vietnam fregiarsi del titolo di eroe?
Rileggete bene l’informazione n 1. Passi per il coraggio (ma anche un kamikaze ne ha), come si può attribuire la medaglia di generosità e di idealità ad un militare di un esercito autore di una guerra di invasione che la storia ha oramai consacrato come una guerra sbagliata e imperialista?

considerazione n 2 : forse che chiamarlo semplicemente “reduce” o “veterano” pareva brutto?

provocazione : avete mai sentito parlare, a proposito della 2^ guerra mondiale, di eroi del 3° Reich?

(Amedeo Contino)

mercoledì 6 febbraio 2008

sei di sinistra se......

Da un po’ di tempo corre la voce, mai smentita, che il comunismo non esista più. Anzi “la sinistra” non esiste più. Corre voce che la sinistra sia sbandata ed alla ricerca di una identità, di una terza via (ricordate Blair?) perché non riesce più ad individuare dei valori attorno cui aggregarsi.Valori in cui un tempo si credeva, valori per i quali si lottava e si moriva. C’erano gli operai, c’erano le imprese nazionalizzate, c’era l’Unione Sovietica, c’era Bologna e c’era Peppone.
Ma, a parte Peppone e l’Unione Sovietica, le altre cose ci sono ancora e, detto questo, scopriamo che i valori per cui lottare e in cui identificarsi a sinistra non solo permangono, ma si sono addirittura moltiplicati e diversificati.
Riprendendo, modificandolo, un recente noto incipit, vorrei indicare quelli che secondo me sono i modelli cui deve ispirarsi uno che si senta ancora e sempre di sinistra (e perché no, comunista) e dimostrare alla delusa e imborghesita popolazione di sinistra che forse quello che è cambiato non è la sinistra. Sono cambiati loro. Rassegnatevi: non siete più di sinistra. Semplice no?
Sei di sinistra se pensi che gli operai sfruttati ci siano sempre e che a questi si siano aggiunti, per esempio, gli operatori dei call center, gli insegnanti, gli impiegati, gli immigrati, i contadini, le commesse ed i commessi dei negozi.....….
Sei di sinistra se pensi che i moderati siano quelli che chiedono la pace senza se e senza ma e non quelli che appoggiano le guerre giuste
Sei di sinistra se pensi che il partito democratico (pur se apprezzabile) non sia di sinistra
Sei di sinistra se paghi tutte le tasse cercando di combattere non per ridurle, ma per ottenere servizi migliori per tutti
Sei di sinistra se credi che gli Stati Uniti abbiano appoggiato tutti regimi fascisti del sud america
Sei di sinistra se credi che i servizi segreti non debbano essere segreti
Sei di sinistra se pensi che le Università debbano essere liberate dai baroni
Sei di sinistra se ritieni che la protezione dell’ambiente sia una priorità e non una esagerata e dannosa forma di integralismo ecologista che blocca il progresso
Sei di sinistra se pensi che gli eserciti di tutte le nazioni dovrebbero rimanere a casa propria
Sei di sinistra se pensi che gli immigrati abbiano gli stessi diritti e doveri nostri e che siamo tutti cittadini di un mondo dove quelli più fortunati e ricchi (come noi) debbano sentire il dovere (e il piacere) di aiutare e di accogliere i più sfortunati e poveri
Sei di sinistra se pensi che i lavoratori del terzo millennio abbiano diritto ad una riduzione dell’orario di lavoro ed a più tempo libero da dedicare a se stessi ed alla famiglia
Sei di sinistra se pensi che l’etica ed il rispetto delle regole siano indispensabili in una società civile
Sei di sinistra se preferisci la bicicletta al SUV
Sei di sinistra se pensi che i marciapiedi li debbano usare solo i pedoni
Sei di sinistra se pensi che la gestione dell’acqua debba rimanere pubblica
Sei di sinistra se pensi che i servizi essenziali debbano essere gestiti dallo stato
Sei di sinistra se preferisci la puntualità, l'efficienza e la pulizia di tutti i treni italiani alla TAV
Sei di sinistra se non vuoi il ponte sullo stretto di Messina
Sei di sinistra se pensi che i giudici non siano comunisti, ma soltanto giudici
Sei di sinistra se pensi che la pubblicità ti stia massacrando il cervello
Sei di sinistra se pensi che gli insegnanti debbano essere pagati il doppio
Sei di sinistra se pensi che la scuola pubblica sia meglio di quella privata
Sei di sinistra se pensi che i PACS siano una conquista di civiltà
Sei di sinistra se pensi che se i cattolici leggessero e vivessero il vangelo sarebbero anche loro di sinistra (quelli che non lo sono già)
Sei di sinistra se pensi che lo stato debba essere fortemente laico
Sei di sinistra se ritieni che il PIL sia un indice sbagliato per misurare il benessere di un popolo
Sei di sinistra se invii alla trazzera altri motivi per sentirsi di sinistra . Usa il comando “commenti”

