mercoledì 28 gennaio 2009

fateli contenti, comprate ancora automobili!


Da un po’di tempo, esattamente da quando la crisi mondiale è entrata nel vivo e nella mente di tutti, si sente sempre più parlare di aiuti alle case automobilistiche. Aiuti che poi, alla fine, si concretizzano in incentivi per spingere i consumatori ad acquistare ancora automobili.

Molti si chiedono allora: perché aiutare sempre chi produce automobili, visto che la crisi si sente in quasi tutti i settori industriali?
Perché non aiutare chi fabbrica elettrodomestici, oppure bottoni, o ancora, computer, blue jeans, orologi a cucù, maionese, stivali o lampade al neon?

E ancora. Non si era sempre detto che nelle città c’erano troppe macchine? Perchè non approfittare della crisi per ridurre il numero delle automobili in giro?
No. Ora che la gente non compra più automobili (meglio, se ne compra una ogni 7/8 anni anziché ogni 3), i Governi cercano i trovare soluzioni per fargliele comprare. Ma allora perché le zone ZTL? Perchè incentivare l’uso dei mezzi pubblici? Perché consigliare l’uso delle bici? Insomma siamo al culmine della contraddizione. A meno che… a meno che dietro tutti queste preoccupazioni non ci sia il solito zampino. Quello dei soliti signori del petrolio.

(pippo vinci)

lunedì 26 gennaio 2009

un big bang non basta


La teoria più accreditata della nascita dell'universo è quella
del big bang.

Tale teoria si basa sull'idea che lo spazio ed il tempo abbiano
avuto inizio circa quattordici miliardi di anni fa, in un ipotetico
istante.
In tale istante la temperatura e la densità di energia tendono
all'infinito.
Le scoperte avvenute nell'arco degli ultimi trenta anni hanno
costretto i fisici a rivedere ed integrare questa teoria che con-
tinua a lasciare insoluti alcuni enigmi fondamentali, come
l'accelerazione dell'universo.
Inoltre non risponde al quesito più importante: che cosa ha
scatenato il big bang? cosa c'era prima?
Alcuni scienziati hanno messo a punto un modello dell'universo
alternativo,ovvero la versione più aggiornata del modello del
big bang.
La loro idea e' quella di un universo ciclico.
Secondo tali scienziati il big bang non e' il modello germinale
nella storia del'universo ma un evento periodico.
Dunque il big bang segna il confine tra la fine di un ciclo evolutivo
e l'inizio del successivo.
La nuova teoria sull'universo ciclico che sta incontrando proseliti tra gli astrofisici, è stata illustrata esaurientemente al recente Festival della Scienza di Genova dall'astrofisico statunitense Paul Steinhardt, che per la prima volta in Italia ha parlato del suo libro scritto con Neil Turok, "Universo senza fine" (in italia pubblicato da il Saggiatore e uscito nelle librerie il 23 ottobre scorso).


(Eta Beta)

giovedì 22 gennaio 2009

Nadal non accetterebbe la mia sfida


La sera, prima di addormentarmi, mi diverto a sognare ad occhi aperti. Decido quindi cosa sognare. E mi immagino una trama fantastica in cui il protagonista, ovviamente, sono io.
Da un po’ di tempo questa fiction ha un tema dominante: immagino che una mattina, alzandomi, mi accorgo di avere dei superpoteri…umani. Ossia delle capacità umane , non impossibili, ma di assoluta eccellenza.
Per esempio mi immagino di essere l’uomo più veloce del mondo. Oppure l’uomo più intelligente e così via.

Deciso questo, tutta la trama si sviluppa immaginando di utilizzare tale super potere per diventare famoso ed essere acclamato da tutti.
Per rendere la trama più interessante ho deciso che il superpotere selezionato abbia una durata limitata, per esempio 1 anno, e quindi il tempo per emergere è limitato.

Prendiamo il campo dello sport. Quale super qualità potrebbe , in un solo anno, essere meglio riconosciuta e sfruttata per conquistare fama e allori?
Ho analizzato vari sport. Il tennis no. In un anno non c’è tempo per scalare la classifica mondiale. E poi quale grande torneo accetterebbe me, illustre sconosciuto? Dovrei fare la trafila a partire dall’iscrizione ad un circolo del tennis e via dicendo. Troppo tempo. Oppure potrei sfidare Nadal e umiliarlo con un perentorio 6-0 6-0. Ma, a parte il superpotere, tutto il resto della fiction deve camminare su binari realistici. E certo Nadal non accetterebbe mai la mia sfida.

Il calcio neppure. Sia perché è uno sport di squadra, sia perché nessun grande club ammetterebbe ad un provino un uomo di oltre quarant’ anni.
Sono passato ad analizzate, a questo punto, lo sport più individuale e più popolare del mondo: l’atletica leggera. E qui ho avuto l’illuminazione. La maratona. Si, la maratona è la specialità ideale per questo scopo. Infatti basta iscriversi alla Maratona di New York e vincerla dominando tutti. Il gioco è fatto; non sarebbe necessario neanche aspettare un anno. Fama e allori arriverebbero in un solo giorno.
Ho deciso, stasera , prima di addormentarmi farò la Maratona di New York

(amedeo contino)

venerdì 16 gennaio 2009

affetto e rispetto


Tutti abbiamo (abbiamo avuto o avremo) degli amici. E tutti abbiamo (avevamo o avremo) dei parenti. Parlo dei parenti stretti come genitori e fratelli e magari zii e cugini. Escludiamo per un momento i figli. Che essendo “pezz' e' core”sono in pratica come noi stessi.

Ognuno nutre, verso gli amici, un sentimento di affetto che è diverso da quello che prova verso i parenti. Non voglio qui dissertare sull’intensità del sentimento, ma sulla qualità di esso.
E considerando che al cuor non si comanda, il sentimento che uno prova non può essere guidato, sospeso, incrementato, ignorato. Quello che è, è.

Ma nei confondi del prossimo (amico o parente che sia) c’è un altro atteggiamento che dobbiamo e possiamo (questo si) governare. E’ il rispetto.

Ordunque, una parentela stretta non dovrebbe essere messa in discussione da una mancanza di rispetto. E’ comunque raro che si allontani un parente per una offesa leggera . Succede, ma è raro.

Ma per una amicizia le cose cambiano. All’amico non basta il sentimento di affetto. L’amico deve essere rispettato. Come e più di un parente. L’amicizia dura non solo se c’è l’amore amicale. Non basta.

Un’ amicizia dura se c’è un forte e reciproco rispetto. Dell’amico ci si deve fidare, l’amico deve essere pronto sia a dare che a ricevere. Non basta solo il dare come non è sufficiente il solo ricevere. L’amico non deve essere ingannato, tradito, deriso, ignorato.
Quindi datevi da fare e rispettate di più gli amici che amate. Anche a costo di fare qualche piccolo torto ad un parente.

Quante amicizie, infatti, avete visto crollare per una ripicca, una offesa, un mancato invito ?

(pippovinci)

venerdì 9 gennaio 2009

uccidere senza inquinare


la polizia e l'esercito e americani si allineano finalmente al protocollo d Kioto, a Green Peace, ai verdi di tutto il mondo. Tra non molto, infatti, si doteranno di proiettili non inquinanti.
Sembra una barzelletta ma non lo è. Infatti le massime autorità militari e investgative statunitensi hanno deciso che per uccidere si può e si deve. Quando la guerra è giusta è giusta. Ma l'ambiene che colpa ha di trovarsi lì?
Ed allora stanno costruendo delle pallottole senza piombo. Che fa male ai pesci e su su per la catena alimentare potrebbe far ammalare qualche uomo. Magari lo stesso che stiamo uccidendo direttamente con la pallottola ecologica.
Ma che senso ha?.
Non lo dovrebbero capire pure loro che la pallottola più ecologica del mondo è quella che non si spara?

Inoltre la polizia ha deciso che le pallottole devono potere oltrepassare i corpetti antiproietti dei gangaster ed allo stesso tempo, in caso di assenza di corpetto, la stessa pallottola deve disintegrarsi nel corpo del "sospetto" devastandogli le carni, senza però uscire per colpire qualche "sospetto" innocente.
Allora questa pallottola magica (che è però in fase di realizzazione) funziona così
- se colpisce un sospettoa colpevole col giubbotto, lo uccide trapassando il corpetto.
- se invece ne colpisce uno senza corpetto, essa entra nel suo corpo, esplode e quindi non può più nuocere ad altri.
ma che sono pazzi sono?


(pippo vinci)

giovedì 8 gennaio 2009

Smontiamo alcuni luoghi comuni su Gaza


Vedere come i canali televisivi arabi e quelli occidentali hanno coperto gli avvenimenti è come affacciarsi a due mondi differenti. Influenzati dalla corrente d’opinione promossa dall'amministrazione di Washington, vicina ad Israele, i media europei e statunitensi hanno assunto mezze verità come fatti, ignorando la situazione complessiva della Striscia e molti dei recenti avvenimenti politici imprescindibili per capire che cosa sta accadendo.
Per comprendere il massiccio movimento di solidarietà che si sta vivendo nei paesi musulmani verso Gaza è necessario contestualizzare i fatti e smontare alcuni dei luoghi comuni. Questi sono alcuni esempi.

