mercoledì 25 marzo 2009

discorsi dell'aldilà e giustizia terra-terra


L’umanità si divide in due categorie. Quelli che credono in Dio e quelli che non credono in Dio.
Quelli che credono in Dio, generalmente, credono e sperano che ogni ingiustizia umana verrà punita nell’altro mondo confidando in un Dio Giudice Unico, Giusto e Inappellabile.

In tal modo chi queste ingiustizie le ha subite, avrà una Ricompensa che, variando da credenza a credenza, soddisferà pienamente chi in Lei confida.
Come bisogna quindi vivere la fede in Dio? Ecco 2 opzioni:



1) subendo ogni ingiustizia e pazientando nell’attesa del Giudizio Divino
2) lottando al fine di contrastare e limitare gli effetti dell’ingiustizia


Nel primo caso, spesso, il subire con pazienza e rassegnazione si trasforma, poco a poco, con il lento trascorrere dei mesi e degli anni, in un forte sentimento di rancore o di odio verso il presunto ingiusto. Un rancore che spesso può vanificare l’attesa della Ricompensa Eterna.
Questa, infatti, non spetta a chi nutre tale malvagio sentimento. E la situazione peggiora se, oltre a sperare nella Ricompensa Eterna, il presunto giusto spera in una eterna e giusta Condanna per l’uomo ingiusto

Nel secondo caso, la lotta.
Ma una lotta efficace e vincente prevede anche la sopraffazione dell’uomo ritenuto ingiusto e tale sopraffazione può spesso indurre l’ingiusto sopraffatto a ribaltare il giudizio.
L’ingiusto sconfitto si crederà giusto, attribuendo la qualifica di ingiusto all’antico giusto.
A questo punto sarà il Dio Unico, Giusto e Inappellabile a derimere la faccenda ed a decidere se e chi dei due avrà la Ricompensa Eterna . E a chi ingiungere la Eterna Condanna.
Tale timore spingerà il credente ad una lotta prudente. Una lotta prudente che spesso è anche sinonimo di lotta inefficace.
Non importa.
Infatti chi combatte in nome Dio sa che quella che si svolge sulla Terra è solo una battaglia interlocutoria e futile.
La battaglia vera, la guerra, è quella che si vincerà dopo la morte, al cospetto di Dio.
In definitiva, a ben guardare, nessuno dei due comportamenti potrà garantire la Ricompensa Eterna. E nessuno dei due atteggiamenti, inoltre, potrà portare con certezza la Giustizia Umana a trionfare in questo mondo.

Vediamo il caso della categoria dei non credenti. In questo caso i possibili comportamenti saranno 2:

1) vivere cercando di godere personalmente dei piaceri della vita
2) vivere lottando per far godere dei piaceri della vita il maggior numero di persone


In nessuno dei due casi egli si preoccuperà di una sentenza divina. In nessuno dei due casi egli si preoccuperà di interpretare la parte del giusto o dell’ingiusto, secondo i crismi e le regole dei credenti.

L’agire del non credente non verrà in alcun modo condizionato da questo Timore Supremo, potendo così utilizzare, nella lotta, anche espedienti estremi che urterebbero la coscienza di chi lotta da credente.

Ed allora si che il mondo potrà sperare di vedere la Giustizia Umana trionfare.
Che sarà piccola cosa rispetto alla supposta e probabile Giustizia Divina; ma sarà quantomeno certa e tangibile.
Una giustizia terra terra che ci farà vivere, anche se per soli 100 anni, in un mondo migliore.

(pippo vinci)

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono credente e suppongo che Dio sia semplicemente amore.
Egli non si preoccupa di applicare gli stessi meschini metri di misura degli esseri umani: tu sei buono-io ti ricompenso; tu sei cattivo- io ti punisco.
Dio è un padre amorevole nei confronti di tuttti i suoi figli, ma, da buon pedagogista, sa aspettare che ciascuno faccia la propria esperienza di vita.
Cosa ci raccontano le scritture? Il figliol prodigo, ci pensi? Il padre macellò il vitello grasso per lui, mentre il fratello buono "rosicava", come si dice al mio paese.
Chi è state perdonata dal figlio di Dio? Maria Maddalena, la prostituta.
E, infine, chi sarà il capo della Chiesa? Ovviamente Pietro, colui che lo rinnegò tre volte.
Dio ci ha regalato il libero arbitrio, la possibiità di scegliere la nostra strada. Ricordiamoci però che l'amore non ha pregiudizi e che il buon cristiano deve essere, prima di tutto, non un giudice inflessibile delle altrui scelte -Eluana, l'omosessualità, eccetera- ma deve operare, fino a che può, la misericordia.
Se ci ha perdonato Dio che, attraverso il battesimo, ci monda dal peccato originale, chi siamo noi per giudicare ed emettere sentenze dure come macigni?
Stefania

Anonimo ha detto...

ci devo riflettere su

giovanni da verrazzano

Anonimo ha detto...

