venerdì 24 maggio 2013

Il furto del millennio.. scorso

La Gioconda di Leonardo da Vinci, ovvero Monna Lisa, è considerato il quadro più famoso e , forse, più prezioso dell'intera storia dell'arte. Come si sa il quadro è conservato presso il Museo Louvre di Parigi. Pochi sanno,però, che il quadro fu rubato nel 1911 da un falegname italiano, Vincenzo Peruggia (foto a sinistra) , che lo tenne in ottime condizioni nella sua modesta ed umida dimora parigina per ben 2 anni.
Il furto avvenne la mattina del 21 agosto 1911. Di lunedì. E il lunedì era , a quei tempi, un giorno di chiusura al pubblico del museo, giorno dedicato alle manutenzioni.

Peruggia, che aveva lavorato nella pinacoteca parigina come falegname, entra indisturbato nei locali del Louvre alle 7 del mattino e, senza alcun problema, si dirige verso il Salon Carrè dove si trovava il dipinto, lo stacca dalla parete, ne toglie vetro e cornice, avvolgendo  poi la preziosa tavoletta di legno di pioppo  in un panno. Poi esce indisturbato attraverso una normale porta di accesso.

Le indagini che seguirono portarono pure a sospettare del furto due importanti artisti come il poeta Apollinaire ed il giovane pittore Pablo Picasso in quanto, in qualche modo, coinvolti qualche tempo prima in piccoli furtarelli di statuette proprio del Louvre. Ma la polizia francese vagava nel buio e mai avrebbe ritrovato il prezioso dipinto. Nessun  indizio orientava i sospetti verso il modesto artigiano di Dumenza (Varese).

Solo 2 anni dopo il clamoroso furto, il Peruggia compie la mossa che lo tradisce: offre il quadro ad un gallerista italiano che convoca in un albergo di Milano anche il direttore del museo degli Uffizi di Firenze. Peruggia arriva con il quadro e viene immediatamente arrestato dai carabinieri.

Il quadro rimase per qualche tempo in Italia esposto agli Uffizi di Firenze ed alla galleria Borghese di Roma. Poi torna trionfalmente in Francia che ne detiene legittimamente il possesso.

Peruggia, durante il processo, si difese affermando di avere compiuto il reato  per motivi nazionalistici e patriottici. Voleva riportare l'opera di Leonardo in Italia. Ed ottenne una pena molto leggera, appena 8 mesi di galera da scontarsi in Italia

pippo vinci

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