Primo luogo comune: “Hamas prese il potere con la forza nel 2007”
In realtà, il Movimento di Resistenza Islamica arrivò al potere nel gennaio del 2006 dopo aver ottenuto l’appoggio del 65% dei palestinesi nelle elezioni celebrate allora, in una massiccia vittoria che fu sorprendente dentro e fuori i territori occupati.
La supervisione internazionale riferì che non si erano prodotte irregolarità, ma il Quartetto (USA, UE, Russia e ONU), congelò i suoi aiuti ai palestinesi con il voluto obiettivo di obbligare Hamas a rinunciare alla violenza e indebolire il gruppo.
Da parte sua, Israele diede inizio ad una dura strategia di isolamento iniziata trattenendo i fondi che riscuote in nome delle autorità palestinesi a titolo di imposta, circa 40 milioni di euro vitali per la sopravvivenza dei Territori.
Inoltre, i soldati israeliani arrestarono la maggior parte dei deputati islamisti nella Cisgiordania e a Gerusalemme Est, fermando il Parlamento palestinese che rimase sprovvisto del “quorum” per poter lavorare.
Il confronto storico tra la fazione Al Fatah, sconfitta alle urne, e Hamas si aggravò più che mai, ma un sottile intervento internazionale ottenne che si passasse delle parole alle armi.
Secondo un'indagine della rivista “Vanity Fair” fondata su documenti confidenziali autenticati da fonti nordamericane, "si ebbe un'iniziativa nascosta approvata da Bush ed organizzata dalla segretaria di Stato Condoleezza Rice e dal vice consigliere per la Sicurezza nazionale, Elliott Abrams, per provocare una guerra civile palestinese".
Il piano consisteva nell’appoggiare le forze dirette da [Mohamed] Dahlan [leader di Al Fatah] e dotarle di un nuovo armamento fornito su richiesta nordamericana per dare a Fatah la forza necessaria per eliminare dal potere il governo democraticamente eletto di Hamas. Cioè, Washington promosse un conflitto civile interpalestinese per farla finita con gli islamisti.
Così, il leader dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP), Abu Mazen, (Mahmud Abbas) si rifiutò di consegnare il controllo delle forze di sicurezza ad Hamas che a sua volta organizzò le proprie. Gli scontri isolati tra le due fazioni proseguirono per quasi un anno e mezzo, fino a che, nel giugno 2007, sfociarono in una breve guerra intestina.
Agli islamisti furono sufficienti pochi giorni per avere il sopravvento su Al Fatah. Abu Mazen sciolse il governo eletto di Hamas per nominare un altro esecutivo, tacciato d’illegalità da alcuni esperti palestinesi che criticarono duramente anche l'azione di Hamas, e dividendo “de facto” i due territori palestinesi.

Secondo luogo comune: “Il blocco fu imposto dopo il “colpo di stato” di Hamas”
Il blocco cominciò giorni dopo che gli islamisti arrivarono al governo, a dispetto delle denunce delle organizzazioni umanitarie, le quali notarono che senza gli aiuti internazionali i territori erano esposti ad una crisi umanitaria.
Pochi mesi dopo la vittoria elettorale, le ONG denunciarono la scarsità di medicinali negli ospedali ed avvisarono del rischio di malattie infettive. Il peggio stava per arrivare. Dapprima ci fu la risposta israeliana alla cattura del soldato Guilad Shalit, che punì duramente la Striscia.
Un anno dopo, a seguito dei combattimenti interpalestinesi, Tel Aviv dichiarò Gaza entità nemica, permettendo l'entrata di appena 19 prodotti di base rispetto ai 3.500 che entravano prima.
Da allora, la prima crisi umanitaria creata espressamente dall’Occidente ha impoverito la popolazione fino a limiti insospettabili. Se, nel 2007, un milione di persone a Gaza, dove abitano 1,5 milioni di palestinesi, sopravvivevano grazie agli aiuti dell'ONU, oggi si calcola che 1,2 milioni mangiano grazie alle Nazioni Unite, le quali hanno smesso di ricevere gli alimenti vitali a causa della chiusura israeliana. Oggi, gli abitanti di Gaza hanno serie difficoltà a reperire il pane.

Terzo luogo comune: “La colpa dell'offensiva è di Hamas perché continua a lanciare i razzi”
Lo scorso 19 dicembre, Hamas diede per finita la tregua unilaterale di sei mesi nella quale gli islamisti non lanciarono la loro artiglieria casalinga salvo che per risposta ai bombardamenti israeliani, senza causare morti. In cambio, esigevano che Tel Aviv alleviasse l’assedio permettendo l'entrata di prodotti di base e di combustibile, cosa che non accadde mai.
In quei mesi la situazione umanitaria nella Striscia andò deteriorandosi, fino al punto che gli israeliani proibirono il passaggio degli aiuti delle Nazioni Unite e perfino il combustibile affinché le agenzie dell'ONU potessero assistere la popolazione.
"In quale altro posto l'ONU subisce un sequestro? Dove si sottomette l'aiuto alimentare a tante severe restrizioni?”, si interrogava il direttore dell'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, John Ging.
Da parte sua, l’alto commissario dell'ONU per i Diritti umani, Navi Pillay, denunciò che "il blocco è una violazione delle leggi internazionali ed umanitarie."
Il relatore speciale dell'ONU per i territori palestinesi, il professore ebreo statunitense Richard Falk, reclamò agli inizi di dicembre uno "sforzo urgente per applicare le norme che proteggono la popolazione civile palestinese dalle politiche di punizione che comportano un crimine contro l'umanità". Falk, che qualificò il blocco contro Gaza come una violazione "continuata, flagrante e massiccia della legge umanitaria internazionale", fu espulso da Israele quando cercò di ritornare nei territori per terminare la relazione che dovrà presentare davanti all'ONU a marzo.

Quarto luogo comune: “Israele si difende dall'offensiva palestinese”
È certo che le fazioni armate palestinesi lanciano i loro razzi contro il sud di Israele, come è certo che Tel Aviv conduce offensive aeree contro la Striscia in quelli che definisce "assassini selettivi", che normalmente causano in generale vittime civili. La questione sta in che tipo di danno provocano gli uni e gli altri.
Secondo i dati del Ministero della Difesa israeliana, l'ONG The Israeli Project calcola che 23 israeliani sono morti tra l’inizio del 2001 e l'estate del 2008 a causa dei proiettili palestinesi. Secondo il Centro palestinese per i Diritti umani, in quello stesso periodo 3.800 palestinesi sono morti a causa degli attacchi israeliani, dei quali quasi 850 sono bambini.
D'altra parte, il Governo israeliano investe forti somme nella sicurezza della sua popolazione collocata nelle prossimità di Gaza, mentre i palestinesi non solo non hanno i bunker, ma neanche medicine, acqua o elettricità.

Quinto luogo comune: “Si tratta di un attacco contro l'infrastruttura militare di Hamas”
Le moschee, il canale della televisione di Hamas (Al Aqsa TV), l'Università Islamica di Gaza. Vari edifici civili sono stati attaccati nell'attuale offensiva di Tel Aviv, oltre a centri politici e militari.
Il problema è che qualunque attacco contro un obiettivo, perfino militare, a Gaza coinvolge numerosi civili, giacché la Striscia è una dei luoghi con maggiore densità di popolazione al mondo.
La maggioranza delle vittime sono state tra gli ufficiali della polizia palestinese affiliata ad Hamas, tra essi il loro massimo responsabile, nominato da Al Fatah, il che porta Israele ad affermare che sono stati colpiti obiettivi militari.
Tuttavia, secondo la IV Convenzione di Ginevra relativa alla protezione dei civili in tempo di guerra, i funzionari, compresi gli ufficiali di polizia, nei conflitti sono considerati civili e non combattenti, e per questo i gruppi dei Diritti umani denunciano un massacro.

Mónica G. Prieto

Mónica G. Prieto è stata corrispondente per Israele ed i Territori palestinesi tra il 2005 e 2007, e a vissuto a Gaza la vittoria elettorale di Hamas, le conseguenze del blocco e la situazione della guerra civile palestinese

dal sito www.ilbriganterosso.info

sabato 3 gennaio 2009

il silenzio di Obama (lettera a Giulietto Chiesa con risposta)

Caro Giulietto

Forse sarò prevenuto e forse esagero ma mi sembra che il silenzio di Obama sia drammaticamente chiaro.
Obama è filoisraeliano e non sarebbe poi una sorpresa.
Mi sono chiesto come mai questo durissimo attacco di Israele si sta svolgendo proprio nell'interregno tra Bush e Obama e la risposta non può che essere questa:
l'attacco è stato programmato prima , con l'apporto (attivo o passivo poco importa) di Obama. E il momento ideale è proprio questo . Bush , infatti, non può fare e dire più nulla . Obama e la Clinton, invece, si sentono "autorizzati" a non parlare.

Ma chi tace acconsente e molto di più , visto che chi tace è, già da qualche settimana, l'uomo più potente ed influente del mondo.

