giovedì 1 ottobre 2009

In Namibia (7) : ecco a voi la Namibia vista da Marcello, Valeria e Pippo

Quelle che pubblichiamo oggi sono alcune delle foto scattate da Marcello, Pippo e Valeria. Nei prossimi giorni pubblicheremo quelle scattate dagli altri fotoreporter del gruppo (Cinzia, Roberto, Giovanni e Giacomo). Per ingrandire l'immagine , basta cliccare su di essa.




martedì 29 settembre 2009

In Namibia (6)




Di nuovo a Windhoek.
Emiliano ha confessato.
Quella che ci ha mostrato ieri e nei giorni scorsi non è la vera capitale della Namibia dove dominano ordine, modernità e pulizia .La vera capitale è Katatura (foto 1). Una baraccopoli in periferia dove vive circa il 60% della popolazione della città. Sono tutti neri e non sembrano contentissimi di vivere qui dato che lo stesso nome "Katatura" vuol dire "posto dove non vogliamo vivere". Ma qui li hanno messi e qui devono stare.
Dietro questo nome c'è una lunga storia di deportazioni e soprusi di cui riferirò in altre più serie occasioni. Ma Katatura, per essere una baraccopoli, è comunque un posto abbastanza pulito!
Anche a Katatura oggi è domenica; ma mentre nella Windhoek finta non c'è nessuno (sono tutti nella tristissima Cape Cross a suicidarsi a go go), qui la vita ferve e gorgoglia.

A Windhoek oggi dovrebbe essere tutto chiuso, ma Emiliano riesce a fare aprire tutto, persino il museo che di domenica è sempre chiuso (foto 2). In questo museo ci sono gli esempi di tutte le maggiori etnie di questo paese. Tutte etnie ancora presenti e pulsanti nel territorio della Namibia.

Un museo della contempoaraneità dove sono esposti oggetti ed abiti di tali gruppi di uomini: gonne, calzari, collane, capanne, pipe, archi, secchi, cesti, imbuti, cavigliere, orecchini. Tutte cose, ripeto, tutt'ora utilizzate.

Insomma, è come se a Roma vi fosse un museo con esposte le mie mutande (da 20 euro) o il calco della faccia di Marcello (in rappresentanza della tribù dei siciliani) di Roberto (esempio delle tribù brianzole) o Giovanni (campione vivente della tribù dei commercialisti di Como).

Finito il giro al museo andiamo a fare aprire un altro posto chiuso la domenica: la fabbrica di tessuti Penduka. E' una cooperativa tutta al femminile dove stampano e ricamano tessuti belli, unici e molto raffinati. Peccato che abbiano anche la cassiera più lenta e addormentata dell'emisfero australe. Ed Emiliano per svegliarla le frantuma una vetrina di esposizione*. E dire che penduka vuol dire "svegliati"
Il viaggio di ritorno in Italia si annuncia lungo e noioso, per foruna la South Africa Aerlines ha organizzato un fuori programma e dopo 9 ore di volo, poco prima della colazione di bordo, una giovane e bionda polacca comincia a pregare a voce alta e ad occhi chiusi tenendo in mano un vistoso crocifisso e respingendo a calci e pugni chiunque le si avvicini.
E' una crisi isterico-mistica.
La situazione sta per precipitare (si... precipitare) quando il nostro eroe Roberto getta la maschera e si dichiara dottore. Tutti gli credono e gli affidano il caso in carne ed ossa.

Dopo lunghi minuti di attesa il nostro eroe torna vincitore: ha iniettato del valium alla signorina polacca che nel frattempo cercava invano di convertirlo. Una battaglia tra il soprannaturale e il sapere illuminato.
Poco dopo tutto il gruppo si avvantaggia vergognosamente del sacrificio di Roberto e comincia a vessare l'equipaggio con richieste che questi non potevano rifiutare di esaudire. Siamo o non siamo amici dell'eroe? Giacomo, per esempio, è l'unico, dei 300 passeggeri, a ottenere un caffè caldo. E dopo 11 ore di volo non è un privilegio da niente!
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* di incidente si trattò!
(pippo vinci)

sabato 26 settembre 2009

In namibia (5)


Questa mattina abbiamo abbandonato le rosse dune di sabbia del Namib (foto 1).
Ma non abbiamo abbandonato la sabbia.

