mercoledì 18 aprile 2012
In Italia, Keynes è un fuorilegge!
Uno dei modi per uscire da una crisi economica come la attuale è, secondo l'economista britannico John Maynard Keynes (1883 - 1946), quella di sostenere l'intervento pubblico con misure di politica fiscale e monetaria, qualora una insufficiente domanda non riuscisse a garantire lapiena occupazione.
In altre parole: investire molti soldi pubblici dando impulso alla economia, creando posti di lavoro e, di conseguenza, aumentando la domanda di beni di consumo.
Da pochi giorni questa soluzione, in Italia, è diventata , proprio in periodi di crisi , e proprio in uno stato connotato da un forte deficit di bilancio, una strategia di politica economica anticostituzionale. E qundi non più praticabile.
I geni del nostro Parlamento aizzati dai geni del nostro Governo hanno reso obbligatorio, per Costituzione, il pareggio del bilancio dello Stato italiano. Niente quindi esborso di denaro pubblico in periodi di crisi. Proprio quando Keynes capì e teorizzò che era questa la medicina migliore per uscire dalla crisi. Comunque la si pensi è senza dubbio un'arma in meno per fronteggiare le crisi economiche
Le conseguenze di questo stupido autogol potrebbero essere disastrose come sostiene Vladimiro Giacchè, economista, autore del libro dal titolo "Titanic-Europa la crisi che non ci hanno raccontato "
pippo vinci
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2 commenti:
Premetto subito che non ho letto ancora il libro citato, lo faro' presto.
Questa legge e'una cosa irragionevole e ottusa.
Una rigidita' incompatibile con un mondo economico per definizione ciclico.
Lo paragonerei a quel tizio che, per percorre 100 km in un' ora, decise di tenere una velocita' costante di 100km/h, a prescindere da salite, discese, curve, cunette...non fece molta strada.
Ma c'e' un ma, un dubbio atroce che mi assale:
Come sarebbe andata in Italia se ci fosse stata questa legge almeno fin dall' inizio degli anni '80?
Da quando, cioe', la finanza pubblica ha iniziato a inanellare deficit su deficit, incrementando il debito ma non lo sviluppo?
Da Andreotti a Berlusconi via Craxi l'andazzo e' stato questo, salvo i colpi di timone, generalmente iniqui, assestati da Amato, Ciampi e in parte Prodi, per scampare al naufragio. Ora tocca a Monti.
Il punto e' il solito: il potere e' pericoloso, se usato da certi personaggi.
E chi lo ha gestito in Italia negli ultimi 40 anni? Proprio quelli che ho citato prima(spallegiati, all' occorrenza, da ex comunisti come D'alema o Violante), oltre a pupari come Gelli e Riina, anche per mezzo dei vari Sisde Sismi Gladio etc.etc. Il tutto con l' avallo del grande potere finanziario.
Una legge cosi' e' un' autocastrazione dello Stato.
Ma se lo Stato deve essere gestito da questi figuri,i miei princìpi vacillano.
E' d' altronde questo il motivo per cui la comunita' internazionale ci impone una simile legge: non siamo credibili nelle nostre scelte di politica economica, e non solo; quindi ci dobbiamo dare regole ferree, ancorche' assurde, per tornare ad esserlo.
Perche' una volta ci bastava svalutare la lira per tenere la linea di galleggiamento, ed erano fatti nostri; oggi se Fornero o Camusso starnutiscono sale lo spread e scende l' euro.
Secondo i fautori della legge, del tutto in teoria, questa cosa ci dovrebbe finalmente costringere a fare i conti con gli sprechi, le inefficienze e il sommerso, per pareggiare il bilancio.
Ma se non si fa avanti una nuova classe politica, e' un sogno che non si avverera' mai.
Il Pigafetta
questo è un momento di emergenza politica più che economica. Quindi la prima cosa da fare non è quella di fare norme su norme, leggi su leggi, tasse su tasse e via dicendo. la prima cosa da fare è mandare a casa tutti (TUTTI) i politici che oggi siedono in parlamento. Una sorta di rivoluzione francese in salsa Italiana d'oggi- E se proprio non vogliamo (e non sappiamo) fare una rivoluzione con le armi facciamola col voto mandando in parlamento i ragazzi del Mov 5 stelle. Che avrà i suoi limiti (come li vevano i rivoluzionari francesi del '700), ma almeno un risultato si raggiunge: mandare a casa questi loschi e schifosi figuri che si autogenerano e si moltiplicano oltre gli stessi limiti fisici del parlamento (vedi Lavitola)
Luca
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