martedì 17 ottobre 2017

Il Palermo "mezzo pieno"

Per i figli del calcio “da due punti a vittoria”, il pareggio ha un valore intrinseco, atavico, direi quasi congenito. Immagino sia pensiero comune a tanti tifosi che hanno superato gli “anta”. Parliamo dei tempi in cui l’imbattibilità era un valore, in cui il Perugia di Frosio “rischiò” di vincere uno scudetto con la virtù del “primo non prenderle”. Nel gioco del “bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto” il pareggio fuori casa, poi, era sempre un “mezzo pieno”. I tre punti a vittoria hanno reso tutti ambiziosi. La cultura della vittoria a tutti i costi ha fatto il resto. Oggi il refrain consolidato del vincente non ammette ironie, irride la saggezza del prudente, non tollera eccezioni....
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clach

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' una filosofia di vita.
La competizione ad ogni costo ed esasperata.
lo vediamo tutti i giorni anche nelle cose più
futili.
Chi non si adatta rimane al palo.
Il concetto dei tre punti a vittoria viene
dall'Inghilterra dove le squadre giocano per
vincere fino al 90° e dove chi cade ma non subisce
fallo si rialza subito.
Purtroppo un allenatore deve adeguarsi in qualche modo
a questo modo di pensare.
Sarà forse bello a vedersi il gioco di Zeman, ma basta
guardare il numero di gol fatti e subiti dal Pescara, per
capire che gioca per i tre punti.
Anche i palloni oggi sono più leggeri, per aumentare lo
spettacolo, difficilmente si vede oggi un portiere bloccare
la palla in volo plastico, come avveniva prima, perchè è
aumentata la velocità del pallone.
Quindi: è meglio il fast food o lo slow food?
Basta scegliere.

Clach ha detto...

Si, anonimo, dal punto di vista dell estetica si, i tre punti il pallone leggero, il portiere che non può ricevere il retropassaggio, contribuiscono alla velocità e alla godibilità del gioco In realtà per me il calcio è assai poco interessante come "spettacolo" disgiunto dal risultato. E nell ottica della ricerca del massimo risultato possibile, una fase difensiva armonica ed efficace, che tenga aperte le possibilità di ottenere il massimo oppure di evitare la sconfitta, ha una dignità estetica pari al gioco d attacco. Personalmente dopo un tre a zero perdo qualsiasi interesse alla partita, nonostante aumentino le probabilita di vedere azioni da gol

luca ha detto...

una partita è bella o brutta a prescindere dal risultato. Spesso, però, il risultato condiziona i giudizi riguardanti l'estetica del gioco visto. L'ideale sarebbe un bel pareggio con qualche gol. Anche io non amo le partite che finiscono con un cappotto