Il pulmino sul quale viaggiamo e' infatti tutto bucato per consentire ai suoi passeggeri di portarsi nei polmoni la sabbia rossa del namib.
Poi tutti si ammaleranno di silicosi cronica . E questo e' il mal d'africa. Almeno nella sua versione namibiana.

Durante il viaggio verso la capitale Windhoek (pron. uindu'k), abbiamo anche visto la morte in faccia. E la faccia era quella di un cobra del capo (foto 2) che ha attraversato la strada proprio davanti a noi.

E anche lui aveva il colore della sabbia assassina. Pippo si e' schifiato alla vista del rettile, ma gli altri erano felici tanto che si sono avvicinati pericolosamente alla schifosa bestia per scattare alcune fotografie del viscido essere.
Insomma sabbia nei polmoni, cobra a due metri e caldo torrido. Un cocktail micidiale.

A questo punto del racconto e' giusto avvisare i parenti delle potenziali vittime che tutti siamo arrivati sani e salvi alla meta: Windhoek

La visita di Windhoek e' stata breve e gradevole. Meno gradevole e' stato farsi cacciare dalla chiesa madre a causa di un matrimonio tra boeri. Pippo, la nostra testa d'ariete, si era spinto fin sotto l'altare quando un anziano e borioso pastore tedesco lo ha spinto fuori dalla porta senza tanti complimenti e con lo sguardo truce e glaciale.

Pippo, rispettando l'invito del vecchio tunicato gli ha comunque detto in imperfetto inglese:" io esco , ma ricordati che questa non e' casa tua questa e' casa del Signore.

Ma lui se ne e' fottuto ed ha cacciato Pippo, Cinzia e tutta la compagnia bella. .. ma verra' il giorno....

Alla vecchia stazione di Windhoek , una piacevole sorpresa: in bella mostra un banchetto con tanti pacchetti di profilattici offerti gratuitamente ai viaggiatori oltre che vari pieghevoli che, in varie lingue, spiegavano come difendersi dall'AIDS (foto 3)

La citta' oggi e' spenta e desolata visto che e' sabato e, come tutti sabati, i windhoekers decidono di uscire dal solito tran tran e vanno a divertirsi a Cape Cross dove si sparano nelle palle la sera stessa stramazzando sulla skeleton cost che, infatti, abbonda di scheletri, come hanno potuto constatare di persona 4 giorni orsono Pippo, Cinzia e Roberto e Giacomo.
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(pippo vinci)

venerdì 25 settembre 2009

In Namibia (4)


Parco Sussusvlei, quello delle dune rosse.
La duna turistica e' la numero 45 (nella foto), chiamata cosi' perche' si trova al 45º km della strada che percorre il parco. Ed e' quella che tutti scalano perche' e' la piu vicina alla strada.

Passando davanti alla 35 Pippo chiede quindi il permesso di scalare la 35, piu' alta e meno turistica. Non ci sono impronte.
Nessuno dice niente e la richiesta cade nel vuoto. Meno male. La salita fuori pista e' faticosissima.

Si arriva alla 45 e ,a piedi, si inizia la dispendiosissima scalata. Subito le gerarchie sono evidenti: in testa al gruppo il campione della montagna Giacomo; in seconda posizione , ma a debita distanza, la mascotte del gruppo Cinzia che ha energia da spendere vista l'enorme quantita' di dolci che assume giornalmemte. In terza posizione il redivivo Giovanni che vuole arrivare sempre primo per fare delle foto mitiche ed esclusive. Ma oggi Giacomo non si batte. Ed ha pure la macchina fotografica che gronda dei giga acquistati a Swakopmund! Imbattibile.
Gli altri arrancano a distanza senza dignita'; Pippo, addirittura, avanza carponi e Roberto senza scarpe per testare una sua personalissima teoria secondo la quale a piedi scalzi si fa meno fatica... mah!

Valeria, Lena e Marcello restano al palo in vista degli impegni successivi.

