venerdì 28 novembre 2008

una lingua ladresca


Da anni si sente parlare di semplificazione del linguaggio amministrativo e di burocratese. Questo termine (mi riferisco a burocratese) compare per la prima volta nel 1979, ma già nel ‘500 esisteva il problema della lingua burocratica e ufficiale che veniva definita “lingua ladresca”. Una definizione che è tutta un programma.

Tutti, ma proprio tutti, sono concordi nell’affermare che scrivere contorto e oscuro è un modo sbagliato per comunicare. E, sopratutto, è un modo poco rispettoso per il cittadino, o per chiunque sia destinatario della comunicazione.
In più: tanto più complessa e importante è la notizia da comunicare, da trasmettere, da far circolare, tanto più semplice deve essere il linguaggio.

La Pubblica Amministrazione, già da qualche decennio, ha deciso che questo malcostume deve finire. "Ora basta!" - disse con fermezza.
Ma invece di dire in modo diretto : “cari funzionari, scrivete in modo chiaro, semplice, comprensibile e sintetico. Scrivete quindi come scrivevate a scuola (media)”, cosa fa?
Produce tutta una serie di leggi, circolari, norme, corsi di formazione, seminari, disposizioni, manuali e via dicendo, scadendo nel ridicolo. In altre parole per ridurre le complicazioni della burocrazia, ne produce di nuove.

Nell’anno 2002, per esempio, il Ministero dell’Economia e Finanza, produce un manuale curato dal dott Alfredo Fioritto, dal titolo “il progetto per la semplificazione del linguaggio amministrativo”.
Un progetto? Un progetto.

114 pagine (centoquattordici) per dire, in pratica, che le frasi sono composte da un soggetto, un predicato verbale e qualche complemento.

Ok, ma perché un progetto? Semplice, perché i progetti sono finanziati. Specialmente se durano molto, occupano molte persone e si concludono con la produzione di libri o manuali, passando per seminari e convegni fatti in giro per la penisola.

Nella premessa del manuale si legge, infatti, che al progetto hanno partecipato ben 14 tra professori e alti funzionari (immagino ben pagati); che il progetto prevedeva un percorso articolato addirittura in tre fasi ; che il progetto si concludeva con la realizzazione dello stesso manuale.

Innumerevoli sono poi (nel merito) le circolari che circolano all’interno degli uffici. E non parliamo dei corsi di formazione.
Ma cosa mai insegneranno in questi corsi di formazione? Forse l’uso della punteggiatura? O forse le modalità di riesumazione del congiuntivo? Oppure, ancora, come andare a capo e dove mettere il punto! Chissà!?
Con grande soddisfazione degli U.R.P. …. pardon, Uffici per le Relazioni con il Pubblico, che sono incaricati di redigere e diffondere le circolari.

Ma quale è il risultato di questa lotta? Nessun risultato. Zero babà!
Il burocratese imperversa indisturbato negli uffici dove ci sono molti che, addirittura, lo difendono. Le circolari continuano a circolare, inascoltate, non lette, spesso mal scritte, ma circolano. Non solo.
Il Parlamento più antico del mondo, ossia l'ARS (ARS = Assemblea Regionale Siciliana) ha istituito una Commissione Speciale o Comitato detto “Comitato per la qualità della legislazioneche svolge il seguente compito istituzionale : "Il Comitato esprime parere sulla qualità dei testi legislativi con riguardo alla loro omogeneità, alla semplicità, chiarezza e proprietà della loro formulazione, ai sensi dell’articolo 160 ter del Regolamento interno".

Il Comitato è composto da 9 deputati regionali di cui 1 è presidente (Orazio Ragusa), due sono i vicepresidenti ed uno svolge il compito di segretario (?!?).
Il Comitato deve quindi avere dato parere favorevole anche al comma 1 dell’articolo 4 della Legge regionale n 12 del 2008: (Norme di controllo del sovrappopolamento di fauna selvatica o inselvatichita in aree naturali protette.) che così recita:

1. All'articolo 16, comma 2, lettera d), della legge regionale 6 maggio 1981, n. 98 e successive modifiche, dopo la parola 'minerali' aggiungere le parole 'e sui piani di abbattimento controllato di specie selvatiche (inciso omesso in quanto impugnato dal Commissario dello Stato, ai sensi dell'art. 28 dello Statuto).

