".....A seguito della pubblicazione degli estratti del rapporto, sembra che
tutte le prove citate nella relazione della Commissione presidenziale
d'inchiesta sugli attacchi dell'11 settembre e che collegano i suddetti
attacchi ad al-Qa'ida, siano false.
Ad oggi non esiste più un solo
indizio per attribuire gli attacchi dell'11 settembre ad al-Qa'ida o a
qualsiasi altra organizzazione al di fuori degli Stati Uniti: non esiste
alcuna prova che le 19 persone accusate di essere i pirati dell'aria si
trovassero quel giorno su uno dei quattro aerei e che le testimonianze
degli ex appartenenti ad al-Qa'ida, che rivendicavano gli attacchi,
siano autentiche". leggi tutto
thierry meyssan
domenica 14 dicembre 2014
Frasi celebri ( 41)
"Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone oppresse e amare quelle che opprimono.” - Malcom X.
giovedì 11 dicembre 2014
un viaggio a Mosca
Un pub a Mosca presso "Gli Stagni del Patriarca" (Патриаршие пруды) |
Un
viaggio di immagini, foto e caricature scaturite dalla mente
sconclusionata di un viaggiatore di passaggio nella fredda capitale
dell'ex impero sovietico.
Comunismo, anticomunismo, ricordi, amicizie , affetti ed un omaggio al grande Palermo in questo folle e suggestivo montaggio. la colonna sonora , Ostrov 2, di Andrej Makarevich è eseguita da Aleksej Teknenko simpatico interprete e collaboratore del corrispondente di Repubblica a Mosca, Nicola Lombardozzi.
Teknenko appare nella 3^ immagine della sequenza video, Lombardozzi nella 2^ entrambi sul posto di lavoro, la redazione moscovita del quotidiano italiano.- (clicca sull'immagine e goditi il video).
Comunismo, anticomunismo, ricordi, amicizie , affetti ed un omaggio al grande Palermo in questo folle e suggestivo montaggio. la colonna sonora , Ostrov 2, di Andrej Makarevich è eseguita da Aleksej Teknenko simpatico interprete e collaboratore del corrispondente di Repubblica a Mosca, Nicola Lombardozzi.
Teknenko appare nella 3^ immagine della sequenza video, Lombardozzi nella 2^ entrambi sul posto di lavoro, la redazione moscovita del quotidiano italiano.- (clicca sull'immagine e goditi il video).
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martedì 9 dicembre 2014
come fare un ottimo pane per chi non tollera il glutine
La nipote con il pane dello Zio |
Mia nipote, però, non era soddisfatta di un prodotto che per noi italiani, a tavola, significa tanto se non tutto: il pane. A parte il prezzo , anche il sapore del pane senza glutine che si trova in commercio, non la soddisfaceva. Da quel momento ho cominciato a cercare sul mercato della buona farina, per fare questo pane. E gira e rigira, ho trovato quella giusta: "Miscela Pane Sacchi" (amido di mais, farina di riso, fecola di patate).
il panetto pronto per la 1^ lievitazione |
Ed ecco come ho realizzato un pane per chi non tollera il glutine che piace anche a chi questo problema non ce l'ha. Oltre alla farina giusta, il trucco sta nella doppia lievitazione.Vi spiego il procedimento.
ricetta
1^ lievitazione
ingredienti -un bicchiere di acqua tiepida
- un cucchiaino circa di lievito di birra in polvere
- 150-200 gr di farina senza glutine .
- un cucchiaino (da te) di zucchero
procedimento
si mette in un terrina un bicchiere di acqua tiepida e vi si scioglie il lievito di birra. Dopo averlo fatto sciogliere, si comincia a metterci dentro (poco alla volta) la farina e la si amalgama usando o un cucchiaio di legno o i guanti monouso. La farina per celiaci, infatti, rende l'impasto molto colloso e appiccicoso e difficile da lavorare a mani nude.
Quando l'impasto è ancora abbastanza fluido , si aggiunge lo zucchero. Si continua a mescolare con energia (per inglobare l'aria che è importante per la lievitazione) e ad aggiungere farina, cucchiaio dopo cucchiaio, fino a che l'mpasto non si si stacchi dalle pareti della terrina e diventi un panetto morbito e liscio.
Il panetto, a questo punto, si lascia nella terrina coperto da un panno umido e lo si lascia lievitare per 20-24 ore in ambiente riparato. Anche dentro il forno spento.
questa è la prima lievitazione.