Giunti in cima, lo spettacolo si presenta magnifico . Il colore rosso mattone della sabbia si staglia contro il blu di un cielo terso. Si sta anche molto bene con la temperatura. Fresca come un amattina di Maggio a Posillipo.

Giacomo, cosi' come era stato il primo a salire e', ovviamente, anche il primo a scendere. Forse per il gusto di incontrare noi che, sfiniti, lo guardiamo come se fosse un Guru, un Monumento alla montagna, un Icona vivente dei ghiacciai. Due anni fa, in Argentina, ci facevamo umiliare da Anita, sua moglie. Oggi tocca a lui.

Eppure Giacomo, scendendo, brontola. E oggi non si capisce perche' visto che, per la prima volta, tutto gli sembra vero.

2a tappa.
Piu' avanti nel parco si va a visitare la valle della morte. Un lago asciutto, bianco d'argilla e cosparso di alberi secchi arsi dal sole che comincia a dare fastidio.

La depressione e' circondata da alte dune rosse. Una magia della natura.Un quadro dai colori netti
Brava Valeria che ci ha portato qui.

Questa volta anche Lena, Valeria e Marcello partecipano alla sfacchinata mentre Emiliano raccoglie da terra mostri viventi per mostrarli ai suoi clienti.

Tra questi (mostri) una lucertola con il becco da paperino che l animale usa per scavare nella sabbia e mimetizzarsi. Emiliano non cade nell inganno, la raccoglie e la porta al suo orecchio per farselo mordere. Pazzo da legare.

A questo punto pensiamo che qui tutti gli animali abbiano un passato nel circo Togni.

Al ritorno, dopo un frugale ma soddisfacente pranzo Cinzia , Roberto e Valeria salgono su un Cessna per vedere le dune dall'alto. Noi siamo qui ad aspettare!
l loro ritorno ci raccontano di paesaggi immensi e strepitosi. Siamo tutti molto, ma molto invidiosi.
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(mal di Namibia: indice)
(pippo vinci)

mercoledì 23 settembre 2009

In Namibia (3)




Swakopmund. E' il nome di citta' piu' difficile da imparare a memoria. Ogni sera ce lo ripetevamo 15 o 20 volte per essere pronti al momento del bisogno. Ed il bisogno e' arrivato. Siamo a Swak.....und.

La citta' (40.000 anime) e' sul mare. Il nostro lodge no. Si trova lontano 6 km dal centro abitato.
Non ci sono taxi (non sempre), ed il clima cambia completamente appena giungi al bivio.
La Namibia (almeno questa Namibia) e' il posto piu' pulito del pianeta. Per le strade non trovi un pezzetto di carta, un mozzicone, una bottiglia, un niente di niente. E fare l'accattone e' un'impresa. Cosa si potra' mai raccattare?

Comunque oggi siamo andati in giro per la baia tra petroliere, pescherecci e piattaforme petrolifere in avaria, a caccia di emozionanti incontri con gabbiani, pellicani, otarie, delfini e (udite, udite) balene!

Poi ad un certo punto una otaria (che poi e' una foca) e' saltata sul nostro gozzo e si e' coricata sopra Cinzia stritolandola e insudiciandila mentre Emiliano, molto professionalmente, ne enunciava il nome scientifico, le caratteristiche anatomiche e le usanze alimentari.



A guidare il gozzo un australiano del tutto simile al cugino povero di Russel Crow che ci ha offerto le sue ostriche carnose , dello champagne e varie tapas.


Il tutto mentre attorno a noi veri e propri yacht , catamarani e velieri regali facevano lo stesso nostro giro (allo stesso prezzo), ma con maggiore dignita'. Noi risultavamo i pezzenti di Swak...und ma , ci diceva Emiliano, siamo soli e indipendenti... vuoi mettere?

P.S. ma in quale altro paese al mondo trovate un segnale di divieto di accesso agli uguali?
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lunedì 21 settembre 2009

In Namibia (2)



In Namibia ci sono piu otarie che uomini. Con questo slogan i tour operator costringono gli indifesi turisti a visitare una delle localita piu' tristi del mondo : Cape Cross. Sulla costa nord occidentale del paese africano.

