i vigilantes romani sull'Arco di Costantino |
E' oramai una usanza quella di salire su qualche cosa molto alta per farsi vedere e per gridare contro una ingiustizia o contro una sutuzione di precarietà. Che però riguarda solo 146 persone.
Domani, magari su una torre in Puglia, saliranno altri 15 operai per rivendicare il diritto al lavoro per loro e per altre 8 persone. E cos' via. In Italia anche le proteste sono privatizzate. Il malessere è generalizzato, ma ognuno si occupa dei fatti suoi e se il disagio è degli altri, noi non siamo disposti a fare nessun sacrificio per loro. Alla faccia di papa Francesco, Ma se un giorno dovessimo avere bisogno noi. Siamo sicuri che i 146 Vigilantes saranno a casa a vedesi la partita della Roma o della Lazio.
Anche negli uffici pubblici succede la stessa cosa. Molti impiegati, spesso oggetto di discriminazoni o di pesanti vessazioni se non semplicemente testimoni di altrui salti di carriera per meriti familiari o politici, attivano personali atti di protesta, spargono veleni a destra ed a manca.
Dopo qualche tempo li vedi pacati, sereni e tranquilli. Hanno avuto anche loro la famosa spintarella per farsi avanti a scapito di colleghi più meritevoli. E quello che prima era un abuso subito ora diventa un privilegio acquisito. Incassi e vai avanti.
E' questa l'Italia. L'Italia degli egoismi, delle raccomandazioni, del mors tua vita mea (mori tu che campo io). Diversa è la situazione presso i nostri cugini francesi. Se lì c'è da protestare per le pene di una sola categoria, la sommossa è generale e l'intero popolo, se convnto della ragioni dei protestanti, non si lascia pregare due volte per assecondare e sostenere la protesta.
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