martedì 13 maggio 2014

dolcezza ed emozoni: il tramonto sulla pianura

Frusta e Bertolotti

dal 6 al 18 maggio al teatro Menotti di Milano

Se vi invitassero ad andare al teatro per sentire (come diceva Eduardo) una commedia ambientata in un ospizio per anziani, recitata da attori ultrasessantenni non professionisti e scritta da un autore (ancora ) semisconosciuto, credo che cerchereste sempre qualcos'altro da fare. O comunque una scusa per non andare.

Il Tramonto sulla pianura, un testo scritto da Guido Conti e messo in scena da Emilio Russo e Caterina Spadaro in questi giorni al teatro Menotti di Milano, si può presentare così. Ma chi lo ha visto si è vergognato di quello che pensava prima

Alla fine della commedia, che dura poco più di 70 minuti che scorrono piacevolmente, tutti sperano che quello appena visto sia stato solo il primo tempo e vorrebbero continuare a sentire i dolci e romantici fraseggi tra il Duca, Frusta, Pucci , Bertolotti, Eugenio, Diego, Vetro, suor Donata e tanti altri ancora  (sedici in tutto), in un susseguirsi di effetti nostalgici,  atmosfere melanconiche, commovente autoironia e tanta, tanta eleganza sia nei testi che nei perfetti movimenti dei protagonisti sulla scena.

Il Duca
Il pubblico in sala segue con estrema attenzione e assiste con grande tenerezza a una specie di Flash Forward della propria vita addirittura sperando che possa  avere momenti simili a quelli che si sviluppano davanti ai suoi occhi. La senilità può essere meno drammatica e buia di quello che si dice in giro. L'importante è non essere soli.

Molti i momenti in cui l'applauso sfocia spontaneo: il monologo di Pucci, quello tagliente del cieco Vetro, la sorprendente e inaspettata performance musicale, le parabole apocrife di Frusta, i passaggi strazianti di Dadà, i ricordi pittoresci del nostalgico Pessina, le pillole di saggezza vesuviana del Duca. In altri istanti l'ovazione viene accennata, ma  volutamente repressa per il timore di disturbare l'atmosfera magica e quasi mistica.

Di grande effetto le scene corali di un rosario surreale e di una tombola naif o di un canto molto ben eseguito sulle nota di un remoto successo di Nada Malanima. Toccante il canto finale  che, inaspettatamente, coinvolge anche un pubblico  che, in questo modo, trasmette un abbraccio di ringraziamento ai sedici protagonisti schierati in una ordinata e ammiccante fila sul bordo della scena.

La tombola
Gli attori, inoltre, mostrano una padronanza dell'arte teatrale che è il frutto dell'apprezzabile lavoro fatto dei due registi, veri trionfatori delle serate al Menotti, per una rappresentazione costruita in poco più di un mese partendo da un gruppo di attori dilettanti molti  dei quali in scena per la prima volta nella vita-.

Alla fine viene anche la voglia matta di leggere il libro, ma ci si trattiene per godersi per quache tempo ancora il dolce sapore che rimane sul palato.

pippo vinci

gli attori:Gianfranco Barili, Sonia Casoli, Maria Stella Cerana, Fiore Cesca, Mariella Clemente, Nadia Cortesi, Marco De Feo, Angelo De Maco, Domenico Galluccio, Diego Ghilotti, Pardo Kickhoeffel, Anna Maria Paino, Ninni Picone, Carlo Raimondi, Federica Rivoli, Enzo Trovato 

6 commenti:

Anonimo ha detto...

ho visto la piece domenica e concordo in piento sul giudizio lusinghiero (magari troppo) della trazzera. Mi è piaciuto tanto

silvia

bakedsteve ha detto...

Sabato anch'io sono stato tra i fortunati ad assistere a questo spettacolo, ed ammetto che mai in tutti i 70 minuti il sorriso ha lasciato spazio agli sbadigli! E quando parlo di sorriso intendo tenerezza, commozione, gioia e ilarità che hanno accompagnato questo " Tramonto sulla pianura" in quella che sembra essere la strada maestra da percorrere un giorno per non rimanere anonimi , per essere considerati ancora importanti , quando la tenera e avanzata età ci coprirà col velo dell'indifferenza ! E forse per solitudine o anche per propria scelta che i 16 personaggi si ritrovano uniti nello stesso luogo con interessi più o meno simili, e ognuno di loro da il meglio per celare questa situazione diventando attore della propria vita.
Il regista è riuscito a mischiare neo-attori con chi ha dedicato parte della vita al palcoscenico creando omogeneità teatrale e dando al pubblico l'impressione di essere davanti a qualcosa di unico. E infatti tra i tanti elogi che si possono fare al regista e agli attori , il più bello penso che sia definirli " unici " !!!
Stefano Picone

Anonimo ha detto...

Io, invece, ho visto la commedia al Biondo con lo strafamoso oscariato Servillo.
Commedia mediocre, altissimo il livello fricchettone modaiolo, altissima la figura di merda dei palermitani.

Anonimo ha detto...

.. la commedia al Biondo? ma davvero hanno fattio il tramonto sulla pianura la Biondo? Non mi risulta

Silvia

Anonimo ha detto...

per la sig.ra Silvia: "le voci di dentro" questo è il titolo della commedia al Biondo. Non volevo assolutamente riferirmi ad altro.
Mi sono espresso male.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con le precedenti recensioni, difficile aggiungere altro. Una piacevolissima sorpresa nel vedere un'opera, dove sarebbe stato facile scivolare nel banale. Diretta e soprattutto interpretata con delicatezza, intensità ed eleganza come una leggera brezza primaverile che piacevolmente ti avvolge, accarezzandoti, effondendo il profumo di fiori appena sbocciati . Un viaggio in un mondo che sembra lontano, non appartenerci ma che ci aiuta a riflettere, con ironia e un pizzico di malinconia. Grazie per le emozioni regalatomi

Annie