2^ lievitazione e infornata
ingredienti
- 500 - 550 cc di di acqua tiepida
- 5-6 grammi di lievito di birra in polvere
- 800 - 850 gr di farina senza glutine
- mezzo cucchiaio raso di sale
- una tazzina di caffè di olio extravergine di oliva
- rosmarino abbondante
n.b. le dosi di acqua e farina sono indicative e andranno modulate con abilità man mano che si aggiunge farina all'impasto
procedimento - 500 - 550 cc di di acqua tiepida
- 5-6 grammi di lievito di birra in polvere
- 800 - 850 gr di farina senza glutine
- mezzo cucchiaio raso di sale
- una tazzina di caffè di olio extravergine di oliva
- rosmarino abbondante
n.b. le dosi di acqua e farina sono indicative e andranno modulate con abilità man mano che si aggiunge farina all'impasto
Terminata la 1^ fase si prende di lievito e lo scioglie nell'acqua tiepida. Vi si aggiunge il panetto già lievitato. Quindi si ricomincia a lavorare (sempre con guanti monouso e/o cucchiaio di legno) fino a quando non si sciolga tutto il panetto lievitato. A questo punto si inizia ad aggiungere la farina cucchiaio dopo cucchiaio fecendo attenzione a non aggiungerne fino a quando non si siano già dissolti i fastidiosi grumetti che si formano.
il pane di Laura |
Quando il panetto si stacca dalle pareti ed appare omogeneo, liscio e ancora morbido, si modella nella forma che si desidera. Io lo modello come lo si vede in foto. Quindi lo si pone a riposare per altre 4 o 5 ore per la seconda lievitazione.
Terminata la quale il panotto ha raggiunto dimensioni più che doppie di quelle che aveva 4 ore prima ed è pronto per essere infornato; si pone quindiquesto panotto nella teglia ,lo si bagna leggermente in superficie per fargli aderire altro rosmarino tritato; si praticano dei tagli superficiali a mo' di scacchiera e si mette nel forno (a gas) già acceso e caldo al punto giusto .
Nel forno si pone anche una scodella di metallo con dell'acqua, che ha lo scopo di rendere più morbida la crosta.
Se la foma è quella che vedete nelle foto , la cottura dura cira 50- 60 minuti di cui i primi 30 a 220 gradi , il resto a 180-190 gradi.
Ricordate di non aprite per alcun motivo il forno prima che siano trascorsi di 30-35 minuti dall'inizio della cottura.
Per verificare la cottura infilzate il pane con un coltello, la lama deve uscire ben asciutta. ed ecco , in foto il risultato dell'esperimento. Buon appetito.... proprio a tutti!
pippo vinci
p.s appena mia nipote ha assaggiato il Pane dello Zio Pippo è rimasta incantata ed estasiata. Mai aveva mangiato un pane gluten-free, così buono. E se lo nasconde per evitare che i suoi amici sani glielo rubino.
p.p.s. dopo 7 giorni di questo pane Laura ha ricominciato a "rompere". Lo vuole con meno mollica, a forma di toscanino, con più sale, con olio non aromatizzato e con la crosta più dura.
p.p.p.s.: sono schiavo di mia nipote. Aiutatemi!!!!
sabato 15 novembre 2014
Mons Romero lasciato solo da Papa Wojtyla!
L'assassinio di Romero il 24 marzo 1980, mentre celebrava la S Messa |
di Giovanni Franzoni*
È in atto il tentativo – così a me sembra, leggendo i più recenti libri su monsignor Oscar Romero scritti da persone «sensibili» ai desiderata della curia romana – di descrivere come idilliaci i rapporti tra l’arcivescovo di San Salvador e il papa. Credo che tale descrizione non corrisponda alla realtà, e che, al contrario, essa sottenda il forte desiderio di proporre, sulla vicenda, un Wojtyła «comprensivo» che non è esistito.
Varie testimonianze, tutte basate su affermazioni di monsignor Romero, concordano nel dire che il papa accolse con freddezza Romero quando (1979) a Roma lo ricevette in udienza. In proposito posso portare anche un’esperienza personale.
Nel febbraio 1989 ho incontrato a Managua una religiosa – suor Vigil – che lavorava presso il Centro ecumenico Valdivieso. Ella mi confermò di aver incontrato a Madrid monsignor Romero di ritorno da Roma (siamo sempre nella primavera del 1979) e di averlo trovato «costernato» per la freddezza con cui il papa, durante l’udienza, aveva valutato l’ampia documentazione, da lui stesso fatta pervenire in Vaticano, circa la violazione dei diritti umani e della vita di quanti si erano opposti, anche fra i suoi diretti collaboratori, all’oppressione esercitata dal governo salvadoregno sulla popolazione. Oscar Romero avrebbe ricevuto dal papa una secca esortazione ad andar «più d’accordo» con il governo.
