venerdì 31 gennaio 2014

La trazzera vintage: il vento

6 maggio 2012
A Milano il cielo è azzurro e tira vento forte. Tutti si lamentano nervosi, la natura che si fa (finalmente!) sentire, li infastidisce. Il vento.

A me invece viene un' ebbrezza che mi ricorda i primi bicchieri dell' adolescenza. Lo scooter diventa una vela, i semafori boe, le svolte strambate.
Plano con delicatezza sulle ondette insidiose del selciato sconnesso, lavorando col peso, mentre calcolo intanto lo scarroccio sulle rotaie del tram. Mi preparo per il difficile doppiaggio delle bocche di Cordusio - Duomo, dove e' facile arenarsi in un basso fondale di lavoratori che manifestano.

Gioisco quando svernicio sottovento un barcone Harley-Davidson, e fremo di furia impotente quando il bordo sbagliato mi porta nella bonaccia dietro un furgone fermo in doppia fila. E l' avversario che avevo seminato, con la sua turpe e rumorosa bagnarola, si allontana odioso mostrandomi la poppa sponsorizzata: POSTE ITALIANE o, talvolta, MACELLERIA Fratelli FARAVELLI - Dal 1959.
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Ormeggiato il mezzo, un salto sul pontile ed eccomi dentro l' ascensore di un elegante palazzo antico: vado ad un incontro d' affari molto importante per me, devo parlare con personaggi di rilievo. Mi aggiusto la cravatta e la camicia, mi concentro, ho in mente una cosa sola: la tensione e la gioia di quella regata mitica quando all' ultimo respiro riuscimmo a battere, per un improvviso soffio di vento amico, il noto campione olimpico. Il vento
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Capisco dove sono quando una segretaria sorridente mi invita a togliermi la cerata....pardon, l’ impermeabile, e mi fa accomodare in una sala riunioni vuota e e lussuosamente arredata. Recupero velocemente l' assetto mentale, ripasso i documenti, la situazione ritorna sotto controllo, so bene quello che devo fare.
Poco dopo, un quarantenne vestito in modo impeccabile, il primo e più importante dei tre interlocutori entrati nella sala, nello scusarsi per i 4 minuti 4 di ritardo, ma non volendo rinunciare ai 2 minuti 2 di convenevoli "personali" previsti dal protocollo, ( è un manuale vivente su come insegnano la psicologia relazionale nella "High School" da cui proviene) esclama: -"Sa com'è, questo vento mi genera un gran mal di testa, è una cosa davvero fastidiosa!”. Il vento.
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I successivi 120 secondi trascorrono fra alti lai contro questo subdolo nemico dell’ umanità reo di causare praticamente ogni tipo di patologia a loro tre e ai loro parenti fino al quarto grado. Mentre annuisco ebete, di nuovo mi allontano. Siamo a ferragosto, a bordo del “Trimegista Seconda” di Antonio e Agostino. Siamo in tanti e abbiamo 20-24 anni. Navighiamo fra Palermo e Ustica, lo spinnaker e’ gonfio di un libeccio gentile, anche stavolta amico. Il vento.
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Barche con altri amici bordeggiano vicino a noi, ci sono un sacco di ragazze, volano gavettoni. Siamo felici. Peschiamo alla traina perfino un bel palamito di 8 kg che ci sfamerà quella sera, una volta ancorati in rada; e ancora vino, e la chitarra e tutti a cantare: Battisti, De Andre', Venditti. De Gregori. Strofa: " Alice guarda i gatti..." Ritornello: "Ma io non ci sto più, e i pazzi siete voi..." Ritorno mentre il boss di fronte a me mi dice: " Bene, veniamo a noi...mi dica..." Vorrei rispondere: " Ci sarebbe una chitarra?" 
Il Pigafetta

post già pubblicato il  2 settembre 2012

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