.. per capire il quale , dovranno esser consultate almeno un’altra legge, uno Statuto (ma quale Statuto?) , l'atto di impugnazione del Commissario dello Stato , e tutte quelle norme (non si sa quali e quante) richiamate dalla dicitura … e successive modifiche.
... ed è solo un comma di un articolo!

(pippo vinci)

mercoledì 26 novembre 2008

Se questo è un terrorista


Ziad Jarrah, nelle versioni ufficiali dell’11/9, era il fondamentalista fanatico e suicida che pilotò l’aereo dirottato della United Airlines (volo 93) fino al suo schianto nelle campagne della Pennsylvania.

Oggi ci viene mostrato un suo video risalente a qualche tempo prima.
Come gli altri documenti sul “gruppo di fuoco” dei mega-attentati, anche questo conferma anomalie stridenti per il ritratto di un fondamentalista.
Video e accertamenti ricavati da vari investigatori, anche dell’FBI, e ignorati dalla Commissione sull’11/9, ci mostrano dei giovani ben poco pii, per nulla dediti ad austere consuetudini salafite, e molto inclini a momenti di vera débauche, ubriacature, cocaina, vestiti alla moda e gioielli, senza trascurare qualche braciola di maiale.

I presunti dirottatori Marwan Alshehhi e Hamza Alghamdi – ad esempio - acquistarono video porno e giocattoli erotici per centinaia di dollari in Florida. Spesero 252 dollari in video e 'giocattoli' ai primi di luglio 2001, e poi altri 183 dollari nel corso di quel mese.

Come se non bastasse, Satam Al-Suqami probabilmente pagò per un'accompagnatrice a Boston il 7 settembre 2001. Alshehhi venne inoltre riconosciuto da sei ballerine del Cheetah’s, un nightclub di Pompano Beach, Florida.

Questo combacia con altre prove del fatto che i dirottatori bevevano alcol, pagavano per ballerine di lap dance, guardavano video porno, ecc., ben lontani dal comportamento che ci si aspetterebbe da dei religiosi radicali. Le presenze dei presunti dirottatori in bar e ristoranti lasciano grandi tracce con le carte di credito. V

a detto che alcune carte di credito usate dai presunti dirottatori furono usate ancora negli USA dopo l'11/9. Per esempio, una carta di credito posseduta congiuntamente da Mohamed Atta e Marwan Alshehhi venne usata due volte il 15 settembre. Ciò risulta di sostegno alle notizie giornalistiche di fine 2001 che riportavano che le carte di credito dei dirottatori furono usate sulla Costa orientale degli USA non più tardi dei primi di ottobre del 2001. In ogni caso, sappiamo anche che i linceziosi picciotti di al-Qā‘ida non disdegnavano le sale da gioco di Las Vegas, altro luogo in cui dei musulmani non fanno esattamente la figura dei devoti al Corano.

Nulla si sa sulla data originale del filmato di Jarrah tirato fuori dalla NBC. Di norma gli aspiranti attentatori suicidi filmano i loro testamenti video alla vigilia dei loro attentati. Sono intesi come un messaggio finale alle proprie famiglie, e come uno strumento di propaganda da trasmettere in ambienti di militanti. L’assenza di dati così specifici si presta a manipolazioni e deviazioni che aggiungono dubbi, più che risolverne.

