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martedì 16 giugno 2015

Un papa cristiano che parla da cristiano. Era ora!

Dopo qualche post nel quale abbiamo criticato Papa Francesco eccco che, con grande soddisfazione, dobbiamo parlare oggi di un papa che finalmente (secondo noi) dice quello che un papa cristiano dovrebbe dire. Ieri Francesco primo, si è scagliato contro la finanza, contro le banche e contro la proprietà privata. Propietà privata che non è messa in discussione, ma che, sostiene Bergoglio, dovrebbe (anzi DEVE) essere utilizzata per scopi umanitari, sociali, civili. 
Un papa comunista? No, un papa cristiano!!!

Ecco che di seguito riportiamo un estratto dell'articolo (di Francesco Antonio Grana) pubblicato oggi sul quotidiano on line "il fatto quotidiano"

Non solo ecologia. Nella sua seconda enciclica, la prima in assoluto dedicata al creato, dal titolo Laudato si’, Papa Francesco attacca chi sostiene che il diritto alla proprietà privata è assoluto o intoccabile, mettendo in risalto, invece, “la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata”. Una posizione che ha sempre contraddistinto Bergoglio (fin quando era arcivescovo di Buenos Aires), che in diverse occasioni ha affrontato il tema chiedendo “una terra, una casa e un lavoro per tutti”. Questa volta non si tratta di un’omelia o di un discorso. Il concetto è messo nero su bianco sul documento ufficiale più importante per tutti i cattolici. Francesco ribadisce quanto aveva affermato Giovanni Paolo II spiegando che “la Chiesa difende sì il legittimo diritto alla proprietà privata, ma insegna anche con non minor chiarezza che su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale, perché i beni servano alla destinazione generale che Dio ha loro dato”. Bergoglio punta anche il dito contro il salvataggio a ogni costo delle banche, “facendo pagare il prezzo alla popolazione”, e contrasta il dominio assoluto della finanza. leggi tutto l'articolo

fonte: ilfattoquotidiano.it

domenica 17 novembre 2013

nessuna emozione

Domenica scorsa mi trovavo a Roma per partecipare al primo week end dell'ottavo festival del cinema. Di mattina ero "libero" da questo impegno ed avevo davanti due opzioni per me molto interessanti: la prima era di assistere alla proiezione  dell'ultimo film-inchiesta di Massimo Mazzucco sull'11 settembre. Con il regista in sala.
La seconda quella di assistere all'angelus di Papa Bergoglio.

Alla fine, incredibile e dirsi, ho scelto quest'ultima opzione. Dico subito che la delusione è stata forte E lo stesso avranno provato le migliaia di fedeli e curiosi che gremivano Piazza San Pietro. Lo posso dire sia perchè ho ascoltato con attenzione  i commenti, sia perchè gli appalusi durante  e dopo la "performance" di Francesco sono stati brevi e pochissimo calorosi.

Lo posso dire perché agli angelus di Woityla (visto) o di Giovanni XXIII (letto) e persino di Paolo VI (visto) , c'era gente che alla fine piangeva di gioia e di emozione. Qui  no!

Il fatto è che da questo Papa della svolta tutti si aspettano ogni giorno un pezzettino di questa svolta. Cosa che , in effetti, no è possibile; ma la sequenza di argomenti trattati e la incisività dei contenuti hanno lasciato quasi basiti (e non certo commossi) i "fedeli".

Ecco di cosa ha parlato Francesco:

1. ha letto (si, letto) una omelia che si riferiva al passo del vangelo della giornata. Una omelia ovvia e scontata di quelle che se ne sentono a migliaia nelle chiese. Nessuna sferzata di novità, nessuno slancio di ampio respiro o di nuova speranza che ha caratterizzato le sue prime mosse da papa. I soliti Dio vi ama; la morte non è la fine di tutto; o ancora tutti saremo uguali nell'aldilà;

2. poi ha ricordato, giustamente, la  immensa tragedia del tifone nelle Filippine;

3. infine ha letto un breve elenco di saluti rivolti ad alcuni gruppi di fedeli organizzati presenti in Piazza che, a turno, sentendosi citati, sventolavano colorate bandierine o bianchi fazzoletti

fine!

Chi era andato a Roma solo per assistere a questo momento, non credo sia rimasto particolarmente commosso o soddisfatto. In fondo ad  una predichetta del genere poteva assistere andando a piedi nella parrocchia sotto casa. Gli sarebbe anche costato molto di meno.

Ma quello che è mancato, a prescindere dalle parole,  è proprio quello che tutti si aspettavano: ossia una sorta di atmosfera di novità,  una tempesta di emozioni mistiche, un abbraccio caloroso e più umano  da parte di un papa che tante speranze ha riacceso nel cuore del popolo dei credenti.


pippo vinci