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sabato 31 gennaio 2015
domenica 20 luglio 2014
Non si può assistere in silenzio
"Non si può assistere in silenzio al preminente tentativo di trasformare
il magistrato inquirente in un semplice burocrate inesorabilmente
sottoposto all’arbitrio del proprio capo, di quei dirigenti degli uffici
sempre più spesso, purtroppo, nominati da un Csm che rischia di essere
schiacciato e condizionato nelle sue scelte di autogoverno dalle pretese
correntizie e politiche e dalle indicazioni sempre più stringenti del
suo presidente (Napolitano ndr).
Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere ai tanti tentativi in atto, dalla riforma dell’ordinamento giudiziario, a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm. Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere in silenzio a questi tentativi finalizzati a ridurre l’indipendenza dei magistrati a vuota enunciazione formale con lo scopo di annullare l’autonomia del singolo pm.
Voglio ringraziare tutti quei cittadini che si pongono a scudo di tanti che, anche nella politica, continuano a calpestare quei valori che furono di Paolo Borsellino, contro l’arroganza dei prepotenti e degli impuniti. Le commemorazioni hanno un senso solo se sostenute dal coraggio che dovremo dimostrare da domani. Rispetto alla strage di via D'Amelio c’è il dovere etico e morale di cercare verità, anche se ci rendiamo conto che quel cammino costi sempre di più lacrime e sangue, per continuare a cercare la verità è necessario innanzitutto con onestà intellettuale rispettare la verità e non avere mai paura a declamarla anche se può apparire sconveniente.
Oggi ci troviamo davanti a un muro di gomma e di indifferenza istituzionale. E c'è il pericolo di un clima di delegittimazione che si nutre di silenzi colpevoli, ostacoli e tranelli disposti per arginare quell’ansia di verità rimasta patrimonio di pochi.
Affermano il falso i tanti che, qualcuno per strumentale interesse, continuano a ripetere che i processi delle stragi hanno portato a un nulla di fatto fingono di ignorare che 22 persone sono state definitivamente condannate per concorso in strage. In molti anche all’interno delle istituzioni sanno ma continuano a preferire il silenzio, certi che quell’omertà continuerà a pagare magari con l’evoluzione di splendide carriere. Il cammino di liberazione dalla mafia è rimasto a metà del guado, mentre ai ladri e ai corrotti si assicura la sostanziale impunità.
In una sentenza definitiva della Corte di Cassazione è accertato che un partito politico, divenuto forza di governo nel 1994, ha poco prima annoverato tra i suoi ideatori e fondatori un soggetto da molto tempo colluso con gli esponenti di vertice di Cosa nostra e che da molti anni fungeva da intermediario consapevole dei loro rapporti con l’imprenditore milanese che di quel partito divenne esponente apicale.
Oggi questo esponente politico (Silvio Berlusconi, ndr), dopo essere stato definitivamente condannato per altri gravi reati, discute con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo respiro. E’ necessario non perdere la capacità di indignarsi e trovare la forza di reagire tutti abbiamo il dovere di evitare che anche da morto Paolo Borsellino debba subire l’onta di vedere calpestato il suo sogno di giustizia”.
Nino Di Matteo, Palermo 19 luglio 2014 -
via D'Amelio a Palermo
commemorazione del giudice Paolo Borsellino
Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere ai tanti tentativi in atto, dalla riforma dell’ordinamento giudiziario, a quella in cantiere sulla responsabilità civile dei giudici, alla gerarchizzazione delle Procure anche attraverso sempre più numerose e discutibili prese di posizione del Csm. Non si può ricordare Paolo Borsellino e assistere in silenzio a questi tentativi finalizzati a ridurre l’indipendenza dei magistrati a vuota enunciazione formale con lo scopo di annullare l’autonomia del singolo pm.
Voglio ringraziare tutti quei cittadini che si pongono a scudo di tanti che, anche nella politica, continuano a calpestare quei valori che furono di Paolo Borsellino, contro l’arroganza dei prepotenti e degli impuniti. Le commemorazioni hanno un senso solo se sostenute dal coraggio che dovremo dimostrare da domani. Rispetto alla strage di via D'Amelio c’è il dovere etico e morale di cercare verità, anche se ci rendiamo conto che quel cammino costi sempre di più lacrime e sangue, per continuare a cercare la verità è necessario innanzitutto con onestà intellettuale rispettare la verità e non avere mai paura a declamarla anche se può apparire sconveniente.
