lunedì 2 giugno 2014

le macche e le cespole.

una macca sacra

Il racconto che segue si riferisce ad una fatto vero, ma è collocato in una città sconosciuta ed in un luogo misterioso. Una ambientazione volutamente celata  per evitare malintesi, offese, vendette e reazioni violente.

Per comodità narrativa, però, sono costretto a dare ai luoghi ed ai personaggi dei nomi o dei ruoli. Ma naturalmente saranno ruoli e nomi di fantasia del tutto inventati e lontani dalla realtà.
C'è solo un riferimento individuabile: il protagonista, cioè io. Amedeo C.

Ed ecco i fatti....

Camminavo per le vie del centro, quando decido di acquistare un po' di frutta di stagione. Devìo dal mio percorso da diporto per entrare nel mercato del Sorgo Antiguo. Il mercato del Sorgo Antiguo è stato da poco ristrutturato. Le vie sono più pulite e ordinate di prima, non ci sono più buche. Ma gli ambulanti e i bottegai, con il passare dei mesi e degli anni, stanno riconducendo il mercato agli antichi fasti: sporcizia ovunque, macchine sul marciapiede, auto in controsenso, cani randagi malaticci e ditteri (mosche) tra le bancarelle, gazebi abusivi,  odori nausebondi, ma ben distinti e riconoscibili.

I venditori di cadaveri marini vannìano (urlano) la freschezza della loro merce, freschezza che, per la verità, stride col puzzo che emanano i corpi flaccidi dei cadaveri marini. Orde di bravi ragazzi sfrecciano tra la gente  a bordo di cavalli a due ruote , ma senza elmo che un antico editto aveva reso  obbligatorio.

Beh, io ero lì per la frutta e quindi alla vista di una bottega di fruttaroli, mi fermo per acquistare cespole al modico prezzo di 1 talento e 20 per ogni libbra.

Il bottegaio prende quindi un sacchetto di carta di pane e , scartando le cespole buone poste in sottile strato in  bellamostra in cima al cesto, scava nel fondo dello stesso per afferrare cespole nere, bucate, bacate, marce, striminzite e,  suppongo, senza succo e senza sapore. Lasciando lì quelle buone, sane, lucenti  e succose. Che fungevano da richiamo, ma che, evidentemente, non erano in vendita.

Decido allora di esternare  il mio disappunto chiedendo al bottegaio di inserire nel mio sacchetto SOLO le cespole di superficie, più rigogliose.
cespole
Ma il bottegaio, insensibile al mio giusto lamento, continua il suo lavoro dicendo che quelle che sceglieva per me erano semplicemente più mature.

Tosto decido di abbandonare la contesa e la bottega senza  effettuare l'acquisto.
Mentre mi allontano sento solo  qualche triviale insulto provenire dalla bocca del losco venditore di cespole .

Ma io avevo veramente bisogno delle cespole ed allora mi dirigo verso un'altra bottega che, invero, esponeva cesti del frutto in buono stato. Il valore era un po' più sostenuto: 2 talenti; ma la qualità del prodotto li meritava tutti.
Al momento di pagare, il bottegaio riceve il mio giusto obolo (4 talenti per 2 libbre), ma non rilascia alcun documento cartaceo che dimostrasse l'avvenuta transazione. Per comodità narrativa  chiameremo questo documento incidentino.

Anche in questo caso ho dovuto manifestare il mio disappunto chiedendo l'incidentino, ma il bottegaio delle cespole buone risponde alla mia rimostranza lamentandosi che il suo strumento di emissione di incidentini si era guastato pochi minuti prima.
Anche in questo caso ho chiesto la restituzione dei 4 talenti lasciando sul posto le buone cespole appena incartate. Ed anche in questo caso il bottegaio ha inveito contro di me lanciandomi insulti, epiteti,  fatture  e maledizioni della più truce tradizione locale.

Non restava che il bottegaio dell'angolo al confine del Sorgo Antiguo . La merce buona, tutta ordinatamente riposta in solidi contenitori in legno di recente fattura  e quindi chiari  integri e lindi. Tutta la merce, inoltre, era esposta all'interno della bottega  al riparo da fumi velenosi, cani affamati, insetti caprofagi e pericolosi sbalzi di temperatura.

Anche qui ho chiesto le cespole. Erano belle, sane e succose. Prima di raccoglierle dai contenitori il bottegaio mi ha gentilmente invitato ad assagiarne una. Voleva essere sicuro che mi piacessero. Erano buone. Buonissime. Il prezzo invitante (1 talento e 60 a libbra).
Il bottegaio ha riempito il sacchetto  con 2 libbre di ottime cespole. Non una era segnata dal tempo, dalla malattia o dall'incuria.
Ho dato al bottegaio i suoi 3 talenti e 20. Il bottegaio mi ha dato subito il mio incidentino, mi ha salutato ed ha infine manifestato l'auspicio di un mio ritorno presso la sua bottega.

E la storia finisce qui, ma devo aggiungere un particolare: l'ultimo bottegaio era un uomo piccolo piccolo, dal viso molto scuro, olivastro; probabilmente veniva da un paese molto lontano; un paese dove, dicono,  si adorano le macche sacre, ma dove sicuramente rispettano gli uomini e le leggi . Tutti gli uomini e tutte le leggi.

Amedeo Contino


8 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, infatti, i panormiti sono brutti e cattivi, mentre gli extra sono buoni, belli e bravi...
Il bottegaio che non ti ha dato lo scontrino è cattivo e va contro lo Stato (che è buono e pensa a tutti noi), quindi è un criminale.
Lo extra, invece, che è bello buono e bravo, rispetta lo stato e le leggi italiche.
Gli extra, invece, che pisciano ai piedi dei monumenti, che cagano all'aperto, che ti rompono i coglioni ad ogni semaforo, che strillano a qualsiasi ora del giorno e della notte, che si pongono con le bancarelle difronte i negozi deipanormiti (che pagano le tasse), sono solo di passaggio e, comunque, giustificati.
Meglio che la finisco altrimenti mi daranno del razzista.

