martedì 1 febbraio 2011

che fine ha fatto l'Iran?


abbiamo girato la domanda contenuta nel titolo al giornalista Giulietto Chiesa che, gentilmente , ci ha fornito la seguente risposta:

DOMANDA
caro Giulietto come avrai notato anche tu , da un po' di tempo non si sente più urlare contro l'Iran di Ahmadinejad. Io so come sai tu che il nemico Iran era stato costruito ad arte come sempre, ma perché questa campagna si é improvvisamente fermata?. Cosa sta succedendo? hai qualche informazione in merito?

C iao e buon lavoro
Pippo Vinci

LA RISPOSTA DI GIULIETTO CHIESA

L'Iran sta sempre al suo posto, come prima. Il fatto è che l'Occidente, a cominciare dagli Stati Uniti, è entrato nella spirale di una crisi che non ha precedenti per vastità e profondità. Io l'ho chiamata la fine dell'Impero.

Si vedono i segni della perdita del controllo. Sono numerosi e ormai ripetuti. Un tempo le percezioni della crisi - mi riferisco a cadute di precedenti imperi - richiedevano tempo per diffondersi. Adesso i mutamenti sono velocissimi e le percezioni sono trasmesse in tempo reale da un emisfero all'altro. Ho usato una battuta (padrone debole vassalli morti), per far capire che l'uomo del Cairo o di Tunisi, sa oggi che il suo aguzzino è più debole praticamente in contemporanea con il banchiere di Wall Street.

Uno lo sa e l'altro lo "sente". ma se la pressione della pentola è alta, anche le sensibilità Si accentuano. Quando le crisi precipitano, cambiano le priorità e le urgenze. Washington
era abituata a comandare e basta. Adesso, qua e là, non ci sono più gli uomini "giusti" da comandare. Le risposte sono tarde e confuse, appannate. La gente se ne accorge e i guai aumentano.

Per questo l'Iran non si sente molto: perché i potenti del pianeta sono occupati altrove. Un errore da non fare, però, è pensare che i centri del potere mondiale siano ormai privi di mezzi, di forza e di ferocia. Ci saranno alti e bassi. La spirale non è arrestabile, ma la sequela delle risposte, dei colpi e contraccolpi, sarà sinusoidale. Bisogna aspettarsi colpi di coda. Il pericolo di guerre aumenta esponenzialmente.

Giulietto

Nessun commento: