mercoledì 19 dicembre 2012

Parlamento da vietare agli onesti servitori dello Stato?

Antonio Ingroia
E' veramente ridicola la polemica suscitata dalla possibile candidatura politica del (ex) magistrato di Palermo Antonio Ingroia.
Considerato che di fronte alla legge ed a Dio tutti siamo uguali, non si capisce perchè un magistrato, una volta abbandonata la toga , non possa fare politica. Ed infatti lo può fare. Non esiste nessuna norma che glielo impedisca.

Il colmo è che i pregiudicati, ossia quelli che sono stati giudicati colpevoli , possono farlo. I giudici,  secondo alcuni , non dovrebbero!!

E' come impedire alla guardie di diventare sindaco e non impedire che sindaco ci diventi un ladro.
Non vi sembra assurdo?

Peraltro Ingroia essendo (stato) un dipendente pubblico, non avrebbe molti settori nei quali poter essere tentato di favorire qualche sua attività. Insomma è più difficile collocare  nella figura di un giudice dello Stato la possibile questione del confltto di interessi. La sua opera di politico nascerebbe quindi con due grandi elementi di merito: onestà e assenza di conflitti di interesse.

Mi vengono invece in mente molte persone (ed una in particolare) che sono scesi in politica proprio perchè portatrici di caratteristiche opposte: disonestà e conflitto di interessi

pippo vinci

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Lo sport nazionale è la critica di chi lavora, ma da vent'anni a questa parte, sui giudici vige il principio della spietatezza.
A seguire i medici.
Appoggiamo la candidatura non di un magistrato, bensì di una persona indiscutibilmente perbene. Chissà che dopo lo schifo del passato non ci possiamo abituare ad una politica che tuteli gli interessi di tutti, che non rubi il denaro pubblico e che ci offra i servizi di cui abbiamo bisogno.
Buon Natale a tutti

io ci sto ha detto...

considerato che la giustizia non può andare andare in fondo ai fatti in quanto bloccata dai politici, l'unico modo che ha un magistrato onesto di scoprire la verità è quella di fare il politico e proulgare leggi che aiutino il percorso della giustizia piuttosto che ostacolarlo

giacomo ha detto...

Ingroia è già sotto attacco. cercano di farlo cadere nelle stesse contraddizioni di Grillo: che ne sa llei di economia? E lo spread? le missioni di pace? gli accordi internazionali? cosa dirà alla merkel?

ridicoli. Tieni duro Antonio che l'Italia onesta è con te. Figurati se non trovi collaboratori di altissimo liovello!

Il Pigafetta ha detto...

E ci mancherebbe che una persona onesta non debba presentarsi in parlamento!
Ma passando dal mondo dei principi a quello della politica reale, i problemi si presentano, e non si può ignorarli.
Per esempio: se Ingroia si presenta candidato alla presidenza del consiglio, in quanto leader di un gruppo politico, deve dirci subito con chi, con quale programma, con quali alleati, con quali mezzi.
E qui casca l' asino: l'attuale legge elettorale costringe a fare coalizione se si vuole vincere e governare. Se "la cosa" di Ingroia sostiene solo una posizione di principio e quindi va da sola, non fa altro che sottrarre voti preziosi al Pd, che così molto probabilmente perde il premio al senato e non ottiene una maggioranza stabile. In pratica, si riconsegna il paese nelle mani di Berlusconi e di questa destra coatta.
Otterremmo così il meraviglioso risultato di avere una schiacciante maggioranza di voti, diciamo, "anti-destra" (Pd, Grillo, Ingroia etc.), e l' incapacità per chiunque di governare, se non riproponendo di nuovo "grandi coalizioni" il cui azionista di riferimento ancora una volta resta il cavaliere.
Vero è che il Pd è quello che è, ma è il meno peggio che c' è in giro, Grillo a parte che però non vuole parlare con nessuno.
Insomma, io penso che Ingroia abbia fatto benissimo a candidarsi, ma avrei preferito che lo facesse da indipendente in un partito (Pd? certo, ma con Violante incompatibile.
M5S? perchè no?), quale espressione
della voglia di pulizia, onestà e giustizia espressa oggi da gran parte degli italiani. Pronto poi ad assumere un ruolo istituzionale dove far valere la sua levatura.

Come leader che deve gestire anche le posizioni interne, le trattative, le mediazioni, le alleanze etc. temo che finirebbe per perdere quella tensione morale con cui viene identificato.
Finirebbe insomma come di Pietro, e mi chiedo chi glielo fa fare. La politica vera lo brucerebbe, anzi ha già cominciato a farlo:
Io vorrei che fosse il mio Monti: il "tecnico" della giustizia e dell' onestà.


Anonimo ha detto...

prova ad immaginare come ho letto con Ingroia,Gino Strada ministro della sanità e forse anche altri....la società civile diventa davvero MOVIMENTO ed allora tutte le analisi anche le più logiche potrebbero "saltare"..certo occorre pragmatismo ma se così fosse sempre allora il 5 stelle non sarebbe mai esistito..