In effetti il primato non e' granche' considerato che i namibiani sono in tutto 2 milioni. Ma quello che colpisce di piu' a Cape Cross e' la insopportabile puzza di merda che proviene dalla spiaggia dove giacciono le otarie.

Per giungere in questo isolato angolo del pianeta abbiamo percorso per oltre 4 ore una della strade piu affascinanti del mondo. Corre parallelamente alla costa atlantica della Namibia e attraversa un panorama lunare, desertico, dunesco, fibesco e irreale. Sulla cartina la strada e' definita una salt road.

Su queste coste si sono registrati numerosi naufragi e gli ignari naufraghi dopo avere festaggiato la raggiunta terra, sono crepati di sete.

Ieri mattina sono arrivati Giovanni e Lena su un Cessna che e' atterrato su una pista rossa appena visibile.

Appena arrrivati , i due sono stati infilati su uno dei due mezzi anfibi paramilitari posteggiati nel parking del lodge e mandati (in maniche corte) alla ricerca degli elefanti del deserto.
Alla spedizione (che qui bonariamente chiamano escursione) non hanno partecipato solo Giacomo (che dice che qui tutto e' finto) e Pippo che vuole colludare il suo costume color pesca in una piscina miniscola circondata da rocce infestatate da rettili schifosi e velenosi.

Alle otto della sera, mentre gli ospiti tedeschi avevano gia' finito di cenare, la spedizione non aveva ancora fatto ritorno.
Il preoccupante ritardo (piu di un'ora sul previsto) indispettiva Giacomo per la fastidiosa prospettiva di dovere iniziare in ritardo la cena.

Alle 20 e 15 i due camion , finalmente, sono arrivati e da entrambi sono scesi i nostri 7 amici (Emiliano incluso) completamente congelati essendo calata la temperatura di oltre 20 gradi durante il percorso di ritorno effettuato con un mezzo privo di freni.

... tu chiamala se vuoi ....escursione!

sabato 19 settembre 2009

In Namibia (1)


Finalmente ce l ho fatta.
Qui in Namibia non e facile trovare un punto internet e quello che sto usando in questo momento e lentissimo e costoso. Inoltre, come vi sarete accorti , non riesco a trovare la e con l accento! E neppure l apostrofo. Tastiera africans

Siamo nel lodge Ugab vicino la localita di Khorixas. Fino a ieri siamo stati invece immersi nello splendido parco di Etosha. Una specie di Superquark dal vivo. Giaraffe, elefanti, springbok, struzzi, orici, zebre, leoni e leonesse. Per dire solo dei piu belli e numerosi.

Certo fa molto, ma molto caldo e le distanze percorse in pulmino sono, a dir poco , impegnative. Ma la sensazione che proviamo tutti (siamo in sei) e (con l accento) magica.

Purtroppo gli stessi animali che vediamo liberi in natura spesso ce li troviamo cotti nei piatti.
La prima sera, infatti, nello stesso spiedino erano infilzati struzzo, orice e springbok.

Ogni mattina la svegia suona alle 5, ma consderata l eta media del gruppo, le 5 sono un orario ......fin troppo comodo.

Giacomo si lamenta perche vuole camminare.. in salita. E poi dice che i vilaggi Himba sono finti!
Roberto ha perso la valigia e ne ha fatto a meno per 2 giorni. Durante i quali ha tirato fuori dala sua borsetta 6 o 7 ricambi. Ma come minchia ha fatto? Bob Poppins!
Poi la valigia e arrivata con il suo comodo. ma non serviva.
Valeria e felice e gia organizza un viaggo per tornare qui
Marcello compete con Cinzia per fare le foto piu belle. Hanno difficolta con i tramonti.
Pippo (cioe io) parla , ma nessuno lo segue nei suoi percorsi mentali.
Emiliano (la guida) e preparatssimo e sa tutto della Namibia e dei suoi animali... turisti compresi.

In effetti ci mancano ancora 2 bestie. Cheetaa, che saebbe il ghepardo e, sopratutto, il teminbile mamba nero il serpente nero e velenoso che terroriza le notti di Pippo. Che ogni sera controlla tra le lenzuola se il rettile si presenti nel modo piu orribile.

