mercoledì 22 novembre 2017

pensioni: l'uovo di Colombo

Premetto che io non so quasi nulla di bilancio dello Stato e Previdenza, ma voglio fare una piccola considerazione che spero risulti logica e corretta. Se non lo fosse , invito qualcuno a spiegarmi il perchè.

Cominciamo col dire che da oggi in poi tutte le pensioni saranno calcolate con il metodo contributivo. Ossia non più in base all'ultimo o ultimi stipendi (retributivo), ma in base ai contributi previdenziali versati durante tutta la vita lavorativa.

Questo calcolo comporta che le pensioni risulteranno più basse di quelle di qualche tempo fa arrivando  ad assumere valori pari al 60/65 % dell'ultimo stipendio. Quindi se Tizio (impiegato pubblico) ha uno stipendio di 2.000 euro, la sua pensione potrà al massimo raggiungere  i 1.300 euro.

Bene, è facile calcolare che il risparmio per lo stato sarebbe di ben 700 (o più)  euro al mese per ogni Tizio che va in pensione indipendentemente dall' età . Anzi, prima Tizio va in pensione, maggiore  sarà il risparmio dello Stato visto che lo stesso Tizio avrà versato meno contributi e la sua pensione sarà di conseguenza più bassa.


Prima considerazione: ma se lo Stato risparmia 700 euro per ogni Tizio che va in pensione, perchè lo stesso Stato non facilita il pensionamento di Tizio invece che mantenerlo al lavoro fino a quasi 70 anni? Quando peraltro dovrà pagare per più tempo i 2.000 euro invece dei 1.300 di pensione.

Seconda considerazione : se è vero  quello che ho appena scritto, si potrebbe avanzare una proposta; considerata la difficoltà che hanno i giovani di trovare lavoro, si potrebbero assumere due giovani ogni quattro Tizi che vanno in pensione, magari pagandoli un po' meno dello stipendio di Tizio che, ricordo, era di 2.000 euro.

Ma facciamo un calcolo:

Stipendio di 4 Tizi : 2.000 x 4 = 8.000 euro
Pensione di 4 Tizi :  1.300 x 4 = 5.200 euro
Risparmio  dello Stato: 8.000 - 5.200 = 2.800 euro
Stipendio di due giovani: 1.400 x 2 = 2.800 euro

Il sistema resterebbe in pareggio, ma avremo quattro Tizi che vanno in pensione, anche a 60 anni, e due giovani in più che lavorano, con tutti i vantaggi sociali del caso.
Cosa c'è di sbagliato in questo ragionamento?

E inoltre mi chiedo che logica abbia la solfa di  certi politici che sostengono che mantenere i Tizi al lavoro per più tempo significa favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani (?!?!?!)


Diverso e più complesso, ma alla fine simile, il caso dei Semproni che lavorano nel privato .
In questo caso sarà l'imprenditore a pagare gli stipendi ai Semproni e sarà sempre sempre l'imprenditore  a versare allo Stato i contributi previdenziali. 
Bene, ora che arriva il metodo contributivo, lo Stato userà questi contributi  per pagare le pensioni di Sempronio, mentre l'imprenditore, liberatosi del povero Sempronio, avrà a disposizione dei soldi (le mancate retribuzioni di Sempronio) per offrire del lavoro ai giovani magari con uno stipendio minore, ma questo lo deciderà ogni imprenditore, che a sua discrezione potrà utilizzare il risparmio, solo o anche, per effettuare investimenti nella sua azienda.

pippo vinci



2 commenti:

Anonimo ha detto...


Riflessione sulla prima considerazione:
I contributi di Tizio non sono destinati solo
alla sua pensione ma probabilmente finiscono nel
calderone.
Allora allo stato conviene mantenere Tizio in servizio.
Così facendo la parte di contributi non utilizzati
da Tizio serve al sistema che così sui mantiene in equilibrio.
Riflessione sulla seconda considerazione:
Allo stato forse interessa solo la sostenibilità economica
del sistema.
Quindi con l'occasione che Tizio va in pensione, si approfitta
del lavoro degli altri impiegati sovraccaricandoli e risparmiare
sul costo complessivo del personale
E' chiaro che mantenendo i Tizi al lavoro per più tempo non si
favorisce per niente l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani.
Inoltre non si può dire che se Tizio non fa un lavoro usurante
allora può stare ancora a lavorare fino a in tarda età, perchè
l'invecchiamento della mente esiste con conseguenze evidenti
e deleterie.
Si è caricato sul mondo del lavoro i costi di politiche
dissipative che gravano sulle spalle dei lavoratori, ma cosa ancora
peggiore sui giovani che vedono i "vecchi" ancora lavorare e loro
non possono, pur essendo freschi di idee e di energie.
Ricordo la vignetta su un poster in cui un nonno dice al nipote
" vergogna, alla tua età io già lavoravo" ed il nipote risponde al
nonno " io alla tua età lavorerò ancora".
Concordo con il caso del privato, ma lì lo stato dovrebbe incentivare
il turnover.
Credo che sia giusto applicare il metodo contributivo, altrimenti la
differenza ,dove si andrebbe a prendere?

luca ha detto...

io non so esattamente dove finiscano i contributi previdenziali di Tizio, ma certamente dovrebbero finire da qualche parte nelle casse dello Stato
il sistema contributivo è stato adottato proprio per evitare di pagare pensioni oltre il tesoretto accumulato con i contributi previdenziali. Se no vuol dire che lo Stato rubai cintributi a tizio ed a Sempronio