E vorrei andare un po' oltre dicendo che il razzo di Hamas, che è stato preso come scusa per il genocidio palestinese, ha una origine un po' misteriosa. Se siamo (e siamo) convinti del grande inganno dell'11 settembre, non ci vuole molto a pensare male anche di questo razzo "palestinese".
Sbaglio?
Nella foto a destra l'immagine di 5 bambine palestnesi uccise (mentre giocavano) dall'aviazione israeliana
(pippo vinci)
la risposta di Giulietto Chiesa
Non sbagli. Presto ci accorgeremo che Obama, come ha scritto Noam Chomsky, è la più formidabile operazione d'immagine escogitata dal Superclan. Questo silenzio di Hillary-Obama è solo l'antipasto. Sui razzi non so e quindi non dico. Faccio il conto dei morti. E, come ho già detto, quando lo squilibrio è di uno a 1000 non si può più parlare di guerra ma solo di strage, rappresaglia. Di tipo nazista. Tanto più invereconda quando la si fa al riparo della Shoà.
GC

martedì 30 dicembre 2008

Solidarietà al popolo palestinese


ROMA, 29 DICEMBRE 2008
L'assalto sanguinoso, e vile, di Israele contro la popolazione della striscia di Gaza è una vergogna per la comunità internazionale che ha permesso che avvenisse e che non ha fatto nulla per impedirlo e per fermarlo.

La stampa occidentale descrive gli eventi con la stessa, intollerabile faziosità con cui raccontò l'aggressione georgiana contro l'Ossetia del Sud, lo scorso agosto.
Vorrei che si ricordasse che la Russia fu condannata dal Parlamento Europeo per reazione "sproporzionata". Cosa firmeranno adesso i parlamentari europei che allora firmarono quella condanna? Se ne rimarranno in silenzio?

La mia solidarietà piena va al popolo palestinese, Popolo martire.
Il governo israeliano , con questo ennesimo massacro, dimostra di essere un pericolo per la pace del mondo . E, come accade sovente agli stupidi, finisce per essere un pericolo per se stesso, come tutti coloro che ignorano non solo la legge internazionale, ma anche la storia dei popoli.

Giulietto Chiesa Parlamentare europeo

non siamo mai soli: buon anno!

clicca sull'immagine per vederla più grande e più chiara

sabato 27 dicembre 2008

oltre 150 morti


Il Golia israeliano ha dimostrato ancor una volta come intende trattare il Davide palestinese: massacrandolo. Bilancio dell'aggressione: oltre 150 morti tra la popolazione civile, oltre 200 feriti. Caccia e missili contro kalashnikov. Raffinatezze tecnologiche contro povera gente inerme. Adesso si sentirà il solito coro: ma Hamas tirava i razzi su Israele.
Probabile, anzi vero. Bilancio dei razzi palestinesi: un morto. Si dirà che la contabilità dei morti è cosa miserabile.
Ma andatelo a spiegare alle mamme che hanno perso i loro figli nel bombardamento del Golia aggressore. Andatelo a spiegare ai palestinesi che si sono visti portare vie le loro terre e che adesso non possono neanche più vederle perchè sono dietro a un muro.
Ma, per noi europei, civilizzati e (ancora per poco) vincitori, esiste solo un muro, quello di Berlino, da ricordare fino alla nausea.
Si dirà che Hamas è organizzazione terrorista. Ma aveva vinto le elezioni. Bisogna spiegarselo. Si dirà - per spiegarselo - che i palestinesi sono cattivi e antidemocratici, mentre gli israeliani sono buoni e democratici.
Cioè si fara del razzismo. Dello sporco, intollerabile razzismo.
(dal sito di Giulietto Chiesa)
p.s. ad oggi (28 dicembre) i morti son già 400.

lunedì 15 dicembre 2008

suicidi nascosti


Crisi dell'Alitalia, CAI, cassa integrazione, drammi e suicidi. Si suicidi.
Due giovani hostess dell'ex Alitalia si sono suicidate e nessuno ne parla.
Ho scoperto la notizia seguendo l'ultimo spettacoo di Beppe Grillo intitolato Delirio. Tornato a casa ho voluto saperne di più . Il solo sito che ne ha dato velata notiza è quello di finanza.repubblica.it, che all'interno di un lungo articolo in cui si parla di "fatti economici e cassa integrazione" prosegue così:

.......Chissà quanto è pesata la paura del futuro e dell'ignoto nelle scelte estreme di B.B. una hostess romana di 39 anni e di F. P. una sua collega genovese. Entrambe si sono suicidate nel giro di una decina di giorni (il secondo caso è dell'altro ieri).
Nessuno osa collegare direttamente i loro gesti con la crisi della compagnia, ma tutti, parlandone a bassa voce tra un volo e l'altro, fanno ragionamenti tanto ovvi quanto agghiaccianti: "Ne discutevamo ieri con dei colleghi - racconta A. U. - Ci guardavamo, cercavamo di capire.
E' vero, nessuno può dir nulla di quello che succede nella testa e nel cuore di una persona... di quello che ti porta a una scelta così. Ma tutti eravamo d'accordo che se uno ha dentro una grossa fragilità, una sofferenza, un dolore personale; se uno sta male, tutto questo che sta accadendo a noi e intorno a noi può diventare una spinta importante, se non determinante a un gesto così grave e terribile".
Oltre, nessuno si sente di andare, ma qualcuno dovrà cominciare a pensare se due suicidi in dieci giorni in una categoria di poche migliaia di persone unite da un destino drammatico, sono ascrivibili alla normalità. ....

No nessuno ne parla. Si preferisce parlare di neve che cade copiosa in inverno (ma che strano!)!!!

Così come ad Agosto si parla di caldo afoso (ma va'?)!!
Questa è l'informazione in Italia : spazzatura!!!

(pippo vinci)

sabato 13 dicembre 2008

Palme, addio!


Sul sito sciacca.blogolandia.it è stato pubblicato un interassente articolo, scritto da Walter Giannò, che fa il punto sulla situazione dell’infestazione di punteruolo rosso sulle palme.

Un dramma che sembra non preoccupare i nostri amministratori locali, visto che l’unico metodo ad oggi utilizzato per l’imitare la diffusione del parassita , che sarebbe l’abbattimento e la bruciatura delle palme morte, non viene quasi più praticato a giudicare dalla visibile ecatombe di palme che oramai funesta il paesaggio di Palermo e di moltissime città siciliane e non solo siciliane.

Ecco quanto scritto da Giannò:
La Sicilia è nota per le sue palme: esse sono elementi costituenti della storia naturale dell’isola. A Palermo, ad esempio, s’incontrano spesso ed uno degli alberghi più famosi della città è proprio intitolato alle Palme.
Ma oggi ci si imbatte soprattutto in arecaceae che stanno male o addirittura morte, con le fronde rivolte tristemente verso il basso, vinte da un male incurabile. Tutta colpa del famigerato punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus): un coleottero terrorista, originario dell’Asia, che ora ha deciso di fissare dimora in Sicilia. Il primo avvistamento nell’isola è datato 2005, mentre la prima segnalazione in Italia è dell’anno precedente, derivante da un vivaista di Pistoia che importò palme dall’Egitto.
Su Palermo.Blogolandia.It,” ho cominciato ad occuparmi della vicenda nel dicembre scorso, pubblicando due interessanti post di Maria Butera. Il primo fa un quadro generale della vera e propria tragedia, descrivendo l’insetto così: “Il punteruolo vive all’interno della palma, dove compie interamente il suo ciclo vitale. La femmina depone circa 300 uova distribuite alla base delle giovani foglie o sulle loro ferite o in cavità del tronco della palma. Dopo 14-21 giorni fuoriscono gli adulti. L’intero ciclo dura 4 mesi. Sullo stesso albero di palma possono sovrapporsi più generazioni dell’insetto. Generalmente il curculionide non si sposta in una nuova palma finché non ha completamente distrutto quella su cui vive”.

Il secondo, invece, si concentra sul danno economico che sta causando il coleottero: “Il cinquanta per cento delle palme italiane viene prodotto in Sicilia, bloccandosi la vendita delle palme, crolla un intero mercato. Negli ultimi due mesi la situazione è vertiginosamente precipitata perché l’Europa chiede il passaporto verde e la Regione siciliana non è ancora in grado di rilasciarlo. L’applicazione della decisione dell’Unione Europea, dunque, mette in ginocchio il settore vivaistico siciliano e il rischio è quello di perdere la leadership europea che ha guadagnato negli ultimi anni, con un danno economico non indifferente“.
Ed anche le palme di Sciacca sono state colpite dal punteruolo rosso. In piazza Scandaliato, ad esempio, ho scattate queste due foto stamane, in cui si nota l’incappucciamento dei tronchi.
Esiste una cura?
A quanto pare il terrorista delle arecaceae potrebbe essere sconfitto con il Neemazal, brevettato dall’Intrachem Bio Italia e presentato proprio nel capoluogo siciliano il 7 maggio di quest’anno. Enrico Camerata Scovazzo, responsabile dell’area agronomica dell’ A.S.A. Consulting, allora dichiarò che “si tratta di un protocollo unico e semplice che si basa su un prodtto biologico non tossico che viene applicato direttamente alle radici della pianta. Attraverso i vasi conduttori della palma, il prodotto arriva sulla gemma apicale, dove si accumula nei tessuti rendendoli tossici per le larve dell’insetto. La possibilità di non trattare direttamente sulla chioma riduce i costi degli interventi rendendoli accessibili anche ai privati“.

