giovedì 10 settembre 2009

il deflettore


Chi mi conosce personalmente, sa che ho due passioni: le macchine vecchie (non antiche, vecchie) e i luoghi sguarniti e squallidi, siano essi pubblici (ristoranti, hotel) o privati (abitazioni, terrazze)
Tralasciando momentaneamente la passione per gli ambienti squallidi, per la quale servirebbe l’intervento di un valente e costoso psicanalista, vorrei condurre la vostra attenzione sulla mia passione per le macchine vecchie.

Cominciamo a delimitare il territorio. Per macchine vecchie intendo quelle che erano in voga negli anni ‘70 ‘80 e (inizi) ‘90. Queste macchine avevano 2 caratteristiche peculiari (non optional) la cui importanza si è rivelata nel momento in cui le case automobilistiche le hanno escluse dai nuovi modelli. In sintesi: l'ampia visibilità posteriore ed i deflettori. La prima , dicunt, sostituita dagli specchietti retrovisori, i secondi dall’aria condizionata. Ma non è la stessa cosa.

Prendiamo il deflettore. Per chi non lo sapesse il deflettore (nella foto) era quella porzione anteriore dei vetri delle portiere laterali anteriori. Avevano forma di triangolo rettangolo e potevano aprirsi autonomamente (ruotando su un asse parallelo al cateto verticale) consentendo di forzare aria pura dall’esterno, in una zona limitata e mirata dell’abitacolo.
Se ci pensate bene la mancanza di questa possibilità oggi nelle macchine moderne risulta drammatica in almeno 3 casi :
1 – la zia che siede nel sedile posteriore che non ama il vento sui capelli
2 – l’amico cagionevole che non sopporta l’aria condizionata
3 – il passeggero fumatore in autostrada quando i 150 all’ora sconsigliano di aprire completamente l’intero finestrino.
E' anacronistico, lo so, ma propongo una petizione da inviare alle poche case automobilisioche rimaste, per la reintroduzione del deflettore.
... ed una sottoscrizione onerosa per lo psicanalista.
(pippo vinci)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Io possedevo una mitica "due cavalli" di colore beige, o meglio, sabbia.
La "mitica" non aveva il deflettore, perché il deflettore, orizzontale, era il finestrino.
In compenso, però, avevo l'aria "a condizione" di aprire il tettuccio; gesto vietatissimo per paura di perdere i vari foglietti che si accumulavano in macchina.
Ebbene, un bel giorno della calda estate romana, trascorriamo gran parte del pomeriggio e del Raccordo Anulare alla ricerca del certificato di assicurazione che era scappato attraverso il deflettore.
Venticinque anni e tre o quattro macchine dopo mi chiedo: se avessi tenuto aperto il tettuccio?
Ben tornati. Stefania

Anonimo ha detto...

P.s.: per lo psicanalista sarei dell'opinione di "affittarne" uno e fare sedute collettive. Siamo tanti e confidiamo nel fatto che anche lui, poi, possa diventare uno di noi.
S.

Anonimo ha detto...

Ottima invenzione quella del deflettore ma purtroppo facilitava i ladri d'auto.
Ricordo anche l'apertura dei finestrini con la manovella, per non parlare della mitica accensione della "5oo" con la "levetta" davanti il freno a mano accanto a quella dell'"aria".
Ed i paraurti?
Si aggiustavano a martellate.
Bei tempi.
zio Tom

Anonimo ha detto...

si va beh!
ma per i ladri non ci sono ostacoli!
con o senza deflettore la macchina se si deve rubare si ruba. Semmai il deflettore serviva, per aprire la PROPRIA macchina nel caso in cui le chiavi fossero rimaste dentro.

salvo - brindisi

p.s. bel blog!