martedì 16 gennaio 2018

Aiuta chi è più povero: fallo con Kiva, non costa nulla!

kiva.orgQuella che vedete nella foto è la signora Ama Genou.
Ama vive nel Togo , ha un figlio e ,tramite Kiva organization , ha chiesto un prestito di 850 dollari (circa 650 euro) per finanziarsi una piccola bottega per la vendita di pane e farina nella cittadina di Tseviè, in Togo.

Ama ha inoltrato la sua richiesta, tramite Kiva, nel dicembre del 2006.
Kiva ha inserito la sua proposta sul sito con la dettagliata descrizione del progetto e dei tempi di restituzione del denaro ricevuto (12 mesi).

All’appello hanno risposto, da ogni parte del mondo, 25 lenders (prestatori) che hanno inviato (sempre tramite Kiva) i soldi necessari alla signora Ama. Mediamente ogni lender ha inviato 34 dollari (26 euro)

Ama ha realizzato il suo progetto ed ha restituito i soldi ai lenders (tramite Kiva) in 12 mesi con rate di 70,84 dollari al mese. Ama ha restituito la stessa somma ricevuta in prestito (850 dollari) senza un centesimo di interesse.
Ogni lender ha quindi riavuto i soldi prestati, senza interessi. Io avevo prestato ad Ama 25 dollari, tutti tornati. Queste somme, restituite ai legittimi proprietari, possono essere da questi ritirate o essere utilizzate per finanziare un altro progetto.
Ci si chiederà: ma come fa KIVA a finaniare la sua organizzazione? Lo fa con donazioni volontarie dei lenders. Ad ogni prestito , infatti, Kiva chiede un contributo, anche di 50 centesimi, per finanziare l’organizzazione. Il contributo è volontario e non obbligatorio. Io per esempio dono a Kiva 1 euro per ogni prestito. In tutto 129 euro in 10 anni.
Muhammad Yunus, premio nobel per la pace e ideatore del microcredito

E mi sono fidato grazie anche alla esperienza fatta nel mondo ufficiale della cooperazione internazionale.
Un mondo dove il 65 – 70% dei soldi (pubblici) stanziati (e regalati) servono per la stessa gente che sostiene di portare aiuto alle popolazioni bisognose del 3° o 4° mondo.
Sono soldi utilizzati per i viaggi dei volontari, per i convegni di presentazione e di chiusura del progetto, per superflui corsi di formazione, per la stampa di inutili opuscoli e così via. Non mi fido neppure delle adozioni a distanza o di altri tipi di aiuti organizzati. Non perchè non siano vere, ma perchè il contributo versato non raggiunge intero il beneficiario. Con Kiva non è così.


Dal giorno in cui ho ricevuto tutta la somma prestata ad Ama (sono passati solo 12 mesi), ma non mi sono dermato : in circa 10 anni, ho già finanziato altri 128 progetti , per un totale di 5.550 euro con una media di circa 43 euro a progetto. Ed in tutto ho perso appena 11 euro! Infatti i casi di insolvenza sono al di sotto dell'1%


Per questo motivo la Trazzera si fida di Kiva e invita tutti a seguire il suo esempio


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(pippo vinci)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ok fidiamoci

Anonimo ha detto...

mi sembra una cosa eccezionale. Ora ci provo anch'io. E' un bel regalo di Natale.

Fabio

Anonimo ha detto...

è un'organizzazione fantastica!
Complimenti per averla segnalata