Riviste, quotidiani e simili hanno il 30- 40% dei fogli impegnati per dare spazio agli annunci delle ditte. Le strade ed i palazzi sono spesso e fastidisamente ricoperti e nascosti da coloratissimi e poco discreti (ovvio) cartelloni pubblicitari.
Su internet non c'è quasi sito che prima di mostrare i suoi interessanti contenuti non ti obblighi a visionare uno spot e tu lì a cercare di cliccare sull'introvabile icona X chiudi, che spesso ritarda a funzionare.
Se apri la tua casella email devi prima passare 4 o 5 minuti a eliminare lo spam indesiderato con il pericolo, in agguato dietro l'amlgolo, di eliminare messaggi che invece ti interessano .
Gli androni dei palazzi senza portinaio (il 90%) sono cosparsi di giganteschi fogli pubblicitari dei grandi magazzini e questa mondezza poi si spande sui marciapiedi antistani e si aggiunge a quella che scivola giù dai parabrezza delle auto. Un oceano di cartacce che svolazzano di qua e di là per ore oper giorni interi.
Ma, va beh, parliamo anche di televisione. Che uno può anche decidere di non vederla. Ma se la vede, no dico, se la vede gli passa la voglia in pochi istanti .
Tutti (TUTTI) i progammi sono costantemenet e fastidiosamente invasi da pubblicità per non parlare di quella "infiltrata"nel corpo delle stesse trasmissioni.
O i bassi trucchetti dei pagatissimi conduttori dei telegiornali, che avendo esaurito tutte le notizie pronunciano a volte questa frase: dopo la pubblicità vi daremi le ultime notizie di agenzia. E invece dopo la pubblicita: non sono arrivate altre notizie dalle agenzie e il Tg finisce qui.
Se apri la tua casella email devi prima passare 4 o 5 minuti a eliminare lo spam indesiderato con il pericolo, in agguato dietro l'amlgolo, di eliminare messaggi che invece ti interessano .
Gli androni dei palazzi senza portinaio (il 90%) sono cosparsi di giganteschi fogli pubblicitari dei grandi magazzini e questa mondezza poi si spande sui marciapiedi antistani e si aggiunge a quella che scivola giù dai parabrezza delle auto. Un oceano di cartacce che svolazzano di qua e di là per ore oper giorni interi.
Ma, va beh, parliamo anche di televisione. Che uno può anche decidere di non vederla. Ma se la vede, no dico, se la vede gli passa la voglia in pochi istanti .
Tutti (TUTTI) i progammi sono costantemenet e fastidiosamente invasi da pubblicità per non parlare di quella "infiltrata"nel corpo delle stesse trasmissioni.
O i bassi trucchetti dei pagatissimi conduttori dei telegiornali, che avendo esaurito tutte le notizie pronunciano a volte questa frase: dopo la pubblicità vi daremi le ultime notizie di agenzia. E invece dopo la pubblicita: non sono arrivate altre notizie dalle agenzie e il Tg finisce qui.
O ancora le notizie di sport (vera passione degli italiani ) , che sono messe in onda sempre dopo la pubblicità aopratutto alla radio.
Fate un esperimento: accendete la TV e spostatevi con il telecomando su 10 canali. Sono sicuro che su almeno la metà di essi vi imbatterete in un spot pubblicitario.
Allora usciamo e andiamo a goderci un film a cinema. Uguale! prima, durante (all'intervallo) e dopo il film ecco gli spot, sul grande schermo
Andiamo allo stadio. Uguale: cartelli e annunci pubblicitari ovunque a partire dalla maglietta dei giocatori della tua squadra del cuore e anche di quella degli odiatissimi avversari
Un'ultima considerazione la voglio riservare alla formula 1: fino ai tempi di Niki Lauda e Clay Regazzoni, su ogni monoposto risaltava, gigantesco, il numero di gara. A partire dal numero 1 che era riservato al campione del mondo in carica. E uno poteva seguire la competizione guardando i numeri di gara stampigliati praticamente su ogni lato della vettura e pure sul casco.
Oggi i numeri o non ci sono più o sono troppo piccoli da vedere. Perchè? Ovvio: perchè devono lasciare il posto alla pubblicità esplicita o submliminale richiamata da simboli e colori.
Provate a vedere un gran premio senza audio. Dovrete sforzarvi molto per capire se in testa ci sia Massa o Alonso e se sia stato Vettel a superare Webber o viceversa:
Si, la pubblicità è l'anima del commercio, serve per vendere e se vendi produci , e se produci dai posti di lavoro. Ma allora perchè c'è tanta crisi?
Io proporrei una piccola rivoluzione e inviterei tutti blogger a inziare una seria campagna non contro la pubblicità, ma contro questa eccessiva sua invadenza. Chissà se si potrà un giorno fare un bel referendum o, meglio, inserire in un programma elettorale la promessa per una norma che umanizzi la pubblicità e torni a considerare il cittadino come tale e non come mero e becero consumatore!
pippo vinci
Fate un esperimento: accendete la TV e spostatevi con il telecomando su 10 canali. Sono sicuro che su almeno la metà di essi vi imbatterete in un spot pubblicitario.
Allora usciamo e andiamo a goderci un film a cinema. Uguale! prima, durante (all'intervallo) e dopo il film ecco gli spot, sul grande schermo
Andiamo allo stadio. Uguale: cartelli e annunci pubblicitari ovunque a partire dalla maglietta dei giocatori della tua squadra del cuore e anche di quella degli odiatissimi avversari
Un'ultima considerazione la voglio riservare alla formula 1: fino ai tempi di Niki Lauda e Clay Regazzoni, su ogni monoposto risaltava, gigantesco, il numero di gara. A partire dal numero 1 che era riservato al campione del mondo in carica. E uno poteva seguire la competizione guardando i numeri di gara stampigliati praticamente su ogni lato della vettura e pure sul casco.
Oggi i numeri o non ci sono più o sono troppo piccoli da vedere. Perchè? Ovvio: perchè devono lasciare il posto alla pubblicità esplicita o submliminale richiamata da simboli e colori.
Provate a vedere un gran premio senza audio. Dovrete sforzarvi molto per capire se in testa ci sia Massa o Alonso e se sia stato Vettel a superare Webber o viceversa:
Si, la pubblicità è l'anima del commercio, serve per vendere e se vendi produci , e se produci dai posti di lavoro. Ma allora perchè c'è tanta crisi?
Io proporrei una piccola rivoluzione e inviterei tutti blogger a inziare una seria campagna non contro la pubblicità, ma contro questa eccessiva sua invadenza. Chissà se si potrà un giorno fare un bel referendum o, meglio, inserire in un programma elettorale la promessa per una norma che umanizzi la pubblicità e torni a considerare il cittadino come tale e non come mero e becero consumatore!
pippo vinci
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