Ora accontentiamo Giacomo e faremo un piccolo percorso a piedi verso una valle che sa di monument valley. Incredibie!
Qualcuno spera di incontrare il mamba. Pippo no!

P.S. domani arrivareno Giovanni e Lena.
Atterreranno con un piccolo veivolo su una pista appena visbile nella savana.
Il gruppo sara completo.

giovedì 10 settembre 2009

il deflettore


Chi mi conosce personalmente, sa che ho due passioni: le macchine vecchie (non antiche, vecchie) e i luoghi sguarniti e squallidi, siano essi pubblici (ristoranti, hotel) o privati (abitazioni, terrazze)
Tralasciando momentaneamente la passione per gli ambienti squallidi, per la quale servirebbe l’intervento di un valente e costoso psicanalista, vorrei condurre la vostra attenzione sulla mia passione per le macchine vecchie.

Cominciamo a delimitare il territorio. Per macchine vecchie intendo quelle che erano in voga negli anni ‘70 ‘80 e (inizi) ‘90. Queste macchine avevano 2 caratteristiche peculiari (non optional) la cui importanza si è rivelata nel momento in cui le case automobilistiche le hanno escluse dai nuovi modelli. In sintesi: l'ampia visibilità posteriore ed i deflettori. La prima , dicunt, sostituita dagli specchietti retrovisori, i secondi dall’aria condizionata. Ma non è la stessa cosa.

Prendiamo il deflettore. Per chi non lo sapesse il deflettore (nella foto) era quella porzione anteriore dei vetri delle portiere laterali anteriori. Avevano forma di triangolo rettangolo e potevano aprirsi autonomamente (ruotando su un asse parallelo al cateto verticale) consentendo di forzare aria pura dall’esterno, in una zona limitata e mirata dell’abitacolo.
Se ci pensate bene la mancanza di questa possibilità oggi nelle macchine moderne risulta drammatica in almeno 3 casi :
1 – la zia che siede nel sedile posteriore che non ama il vento sui capelli
2 – l’amico cagionevole che non sopporta l’aria condizionata
3 – il passeggero fumatore in autostrada quando i 150 all’ora sconsigliano di aprire completamente l’intero finestrino.
E' anacronistico, lo so, ma propongo una petizione da inviare alle poche case automobilisioche rimaste, per la reintroduzione del deflettore.
... ed una sottoscrizione onerosa per lo psicanalista.
(pippo vinci)

sabato 5 settembre 2009

portavoce senza voce


Il Ministro degli esteri Frattini ,pur di difendere il suo capo e creatore Silvio Berlusconi afferma delle cose assurde e ridicole. Dice infatti , il buon FF (Franco Frattini), che i portavoce dei Commissari europei non devono parlare. Gli unici che hanno diritto a parlare sarebbero (dice FF) gli stessi Commissari.
Ma caro FF lo sai cosa vuol dire PORTAVOCE?.
Forse in Italia si ha in mente il fu portavoce di Prodi , Sircana, unico portavoce di cui non si è mai sentita la voce!

(pippo vinci)

mercoledì 2 settembre 2009

fermiamoli, per favore!


In una intervista pubblicata su You Tube Licio Gelli, il "capo " della loggia massonica P2 e grande ispiratore delle azioni dell'attuale governo in Italia, propone di sostituire centri di raccolta per gli immigrati con i campi di concentramento. Non ci posso credere!!!!
Sarebbe ora di muoversi prima che sia troppo tardi.
Clicca qui e guarda il video. Dura meno di 2 minuti.

giovedì 27 agosto 2009

oggi si, domani no


Un giorno di settembre del 2008, tutti i giornali economici (e non) hanno cominciato a terrorizzare il mondo dicendo che era iniziata una tremenda crisi economica. Ed era vero!
Ma già dal mese successivo si sprecavano i titoli tranquillizzanti secondo cui la crisi stava per terminare e che già si annunciavano segnali di ripresa. E così per un intero anno.