Tutto risolto? Macché! A distanza di 7 mesi in Sicilia le palme continuano a morire (ed anche altrove in Italia, ad esempio a Termoli e a Molfetta).
E ieri un lettore di Blogolandia, Francesco Velletri, mi ha inviato un’e-mail con la quale espone la sua soluzione per risolvere questa piaga “biblica”.

“La mia è solo un’idea che scaturisce dal fatto che ancora ad oggi non si è trovato un vero e proprio rimedio efficace per la lotta al coleottero. Credo che il problema venga un po’ sottovalutato da chi dovrebbe arginarne il fenomeno e non si pensa che stando così le cose probabilmente quando spariranno le palme potrebbero essere aggredite altre specie arboree. Io non so se la mia idea possa essere più o meno valida, ma in ogni caso provare non costerebbe nulla. Certo non è una soluzione definitiva ma contenitiva perchè limiterebbe la diffusione dell’insetto quando si trova nella fase larvale e funzionerebbe solo per le palme già colpite.
I metodi utilizzati quando la palma viene colpita, prevedono il taglio dei rami e l’inserimento in cima di una sonda con la quale viene immessa una sostanza nociva per le larve e che ha bisogno di tempo per potere agire.

Il sistema che penserei di adottare è rapido e non utilizza prodotti chimici, si basa solo sull’inserimento di due elettrodi nella parte apicale della palma, dove c’è presenza maggiore di linfa, che come la maggior parte di liquidi è conduttrice, (in caso contrario si potrebbe immettere dell’acqua), e inviare una scarica elettrica di intensità tale da distruggere le larve nel giro di pochi secondi. Il tutto potrebbe essere fatto utilizzando un braccio meccanico, senza dovere per forza eliminare i rami, utilizzare scale o altri arnesi e quindi con una notevole velocità di azione per passare alla pianta successiva con un irrisorio se non quasi nullo costo. Faccio presente che tutto ciò non ha alcun fondamento scientifico ma si basa su una idea, per cui non è detto che funzioni e soprattutto non ha alcun scopo di lucro come potrebbe essere la ricerca del prodotto miracoloso che diverse aziende stanno studiando“.

Infine, ecco una considerazione provocatoria, magari triviale… forse infondantissima: il punteruolo rosso non è un coleottero di cui si sta conoscendo l’esistenza soltanto adesso. In Egitto, ad esempio, è stato segnalato per la prima volta nel 1992 ed in Spagna 2 anni dopo. Ma non è che sia scappato da qualche laboratorio?

Chissà: tutti dovreste conoscere il leitmotiv da leggenda metropolitana che le case farmaceutiche creano i mali per venderne la cura… Oppure il coleottero micidiale deriva dalla globalizzazione anche del mercato delle piante? E’ davvero plausibile il fatto che sia comparso proprio ora per puro caso, per colpa di un vivaista di Pistoia che ha avuto l’idea di portare in Italia una palma dall’Egitto?

mercoledì 10 dicembre 2008

Lega Nord: niente cure ai clandestini !!!


FIRMATE E DIFFONDETE.


Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP di Modena ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) per tentare di fermare la proposta della Lega Nord di abolire le cure primarie ed essenziali agli immigrati sprovvisti di permesso di soggiorno (forse il più turpe dei provvedimenti che il governo sta prendendo).


Per firmare, basta cliccare sull'indirizzo: http://appelli.arcoiris.tv/salute

martedì 9 dicembre 2008

ma Obama... chi è?


Nessuno sa ancora chi è Obama. Durante la lunga campagna elettorale americana (primarie comprese) Barack ha fatto sognare tutti.
Ed è proprio questo che comincia a preoccuparci. Obama è amato da tutti e tutti sperano in lui . Anche i suoi presunti avversari politici si stanno schierando con lui (tipo Colin Powel).
E che dire delle nomine governative. Molti falchi sono rimasi ai loro posti (tipo il capo del Pentagono). ma che significa tutto ciò?

Noi vorremmo capirci qualche cosa prima di rimanere profondamente delusi dai suoi comportamenti.

Pubblichiamo quindi un commento non sospetto , scritto cioè subito dopo la vittoria alle primarie sulla sfidante Hillary Clinton




(dal blog Open World - il futuro è libero)

Nessuno sa chi sia veramente Barack Obama, forse nemmeno lui. Il quarantaseienne candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti è contemporaneamente il più di sinistra dei politici americani giunti a un passo dalla Casa Bianca, ma anche il più conservatore dei leader liberal degli ultimi quarant’anni.
Viene paragonato a grandi presidenti democratici come Kennedy, ma anche al campione della rivoluzione conservatrice Ronald Reagan.
Obama è amato dai radical e dai moderati, dai falchi e dalle colombe, dai laici e dagli uomini di fede.
Piace anche a destra, come non è mai piaciuto nessun big del Partito democratico.La stampa non aiuta a dissolvere i dubbi, perché dopo oltre un anno e mezzo è ancora infatuata del senatore.

Obama è raccontato come fenomeno, come tendenza, come mito. Qualsiasi cosa faccia o dica è storica, epocale, profetica e non importa se in netta contraddizione con un’altra cosa storica, epocale, profetica di un paio di giorni prima.
Di Obama si sa che è cool, fighissimo, si sa poco, invece, di ciò che pensa. Pochissimo dei suoi continui cambi di posizione. Niente di come si comporterà una volta eletto alla Casa Bianca. Negli ultimi dieci giorni ha sterzato parecchio a destra, sollevando qualche piccolo malumore. C’è chi dice che in fondo sia tutto normale, perché è un classico vincere le primarie democratiche con una piattaforma di sinistra e poi spostarsi strategicamente al centro nella corsa finale col candidato repubblicano.

Quando Hillary Clinton, o prima di lei suo marito Bill, salterellavano da sinistra a destra e si esercitavano nell’arte della triangolazione politica, tutti sapevano che in realtà loro erano di sinistra, oltre che cinici al punto da non porsi il problema di abbracciare temi di destra pur di mantenere il potere.
Obama, però, è un candidato diverso. L’essenza stessa della sua proposta è farla finita con i soliti giochetti della politica politicante di Washington. Lui è il candidato del cambiamento, del sogno, della rivoluzione etica e morale della politica americana, uno che non prenderebbe mai una posizione per puro calcolo politico.

Obama ha cominciato la sua corsa come il candidato post razziale e post partisan, l’unico capace di unificare il paese e di porre fine alle guerre culturali avviate negli anni Sessanta. In campagna elettorale, a causa dei tardivi colpi dei Clinton, è emerso un lato elitario e radicale della sua personalità politica.

Vinta la gara con Hillary, Obama non si è soltanto spostato al centro, ha cambiato posizione su quasi tutto.
Nel giro di pochi giorni, Obama ha detto di essere favorevole alla pena di morte per gli stupratori di bambini (era contrario), favorevole al diritto a portare armi (era per una rigida regolamentazione del porto d’armi), favorevole alle procedure antiterrorismo elaborate da Bush (in precedenza aveva votato contro il Surveillance Act e aveva annunciato un ostruzionismo nel caso Bush avesse insistito);
favorevole ai trattati di libero commercio (aveva vinto le primarie dicendo di essere contrario);
favorevole all’idea di patria e di patriottismo (aveva rifiutato di indossare la spilletta con la bandiera americana);
favorevole agli aiuti federali per le associazioni religiose (uno dei capisaldi del conservatorismo compassionevole di Bush);
favorevole alla raccolta privata di fondi elettorali (sosteneva il finanziamento pubblico per tenere lontani dalla politica i soldi delle lobby).

A giorni, secondo il New Yorker, cambierà posizione sul ritiro immediato dall’Iraq e dopo l’incontro a Baghdad con il generale David Petraeus potrebbe annunciarlo, magari sulla base dell’ultimissimo rapporto contrario a un calendario rigido di ritiro stilato dal suo centro studi di riferimento, il Center for a New American Security.

Si può pensare che i suoi continui cambiamenti di fronte su temi così importanti siano soltanto politica politicante, ma se fosse così Obama non sarebbe più il nuovo Messia, ma una versione yankee di Clemente Mastella. Magari Obama crede nelle cose che sta dicendo, ma allora ha ragione il Wall Street Journal e Obama è una versione cool di Bush.

Se, invece, cambia idea per semplice indecisione, allora Obama è il nuovo John Kerry o un clone di Jimmy Carter.