Ziad Jarrah appare impacciato, come se recitasse controvoglia, senza solennità, un copione idiota in cui non crede minimamente, tanto che gli scappa da ridere, come uno che esclami “che s’ha da fa’ pe’ campa’!” A sostegno della versione ufficiale, i suoi mitografi hanno interpretato così il video di Jarrah: guardate come sono insidiosi questi fondamentalisti, si sono mimetizzati così bene da diventare il vostro invisibile vicino, la minaccia nascosta della porta accanto. Gente normale, in apparenza, ma assassina.È possibile una diversa lettura di simili comportamenti? Lo spiegava bene Jim Garrison, nel suo libro JFK - Sulle tracce degli assassini (Milano, Sperling&Kupfer, 1992 ) al capitolo 5, intitolato “La messa a punto del capro espiatorio”: nel gergo dei servizi segreti una lunga operazione che si svolga nel corso degli anni e faccia compiere a una pedina, inconsapevole vittima sacrificale, gesti che solo in seguito verranno capiti e interpretati, si dice “inzuppare la pecora” (sheepdipping). Allora sono possibili diverse ipotesi investigative sugli atti della “pecora inzuppata” Ziad Jarrah, differenti dal balbettante sconcerto che invece ha accolto questo video sui media mainstream.

Di certo Ziad Jarrah appare coinvolto in veste di esecutore di un qualche segmento delle azioni terroristiche dell’11/9, magari per mandare fumo negli occhi.

Ma il suo profilo – come quello degli altri presunti dirottatori - non appare adeguato al grado di complessità dell’operazione. Qualche anno fa il generale Fabio Mini diceva che si tratta di scovare «non quelli che hanno condotto l'attacco, né quelli che hanno pianificato e diretto le operazioni, ma coloro che hanno ideato il piano».

Essi hanno capacità, che Bin Lāden e associati non possiedono, «da geni della politica, della strategia e della guerra».

di Pino Cabras - Megachip

venerdì 21 novembre 2008

Ogni 12 secondi due bambini muoiono di fame,

Un asino compare all’orizzonte nell’aride terra del Darfur. Non ci sono uomini, capanne, rumori della guerra a ostacolare il suo cammino. Un video del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite mostra la sua andatura lenta. Impiegherà 12 secondi per scomparire dall’inquadratura. Due bambini sono nel frattempo morti di fame.

sabato 15 novembre 2008

oggi la trazzera compie un anno


Oggi La trazzera compie un anno. Auguri.
Il 15 Novembre 2007 abbiamo pubblicato il primo articolo (che in gergo si chiama post) e ad esso ne sono seguiti , fino ad oggi, 87.Compreso questo.
Come è possibile leggere in fondo a questa pagina , in un anno abbiamo ricevuto 11657 visite e 89 sono stati i commenti da parte dei visitatori.
Non sappiamo (e non ci interessa tanto saperlo) se questi numeri siano sinonimo di successo o di fallimento. Non ci esalterebbe la prima ipotesi, non ci deprimerebbe la seconda.
Per noi il blog è solo un luogo divertente e accattivante per comunicare le nostre idee. E sapere che chiunque, ovunque si trovi, abbia la possibilità di leggerle, condividerle, criticarle o ignorarle , ci stimola e ci incoraggia.
E siamo stati stimolati a tal punto che oggi la Trazzera è arrivata ad essere composta da 4 pagine psedo-tematiche che, nel loro insieme, hanno raccontato 157 post in 12 mesi.
Purtroppo, all’orizzonte si profila un pericolo. Da qualche tempo si parla di una norma che obbligherebbe i blog ad una sorta di registrazione e di controllo come per tutti i giornali.
Questo significherebbe che ogni blog dovrebbe essere diretto da un giornalista professionista iscritto all’albo E visto che noi facciamo un altro mestiere, questo significherebbe la fine della Trazzera.
Poco male, direte voi! Si, poco male se finisce la trazzera , ma immenso male se con la trazzera muoiono i milioni di blogs che in questi ultimi anni hanno consentito la circolazione di miliardi di informazioni e idee (nonchè bufale e idiozie), ma in piena libertà.

Ma oggi è un giorno di festa e non vogliamo pensare al nostro funerale.

mercoledì 12 novembre 2008

85 detenuti morti in meno di un anno


Nella indifferenza più totale, così si consuma la vita nelle carceri italiane. Siamo al collasso, ma si pensa di abolire la legge Gozzini

Un detenuto agli arresti domiciliari presso una clinica psichiatrica di Viterbo, si è tolto la vita martedì 16 settembre. L’uomo, 42 anni, era stato arrestato in seguito al furto di alcuni oggetti dal duomo di Civita Castellana, in provincia di Viterbo.

