venerdì 27 aprile 2018

Il vescovo buono e l' Inquisizione santa

Fin dai tempi di Papa Giovanni XXIII, mi ha sempre sorpreso e infastidito  l'accostamento dell'aggettivo buono al nome di un alto prelato o comunque al nome di un appartenente al clero cattolico.

Lo scorso 20 aprile Papa Francesco è andato a pregare sulla tomba del vescovo di Molfetta Antonino Bello.
Bello fu definito il vescovo buono perché era sempre a fianco dei poveri, degli ultimi.

Considerato che qualunque prete, una volta diventato tale, ha il compito, la gioia se non addirittura il dovere, di trasmettere ai fedeli un modello di vita caritatevole volto ad aiutare gli ultimi, è curioso che questo atteggiamento venga riscontrato solo in pochi prelati che, per questo, vengono definiti, appunto, buoni.

Cioè quello che dovrebbe essere la regola, nel clero cattolico, diventa una eccezione.

Ne consegue che la norma non è essere buoni, ma non esserlo. In certi casi quindi si può essere per giunta cattivi senza che questo porti ad associare  il termine cattivo al nome del prelato.
Giovanni XXIII

Non si è mai sentito parlare, infatti, di  Papi cattivi anche se , in questa categoria , dovrebbero entrarvi quantomeno i papi che inventarono e sostennero l'inquisizione, da Lucio III (1183) a Leone XIII sotto il cui papato venne condannato e arso  vivo il Palermitano  Antonino Canzoneri il 22 marzo  1732 nella piazza di S. Erasmo nel  capologo siciliano.
Canzoneri fu l'ultimo siciliano condannato al rogo dalla  santa (?!?!) Inquisizione.

In poco più di mezzo secolo di processi e roghi si succedettero decine di papi cattivi (Leggi qui). Nessuno di questi fu definito cattivo, mentre, sempre tra questi, alcuni vennero addirittura santificati.

In questi anni si sta assistendo alla diffusione di una ridicola e antistorica   teoria revisionista  tra gli intellettuali vicini al vaticano. Secondo questa teoria le vittime della inquisizione sarebbero state poco più di un centinaio a fronte di circa 100.000 processi intentati.

Considerato che in ogni caso 100 assassini per motivi "religiosi" sono comunque un obbrobrio, in questa teoria revisionista non vengono sottolineate alcune cose di un certo peso
Francesco e Innocenzo III

1 - essere comunque inquisito non doveva comunque essere gradevole considerato che durante i processi della inquisizione (talvolta o spesso) si usava anche la tortura (pratica negata dai revisionisti) per costringere gli eretici ad abiurare

2 - non  tutte le vittime della lotta alle eresie venivano prima processate;  molti, anzi la maggior partese, venivano massacrati ancor prima di un regolare processo. È il caso (non certo unico) dei Catari nel sud della Francia, anche se la loro eresia voleva semplicemente riportare i credenti ad uno stile di vita più puro e più vicino alle  parole dei Vangeli.
Ne furono trucidati decine di migliaia  (bambini compresi), una vera e propria crociata indetta da Papa Innocenzo III. Lo stesso pontefice davanti al quale si inchinò S Francesco che evitò con questa mossa di essere considerato anch'egli un eretico. Ed eravamo ai primi anni del 13° secolo.

Ma torniamo ai Papi con questa domanda: se un papa non ne' buono ne cattivo, che cosa è?

pippo vinci

Nessun commento: