tratto dal blog "e io che mi pensavo" di Alessandro Bonino
Mi ricordo, son andato in Unione Sovietica, nel 1988 dev’essere, avevo quattordici anni. Alla tele, facevan sempre vedere il cielo grigio, in Unione Sovietica, io ci son andato a luglio, faceva un caldo da seccare. Mi ricordo l’albergo Rossija, proprio attaccato alla Piazza Rossa, l’hotel con gli ascensori più veloci del mondo, si vantavano, e però, i sacchetti per il vomito, non li davano. Per come me lo ricordo io, potevano anche.
Mi ricordo il cambio nero, mi ricordo i venditori abusivi, mi ricordo che ho regalato il cappellino da baseball.
Mi ricordo la Prospettiva Nevskij, mi ricordo il negozio di dischi Melodija. Avevano un disco degli UB40, ma dirlo in inglese non m’han capito. Allora ho comprato un disco con tutti gli inni delle repubbliche socialiste sovietiche, e un disco di hard rock di un gruppo che si chiamava Black Coffee, che sul retro c’eran le foto dei componenti del gruppo e la foto del manager che sembrava un mafioso russo.
Mi ricordo le file ai chioschetti della Pepsi, c’erano già, mi ricordo le autobotti che distribuivano una bevanda locale fatta col pane fermentato, si chiamava kvas.
Mi ricordo la metropolitana di Mosca, m’era sembrata una sciccheria.
Mi ricordo negozi immensi che vendevano un solo prodotto.
Mi ricordo i negozi Berjoska, dove si poteva pagare solo in dollari, dove ci andavano i turisti e la nomenklatura, dove vendevano di tutto.
Mi ricordo che dal panettiere vendevano del pane che sembrava pane cassetta, e tutti quando passavano toccavan tutte le forme prima di prender quella che gli piaceva. Mi ricordo che mi sembravan tutte uguali.
Mi ricordo il gelato, che si chiamava Marojnaje o qualcosa del genere, lo vendevano in panetti che sembravano giganteschi panetti di burro. Era grassissimo. Un gusto solo, alla panna. In albergo invece il gelato lo davan in palline, e se te lo volevi alla fragola, ti mettevano dello sciroppo di fragola sopra, se lo volevi al cioccolato, ti mettevano della polvere di cioccolato sopra.
Mi sa che era una cosa solo per turisti e per ricchi.
Mi ricordo le brodaglie che ci davan per cena. Mi ricordo che una volta mio padre è arrivato con dei biscotti comprati in un negozio, allora per cena ci siam fatti fare il caffelatte, che ci è sembrato una bontà.
Mi ricordo che una volta l’autobus si è fermato e siam dovuti scender tutti a spingere.
Mi ricordo che una volta ho visto un tizio con una tazza del cesso sotto il braccio e ho chiesto alla guida, Irina, si chiamava, ho chiesto a Irina che cosa poteva mai farci uno, con un cesso sotto il braccio e lei, m’ha risposto, lo porta ad aggiustare.
Mi ricordo che nell’albergo una sera c’era un gruppo che suonava, e poi, in onore dei visitatori italiani, ha suonato Voyage Voyage.
(Poi, magari, continuo.)
1 commento:
anche io ho gli stessi ricordi. Ed era l'anno 1984. Mi pare ci fosse Chernienko
Posta un commento