giovedì 19 luglio 2012

il resto viene da se


La città di Palermo sarà bella (come sostentono i distratti turisti) ma certo potrebbe essere ancora piu bella come sostiene qualche attento e cocciuto palermitano.

Molte bruttezze derivano da scempi mafiosi, scelte urbanistiche scellerate, becera burocrazia dei ritardi e delle pastoie, inciviltà di molti abitanti della metropoli.

Ma io voglio andare oltre ed esplorare la causa meno evidente, ma forse più colpevole di tutte. La indifferenza di quasi tutti i palermitani. Onesti, disonesti, colti e non colti, mafiosi e non mafiosi, bene e non bene, salutisti e non salutisti, giovani ed anziani, belli e brutti, eleganti e sciatti. Palermo è piena di bruttezze immobili (scempi edilizi, assenza di verde, urbanizzazione strabica e affrettata) e di bruttezze mobili: immondizia e gazebo. Immondizia e gazebo. Immondizia e gazebo!

Le foto che pubblico in questo post sono tutte foto scattate da me negli ultimi 2 mesi. Gazebo orribili, aiuole incolte sporche e maleodoranti, non riescono a smuovere la (in)sensibilità dei cittadini che vi passano accanto o di sopra.

Pochi giorni fa, stanco di chiedere ai colleghi di fare qualcosa per le 7 aiuole-discarica ubicate proprio all’ingresso dell' ufficio, ho deciso di provvedere da solo alla loro sistemazione. Con una modica cifra (ampiamente nelle mie possibilità) ho fatto ripulire i vasi e fatto impiantare rigogliose piante di pittosforo. Tre per ogni vaso.

In pochi, solo in pochi colleghi si sono accorti del cambiamento. La maggor parte di essi, invece, nonostante ogni mattina scavalcassero le piccole discariche sul marciapiede ed ora, pulite e rigogliose aiuole, non si sono accorti del cambiamento. Non hanno notato (o non conoscono) la differenza che passa tra un sacco di munnizza ed un mazzo di fiori.

E ancora, questa mattina, a pranzo, alcuni di loro (a me molto cari comunque) mi hanno portato a pranzo in una specie di vagone ferroviario (un gazebo in ferro) che occupa l‘intero marciapiede di fronte il locale. (foto in basso, binario 1)

Mentre si mangiava e si chiacchierava ho chiesto loro cose ne pensassero.
- Ma di che? - Hanno risposto.
- Ma di pranzare qui all’interno di un vagone di ferro quasi al buio e senza ventilazione quando sarebbe più rilassante se al suo posto ci fossero dei tavolini sotto dei begli ombrelloni , quelli eleganti in legno e tela color crema tipo via Veneto o Campo dei Fiori-
Mi hanno guardato come se parlassi di puffi e tarantole!
- .. ma che te ne fotte! - è stato il commento più rispettoso.

Si lo so, potrei apparire come la citazione vivente della famosa frase del film Johnny Stecchino : il problema di Palermo è il traffico, ma a me vien invece in mente un’altra frase detta da non so quale sindaco di non so quale città: la cosa più importante per un sindaco è quella di fare innamorare i cittadini della loro città e per questo bisogna renderla bella, accogliente e pulita. Il resto viene da sé.

C’è bisogno di altre parole?

pippo vinci

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono troppo retorica se ti dico "sacrosante parole"?
Secondo me, tutti dovremmo essere innamorati della nostra città che ci siamo nati o meno. E, dal momento che ogni rapporto si nutre anche di reciproco rispetto, è bene che la curi e la ami anche chi governa la suddetta città. Per dimostrare tutto questo amore si possono, ad esempio "stoccare" le gambe ai proprietari di cani defecatori che non raccolgono i bisognini dei loro amici, massacrare di multe i "doppiofilisti", i motociclisti da slalom di città, gli inquinatori acustici, e, in generale, tutti i "vastasunazzi" di cui, grazie a Dio, siamo pieni.
Chiedo perdono per tutto ciò che ci fa incazzare e che non ho citato ; chiedo scusa per un uso improprio di un dialetto che non so parlare.
stefania

Anonimo ha detto...

Il punto è proprio questo: anche i palermitani più istruiti non si rendono conto di quanto la citta' imbruttisca sempre di più e trasmetta un senso di sporcizia, sciatteria e abbandono. Lasciamo stare lo stato in cui versano i beni artistici e architettonici "ad usum turistorum". Ma proprio l' assurdo proliferare di questi mostri chiamati gazebo, nei quartieri più "moderni" abitati dai palermitani, danno l' idea della sensibilita' dei cittadini riguardo al panorama urbano.
Sarei curioso di sapere come sono regolate queste concessioni di spazio pubblico e quanti soldi facciano affluire nelle casse del Comune. Credo che se ne scoprirebbero delle belle.
Ho l' impressione infatti che, a fronte di incassi miseri, se mai domani il Comune decidesse di non dare piu' queste concessioni e invitasse gli esercenti a smantellare le baracche, questi ultimi farebbero causa per danni al comune stesso, visto che, lungi dall' essere "precarie", queste strutture sono ormai dei veri e propri "immobili", e la loro esistenza e' ormai un diritto acquisito.

Certo, e' comprensibile: i lunghi e rigidi inverni palermitani ( le signore a ottobre sfoderano le pellicce) impongono agli stessi di avere dei ripari nei loro luoghi di incontro:
Mica siamo a Edimburgo o Copenhagen!



Il Pigafetta