E’ l’ultimo suicidio in ordine di tempo che interessa i detenuti. Molte volte, come in questo caso, non si conosce neppure il nome del detenuto. In altri casi il nome lo si conosce e così veniamo a sapere che nel carcere di Opera (Milano) un 33enne, Gianni Montenegrini, è stato trovato impiccato.

Gli inquirenti pensano al suicidio, ma molti fanno notare che un paraplegico avrebbe difficoltà ad impiccarsi. Gianni Montenegrini era in carcere dal giugno scorso in attesa di giudizio.
Un detenuto marocchino si è suicidato per inalazione di gas a Badu ‘e Carros, in provincia di Nuovo. Senza nome e senza storia, come tanti suoi connazionali.

Il 25 agosto scorso, invece, è morto Franco Paglioni, trovato riverso sul pavimento della cella tra le sue feci dopo aver inutilmente denunciato forti dolori. Mentre le istituzioni parlano di cause naturali, il cappellano del carcere, don Dario Ciani, scrive che le condizioni di salute del detenuto erano note, tanto che in passato aveva sempre ottenuto misure alternative a causa della sua incompatibilità con la detenzione.

Questa volta non è accaduto e Franco Paglioni è morto. L’autorità giudiziaria non ha chiarito le cause esatte dalla morte. Del resto a chi mai può interessare un Franco Paglioni qualsiasi affetto, per giunta, da una sieropositività conclamata? A nessuno. Se in carcere ci va qualche potente, comincia la sfilata dei deputati per andarlo a trovarlo, si parla di garantismo. Se poi si toglie la vita o muore… Paglioni non era nessuno, era malato, non aveva nessun potere, non faceva parte dei poteri forti di questa società.

E’ morto fra le sue feci e nessuno si è accorto.

Nelle carceri italiane dal 1° gennaio al 12 settembre 2008 sono morti 85 detenuti. Di questi, almeno 33, per suicidio. Rispetto allo stesso periodo del 2007, il numero dei suicidi tra i detenuti è aumentato dell’11 per cento. Se continua questo andamento, alla fine dell’anno i suicidi potrebbero arrivare a quota 50 (nel 2007 erano stati 45) e il totale dei decessi a 128 (contro i 123 del 2007). In totale, dal 2000 ad oggi, i detenuti morti in carcere sono stati 1.298, di cui 468 suicidi accertati.

E mentre in carcere si muore, il duo Alfano-Maroni straparla di braccialetti elettronici. I 400 utilizzati finora con scarso successo, sono costati, a tutti noi, 11 milioni di euro l’anno, fin dal 2003 con un contratto stipulato con la Telecom che scade nel 2011. In pratica pagheremo senza usare i 400 braccialetti anche perché, tecnicamente, sono stati un flop. Il segnale si perdeva oltre i 200 metri come si perdeva se il detenuto andava in cantina o nella vasca da bagno. Per l’affitto dei 400 braccialetti, abbiamo accumulato un debito di 7 milioni di euro.

Ora si parla di spendere altri 20 milioni di euro. Ma come? Hanno sempre detto che non c’erano soldi.
Perché, di grazia, sono stati tagliati 150 milioni di euro per le strutture carcerarie e per la traduzione dei detenuti? La domanda se l’ha fatta Francesco Quinti, responsabile nazionale Comparto Sicurezza della Cgil. Sì, bella domanda.

Dubitiamo che Quinti avrà delle risposte. I nostri governanti sono tutti presi a convincere gli italiani che c’è un problema sicurezza e in carcere debbono andare tutti (almeno coloro che non sono potenti): da chi fa pipì in strada a chi adesca, da chi si sdraia sulle panchine a chi legge un libro nel parco, da chi usa gli zoccoli a chi usa le borse di plastica. E in più, naturalmente, i “diversi”, siano essi gay, neri o rom. In realtà le carceri scoppiano di nuovo, c’è un sovraffollamento spaventoso.