Ma è più probabile che Obama non si curi delle sue acrobatiche giravolte, tanto la stampa è in adorazione e non scriverà mai cose cattive su di lui. In questo caso, Barack Obama sarebbe il più grande politico di tutti tempi.

venerdì 28 novembre 2008

una lingua ladresca


Da anni si sente parlare di semplificazione del linguaggio amministrativo e di burocratese. Questo termine (mi riferisco a burocratese) compare per la prima volta nel 1979, ma già nel ‘500 esisteva il problema della lingua burocratica e ufficiale che veniva definita “lingua ladresca”. Una definizione che è tutta un programma.

Tutti, ma proprio tutti, sono concordi nell’affermare che scrivere contorto e oscuro è un modo sbagliato per comunicare. E, sopratutto, è un modo poco rispettoso per il cittadino, o per chiunque sia destinatario della comunicazione.
In più: tanto più complessa e importante è la notizia da comunicare, da trasmettere, da far circolare, tanto più semplice deve essere il linguaggio.

La Pubblica Amministrazione, già da qualche decennio, ha deciso che questo malcostume deve finire. "Ora basta!" - disse con fermezza.
Ma invece di dire in modo diretto : “cari funzionari, scrivete in modo chiaro, semplice, comprensibile e sintetico. Scrivete quindi come scrivevate a scuola (media)”, cosa fa?
Produce tutta una serie di leggi, circolari, norme, corsi di formazione, seminari, disposizioni, manuali e via dicendo, scadendo nel ridicolo. In altre parole per ridurre le complicazioni della burocrazia, ne produce di nuove.

Nell’anno 2002, per esempio, il Ministero dell’Economia e Finanza, produce un manuale curato dal dott Alfredo Fioritto, dal titolo “il progetto per la semplificazione del linguaggio amministrativo”.
Un progetto? Un progetto.

114 pagine (centoquattordici) per dire, in pratica, che le frasi sono composte da un soggetto, un predicato verbale e qualche complemento.

Ok, ma perché un progetto? Semplice, perché i progetti sono finanziati. Specialmente se durano molto, occupano molte persone e si concludono con la produzione di libri o manuali, passando per seminari e convegni fatti in giro per la penisola.

Nella premessa del manuale si legge, infatti, che al progetto hanno partecipato ben 14 tra professori e alti funzionari (immagino ben pagati); che il progetto prevedeva un percorso articolato addirittura in tre fasi ; che il progetto si concludeva con la realizzazione dello stesso manuale.

Innumerevoli sono poi (nel merito) le circolari che circolano all’interno degli uffici. E non parliamo dei corsi di formazione.
Ma cosa mai insegneranno in questi corsi di formazione? Forse l’uso della punteggiatura? O forse le modalità di riesumazione del congiuntivo? Oppure, ancora, come andare a capo e dove mettere il punto! Chissà!?
Con grande soddisfazione degli U.R.P. …. pardon, Uffici per le Relazioni con il Pubblico, che sono incaricati di redigere e diffondere le circolari.

Ma quale è il risultato di questa lotta? Nessun risultato. Zero babà!
Il burocratese imperversa indisturbato negli uffici dove ci sono molti che, addirittura, lo difendono. Le circolari continuano a circolare, inascoltate, non lette, spesso mal scritte, ma circolano. Non solo.
Il Parlamento più antico del mondo, ossia l'ARS (ARS = Assemblea Regionale Siciliana) ha istituito una Commissione Speciale o Comitato detto “Comitato per la qualità della legislazioneche svolge il seguente compito istituzionale : "Il Comitato esprime parere sulla qualità dei testi legislativi con riguardo alla loro omogeneità, alla semplicità, chiarezza e proprietà della loro formulazione, ai sensi dell’articolo 160 ter del Regolamento interno".

Il Comitato è composto da 9 deputati regionali di cui 1 è presidente (Orazio Ragusa), due sono i vicepresidenti ed uno svolge il compito di segretario (?!?).
Il Comitato deve quindi avere dato parere favorevole anche al comma 1 dell’articolo 4 della Legge regionale n 12 del 2008: (Norme di controllo del sovrappopolamento di fauna selvatica o inselvatichita in aree naturali protette.) che così recita:

1. All'articolo 16, comma 2, lettera d), della legge regionale 6 maggio 1981, n. 98 e successive modifiche, dopo la parola 'minerali' aggiungere le parole 'e sui piani di abbattimento controllato di specie selvatiche (inciso omesso in quanto impugnato dal Commissario dello Stato, ai sensi dell'art. 28 dello Statuto).

.. per capire il quale , dovranno esser consultate almeno un’altra legge, uno Statuto (ma quale Statuto?) , l'atto di impugnazione del Commissario dello Stato , e tutte quelle norme (non si sa quali e quante) richiamate dalla dicitura … e successive modifiche.
... ed è solo un comma di un articolo!

(pippo vinci)

mercoledì 26 novembre 2008

Se questo è un terrorista


Ziad Jarrah, nelle versioni ufficiali dell’11/9, era il fondamentalista fanatico e suicida che pilotò l’aereo dirottato della United Airlines (volo 93) fino al suo schianto nelle campagne della Pennsylvania.

Oggi ci viene mostrato un suo video risalente a qualche tempo prima.
Come gli altri documenti sul “gruppo di fuoco” dei mega-attentati, anche questo conferma anomalie stridenti per il ritratto di un fondamentalista.
Video e accertamenti ricavati da vari investigatori, anche dell’FBI, e ignorati dalla Commissione sull’11/9, ci mostrano dei giovani ben poco pii, per nulla dediti ad austere consuetudini salafite, e molto inclini a momenti di vera débauche, ubriacature, cocaina, vestiti alla moda e gioielli, senza trascurare qualche braciola di maiale.

I presunti dirottatori Marwan Alshehhi e Hamza Alghamdi – ad esempio - acquistarono video porno e giocattoli erotici per centinaia di dollari in Florida. Spesero 252 dollari in video e 'giocattoli' ai primi di luglio 2001, e poi altri 183 dollari nel corso di quel mese.

Come se non bastasse, Satam Al-Suqami probabilmente pagò per un'accompagnatrice a Boston il 7 settembre 2001. Alshehhi venne inoltre riconosciuto da sei ballerine del Cheetah’s, un nightclub di Pompano Beach, Florida.

Questo combacia con altre prove del fatto che i dirottatori bevevano alcol, pagavano per ballerine di lap dance, guardavano video porno, ecc., ben lontani dal comportamento che ci si aspetterebbe da dei religiosi radicali. Le presenze dei presunti dirottatori in bar e ristoranti lasciano grandi tracce con le carte di credito. V

a detto che alcune carte di credito usate dai presunti dirottatori furono usate ancora negli USA dopo l'11/9. Per esempio, una carta di credito posseduta congiuntamente da Mohamed Atta e Marwan Alshehhi venne usata due volte il 15 settembre. Ciò risulta di sostegno alle notizie giornalistiche di fine 2001 che riportavano che le carte di credito dei dirottatori furono usate sulla Costa orientale degli USA non più tardi dei primi di ottobre del 2001. In ogni caso, sappiamo anche che i linceziosi picciotti di al-Qā‘ida non disdegnavano le sale da gioco di Las Vegas, altro luogo in cui dei musulmani non fanno esattamente la figura dei devoti al Corano.

Nulla si sa sulla data originale del filmato di Jarrah tirato fuori dalla NBC. Di norma gli aspiranti attentatori suicidi filmano i loro testamenti video alla vigilia dei loro attentati. Sono intesi come un messaggio finale alle proprie famiglie, e come uno strumento di propaganda da trasmettere in ambienti di militanti. L’assenza di dati così specifici si presta a manipolazioni e deviazioni che aggiungono dubbi, più che risolverne.

Ziad Jarrah appare impacciato, come se recitasse controvoglia, senza solennità, un copione idiota in cui non crede minimamente, tanto che gli scappa da ridere, come uno che esclami “che s’ha da fa’ pe’ campa’!” A sostegno della versione ufficiale, i suoi mitografi hanno interpretato così il video di Jarrah: guardate come sono insidiosi questi fondamentalisti, si sono mimetizzati così bene da diventare il vostro invisibile vicino, la minaccia nascosta della porta accanto. Gente normale, in apparenza, ma assassina.È possibile una diversa lettura di simili comportamenti? Lo spiegava bene Jim Garrison, nel suo libro JFK - Sulle tracce degli assassini (Milano, Sperling&Kupfer, 1992 ) al capitolo 5, intitolato “La messa a punto del capro espiatorio”: nel gergo dei servizi segreti una lunga operazione che si svolga nel corso degli anni e faccia compiere a una pedina, inconsapevole vittima sacrificale, gesti che solo in seguito verranno capiti e interpretati, si dice “inzuppare la pecora” (sheepdipping). Allora sono possibili diverse ipotesi investigative sugli atti della “pecora inzuppata” Ziad Jarrah, differenti dal balbettante sconcerto che invece ha accolto questo video sui media mainstream.

Di certo Ziad Jarrah appare coinvolto in veste di esecutore di un qualche segmento delle azioni terroristiche dell’11/9, magari per mandare fumo negli occhi.

Ma il suo profilo – come quello degli altri presunti dirottatori - non appare adeguato al grado di complessità dell’operazione. Qualche anno fa il generale Fabio Mini diceva che si tratta di scovare «non quelli che hanno condotto l'attacco, né quelli che hanno pianificato e diretto le operazioni, ma coloro che hanno ideato il piano».