Oggi ci troviamo davanti a un muro di gomma e di indifferenza istituzionale. E c'è il pericolo di un clima di delegittimazione che si nutre di silenzi colpevoli, ostacoli e tranelli disposti per arginare quell’ansia di verità rimasta patrimonio di pochi.
Affermano il falso i tanti che, qualcuno per strumentale interesse, continuano a ripetere che i processi delle stragi hanno portato a un nulla di fatto fingono di ignorare che 22 persone sono state definitivamente condannate per concorso in strage. In molti anche all’interno delle istituzioni sanno ma continuano a preferire il silenzio, certi che quell’omertà continuerà a pagare magari con l’evoluzione di splendide carriere. Il cammino di liberazione dalla mafia è rimasto a metà del guado, mentre ai ladri e ai corrotti si assicura la sostanziale impunità.
In una sentenza definitiva della Corte di Cassazione è accertato che un partito politico, divenuto forza di governo nel 1994, ha poco prima annoverato tra i suoi ideatori e fondatori un soggetto da molto tempo colluso con gli esponenti di vertice di Cosa nostra e che da molti anni fungeva da intermediario consapevole dei loro rapporti con l’imprenditore milanese che di quel partito divenne esponente apicale.
Oggi questo esponente politico (Silvio Berlusconi, ndr), dopo essere stato definitivamente condannato per altri gravi reati, discute con il Presidente del Consiglio in carica di riformare la legge elettorale e quella Costituzione alla quale Paolo Borsellino aveva giurato quella fedeltà che ha osservato fino all’ultimo respiro. E’ necessario non perdere la capacità di indignarsi e trovare la forza di reagire tutti abbiamo il dovere di evitare che anche da morto Paolo Borsellino debba subire l’onta di vedere calpestato il suo sogno di giustizia”.
Nino Di Matteo, Palermo 19 luglio 2014 -
via D'Amelio a Palermo
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venerdì 16 maggio 2014
La sinistra è una Cassandra: ha ragione ,ma non viene creduta!
Pochi anni fa quando la crisi economica era ai suoi esordi, uno degli elementi che veniva sbandierato per giustificare il varo di norme restrittive era LO SPREAD!
Ogni giorno gli italiani ricevevao già a colazione la informazione sul livello dello spread. Con questo spauracchio si giustificava (lo faceva la destra, lo facevano i moderat, lo faceva il PD) tutto quello che si faceva contro i lavoratori, i disoccupati, le pensioni, il Pubblico Impego, le tariffe, le imposte, i prezzo del gas o della benzina, il rinvio delle elezioni, la elezione di Napolirano, il cacao sul cappuccino. leggi tutto
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martedì 21 gennaio 2014
le minacce.. di Riina?
Il pluriergastolato
Totò Riina continua (anzi continuerebbe)
a lanciare le sue minacce contro il pm di Palermo Nino
Di Matteo affinchè questi la pianti di indagare sulla trattativa stato- mafia. Non solo. Riina questa
volta si lancia (anzi si lancerebbe) contro la procura di Palermo
per un altro curioso motivo : Totò u
curtu non gradisce che si interroghi il Presidente della Repubblica
Napolitano. E qui casca l’asino.
Già le prime minacce puzzavano forte, quest' ultima trovata
sa di rancido!
Primo perché le
presunte minacce sono riferite dai canali ufficiali e da questi lasciate
trapelare;
Secondo perché l’ascolto
si riferisce a intercettazioni ambientali: Riina che parla con un altro
carcerato (ma può ?) o Riina che parla da solo (inverosimile)?
Terzo perché Riina
non ha oramai nessun chiaro vantaggio a fermare il processo sulla trattativa. Resterà
in carcere a vita comunque;
Quarto perché Riina
ha ancora meno interesse a bloccare la deposizione di Napolitano. Che gliene
fotte a lui?
C’è chi giustifica il fatto dicendo che Riina si sentirebbe umiliato se dal processo scaturisse
un ruolo di mero esecutore delle stragi; ma questa è una teoria abbastanza
ballerina. Io credo invece all’unico motivo che spiegherebbe i quattro punti
prima elencati.