Un giorno c’è crisi , il giorno dopo la crisi è finita. Ma se state bene attenti questo altalenarsi di crisi e non crisi era (ed è ) solo nelle parole di politici, banchieri, imprenditori ed economisti. Solo dichiarazioni che , presumibilmente, avevano (ed hanno) degli scopi ben precisi. A volte serve spaventare l’opinione pubblica, a volte è necessario incoraggiarla e darle fiducia.

Se ci fate caso chi oggi afferma che il peggio è passato, in quel passato non ha mai ammesso la gravità della crisi. Ed allora perché dovremmo credergli proprio ora?

In effetti quello che ognuno di noi vorrebbe sapere è cosa sta succedendo realmente nelle fabbriche, nei negozi, nelle famiglie. Non c’è bisogno di nessun economista o politico o saccente che filtra la realtà per puri fini speculativi.

Le fabbriche chiudono e non riaprono, i negozi non vendono e licenziano i commessi, le famiglie non vanno più in vacanza e restano in città. Questa è la crisi e non ci venite a raccontare balle!

(pierre lo dico)

domenica 23 agosto 2009

Adnan e Mameli.


Adnan, Asghar, Fort, Islam Swad, Alamin Mia, Faysal Mia, E. Scanu, Rahman, Rajamanthri, Shaikh, Singh, Starost e Zaman.
Questa che avete letto è la formazione che ha vinto l'oro ai campionati europei under 15 di Cricket.
La finale si è svolta ieri 22 agosto a Bologna. E l'inno ascoltato per i campioni era quello di Mameli.
Si di Mameli. Perchè questi nomi sono nomi dei giocatori della nazionale italiana di Cricket under 15. Tutti italiani, figli di immigrati asiatici.
Una grande risultato. Un grande orgoglio ed un calcio in c... all'on Bossi. Anche perchè l'unico giocatore della squadra non figlio di immigrati è Edoardo Scanu. Sardo.....
E un calcio anche nel c... di Borghezio!
(pippo vinci)
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sabato 22 agosto 2009

polli da spennare


I presidenti si rassegnino. I polli da spennare preferiscono il calcio in TV

clicca qui (o sulla foto) e leggi l'articolo di amedeo contino

mercoledì 12 agosto 2009

scarcerate (e condannate) Luigi Campise


di Marco Travaglio
dal sito antefatto.it
12 agosto 2009

Ci siamo arrivati, finalmente: ora abbiamo gli arresti a furor di popolo e a gentile richiesta del ministro della Giustizia. Nell’ambito della progressiva privatizzazione della sicurezza e della giustizia, è bastato che un giornale, Il Corriere della Sera, raccogliesse il comprensibilissimo allarme del padre di una ragazza uccisa due anni fa a Soverato, che Il Giornale titolasse in prima pagina “La giustizia sta dalla parte dell’assassino”, che altri quotidiani strillassero alle “scarcerazioni facili” e che il Guardagingilli Alfano minacciasse di sguinzagliare i suoi ispettori, perché i giudici di Catanzaro rimandassero in galera il presunto assassino (presunto perché, nonostante la sua confessione, non è stato condannato in via definitiva, ma solo in primo grado).

La storia è quella di Barbara Bellorofonte, assassinata – secondo la prima sentenza – dal suo fidanzato Luigi Campise nel febbraio del 2007 in un raptus di gelosia dopo l’ennesima lite.

Questa la successione degli eventi. Reo confesso, Campise viene subito arrestato. Ma due mesi dopo viene rimesso in libertà perché non ricorre nessuna delle tre esigenze cautelari: né pericolo di fuga (si è consegnato ai giudici), né inquinamento delle prove (ha confessato), né ripetizione del reato (non è un serial killer: ce l’aveva solo con la sua ragazza, che ormai è morta). Poche settimane dopo, però, viene di nuovo arrestato per un altro reato: un’estorsione.

Intanto, in tempi relativamente rapidi per la giustizia italiana, prosegue il processo per l’omicidio, che si chiude in primo grado nel dicembre del 2008 con la condanna a 30 anni in primo grado: il massimo della pena col rito abbreviato (il pm aveva chiesto l’ergastolo, ma la scelta del rito alternativo ha imposto ai giudici di applicare lo sconto).