Di quale Dio state parlando? quello delle religioni monoteiste, immagino!
mi sembrano temi troppo complessi per essere affrontati in modo così " banale"

Pippovinci ha detto...

Allora dacci una mano tu.
E poi qui non si sta trattando di teologia, ma di risvolti umani e quotidiani. Di domande che ognuno di noi dovrebbe farsi e di problemi che ognuno di noi prima o poi deve affrontare. Senza demandare ad altri temi che ci toccano da vicino. I saggi ed i teologi discuteranno di altro. E discuteranni di cose , per me, incomprensibili. Noi umili uomini e umili donne dobbiamo riflettere su queste cose "banali". E (per chi crede) quando si arriverà al cospetto di Dio, non potremo che rispondere in prima persona della nostre azioni. Non ci sarà nessu saggio, nessun teologo al nostro fianco a difenderci con dotte arringhe. Quindi, caro fratello, ti consiglio di partecipare alla discussione e (se vuoi) di darci il tuo parere. Potrebbe esserci utile. Per i cristiani, Gesù è sceso sulla terra per discutere con uomini e donne analfabeti di cose "banali".
E poi io non credevo che il mio blog fosse così banale come tu dici.
Ma va bene lo stesso.
ciao e grazie del tuo contributo

Anonimo ha detto...

Se avete avuto mai a che fare con i bambini vi sarete accorti che spesso rivolgono domande complesse la cui risposta richiederebbe ore di dissertazione su argomenti per loro astrusi.
Qualunque genitore, che non intenda liquidarli con un "te lo spiego poi", semplifica la discussione, magari "banalizzandola", finché il figlio non capisce.
Noi siamo, di fronte a questi argomenti, contemporaneamente, il figlio che chiede e il padre che semplifica.
Per comprendere.

Anonimo ha detto...

Non posso essere d'accordo con
l'articolo della trazzera.
Se la persona e' un credente allora non
potrebbe lottare efficacemente,
perche' altrimenti "l'altro" sarebbe
"sopraffatto" e diventerebbe il
"giusto"?
Ma che cosa significa"sopraffatto"?
Sembra che questo termine implichi
una vittoria "scorretta" da parte
del credente.
Ma il credente in quanto tale non
può usare mezzi illeggittimi del
tipo "a tutti i costi".
Il non credente sembrerebbe portare
semplicemente la giustizia in quanto puo' usare tutti i mezzi che vuole (e quindi non accettabili per il credente).
Ma che giustizia e' mai questa?
Non sarebbe la stessa "giustizia"
del credente che "sopraffa'" l'altro?
La vera giustizia dipende allora
dall'accettare o meno l'esistenza di Dio?
Allora se Dio esiste, influenza "negativamente" il credente impedendogli di fare giustizia?
Abacab

Anonimo ha detto...

però Gesù ha anche detto .. che "il mio regno non è di questo mondo". Ergo, la giustizia degli uomini può non coincidere con la giustizia di Dio. E quindi Dio (almeno quello dei cristiani) decide di non intervenire in questo mondo. Il mondo è quindi esclusivamente nelle mani degli uomini.

paolo - Mestre

Anonimo ha detto...

Questa e' una tua conclusione.
Credo che il Dio dei cristiani non se ne sta per i fatti suoi e se ne frega di quello che avviene sulla terra.
Dio direbbe allora:"fate quello che
volete, cercate o no la giustizia,tanto poi alla fine ci penso Io".
Se Dio esiste,giudichera'su come
gli uomini si sono comportati.
E' vero comunque che Dio lascia gli
uomini liberi di comportarsi come credono.
Dio non vuole il male ma permette che questo accada a causa della liberta' che ha lasciato agli uomini.
Se Dio intervenisse continuamente sulla giustizia su questa terra allora sarebbe stato inutile creare gli uomini liberi.
Ma anche chi crede deve accettare una componente di "mistero" in queste parole perche'e' duro digerirle.
Ma le strade di Dio non sono le strade degli uomini ed e' quindi
comprensibile che quanto ha nella
"testa" Dio, noi non possiamo afferrarlo.
Con la fede il discorso fila.
Abacab

Anonimo ha detto...

bella scoperta. Con la fede fila tutto, caro amico mio! Ma questo assunto è molto pericoloso. Perchè di fedi, nel mondo, ne esistono svariate decine. Quale è allora la fede giusta! Quella tua?

paolo - Mestre

Anonimo ha detto...

Ciascuno che ha una fede naturalmente crede che la propria sia giusta.
Questo vale per me come per chiunque altro.
Essendo giusto,credo che Dio
"salvi" chiunque, a qualsiasi fede appartenga,secondo il Suo giudizio.
Abacab