Essi hanno capacità, che Bin Lāden e associati non possiedono, «da geni della politica, della strategia e della guerra».

di Pino Cabras - Megachip

venerdì 21 novembre 2008

Ogni 12 secondi due bambini muoiono di fame,

Un asino compare all’orizzonte nell’aride terra del Darfur. Non ci sono uomini, capanne, rumori della guerra a ostacolare il suo cammino. Un video del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite mostra la sua andatura lenta. Impiegherà 12 secondi per scomparire dall’inquadratura. Due bambini sono nel frattempo morti di fame.

sabato 15 novembre 2008

oggi la trazzera compie un anno


Oggi La trazzera compie un anno. Auguri.
Il 15 Novembre 2007 abbiamo pubblicato il primo articolo (che in gergo si chiama post) e ad esso ne sono seguiti , fino ad oggi, 87.Compreso questo.
Come è possibile leggere in fondo a questa pagina , in un anno abbiamo ricevuto 11657 visite e 89 sono stati i commenti da parte dei visitatori.
Non sappiamo (e non ci interessa tanto saperlo) se questi numeri siano sinonimo di successo o di fallimento. Non ci esalterebbe la prima ipotesi, non ci deprimerebbe la seconda.
Per noi il blog è solo un luogo divertente e accattivante per comunicare le nostre idee. E sapere che chiunque, ovunque si trovi, abbia la possibilità di leggerle, condividerle, criticarle o ignorarle , ci stimola e ci incoraggia.
E siamo stati stimolati a tal punto che oggi la Trazzera è arrivata ad essere composta da 4 pagine psedo-tematiche che, nel loro insieme, hanno raccontato 157 post in 12 mesi.
Purtroppo, all’orizzonte si profila un pericolo. Da qualche tempo si parla di una norma che obbligherebbe i blog ad una sorta di registrazione e di controllo come per tutti i giornali.
Questo significherebbe che ogni blog dovrebbe essere diretto da un giornalista professionista iscritto all’albo E visto che noi facciamo un altro mestiere, questo significherebbe la fine della Trazzera.
Poco male, direte voi! Si, poco male se finisce la trazzera , ma immenso male se con la trazzera muoiono i milioni di blogs che in questi ultimi anni hanno consentito la circolazione di miliardi di informazioni e idee (nonchè bufale e idiozie), ma in piena libertà.

Ma oggi è un giorno di festa e non vogliamo pensare al nostro funerale.

mercoledì 12 novembre 2008

85 detenuti morti in meno di un anno


Nella indifferenza più totale, così si consuma la vita nelle carceri italiane. Siamo al collasso, ma si pensa di abolire la legge Gozzini

Un detenuto agli arresti domiciliari presso una clinica psichiatrica di Viterbo, si è tolto la vita martedì 16 settembre. L’uomo, 42 anni, era stato arrestato in seguito al furto di alcuni oggetti dal duomo di Civita Castellana, in provincia di Viterbo.

E’ l’ultimo suicidio in ordine di tempo che interessa i detenuti. Molte volte, come in questo caso, non si conosce neppure il nome del detenuto. In altri casi il nome lo si conosce e così veniamo a sapere che nel carcere di Opera (Milano) un 33enne, Gianni Montenegrini, è stato trovato impiccato.

Gli inquirenti pensano al suicidio, ma molti fanno notare che un paraplegico avrebbe difficoltà ad impiccarsi. Gianni Montenegrini era in carcere dal giugno scorso in attesa di giudizio.
Un detenuto marocchino si è suicidato per inalazione di gas a Badu ‘e Carros, in provincia di Nuovo. Senza nome e senza storia, come tanti suoi connazionali.

Il 25 agosto scorso, invece, è morto Franco Paglioni, trovato riverso sul pavimento della cella tra le sue feci dopo aver inutilmente denunciato forti dolori. Mentre le istituzioni parlano di cause naturali, il cappellano del carcere, don Dario Ciani, scrive che le condizioni di salute del detenuto erano note, tanto che in passato aveva sempre ottenuto misure alternative a causa della sua incompatibilità con la detenzione.

Questa volta non è accaduto e Franco Paglioni è morto. L’autorità giudiziaria non ha chiarito le cause esatte dalla morte. Del resto a chi mai può interessare un Franco Paglioni qualsiasi affetto, per giunta, da una sieropositività conclamata? A nessuno. Se in carcere ci va qualche potente, comincia la sfilata dei deputati per andarlo a trovarlo, si parla di garantismo. Se poi si toglie la vita o muore… Paglioni non era nessuno, era malato, non aveva nessun potere, non faceva parte dei poteri forti di questa società.

E’ morto fra le sue feci e nessuno si è accorto.

Nelle carceri italiane dal 1° gennaio al 12 settembre 2008 sono morti 85 detenuti. Di questi, almeno 33, per suicidio. Rispetto allo stesso periodo del 2007, il numero dei suicidi tra i detenuti è aumentato dell’11 per cento. Se continua questo andamento, alla fine dell’anno i suicidi potrebbero arrivare a quota 50 (nel 2007 erano stati 45) e il totale dei decessi a 128 (contro i 123 del 2007). In totale, dal 2000 ad oggi, i detenuti morti in carcere sono stati 1.298, di cui 468 suicidi accertati.

E mentre in carcere si muore, il duo Alfano-Maroni straparla di braccialetti elettronici. I 400 utilizzati finora con scarso successo, sono costati, a tutti noi, 11 milioni di euro l’anno, fin dal 2003 con un contratto stipulato con la Telecom che scade nel 2011. In pratica pagheremo senza usare i 400 braccialetti anche perché, tecnicamente, sono stati un flop. Il segnale si perdeva oltre i 200 metri come si perdeva se il detenuto andava in cantina o nella vasca da bagno. Per l’affitto dei 400 braccialetti, abbiamo accumulato un debito di 7 milioni di euro.

Ora si parla di spendere altri 20 milioni di euro. Ma come? Hanno sempre detto che non c’erano soldi.
Perché, di grazia, sono stati tagliati 150 milioni di euro per le strutture carcerarie e per la traduzione dei detenuti? La domanda se l’ha fatta Francesco Quinti, responsabile nazionale Comparto Sicurezza della Cgil. Sì, bella domanda.

Dubitiamo che Quinti avrà delle risposte. I nostri governanti sono tutti presi a convincere gli italiani che c’è un problema sicurezza e in carcere debbono andare tutti (almeno coloro che non sono potenti): da chi fa pipì in strada a chi adesca, da chi si sdraia sulle panchine a chi legge un libro nel parco, da chi usa gli zoccoli a chi usa le borse di plastica. E in più, naturalmente, i “diversi”, siano essi gay, neri o rom. In realtà le carceri scoppiano di nuovo, c’è un sovraffollamento spaventoso.

Ogni mese entrano in carcere circa mille persone. Alla fine dello scorso agosto in carcere c’erano 55.831 persone per 43.262 posti, Al momento dell’indulto c’erano in carcere 60.710 detenuti. Secondo le stime del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) fra poco si potrebbe arrivare alla cifra esplosiva di 67 mila persone incarcerate.

Adriano Todaro

domenica 9 novembre 2008

esulto o non esulto?

Alla vigilia di ogni incontro di calcio del campionato di serie A , uno dei tormentoni che riempiono le pagine dei quotidini sportivi è : se segno, esulto o non esulto?
E' il dilemma di ogni ex.
Ed ecco che gli ex si dividono in due categorie.
a) Quelli che se ne fottono e dichiarano (coraggiosamente) che esulteranno.
b) Quelli che non se ne fottono e dichiarano (con le lacrime agli occhi) che non esulteranno......


mercoledì 5 novembre 2008

i popoli esigono chiarezza


E’ festa per Barack Obama. E’ festa in tutto il mondo. E fa festa, nel suo microscopicoo spazio virtuale, anche la trazzera che per Barack ha fatto il tifo.
La vittoria è stata netta, decisa, giusta.
Il cammino inarrestabile sicuro e , soprattutto, non moderato. Barak, a parte la sua storia ed il colore della pelle, ha dimostrato che per vincere le elezioni, e per vincerle bene, bisogna essere decisi nel dichiarare tutte le differenze che ti distinguono da chi fino ad oggi ha governato per se e per i suoi amici.
Oramai i popoli di tutte le nazioni esigono chiarezza, coraggio e lealtà da coloro che saranno chiamati a governarli.
Non molto tempo fa qualcosa di simile era successo in Spagna con Zapatero.
Guardiamoci bene intorno. La favola dei moderati viene utilizzata solo da chi vuole imbrogliare , da chi diffonde paura, da chi vuole avere le mani libere per fare ciò che più gli conviene.
In un passato recente, si era dato del moderato a chi poi ha voluto la guerra, le guerre. Si era dato del moderato chi poi ha distrutto l’ambiente in cui viviamo, i servizi sociali, la solidarietà, a chi respinge con la forza della bugia i poveri del terzo mondo che arrivano nei paesi ricchi solo per non morire di fame. O per non essere uccisi o torturati dai signori delle guerre.
E si era dato dell’estremista a chi voleva impedire tutto ciò.
Con Barack, forse le parole avranno il loro vecchio e unico significato. I moderati, in politica, non esistono. E se si dichiarano tali , noi non li crediamo. Non li crediamo più! Moderato = falso, viscido, inconsistente.
A noi piacciono uomini e donne decisi, da una parte e dall’altra. Solo così è possibile capire chi sta dalla tua parte e chi non sta dalla tua parte. E Barack sta dalla nostra parte.
(pippo vinci)

lunedì 3 novembre 2008

quando si dice...la coincidenza


Molti di noi ricordano l'alluvione di Firenze. Era il 4 novembre 1966 e l'Arno ruppe gli argini e invase le strade ed i piani bassi del capouogo toscano.
Fu un momento drammatico e solo a Firenze si contarono 17 vittime. Altri 17 furono i morti nei centri vicini, lungo la valle del fiume Arno. Inestimabili anche i danni al patrimonio artistico.