Le minacce di Riina in effetti non esistono, o, meglio le
minacce non sono di Riina. Sono invece i soliti servizi deviati che mettono in giro queste voci per bloccare il
processo. Processo che potrebbe rivelare gravissime responsabilità di frange
deviate o colluse dello Stato. Insomma chi potrebbe ricavare un vantaggio da un insuccesso di questo processo è
proprio lo Stato e non certo la
Mafia!
Ok anche questa è una ipotesi, ma in fondo a noi interessa poco quale sia la verità. Basta che sia LA VERITA'. Un Paese democratico non può essere tale se certi dubbi non si chiariscono, nel bene o nel male! I misteri di Stato sono un macigno insopportabile per quasiasi cittadino onesto.
Ok anche questa è una ipotesi, ma in fondo a noi interessa poco quale sia la verità. Basta che sia LA VERITA'. Un Paese democratico non può essere tale se certi dubbi non si chiariscono, nel bene o nel male! I misteri di Stato sono un macigno insopportabile per quasiasi cittadino onesto.
Intanto noi siamo
vicini a Nino Di Matteo che sta facendo egregiamente
e coraggiosamente il suo dovere pur
dovendo affrontare una infinità di ostacoli. Coraggio Nino, non ti fermare.
Siamo con te al 100 per cento!
p.s. in questo articolo i dubbi di Luciano Violante sulle minacce di Totò Riina clicca qui
p.p.s. in quest'altro articolo altri dubbi sono avanzati da Angelo Jannone
p.s. in questo articolo i dubbi di Luciano Violante sulle minacce di Totò Riina clicca qui
p.p.s. in quest'altro articolo altri dubbi sono avanzati da Angelo Jannone
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sabato 27 luglio 2013
Inaudto, inaudito, inaudito
Continuano le volgari offese al Ministro per l' integrazione Keynge. Nientedimeno che alla festa del PD a Cervia, le sono state lanciate delle banane!
Secondo me è stato superato il limite ed il signor Napolitano, il sig Grasso ed il sig Letta che si indignano (ad arte) per molto meno, non muovono un dito!
Io al posto della Keynge farei un casino del diavolo fino a fare cadere questo ridicolo e dannoso governo e lo farei pure se fossi un parlamentare di qualunque schieramento.
Il Ministro, inoltre, con questo suo atteggiamento minimizzante e ironico ("...tutto cibo sprecato..") non fa certo del bene a tutti gli immigrati quasi autorizzando o "depenalizzando" questo tipo di aggressioni che alla fine non hanno nessuna consegunza per chi li perpetua, ma solo per chi le subisce, tranne che non sia... un Ministro di questo Governo fantoccio!
Inaudito, inaudito , inaudito!
Secondo me è stato superato il limite ed il signor Napolitano, il sig Grasso ed il sig Letta che si indignano (ad arte) per molto meno, non muovono un dito!
Io al posto della Keynge farei un casino del diavolo fino a fare cadere questo ridicolo e dannoso governo e lo farei pure se fossi un parlamentare di qualunque schieramento.
Il Ministro, inoltre, con questo suo atteggiamento minimizzante e ironico ("...tutto cibo sprecato..") non fa certo del bene a tutti gli immigrati quasi autorizzando o "depenalizzando" questo tipo di aggressioni che alla fine non hanno nessuna consegunza per chi li perpetua, ma solo per chi le subisce, tranne che non sia... un Ministro di questo Governo fantoccio!
Inaudito, inaudito , inaudito!
domenica 21 aprile 2013
le ultime parole famose
![]() |
Giano bifronte |
Ora vi chiediamo un conributo per dare corpo a questa interessante rubrica suggerita dal nostro collaboratore Pigafetta, che per lanciare l'idea ha elencato alcuni di questi clamorosi esempi:
Monti:"non scenderò mai in politica".
Napolitano " non rifarò il presidente della Repubblica".
Bersani " mai larghe intese"
Berlusconi: " elezioni subito"
D' Alema: " ok all' accordo con la destra, ma senza Berlusconi".
Zamparini: "non licenziero' mai Sannino"
Sorrentino: "non farò minchiate"
Balzaretti: "Parigi o Palermo a vita"
Rios : "mi metterò a dieta"
Lo Monaco: "nuovi acquisti pronti, daranno la svolta".
L' ex moglie: "ti amerò per sempre"
Il figlio: "farò le divisioni senza calcolatrice"
La banca: " saremo sempre al suo fianco"
L' avvocato : " andrà benissimo"
Il meccanico : " vedrà che ora ci può fare 100.000 km."
il Pigafetta
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