venerdì 5 marzo 2010

il genocidio dei pellerossa

Pochi giorni fa, il parlamento USA ha "riconosciuto" che tra il 1915 ed il 1917, in Turchia è stato perpetrato un genocidio a danno della popolazione armena.

Il 27 gennaio di ogni anno si ricorda il genocidio degli ebrei da parte dei nazisti di Hitler

Ma nessuno osa ricordare all'Impero americano, il genocidio su cui si è basata la stessa nascita della nazione oggi simbolo di democrazia e tolleranza: il genocidio dei pellerossa. Abbiamo trovato in merito questo articolo nel sito www.ecclesiacatholica.it e lo riportiamo qui integralmente

(pippo vinci)


Il 27 gennaio è assurto a giorno della memoria “politicamente corretta”, in cui una comunità ha ottenuto di diventare l’emblema incontestabile della sofferenza, come se la persecuzione subita da questo popolo prima della metà del secolo scorso sia un “unicum” che si eleva al di sopra delle tragedie di tutti gli altri popoli.

Questo è profondamente ingiusto e discriminatorio: il “genio criminale” del genere umano ha lasciato ben altre tracce nella storia. In primo luogo, il genocidio dei nativi d’America, un grande popolo guerriero e cacciatore che fu sistematicamente sterminato da chi aveva invaso le sue terre. Questo olocausto viene taciuto, dimenticato, persino ridotto nelle proporzioni visto che si parla di “soltanto” 1 milione di amerindiani sterminati (i vincitori, si sa, scrivono e falsificano la storia).

ACCOGLIENTI. Le fonti più attendibili attestano che prima dell’arrivo degli europei circa 8 milioni di indiani occupavano l’America del Nord. Nel 1692, non restavano già più di 4 milioni e mezzo d’indigeni. Oggi gli indiani sopravvissuti sono meno di 50mila. All’arrivo dei primi coloni gli indiani fecero l’errore di mostrarsi piuttosto accoglienti (la storia non insegna nulla, neppure ai padani…). Quando gli immigrati furono abbastanza numerosi, cominciarono a premere sui territori dei nativi americani per strappar loro la terra.

PIANIFICAZIONE. E' il via ad un genocidio mostruoso, costellato di continue stragi e massacri di villaggi, operato con una pianificazione scientifica: affamare gli indiani, facendo tabula rasa delle mandrie di bisonti, e spingerli nelle zone più invivibili per farli morire di stenti e malattie continuando, al tempo stesso, ad attaccarli. Inzia così l’epoca delle riserve, che ben presto diventano autentici campi di sterminio, aree incolte, malsane e povere di mezzi di sostentamento.

SOLUZIONE FINALE.Migliaia di indiani, poi, vengono spostati da una riserva all’altra, apparentemente senza motivo: marce forzate su tragitti lunghissimi, in realtà studiate apposta per decimare la popolazione. Nelle riserve, veniva attuata la soluzione finale: impossibilitati a procurarsi il cibo con la caccia, come loro costume, gli indiani sono costretti a nutrirsi con alimenti avariati che non possono più essere venduti sul mercato dei coloni.

LAGER. La funzione della camere a gas, qui, viene svolta dalle coperte: agli indiani vengono fornite coperture infettate coi microbi del vaiolo e della tubercolosi e queste malattie, nel giro di pochi anni, completano lo sterminio. Il ricorso all'uso del vaiolo appare già in un rapporto al generale Amherst, datato 13 luglio 1763, in cui il colonnello Henry Bouquet relaziona al suo superiore circa l’uso di coperte infettate da malati per contagiare gli indiani. Questa tecnica è poi stata usata con gran successo nelle riserve, per affrettare la risoluzione della “questione indiana”. Dai lager, presto ridotti a grandi lebbrosari, si poteva uscire solo morti: ogni rivolta, ogni tentativo di fuga venne repressa con inaudita ferocia. Così scomparve il popolo delle grandi praterie, vittima dell’immigrazione e, oggi, dei nostri vuoti di memoria.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Chi ha scritto l'articolo doveva informarsi meglio prima di scrivere certe cose. Se nelle americhe sono morti milioni di nativi la colpa in primis la hanno gli spagnoli e portoghesi, con la mattanza perpetuata ai danni di Maya, Aztechi e Incas nell'America Meridionale e Centrale dal 500 in poi, per rubare i loro tesori in oro e argento. Inglesi, olandesi e francesi si sono invece dedicati allo sterminio delle migliaia di pellerossa dell' America a nord/est tra il 600 e il 700, usando anche coperte infette. Gli schiavisti del Sud degli USA, nella prima metà dell'800, hanno poi spazzato i nativi dai loro territori senza tanti riguardi. Solo in ultimo si può parlare di "genocidio" di indiani delle pianure, se per "genocidio" si intende il confinamento delle tribù nelle riserve indiane, da parte degli USA.

filippo - Chieti ha detto...

.. ma qui si parla del NORD America quello che tu dici (o misterioso anonimo senza nome) riguarda in gran parte il sud america. E poi quello tu consideri una quisquilia "confinare" nella riserve un popolo libero.. Se la pensi così.. affari tuoi, ma non puoi negare la verità dei fatti, la storia.