Sempre il 4 novembre, ma del 1333 , e sempre a Firenze ci fu un'altra tremenda alluvione. Di seguito una breve cronaca dell'epoca ." La notte cominciò a mancare. Trovossi nel Valdarno di sotto grandissimo danno di bestiame, e di genti, e di case, e di masserizie, e furono molto guaste le semente, e andatone il fiore de’ terreni lavorati, e gran danno di mura delle Terre di Valdarno fece infino a Pisa. Dissono gli antichi, che mai non fu si grande acqua a’ loro tempi, e di ciò si dolsero quasi tutti i Taliani, del danno di Firenze, che fu inestimabile."

Nella foto, le due lapidi che ricordano l'altezza raggiunta dall'acqua al centro della città nelle due occasioni.
(la trazzera)

lunedì 27 ottobre 2008

indiani, mandateci una foto


E’ di questi giorni la notizia che anche l’ India (dopo URSS, USA, Cina e Giappone) ha inviato un satellite verso la Luna. E dalla Luna invierà delle immagini.
Tra i tanti misteri o presunti complotti storico-mondiali c’è quello delle missioni Apollo. La missione spaziale che ha portato per ben 6 volte astronauti americani sul suolo lunare. In tutto 12 uomini.
Quelle missioni, per alcuni (forse per molti) non sono state mai effettuate. O almeno non nei modi che ci sono stati mostrati e raccontati
In particolare Bill Kaysing, nel suo We never went to the moon (non siamo mai stati sulla luna) sostiene che quelle missioni non sono state mai effettuate e che quello che è stato mostrato in mondovisione era solo una messa in scena diretta addirittura dal noto regista di 2001 Odissea nello spazio Stanley Kubrik.
Perfetto.
Ma io mi chiedo. Con tutti questi satelliti che vanno e vengono dalla Luna, come mai nessuno di essi riporta sulla Terra foto e testimonianze delle missioni Apollo?
E dire che di oggetti ne sono stati lasciati! : la base del LEM (il modulo di atterraggio) , i trattorini lunari (quelli delle passeggiate) , bandiere, treppiedi, orme e così via.
Questi oggetti, considerata l’assenza di atmosfera, dovrebbero essere ancora lì assolutamente intatti e immobili.
Eppure nessuna foto (post missioni Apollo) li ha mai inquadrati. Come mai?

Si dirà che la Luna è grande e che probabilmente gli obiettivi scientifici delle missioni non posso essere deviati per quella che potrebbe essere considerata una inutile (!?) curiosità.
Ma io tendo invece a credere che quegli oggetti proprio non ci sono.
L’uomo, come dice Kaysing, non è mai stato sulla luna.
(pippo vinci)

martedì 21 ottobre 2008

Fonzie non sa chiedere scusa


E’ giunta l’ora della verità. Tutte le certezze dei neocon, dei moderati, dei fautori del libero mercato, della supremazia occidentale, del capitalismo senza regole, stanno ingoiando bocconi amari.
Eppure nessuno di loro ammette la sconfitta e meno ancora le colpe
Nessuno chiede scusa a chi sosteneva tesi esattamente opposte alle loro.
Il mercato crolla, la finanza di carta pesta si sgretola, le guerre in Iraq e Afghanistan si rivelano fallimentari, il terrorismo dilaga, gli immigrati aumentano. E nessuno dei colpevoli oggi appare in TV a dire: avevamo torto.
Chi, invece sosteneva le tesi opposte (che qui è superfluo rinfacciare), non esiste più; è stato spazzato via accusato di estremismo, comunismo, pacifismo irresponsabile, arretratezza e via dicendo.
Che fare? Non lo so.
Perché non chiederlo a chi aveva capito quello che non si doveva fare?
Probabilmente ha qualche idea in più. Ed invece no, la ricetta per ripartire la stanno elaborando coloro che ci hanno portato in questo pantano.
Coloro che non capiscono nulla di Pace, di assistenza, di etica, di intervento dello stato, di stato sociale, di bisogni primari, di regole da rispettare, di economia reale.
Ci sono Paesi che non sono toccati dalla crisi? Ci sono Paesi che hanno mantenuto basso il livello dei capricci costosi, dei facili guadagni?. Si, ci sono.
Chiediamo a loro come ripartire e facciamolo con l’umiltà di chi ammette di avere sbagliato.
(pippo vinci)

venerdì 17 ottobre 2008

Meyssan in pericolo


Thierry Meyssant , il giornalista francese che per primo ha dubitato della versione ufficiale dell"11 settembre" teme per a sua vita e vive in esilio.
L'autore del libro inchiesta "l'incredibie menzogna" denuncia la difficile situazione che si vive in Francia dopo l'avvento di Sarkozy al potere.
Le incredibili rivelazioni in queste intervista tratta dal sito Megachip

martedì 14 ottobre 2008

praticamente un racconto breve


Santa Caterina Villaermosa, con i suoi 25 caratteri, è il nome più lungo tra tutti i comuni siciliani.
E, per i suoi abitanti, deve essere una bella seccatura scriverlo ogni volta che devono compilare un modulo con i dati anagrafici.
Dovrebbe essere una vera consolazione per loro sapere che nel mondo esiste qualcosa di enormemente più impegnativo. Ci riferiamo agli abitanti di Bangkok il cui vero nome è:
"Krungtthepmahanakhon Amonrattanakosin Mahintharayutthaya
Mahadilokphop Noppharatratchathaniburirom Udomratchaniwetmahasathan
Amonphimanawatansathit Sakkathattiyawitsanukamprasit
"
che significa:"citta' degli angeli,la grande citta',la citta' della gioia eterna, la citta' impenetrabile del dio Indra,la magnifica capitale del mondo dotata di gemme preziose,la citta' felice,che abbonda nel colossale palazzo reale, il quale e' simile alla casa divina ove regnano gli dei reincarnati,una città benedetta da Indra e costruita per Vishnuskam".

Ma questo, comunque, è il nome “cerimoniale” della capitale della Thailandia; mentre nei moduli anagrafici i suoi abitanti scriveranno solo Bangkok (o come accidenti si scriverà nella loro lingua).
Se volete sentire pronunciare questo nome collegatevi al sito di Wikipedia che offre una registrazione che consente di ascoltare la pronuncia originale della parola.
Al secondo posto si trova: il nome di una collinetta nella Nuova Zelanda:
"Taumatawhakatangihangakoauauotamateaturipukakapikimaungahoronukupo-
kalwenuakitanatahu
"
Che significa:"il ciglio della collina dova Tamatea,l'uomo con le grandi ginocchia,
che scivolo' giu',sali' su e ingoio' le montagne (per percorrere queste terre),
(che e') conosciuto come il mangiatore di terre,suono' (con) il proprio flauto
per la sua amata
".
Praticamente un racconto breve.
Al terzo posto: "Llanfairpwllgwyngllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch"
piccola cittadina nel Galles, che significa:
"Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco,vicino alle rapide ed
alla chiesa di San Tsylio nei pressi della caverna rossa
".
Per praticita' viene abbreviato in Llanfair PG.
Una registrazione della parola e' disponibile sulla pagina inglese di Wikipedia
dedicata alla cittadina.
Riteniamo che per indicare il nome dei suoi abitanti si dovrebbe ancora aggiungere il siffisso -ers pervenendo al termine
Llanfairpwllgwyngllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogochers" ossia abitanti di Llanfair PG

(beppe)

domenica 12 ottobre 2008

Le tasse che piacciono


In questo momento, in Italia c’è la febbre del superenalotto.
Il premio per chi farà 6 è (attualmente) di circa 80 milioni di euro. 160 miliardi di lire.
Per l’ultima estrazione dell ‘11 ottobre gli italiani hanno giocato circa 40 milioni di euro.
Ma sapete quante possibilità ci sono di fare 6?
Ecco di seguito la tabella delle probabilità legate alle combinazioni vincenti
una probabilità su 318 di fare tre
una probabilità su 11.793 di fare quattro
una probabilità su 1.232.901 di fare cinque
una probabilità su 103.769.105 di fare cinque + 1
una probabilità su 622.614.630 di fare sei

Qualche considerazione

a) Ipotizzando che ogni giocatore abbia giocato una combinazione diversa, si arriverebbe a sole 80 milioni di combinazioni, ben al di sotto di quelle necessarie perché almeno un giocatore faccia 6 sicuro (ripeto, più di 622 milioni);

b) anche le oramai emarginate (e quasi abbandonate) lotterie nazionali davano di gran lunga ai giocatori molte più probabilità di vincita (1 su 8-10.000.000). Inoltre, in quel caso, il biglietto veniva estratto tra tutti quelli venduti. Quindi il vincitore c’era sempre. Qui no. Anche se tutti gli italiani giocassero al superenalotto, potrebbe non vincere nessuno


c) Perché tanta gente si è riversata solo negli ultimi tempi sul superenalotto plurimiliardario anche se, abitualmente, il sei paga regolarmente almeno e 2 milioni di euro? Non sembravano sufficienti?

d) Considerato che c’è 1 incidente aereo ogni 83.000 voli (fonte Aircraft Crashes Record Office/BAA), perchè giocate all’enalotto sperando di fare 6 (1 probabilità su 622.000.000) e non siete terrorizzati di salire su un aereo dove, in proporzione, la morte è praticamente certa?