Ogni mese entrano in carcere circa mille persone. Alla fine dello scorso agosto in carcere c’erano 55.831 persone per 43.262 posti, Al momento dell’indulto c’erano in carcere 60.710 detenuti. Secondo le stime del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) fra poco si potrebbe arrivare alla cifra esplosiva di 67 mila persone incarcerate.

Adriano Todaro

domenica 9 novembre 2008

esulto o non esulto?

Alla vigilia di ogni incontro di calcio del campionato di serie A , uno dei tormentoni che riempiono le pagine dei quotidini sportivi è : se segno, esulto o non esulto?
E' il dilemma di ogni ex.
Ed ecco che gli ex si dividono in due categorie.
a) Quelli che se ne fottono e dichiarano (coraggiosamente) che esulteranno.
b) Quelli che non se ne fottono e dichiarano (con le lacrime agli occhi) che non esulteranno......


mercoledì 5 novembre 2008

i popoli esigono chiarezza


E’ festa per Barack Obama. E’ festa in tutto il mondo. E fa festa, nel suo microscopicoo spazio virtuale, anche la trazzera che per Barack ha fatto il tifo.
La vittoria è stata netta, decisa, giusta.
Il cammino inarrestabile sicuro e , soprattutto, non moderato. Barak, a parte la sua storia ed il colore della pelle, ha dimostrato che per vincere le elezioni, e per vincerle bene, bisogna essere decisi nel dichiarare tutte le differenze che ti distinguono da chi fino ad oggi ha governato per se e per i suoi amici.
Oramai i popoli di tutte le nazioni esigono chiarezza, coraggio e lealtà da coloro che saranno chiamati a governarli.
Non molto tempo fa qualcosa di simile era successo in Spagna con Zapatero.
Guardiamoci bene intorno. La favola dei moderati viene utilizzata solo da chi vuole imbrogliare , da chi diffonde paura, da chi vuole avere le mani libere per fare ciò che più gli conviene.
In un passato recente, si era dato del moderato a chi poi ha voluto la guerra, le guerre. Si era dato del moderato chi poi ha distrutto l’ambiente in cui viviamo, i servizi sociali, la solidarietà, a chi respinge con la forza della bugia i poveri del terzo mondo che arrivano nei paesi ricchi solo per non morire di fame. O per non essere uccisi o torturati dai signori delle guerre.
E si era dato dell’estremista a chi voleva impedire tutto ciò.
Con Barack, forse le parole avranno il loro vecchio e unico significato. I moderati, in politica, non esistono. E se si dichiarano tali , noi non li crediamo. Non li crediamo più! Moderato = falso, viscido, inconsistente.
A noi piacciono uomini e donne decisi, da una parte e dall’altra. Solo così è possibile capire chi sta dalla tua parte e chi non sta dalla tua parte. E Barack sta dalla nostra parte.
(pippo vinci)

lunedì 3 novembre 2008

quando si dice...la coincidenza


Molti di noi ricordano l'alluvione di Firenze. Era il 4 novembre 1966 e l'Arno ruppe gli argini e invase le strade ed i piani bassi del capouogo toscano.
Fu un momento drammatico e solo a Firenze si contarono 17 vittime. Altri 17 furono i morti nei centri vicini, lungo la valle del fiume Arno. Inestimabili anche i danni al patrimonio artistico.

Sempre il 4 novembre, ma del 1333 , e sempre a Firenze ci fu un'altra tremenda alluvione. Di seguito una breve cronaca dell'epoca ." La notte cominciò a mancare. Trovossi nel Valdarno di sotto grandissimo danno di bestiame, e di genti, e di case, e di masserizie, e furono molto guaste le semente, e andatone il fiore de’ terreni lavorati, e gran danno di mura delle Terre di Valdarno fece infino a Pisa. Dissono gli antichi, che mai non fu si grande acqua a’ loro tempi, e di ciò si dolsero quasi tutti i Taliani, del danno di Firenze, che fu inestimabile."

Nella foto, le due lapidi che ricordano l'altezza raggiunta dall'acqua al centro della città nelle due occasioni.
(la trazzera)