venerdì 19 febbraio 2016

SU JIADISTI CHE NON SAREBBERO VERI MUSULMANI E CRISTIANI FONDAMENTALISTI CHE NON SAREBBERO VERI CRISTIANI.

Giorni fa ero in un circolo cinematografico (Apollo11, Roma) in cui si teneva un dibattito su cosa stava dietro la rappresentazione che Daesh-Isis fa di se stesso per reclutare nuovi jiadisti.

Il dibattito toccava temi interessanti, ma c'era anche una abbondante confusione e certi intolleranti isterismi che viziavano la comunicazione.  Ripensandoci, mi rendo conto che, anche se non appare, certe intolleranze e certe opinioni hanno dei fondamenti religiosi, che sarebbe bene mettere a fuoco. Ripensandoci, io stesso, ateo super-convinto, non sono affatto certo di essere esente da alcuni presupposti culturali che hanno fondamenti religiosi. leggi tutto
GeriSteve

martedì 9 febbraio 2016

dove va il bus

Guardate questo disegno. E rispondete a questa domanda: quale è la direzione di marcia della vettura?
Questo test è stato proposto in alcune scuole negli USA. Ebbene pare che la soluzione sia stata data dalla maggioranza degli allievi più piccoli. Gli adulti hanno avuto più difficoltà.
E secondo voi, verso dove va il bus?

venerdì 5 febbraio 2016

il lavoro fa schifo

recensione di un Saggio di Cali Ressler e Jody Thompson
editrice Elliot -
prezzo € 16.50
Il lavoro non è un luogo fisico dove ci rechiamo ogni mattina, ma è ciò che facciamo. Sono le nostre idee, i nostri progetti.
Il lavoro non può essere la negazione della nostra vita. Questo libro esamina i motivi che rendono la maggior parte dei luoghi di lavoro poco funzionali e propone un metodo nuovo (e sorprendentemente efficace) per eliminare le false convinzioni che impediscono di sviluppare appieno le potenzialità del lavoratore.

In un ufficio rivoluzionato il dipendente è pagato per la quantità di lavoro che produce, non per la porzione di vita che regala. Questa semplice idea contribuisce a sviluppare un personale più stimolato, concentrato, disciplinato e, soprattutto, soddisfatto.

Ormai il concetto tradizionale di lavoro (36/40 ore settimanali, lunedì¬-venerdì, 9-17) è¨ superato. Vediamo persone inadeguate alle loro mansioni che vengono promosse solo perchè arrivano prima e si trattengono più a lungo di tutti gli altri alla loro postazione. Partecipiamo a lunghissime, e molto spesso inutili, riunioni dove sopportiamo colleghi che pongono domande insulse solo per sottolineare la loro presenza.

Viviamo nella cosiddetta Era dell’Informazione, della tecnologia che avvicina le persone, ma nella sostanza la natura del posto di lavoro, gli orari e la presenza obbligata dietro una scrivania non sono cambiati dall’Era Industriale, quando la catena di montaggio esigeva la presenza fisica dell’operaio.
Non è¨ necessario che lavoratori e aziende stravolgano la propria natura per attuare questa rivoluzione: basta cambiare modo di lavorare.

(recensione tratta dal sito Qlibri)

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In breve il libro espone i risultati di un esperimento realizzato in alcni ambienti di lavoro (pubblici e privati) negli USA. Le ricercatrici hanno introdotto il lavoro senza obblighi di orario. Ad ognuno viene dato un incarico e il lavoratore può svolgerlo dove desidera (pure a casa) e negli orari a lui più graditi (pure di notte) , rispettando comunque i tempi di consegna. Nessun obbligo di presenza , nessuno badge, nessuna firma, nessun controllo sulla presenza. Risultato? La produttività è aumentata ovunque si sia realizzato questo esperimento! 


Questo dimostra come sia fumosa e populista QUESTA  campagna contro i fannulloni della Pubblica Amministrazione. Il problema non è QUANTO si sta chiusi negli uffici, ma COSA si fa negli uffici. Innanzi tutto diciamo che Fannullone è chi non fa nulla, mentre chi timbra e va a fare la spesa è un truffatore. Ora immaginate due situazioni:
a)      Tizio entra in ufficio alle 7, 30. Fa il suo lavoro bene e con costanza. La sua produttività è molto alta. I suoi dirigenti sono contenti deL suo lavoro. Alle 11 Tizio si concede una pausa di 5 minuti per un caffè. Esce, ma non timbra il cartellino. Torna in ufficio e riprende con  solerzia, costanza e perizia il suo lavoro fino alle 14, quando timbra l’uscita e torna a casa sua. 