I difensori dell’imputato ricorrono in appello per chiedere una pena più lieve. Dunque Campise è un imputato detenuto in attesa di giudizio definitivo. I giudici decidono di non applicargli una nuova custodia cautelare per l’omicidio perché, dopo la condanna in primo grado, essa può essere giustificata solo col pericolo di fuga. Che non sussiste: sia perché Campise non ha mai tentato di fuggire e ha sempre collaborato, sia perché è già in galera per l’estorsione.

Anche in quel processo il giovane opta per il rito abbreviato e viene condannato ad altri 4 anni e mezzo: condanna non appellata, dunque definitiva e scontata in carcere. Purtroppo però la condanna per estorsione viene vanificata dall’indulto, che abbuona 3 dei 4 anni e mezzo e il mese scorso provoca la scarcerazione di Campise.

Vedendolo gironzolare per Soverato, il padre della povera Barbara scrive scandalizzato al Corriere: “L’assassino di mia figlia è libero”. Nonostante il comprensibile dolore dei famigliari, non c’è nulla di illegale in tutto ciò: secondo la Costituzione, nessuno è colpevole fino a condanna definitiva e, per arrestare qualcuno, occorrono esigenze cautelari che qui non sussistono (in base alla controriforma del 1995, voluta dai politici terrorizzati dalla galera dopo Tangentopoli, il pericolo di fuga dev’essere “concreto”: in pratica, bisogna sorprendere il tizio con la valigia pronta e il biglietto aereo per l’estero in tasca).

Se e quando Campese sarà condannato in via definitiva, dovrà finire in galera e restarci, possibilmente, fino all’ultimo giorno. Prima, no. Ma i giornali, anziché informare correttamente l’opinione pubblica (per farlo, dovrebbero informarsi a loro volta), preferiscono vellicare le fregole dei rondisti ferragostani e tambureggiare sulle “scarcerazioni facili” (che ovviamente non esistono).

Gli house organ di Al Pappone ne approfittano per associare quel che accade a Soverato con l’immancabile “riforma della giustizia” in arrivo in autunno (riforma che, detto per inciso, renderà ancora più lente le procedure della custodia cautelare, visto che sarà disposta non più da un solo gip, ma da un collegio di tre giudici, e ovviamente senza più intercettazioni). Angelino Jolie riesce addirittura a dichiarare che “a volte l’ossequio formale della legge contrasta con il senso profondo di giustizia di ciascuno di noi”. Cioè, ad avviso del ministro dell’Ingiustizia, i giudici non dovrebbero applicare la legge: dovrebbero rivolgersi alla piazza e interrogarla sul suo “senso profondo di giustizia”. Come Pilato dal balcone: chi volete libero, Gesù o Barabba? La risposta della piazza, notoriamente dotata di un senso profondo di giustizia, la conosciamo: Barabba libero e Gesù a morte. Detto, fatto.

Al Fano sguinzaglia gli ispettori, i giudici si prendono paura e, a furor di popolo, rimettono in galera un imputato che fino a qualche giorno fa, secondo gli stessi giudici, non meritava di tornarci. Infatti Campese viene arrestato a casa sua, da dove avrebbe potuto comodamente fuggire durante tutto il can-can politico-mediatico di questi giorni: invece non l’ha fatto, a riprova dell’assenza di qualsiasi pericolo di fuga (unico motivo in base al quale poteva essere riarrestato).

Chiunque abbia a cuore la Giustizia, quella vera, dovrebbe chiedere la scarcerazione immediata di Campese e una condanna rapida in secondo e terzo grado, cosicchè possa finalmente scontare la pena, ma solo quando la legge lo prevede, e non quando lo chiedono i giornali o i politici.

Ultimo particolare: senza l’indulto del 2006, Campise oggi sarebbe ancora in carcere a scontare la pena per l’estorsione, dunque la sua scarcerazione non è stata né facile né difficile: è stata disposta in base a una legge, quella dell’indulto, approvata con i voti del centrosinistra (tranne Idv e Pdci), dell’Udc e del centrodestra (tranne An e Lega). Cioè anche con il voto di Angelino Al Fano. Che gli ispettori non dovrebbe mandarli a Catanzaro, ma a casa propria.

