giovedì 28 novembre 2013

Palermo, dove per mangiare si paga poco (13)

13. Da Peppino  - via Guadagna 97

Percorrete via Oreto verso la circonvallazione, all'incrocio con via Bonriposo (semaforo) svoltate a destra fino ad incrociare via Guadagna. Svoltate a destra e al numero 97 (non segnalato), vi troverete davanti ad una grande porta in ferro laccata di verde.

Un neon sbilenco, un'edicola votiva e nessuna insegna vi aiuteranno a capire che siete giunti a destinazione. Armatevi di coraggio ed oltrepassate la porta, sicuramente socchiusa. Vi trovate nella trattoria di Peppino,
alias zu' Pinuzzu, alias u' tignusu, alias u' tammurinaru, alias u' riffaturi.

Nel 1993 Peppino, ex tamburino ed ex banditore di riffa (una sorta di lotteria privata di strada), decide di rilevare e trasformare il locale che fino a quel momento ospitava una sala biliardo. Appende letteralmente i tamburi al chiodo (visibili in cucina) e si scopre cuoco. Ad aiutarlo, uno dei suoi figli.
Un altro, ci racconta con orgoglio Peppino, è priore alla Chiesa di S. Rita.

La trattoria si sviluppa su tre ambienti : due sale da pranzo con sei tavoli in legno coperti da cerata  e 42 sedie (sempre in legno) pieghevoli del tipo da spiaggia; in fondo, la cucina a vista con ampi espositori che mostrano i cibi crudi pronti alla cottura.  Sulle pareti bianche, quadri, quadretti, fotografie, posters, ma soprattutto tanti inspiegabili archi e frecce stile Africa Nera.



Ai tavoli solo uomini, di tutte le età. Ma ci dicono che comunque si può venire pure chii fimmini. L'ambiete è caldo e rumoroso e l'aria è condita dai fumi che provengono dalla cucina

Dopo una rapida pulizia della cerata, il figlio di Peppino ci apparecchia la tavola, portando nell'ordine: saliera e pepiera a cielo aperto da utilizzare appozzando le  nude dita; scolaposate in plastica con posate in numero superiore rispetto ai commensali; cestino azzurro col pane; tovaglioli di carta; classici piatti bianchi e spessi da trattoria,  appena sciacquati.

Il menù non prevede antipasti, così non avrete l'imbarazzo e passerete subito ai primi: pasta agghio e ogghio, broccoli arriminati, vongole e pelato, bolognA rossa, pasta alla gRassa,  pasta con le sarde. Come secondi calamari fritti,  poRpettine di sarde, fettina panata o fritta, costata di maiale, invoRtini di sarde . Come contorno insalata alla palermitana. Occasionalmente  pizza e sfincione  ( tipo per la Madonna) o pane 'ca meusa. 
Da bere vino sfuso bianco o rosso, acqua, birra e gazzosa.
Disponibile anche il servizio take away.

Dopo il caffè della macchinetta tipo ufficio, potete rimanere per un tocco di birra, fino alle 6-7 di sera quando Peppino decide che può bastare e chiude. Per cena tutti a casa. Dalle mogli.
La domenica la cucina è chiusa ma il locale rimane aperto e funge da luogo di ritrovo e aggregazione. Una birra e quattro chiacchiere sul Palermo!

Per un pranzo completo Zu Peppino non chiederàmai più di 7 euro, dice che i  ragazzi (così chiama i suoi clienti) non potrebbero permettersi di più.

Se volete contattare l'osteria di Peppino potete chiamare al numero
091\5509253

Pippo, Laura, Piero e  Paola




1 commento:

Anonimo ha detto...

se vengo a Palermo ci vado!