Ebbene, giocatori (italiani e non) , fermatevi; anche questo gioco è una grande truffa.
Ma come?! Vi incazzate se vi aumentano le (giuste) tasse e poi siete i primi a versare (volontariamente) somme gigantesche allo Stato senza (praticamente ) nulla in cambio.
E meno si vince, più aumenta il montepremi. E più aumenta il montepremi e più si gioca. E più si gioca , maggiori sono gli incassi di uno Stato allibratore e illusionista.
Un ultimo dato. Sapete quale è la percentuale delle vostre giocate che lo Stato incassa come tassa? Ben il 49 %.
Si, lo Stato si trattiene il 49% della vostra giocata. E con questi soldi non è tenuto a darvi in cambio nulla, nessun servizio fornito dallo Stato è obbligatoriamente collegato a questi introiti. E ora lamentatevi, per favore!
(pippo vinci)

giovedì 9 ottobre 2008

il disastro del Vajont


Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno (Italia).La storia di queste comunità venne sconvolta dalla costruzione della diga del Vajont, che determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale.
La sera del 9 ottobre 1963 si elevò un immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione.
La stima più attendibile è, a tutt'oggi, di 1910 vittime.
Sono stati commessi tre fondamentali errori umani che hanno portato alla strage: l'aver costruito la diga in una valle non idonea sotto il profilo geologico; l'aver innalzato la quota del lago artificiale oltre i margini di sicurezza; il non aver dato l'allarme la sera del 9 ottobre per attivare l'evacuazione in massa delle popolazioni residenti nelle zone a rischio di inondazione.
Fu aperta un'inchiesta giudiziaria.
Il processo venne celebrato nelle sue tre fasi dal 25 novembre 1968 al 25 marzo 1971 e si concluse con il riconoscimento di responsabilità penale per la previdibilità di inondazione e di frana e per gli omicidi colposi plurimi.
Ora Longarone ed i paesi colpiti sono stati ricostruiti.
La zona in cui si è verificato l'evento catastrofico continua a parlare alla coscienza di quanti la visitano attraverso la lezione, quanto mai attuale, che da esso si può apprendere.

mercoledì 1 ottobre 2008

un buon cappuccino


Non voglio insegnare a nessuno a fare un buon cappuccino. Anche perché non lo so fare. Scrivo questo articolo , quindi, in qualità di assaggiatore di cappuccino e non di barman.
Vorrei, di conseguenza, suggerire 8 regole auree per potere giudicare (e non..fare) un cappuccino.
Quello che vedete nella foto a sinistra è (all’apparenza) un ottimo cappuccino. Ma non sempre ad una buona apparenza corrisponde una buona qualità. E’ vero invece che un cappuccino brutto a vedersi è, senza dubbio, brutto anche a bersi. E’ il caso della foto qui sotto.

Le regole:

1. La schiuma (meglio chiamarla crema) non deve essere grossolana, ma densa e senza evidenti bolle o bollicine;
2. lo spessore della crema deve essere minimo, di pochi millimetri;
3. il colore della crema sarà ambrato con striature, arcuate, marrone scuro; mai bianco.
4. la crema dovrà essere persistente. Essa infatti non deve mai scoprire il latte sottostante anche a tazza inclinata . Tanto che alla fine essa deve rimanere adagiata sul fondo della stessa tazza;
5. il sapore non deve tendere ne’ al latte ne’ al caffè. Il cappuccino, semplicemente, deve sapere di cappuccino;
6. cacao o cioccolata in polvere spruzzati sul cappuccino ne alterano profondamente il sapore e pertanto sono assolutamente da evitare;
7. la temperatura del cappuccino deve essere abbastanza alta, poco al di sotto di quella di un buon caffè;
8. il contenitore ideale per un cappuccino è la tazza in ceramica (cup) di medio-piccole dimensioni, con manico; da evitare contenitori in vetro, carta o plastica, e forme cilindriche (mug), a tronco di cono rovesciato o a sezione quadrangolare. Da evitare anche bicchieri o altro tipo di contenitore senza manico.
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p.s. diffidate di quei cappuccini serviti con "caffè a parte". Uno dei trucchi per fare un buon cappuccino è, infatti, legato all'abilità del barman di versare il latte nella tazza contenente già il caffè. Questo gesto, se ben fatto, è da molti considerato il vero segreto per ottenere un buon cappuccino. Ne deriva che il "caffè a parte" è inadeguato per raggiungere il nostro scopo: un ottimo cappuccino.
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(pippo vinci)

mercoledì 24 settembre 2008

per una informazione libera



venerdì 26 settembre a Torino , presentazione del Progetto Pandora per una libera informazione - interverranno Giulietto Chiesa e Ugo Gumpel.
Clicca sul logo e scopri i dettagli

non spezza la volontà, la rammollisce


(...)Se il dispotismo venisse a stabilirsi presso le Nazioni democratiche (...) sarebbe più esteso e più mite, e degraderebbe gli uomini senza tormentarli.(...) La specie di oppressione da cui i popoli democratici sono minacciati non somiglierà a nulla di quello che l'ha preceduta al mondo (...) Gli antichi nomi di dispotismo e di tirannia non sono appropriati.La cosa è nuova, bisogna quindi sforzarsi di definirla, dato che non riesco a denominarla.Vedo una folla innumerevoli di uomini simili e uguali che girano senza tregua su se stessi per procurarsi piccoli piaceri volgari, con cui si appagano l'anima.
Ciascuno di loro, preso da canto, è come estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui l'intera specie umana; quanto al resto dei suoi concittadini, li ha accanto ma non li vede; li tocca ma non li sente; non esiste che in sé stesso e per sé stesso, e, se una famiglia gli resta pur sempre si può almeno dire che non ha più patria.(Dietro di loro) s'eleva un potere immenso e tutelare, che s'incarica solo di assicurare il loro godimento e di vegliare sulla loro sorte.
E' assoluto, minuzioso, regolare, preveggente e mite. Somiglierebbe alla potestà paterna se, come questa, puntasse a preparale gli uomini all'età virile; ma questo cerca solo,invece, di fissarli irrevocabilmente nell'infanzia; vuole che i cittadini se la godano, purché non pensino ad altro che a godersela.
Lavora volentieri alla loro felicità, ma vuole essere di questo l'unico agente e il solo arbitrio; si cura della loro sicurezza, prevede e assicura i loro bisogni, facilita i loro piaceri, conduce i loro affari principali, dirige la loro industria, regola le loro successioni, divide le loro eredità...(In questo modo, il sovrano), rende meno utile e più raro l'uso del libero arbitrio (...) non spezza le volontà: le rammollisce, le piega e le dirige; raramente obbliga ad agire: si oppone senza posa a che si agisca; non distrugge: impedisce di nascere; non distrugge: disturba, comprime, snerva, spegne, rende sciocchi, e infine riduce ogni nazione ad essere solo un gregge di animali timidi e industriosi di cui il governo è pastore.
(tratto da De la démocratie in Amérique - di A De Toqueville)

mercoledì 17 settembre 2008

tracciabilità


Tracciabilità e rintracciabilità alimentare di filiera nei prodotti agroalimentari: l'industria alimentare italiana ha applicato il sistema di tracciabilità documentale ai fini della sicurezza previsto dal regolamento comunitario 178/2002, fin dal primo gennaio 2005.
In base a queste disposizioni, ciascun operatore del settore deve essere in grado di indicare ai propri clienti e fornitori l’origine del prodotto messo in vendita. Ciò consente di identificare il prodotto, in modo che ne sia facilitato il ritiro in caso di pericolo per la salute del consumatore.
A Palermo non si sono persi d’animo e la norma è stata applicata persino dagli operatori del mercato popolare di Ballarò.
Eppoi si dice che in Sicilia non ci sono regole!
p.s. per i non siciliani : arrubbati = rubati, stolen, volè