Dedicato a chi vive la vita a testa in giù:
non lottare più contro, inizia a lottare per.
"Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore può amare"
Così Nonno Kuzja (John Malkovich) avverte il piccolo Kolyma
In una regione del sud della Russia vengono confinati da Stalin clan di
criminali dalle più svariate etnie: tra questi, i siberiani urca, "criminali
onesti", come essi stessi si definiscono,hanno precise regole d'onore, epperò
talvolta incredilmente condivisibili. In guerra contro ogni forma di potere e
sfruttamento, uccidono solo poliziotti, disprezzano il denaro al punto da non
tenerlo in casa affinchè non la contamini, aborriscono la droga e ne
giustiziano i trafficanti, gli urca siberiani hanno una morale profondamente
religiosa, fondata sul valore personale e sulla tradizione.
Danno la morte ma
sempre rispettando quella che a loro pare sia la vita: prima di tutto la vita
dei deboli, i «voluti da Dio», e poi la vita dei liberi e dei forti.
L"educazione siberiana" dei ragazzini Kolima e Gagarin,è un film della prima
volta, é un'iniziazione: il passaggio dall'infanzia all'adolescenza ha il
respiro di una storia universale fortemente connotata da significati fruibili
da noi tutti.
L’universo dei siberiani criminali onesti è chiuso: un' utopia fragile,
annientata dal tempo come la piena del fiume spazzerà via l' amico, un
pianoforte, l' amore adolescenziale e impossibile di Kolyma.
Muti e impotenti stanno a guardare il vecchio saggio patriarca, Nonno Kuzja
(John Malkovich coniuga la bruttezza irresistibile alla magnifica
interpretazione) nè Ink, il maestro tatuatore, quasi lo "stregone" del
villaggio: la sua passione, raccontare la vita degli uomini non a parole ma
sul corpo: i saggi della comunità nudi nella sauna, leggono dai tatuaggi
personalità e vicende di ciascuno.
Personaggi “forti”, dal respiro epico, abitano casupole di legno immerse nel
paesaggio gelato, le barbe e i capelli lunghi.
La Storia, però, è più potente della loro purezza: irremediabilmente li
contamina, annientandoli: la sua dismisura eccede ogni misura dei loro cuori
Dieci anni dopo, Kolima, divenuto un gran bel giovanotto, si arruola nell’
esercito russo, sulle montagne cecene per cercare Gagarin, l' amico e
compagno
di giochi infantili incattivito dalla galera delinquente spacciatore: questi,
abbandonata e tradita la comunità dei Siberiano, vuole possedere oltre ogni
misura, persa ogni morale o freno.
Tutto è cambiato: non è il cuore la misura giust dei desideri, e nulla è
giusto.
Illuminante e intensa la fiaba narrata da nonno Kuzja, del giovane lupo che
per fame si vende agli uomini, divenendo cane.
"La fame viene e va via. La dignità dell'uomo, una volta persa, non si può
riconquistare".
Nei boschi Kolyma ritrova Gagarin che lo aspetta da tanto.
Perché si ritrovi, c'è un solo modo.
La vita dei lupi che mai accetterebbero di farsi cani.
Nel cuore di Kolyma, il desiderio e la speranza che un mondo diverso é
possibile
E dunque il giovane lupo andrà a Sud e verso l’Occidente, fidandosi della sua
maestria nei tatuaggi, nell'uso del coltello e della pistola, alla ricerca di
un luogo un tempo e un futuro in cui i lupi non desiderino farsi cani.
Oscuria
lunedì 18 marzo 2013
il cinema visto da Oscuria: Educazione siberiana
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