Ce ne sarebbe abbastanza per far insorgere i soliti garantisti un tanto al chilo, i vari Pigi Battista, Galli della Loggia, Panebianco, Sergio Romano, Piero Ostellino. I quali invece tacciono: per loro sono sempre “facili” le scarcerazioni degli imputati comuni. Invece, quando si tratta di un potente, sono "facili" le manette

Marco Travaglio

mercoledì 5 agosto 2009

11/9: il mondo si muove, l'Italia sta ferma



Caro Giulietto,
ho letto, in una tua recente risposta, che sarebbe in preparazione a Parigi (in ottobre?) una giornata sull'11 settembre per rilanciare, a livello mondiale, la richiesta di riapertura delle indagini. Sono molto interessato all'evento tanto che vorrei parteciparvi personalmente. Si possono avere maggiori dettagli?
grazie
Pippo Vinci

*********(risponde giulietto chiesa)
In Europa molte cose si stanno muovendo. L'incontro di Parigi attende ancora una data, ma dovrebbe essere un evento importante per lanciare l'iniziativa Artisti e Attori del Mondo per la riapertura dell'inchiesta sull'11 settembre.
Diversi nomi di rilievo dello spettacolo e del cinema francesi e americani stanno scegliendo di pronunciarsi. Daremo informazone di tutto non appena potremo farlo.

Io sono stato invitato a Londra per partecipare a un incontro con diversi parlamentari britannici. L'incontro dovrebbe tenersi ai primi di novembre. Un altro incontro di giornalisti inglesi e' previsto per la fine di ottobre e anche in quella occasione andro' per presentare "Zero".
Altra iniziativa in programma, per ottobre, riguarda la Germania, dove i gruppi di iniziativa sull'11 si sono recentemente attivati. Piu' cose all'estero, purtroppo, che in Italia. Almeno per ora.
Cari saluti
Giulietto Chiesa
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scrivete a latrazzera@libero.it

domenica 2 agosto 2009

il passante per non passare


Il gigantesco ingorgo (30 km di coda) al passante di Mestre mette ancora una volta in evidenza quanto sia cieco, bieco e truffaldino il modello di sviluppo italiano nel settore dei trasporti.

Il passante, inaugurato poco tempo fa, era stato indicato come soluzione definitiva al problema delle code durante gli esodi ed i controesodi.

Ma così come i mega parcheggi, anche i mega passanti, le mega autostrade i mega ponti, le mega rotonde e così via, non fanno che incoraggiare e stimolare l'uso dell'auto. E mettiamoci pure i contributi per l'acquisto. E ecco i risultati.
La soluzione?
Ovvia: scoraggiare (e non incoraggiare) l'uso dell'auto e dei tir

Aumentare i vantaggi per chi viaggia in treno, in autobus, in taxi e, in genere, per chi opta per il mezzo pubblico o collettivo. Per chi trasporta le merci su mare o su rotaia.
Ma si sa. Il mezzo pubblico non rende ai privati e non non siamo certo comunisti. No ?
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Ma ecco (per essere precisi e per non domenticare) la notizia che lo scorso 9 febbraio 2009 era su tutti i giornali d'Italia:


Sono stati inaugurati , oggi alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, i 32,5 chilometri del Passante di Mestre, opera pubblica iniziata quattro anni fa e finalizzata al decongestionamento dell'attuale tangenziale di Mestre, percorsa fino a ieri da 130 mila veicoli al giorno.

Costato 968 milioni e 400 mila euro, il passante attraversa 15 Comuni congiungendo i due tratti (Brescia-Venezia e Venezia-Trieste) della Serenissima, e rappresenta la prima autostrada completata in Veneto negli ultimi 30 anni.

Pietro Ciucci, presidente dell'ANAS, ha dichiarato: «Il Passante di Mestre un'opera imponente, che è stata realizzata in tempi record per gli standard italiani ed europei, grazie all'eccellente lavoro del commissario Vernizzi e alla collaborazione quotidiana e positiva tra il Ministero delle Infrastrutture, l'Anas, la Regione Veneto e tutti i Comuni e le istituzioni interessate».
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RIDETE, PER FAVORE, RIDETE!
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(pippo vinci)
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