martedì 16 luglio 2013

Il rosso e il nero

il capo Apache Goyaalè, detto Geronimo
La prima volta che un signore di pelle nera è diventato Presidente degli Stati Uniti, tutti (o quasi tutti), hanno esultato affermando che la storia degli USA aveva finalmente riscattato il passato ed aveva  preso la svolta giusta: il popolo di pelle nera che tanto aveva sofferto, che aveva subito una delle umiliazioni più grandi che può subire un popolo, la schiavitù, aveva raggiunto l'apice del potere: la presidenza della nazione più potente del mondo. Il massimo.

Ma a parte che il fatto di avere la pelle nera non significa di per se rappresentare un popolo che ha sofferto e non signfica neppure, di per se, garanzia di miglioramento nell'ambito della giustizia e dei diritti dell'uomo, io credo che il vero passaggio almeno “simbolicamente” decisivo sarebbe l'ingresso alla Casa Bianca di un rosso ossia di un rappresntante di quel popolo spodestato dalla sua terra, con il sistema più efferato, il genocidio sistematico,  ed ancora oggi confinato in umilianti territori detti ancora “riserve”: gli indigeni del nord america.

E' stato proprio il loro genocidio che ha dato inizio alla storia degli Stati Uniti e portare un suo rappresentante al vertice dello stato a stelle e strisce costituirebbe, questo si, la svolta che molti hanno ritenuto di attribuire a Barack Obama!

Questo sta già accadendo in America latina dove Ollanta Humala in Perù e Ivo Morales in Bolivia hanno conquistato la presidenza dei loro paesi.

Ma anche quell'uomo, se verrà il giorno, dovrà dimostrare, con i fatti , e non solo con il colore della sua pelle, che gli Stati Uniti sono diventati un Paese "migliore"



pippo vinci

2 commenti:

Anonimo ha detto...

AUGH! tu essere uomo saggio

aquila parlante

Anonimo ha detto...

Ricordo il bellissimo film "soldato blu" a questo proposito.