sabato 15 maggio 2010

razzismo dei media! E cosa se no?

UNA NOTIZIA DI CRONACA: IVAN MASU, MASSACRATO PER UN FURTO DI CARBURANTE. IMMAGINATE FOSSE STATO ITALIANO
di Corrado Giustiniani - Il Fatto Quotidiano.
(20 aprile 2010)

Un operaio romeno seviziato, ucciso e poi sciolto nell’acido dal suo datore di lavoro, vale una notizia ad una o due colonne per i giornali italiani. L’informazione “due pesi e due misure” ha dato grande sfoggio di sé qualche giorno fa, con il caso del povero Ivan Masu, 42 anni, sospettato di aver rubato qualche litro di gasolio da un tir e crudelmente punito da Vincenzo Nappi, 50 anni, titolare di un parcheggio per camion a Piedimonte San Germano, in provincia di Frosinone.

Il delitto è stato scoperto adesso grazie a un’indagine congiunta di polizia e carabinieri, ma si riferisce al maggio del 2007. In quei titoli, o piuttosto titoletti, viene nascosta la nazionalità della vittima, che di norma campeggia se l’assassino è straniero. Un’agenzia di stampa ha persino occultato il nome del carnefice. Radio e tv ne hanno parlato pochissimo, tanto che per molti lettori la notizia sarà nuova.

Proviamo a immaginare la risposta mediatica a parti invertite: romeno l’assassino e italiana la vittima. La storia avrebbe avuto ben altro rilievo, guadagnando la prima pagina di molti quotidiani, conquistando lunghi servizi sui tg e magari resistendo per più di un giorno, invece di consumarsi alla velocità della luce. Il fatto grave è che non soltanto gli organi di stampa incantati dal verbo leghista, ma anche giornalisti normali di giornali normali distribuiscono pillole di xenofobia, e lo fanno quasi in buona fede, senza rendersene conto. Con il pilota automatico, si potrebbe dire, che indirizza il timone verso la verità più apprezzata dal mercato.

È assai ricca la casistica che dimostra il maltrattamento mediatico ricevuto dagli immigrati. La storia più orripilante che venga in mente, pensando al romeno sciolto nell’acido, è quella di Francesco Loi, un giovane sardo di 28 anni che a ferragosto del 2006, a Villasimius, taglia la testa a un ragazzo cinese di diciassette anni, dandola in pasto agli animali. La notizia viene ignorata da televisioni e giornali, con l’eccezione della Stampa.

Pochi giorni prima l’attenzione degli italiani era stata scossa dalla fine di Hina Saleem, una bella ragazza pachistana di vent’anni sgozzata dal padre e sepolta nel giardino di casa a Sarezzo, in provincia di Brescia, e subito dopo, sempre a Brescia, un sacrestano cingalese di vent’anni, di nome Camillo, aveva ucciso in chiesa una ragazza italiana, Elena Lonati. Pagine su pagine, attorno a questi due delitti.

Quello del ragazzo cinese, è come se rovinasse lo sdegno di un’intera nazione. Forse per questo è stato ignorato. Anche stavolta proviamo a immaginare se fosse stato lui a troncare la testa al ragazzo sardo. Truppe di inviati catapultate in Sardegna, servizi a tutte colonne, interviste a esperti su usi e costumi del Fujian, la regione della Cina dalla quale lo sventurato giovane proveniva.

Gli incidenti causati da automobilisti ubriachi offrono altri spunti di doppiopesismo. Trafiletti se il killer è italiano, col privilegio dell’anonimato, o delle semplici iniziali. Così, anonimo è rimasto il trentacinquenne che a Torino si è scagliato come un siluro contro la povera romena Carmen Maceac e senza nome il guidatore di 25 anni pieno di alcool e di cocaina che a Capena il 21 febbraio del 2009 ha travolto e ucciso Mihai Surdu, operaio romeno novello sposo: non fa scandalo neppure il fatto che il magistrato di turno lo abbia messo subito in libertà.

Per non parlare poi degli “zingari”, accusati persino del rapimento di bambini, un delitto contrario alla loro tradizione, come è accaduto nel maggio del 2008 prima a Napoli, quartiere Ponticelli, e poi a Catania, quartiere Zia Lisa. A metà settembre del 2009, l’omicidio di Sanaa ad opera di un padre che non tollera la sua relazione con un italiano, porta Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere a prendersela con l’Islam, dimenticando che, ancora nel 1981, in Italia esistevano le attenuanti per il delitto d’onore. Nessuno si accorge invece, due mesi dopo, che ad Ancona un operaio italiano ferisce quasi a morte la figlia Eveline, colpevole di avere una relazione con un giovane albanese.

Gran finale con le violenze sessuali. Delitti orribili, che per la maggior parte, secondo l'Istat, sono commessi da italiani su vittime conosciute, che poi non sporgono denuncia. I 4000 all’anno, oggetto invece di denuncia, metterebbero a dura prova una rubrica di cronaca, che dovrebbe ospitare ben 13 notizie al giorno. Ecco perché aver deciso addirittura l’apertura di prima pagina sullo stupro di un romeno ai danni di una studentessa africana, avvenuto alla stazione romana della Storta, il 20 aprile del 2008, a una settimana dal ballottaggio per la scelta del sindaco di Roma, è stata una scelta irresponsabile. I direttori di tutti i giornali di allora, in gran parte gli stessi di oggi, dovrebbero ammettere, con un po’ di vergogna, l’errore

(corrado giustiniani)
Il fatto quotidiano

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