p.s. potete non condividere tutto, ma potreste anche non essere di sinistra!

(Pippo vinci)

lunedì 4 febbraio 2008

morire per la pelle

Vorrei dire qualcosa di interessante, di incisivo, qualcosa che possa scuotere le coscienze di tutti a tal punto da creare una reazione forte e utile per cercare di porre fine a questo scempio. Ma non ci sono parole….bisogna fermarsi e guardare. Guardare col cuore quei teneri occhi che chiedono aiuto. Non sono una “combattente animalista” ma sono una innamorata degli animali pronta ad imparare da chi già conosce le strade da percorrere per la loro tutela, e disposta ad intraprenderle con tutta la buona volontà necessaria. Quindi vi chiedo: “cosa si può fare?”

(ellebi)

sabato 2 febbraio 2008

la vespa faraona

L’altro giorno ho letto su la trazzera l’avviso relativo al raduno mondiale delle vespe. Piaggio. E ne ho parlato a tavola. Subito il nonno ha detto:”Cazzo, anch’io avevo una vespa quando voi eravate piccoli”. Ricordate? quelle degli anni 50 con la signora seduta di traverso. Perché non stava bene che stessero a cavalcioni come i ragazzacci.
Il nonno ci comunica che la vespa, se non è stata rubata, dovrebbe trovarsi nella casa di campagna “ex di villeggiatura” dove “voi non volete più andare”.
Chiamo Giovanni e mi precipito alla ricerca di questo “motore”.
Seguiamo le indicazioni del nonno e scoviamo, dietro la casa, il magazzino dove potrebbe esserci la vespa. Apriamo la porta e ci troviamo davanti questa scena apocalittica (foto 1) .

E' ovvio che il nonno si è sbagliato! Come puo esserci una vespa la' dietro? Poi pernsiamo che quelloche stiamo per intraprendere altro non è che uno scavo archeologico, ci torna il coraggio e iniziamo a “sbarazzare”.
Ad un certo punto salta fuori un indizio. La tomba è quella giusta, la spedizione avrà successo. E.. sbarazza e sbarazza, ecco spuntare il muso della mummia (foto 2)

Intanto fuori si accumulavano i detriti dello scavo.(foto 3)


Giovanni dice che lui ha visto un documentario su istoriciannel dove si diceva che gli archeologi che trovavano una mummia poi morivano tutti. Io gli dico che quelli morivano perché a quei tempi non c’era la penicillina. E lui si convince. E poi quella che stiamo riesumando non è una mummia.

La ruggine lo dimostra. Andiamo avanti. Il ritrovamento è completo (foto4).

E siamo felici come indianagions. Ma ora ci servirebbe un miracolo per far rinascere il cadavere ossia rimetterlo in moto e andare al raduno mondiale di Cefalù dove dovrebbe fare la sua bella figura.

(pepe)