Anonimo ha detto...

I panormiti non sono brutti e cattivi ma, a volte, non sempre rispettosi degli altri. Io non so dove vivi tu ma non ho mai visto extra cacare all'aperto, ma ho visto nei giardinetti un uomo palesemente bianco che si masturbava e richiedeva l'attenzione dei passanti. Hai mai sentito, di notte, ragazzi bianchissimi e perbenissimo disturbare il sonno della gente con gli impianti stereo delle macchine a tutto volume? Hai mai visto i marciapiedi panormiti occupati dai tavolini dei bar, dalle macchine posteggiate proprio sopra essi, eccetera? Mica saranno solo di extra! Amedeo ha solo raccontato una storia di ordinaria maleducazione.

Anonimo ha detto...

D'accordo Amedeo ha raccontato una storia di ordinaria maleducazione, ma i toni con i quali l'ha fatto descrive la solita abusata immagine dell'extracomunitario vittima ingiusta del pregiudizio.Cosa che, a mio avviso non è, essendo questo pregiudizio solo ed unicamente frutto di una artata immagine mediatica.
Ho vissuto con gli extracomunitari e ti posso assicurare che fanno schifo come e quanto i palermitani dei quali, ahimè, ne faccio parte come razza.
Tutto qui.
Anzi, forse i panormiti fanno ancora più schifo, ma se la giuocano pur sempre nell'ambito del letamaio.

Anonimo ha detto...

?..e comunqque ho visto cagare un extracomunitari, mi capitò nei pressi del Castello Sforzesco. E non solo, una volta a passeggio con mia figlia per le vie di Roma una zingara si alzò la gonna e cominciò a pisciare copiosamente sul marciapiedi. La presi a calci...con buona pace dei difensori dei diritti umani.

amedeo ha detto...

Ho solo raccontato un fatto di vita vissuta da me medesimo. Il resto (chi caca di qua e chi piscia di là) non mi è mai capitato di vederlo. Sono sfortunato o semplicemente cieco. Ma se sarò testimone di questi episodi sconcertanti ne riferirò su queto blog. Promesso.

Anonimo ha detto...

Caro Amedeo,
chi "caca di qua e piscia di la" sono state solo mie considerazioni, in relazione all'episodio di "vita vissuta" da te narrato.
Considera quanto ho detto, come apporto a questo sito di mia "vita vissuta".
Per il resto, il tenore ed il perché dei miei commenti, è stato chiaro e spiegato sopra.
Se dovessero sussistere ancora delle perplessità, sono pronto a dispiegarle, se richiesto.
Un caro saluto

amedeo ha detto...

.. ok ma se manco ti firmi io non posso sapere a cosa ti riferisci. Almeno metti un nome di fantasia uno pseudonimo e così ognuno sa a chi rispondere.
E' semplice e mantieni l'anonimato sacrosanto, ma almeno è più chiaro il percorso dei tuoi interventi
ciao

Anonimo ha detto...

"""Si, infatti, i panormiti sono brutti e cattivi, mentre gli extra sono buoni, belli e bravi...
Il bottegaio che non ti ha dato lo scontrino è cattivo e va contro lo Stato (che è buono e pensa a tutti noi), quindi è un criminale.
Lo extra, invece, che è bello buono e bravo, rispetta lo stato e le leggi italiche.
Gli extra, invece, che pisciano ai piedi dei monumenti, che cagano all'aperto, che ti rompono i coglioni ad ogni semaforo, che strillano a qualsiasi ora del giorno e della notte, che si pongono con le bancarelle difronte i negozi dei panormiti (che pagano le tasse), sono solo di passaggio e, comunque, giustificati.
Meglio che la finisco altrimenti mi daranno del razzista.

07 giugno 2014 12:05"""
GIUSEPPE

"""D'accordo Amedeo ha raccontato una storia di ordinaria maleducazione, ma i toni con i quali l'ha fatto descrive la solita abusata immagine dell'extracomunitario vittima ingiusta del pregiudizio.Cosa che, a mio avviso non è, essendo questo pregiudizio solo ed unicamente frutto di una artata immagine mediatica.
Ho vissuto con gli extracomunitari e ti posso assicurare che fanno schifo come e quanto i palermitani dei quali, ahimè, ne faccio parte come razza.
Tutto qui.
Anzi, forse i panormiti fanno ancora più schifo, ma se la giuocano pur sempre nell'ambito del letamaio.
08 giugno 2014 11:51"""
GIUSEPPE

"""..e comunqque ho visto cagare un extracomunitari, mi capitò nei pressi del Castello Sforzesco. E non solo, una volta a passeggio con mia figlia per le vie di Roma una zingara si alzò la gonna e cominciò a pisciare copiosamente sul marciapiedi. La presi a calci...con buona pace dei difensori dei diritti umani.
08 giugno 2014 11:54"""
GIUSEPPE

"""Caro Amedeo,
chi "caca di qua e piscia di la" sono state solo mie considerazioni, in relazione all'episodio di "vita vissuta" da te narrato.
Considera quanto ho detto, come apporto a questo sito di mia "vita vissuta".
Per il resto, il tenore ed il perché dei miei commenti, è stato chiaro e spiegato sopra.
Se dovessero sussistere ancora delle perplessità, sono pronto a dispiegarle, se richiesto.
Un caro saluto"""
GIUSEPPE

Questo è quanto ho detto.
Cordialità
GIUSEPPE