b)      Caio arriva in ufficio alle 7, 30 ,timbra, si siede alla sua scrivania ed invece di lavorare si fa i cazzi suoi: parla al telefono con gli amici, gioca al pc con solitari e roulette virtuali , chatta, e naviga sui social network. Ogni tanto prende un caffè dalla macchinetta interna al suo ufficio. Alle 14 esce timbrando regolarmente il cartellino. Per la riforma Renzi-Madia, Caio è un IMPIEGATO MODELLO!
Domanda: chi dei due è il fannullone che danneggia la pubblica amministrazione ed i cittadini? Chi dei due andrebbe licenziato?
Bene, per i giornalisti, per il Ministro Madia, per il premier Renzi, per la legge, per l’opinione pubblica, il dipendente fannullone da licenziare è Tizio!
E’ giusto?
Ok Tizio, fiscalmente, ha sbagliato a non timbrare per andare al bar. Ma quei 5 o 6  minuti persi potrebbero semplicemente essere oggetto di richiamo, di un recupero orario, di un rimprovero da parte del dirigente. Ma non certo di un licenziamento!!!!! E’ Caio che si meriterebbe il licenziamento. ma nessun giornalista, nessun opinionista si preoccupa di quello che Caio fa o non fa in ufficio. Tutti gli occhi sono puntati sulla macchinetta obliteratrice. ma vanno licenziati anche quelli non vanno al bar a perdere solo 5 minuti, ma in palestra o a fare la spesa, in barca, a casa  e via dicendo.

Io in altre parole, se fossi il dirigente superiore di Tizio, seguendo la giusta logica del libro,  in quei minuti passati al bar avrei pure offerto la colazione all’impiegato modello Tizio, altro che licenziamento!
pippo vinci

lunedì 1 febbraio 2016

Miti da sfatare: S. Martino e Calimero

S Martino divide in 2 il caldo mantello
Cominciamo con S Martino.
Secondo la nota leggenda, un giorno d’inverno, un cavaliere di nome Martino cavalcava per un sentiero in mezzo ad un bosco, armato di spada e avvolto nel suo caldo e rosso mantello. Faceva freddo. Molto freddo.Ad un certo punto il fiero cavaliere vide un povero vecchio mezzo ignudo che soffriva come un cane per il freddo cane.
Il buon Martino cosa fece? Prese la spada, tagliò il mantello in due parti (spero uguali) e ne diede una all’infreddolito viandante.
Tosto, il buon Dio fece spuntare il sole e la temperatura divenne tersa: l’estate di S Martino. Che si festeggia ogni anno l'11 novembre



Fino a poco tempo fa, leggendo questa storiella utile a dimostrare (nonostante la spada) la bontà di Martino, nulla mi sembrava fuori posto. Tutto concordava e tutto conduceva alla considerazione che si, Martino ha fatto un bel gesto e Dio, onnipotente, lo ha immediatamente gratificato (su questa terra) facendo spuntare il sole e imponendo alla temperatura di alzarsi, presumibilmente, di diversi gradi centigradi.
Poi ho prestato più attenzione all’episodio tramandato e mi sono venuti dei seri dubbi:

1° dubbi
o
Se Martino era veramente così buono da meritarsi poi la qualifica di santo perchè tagliare il mantello? Perchè non donarlo tutto al povero e nudo viandante? S Francesco, nove secoli dopo, donerà tutto ai poveri, non la metà!

2° dubbio
Sappiamo, dalle Sacre Scritture che la ricompensa per una vita cristiana , sarebbe la vita eterna. O in ogni caso sarebbe una ricompensa importante, da riscuotere “nell’altro mondo” perché il Suo regno non è di questo mondo. Qui la banale ricompensa (mitigazione del clima) avviene in questo mondo e  quasi in tempo reale!

3° dubbio (forse il più pesante!)
Perchè fare spuntare il sole ora che il vecchietto congelato aveva di che scaldarsi? Si presuppone infatti che se Martino non avesse incontrato il pover’uomo , questi sarebbe rimasto infreddolito fino a morirne, no? Di conseguenza la mutazione climatica non è stata fatta per il poveretto, ma per il ricco e buon (?) Martino che oramai aveva solo mezzo mantello a disposizione, che quindi non lo tutelava totalmente. Povero Martino!

In sintesi : finchè il mantello lo aveva Martino, il tempo poteva rimanere inclemente ed il vecchio poteva morire di freddo. Appena Martino si è mezzo denudato ed il vecchio aveva di che coprirsi ecco che arriva l’estate.

Spero solo che Martino non sia diventato santo per questa leggenda, se dovessi scoprire questo, proporrei una sottoscrizione per annullare la santità del santo dell’11 novembre!


E veniamo a Calimero

Negli anni 60 imperversava in TV la nota pubblicità del detersivo AVA (come lava!) che aveva in Calimero il suo virtuale (era un cartoon) testimonial.

Calimero , verso la fine dello spot, piange disperato perché tutti lo emarginano e lo evitano in quanto piccolo e nero. Ma subito una voce fuori campo lo consola dicendo, ".. no, Calimero tu non sei nero SEI SOLO SPORCO".

E' superfluo farvi notate, che questa ultima è la frase più razzista detta in TV da quando esiste la TV. Secondo il creativo che ha ideato lo spot, è meglio essere sporchi piuttosto che neri!


P.S. Ma lo avete visto Calimero bianco dopo il lavaggio con AVA. Secondo me fa schifo!
Credimi Calimero, meglio nero che bianco!

pippo vinci

post già pubblicato il 17 novembre 2010