D'Aubuisson il mandente dell'omicidio del vescovo |
A commento di quell’udienza – mi riferì ancora suor Vigil – Romero disse alla religiosa: «Non mi sono mai sentito così solo come a Roma».
Il «clima» di quella famosa udienza non appare nella sua drammaticità dal diario di Romero, che di essa pure fa cenno. Ma trarre da tale silenzio prova per smentire la successiva, e ben più realistica, «confessione» dell’arcivescovo, mi sembrerebbe un’operazione apologetica per salvare Wojtyła. È evidente, infatti, che nella difficilissima situazione in cui si trovava, Romero «non poteva» condannarsi da solo, dicendo che il papa lo aveva rimproverato di «fare politica». Tanto meno poteva dirlo dal pulpito della cattedrale del Salvador. E, tuttavia, perché la verità si sapesse, e quasi a futura memoria, agli amici più intimi raccontò quanto disse anche a suor Vigil.
Al di là della vicenda dell’udienza, è un fatto che Wojtyła non fece gesti pubblici e inequivocabili per mostrare di essere dalla parte di Romero, e di sostenerlo. Del resto, se avesse voluto dire al mondo, con un gesto riconoscibile anche dai più umili, di essere dalla parte di Romero, Wojtyła lo avrebbe pur potuto creare cardinale nel suo primo concistoro (giugno 1979). Il che non fece.
Del resto, in oltre 26 anni di pontificato – e, cioè, sia prima che dopo la caduta del Muro di Berlino – Wojtyła ha mostrato, mi pare, un’incapacità radicale di cogliere la sensibilità di quei milioni di persone che vedevano in Romero un martire della giustizia, e la fondatezza pastorale ed evangelica di quei cristiani – religiose, preti, vescovi, laici, uomini e donne – che si ispiravano alla Teologia della liberazione. Una teologia con la quale, agli inizi, lo stesso Romero riteneva di non essere in sintonia, e della quale poi finì per incarnare in modo esemplare lo spirito.
Nessun vescovo dell’America Latina apertamente schierato con la Teologia della liberazione è stato creato cardinale da Wojtyła: non che essi cercassero tale onore, ma, nell’attuale sistema ecclesiastico, sarebbe pur stato importante che il papa mostrasse apertamente la sua stima dando all’uno o all’altro la porpora. Non solo: ma Wojtyła ha portato nella curia romana prelati latinoamericani apertamente ostili a Romero, accaniti avversari della Teologia della liberazione e, anche, talora, non troppo coperti amici di dittatori.
Se, in tutte queste vicende, Wojtyła si sia segnalato per la virtù della prudenza è tema che, ritengo, meriti approfondita riflessione. Molti dubbi, comunque, sono leciti. In particolare, non vi sono segni che egli si sia chinato per cercare di capire una «pastorale» e una «teologia» diversissime dalle sue.
leggi tutto (da Micro Mega)
*Giovanni Franzoni
già abate di San Paolo fuori le Mura (nella cui veste – equiparata a quella di vescovo – ha partecipato al Concilio Vaticano II), è stato convocato agli inizi del 2007 dalla Postulazione per la causa dei santi per portare la sua testimonianza nel processo di beatificazione di Karol Wojtyła. Il ritratto del pontefice che emerge dalla sua deposizione giurata, che qui riproduciamo fedelmente, è assai distante dall’iconografia ufficiale.
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martedì 11 novembre 2014
Accadde oggi: 2004 muore Arafat
11 novembre 2004, muore Yasser Arafat . Dopo 10 anni sono in molti a credere che il presidete dell' ANP e premio Nobel per la pace nel 1994, sia Stato assassinato con il veleno.
lunedì 10 novembre 2014
ritorno a l'Avana
Chi ha sessant'anni ed ha Cuba nel cuore non può non vedere questo film. Un film che si svolge tutto su una sgummata terrazza sul Malecon (lungomare) dell'Avana.
E sulla terrazza cinque ultrasessantenni che parlano del loro passato, dei sogni infranti dei post rivoluzionari e di tante altre cose che provocano sensazioni presumibilmente diverse in funzione della storia personale di ogni spettatore.
E sulla terrazza cinque ultrasessantenni che parlano del loro passato, dei sogni infranti dei post rivoluzionari e di tante altre cose che provocano sensazioni presumibilmente diverse in funzione della storia personale di ogni spettatore.
Ma non voglio fare la critica al film o tantomeno al regime castrista. Ognuno ha la sua opinione e credo che il film la rafforzi (qualunque essa sia). No, voglio solo accennare alla presenza, nel film, di un personaggio che, per molti, è inatteso: ... una bottiglia di Coca Cola. E tutti si chedono se la Coca Cola a Cuba esiste o se quella bottiglia sia stata importata clandestinamente da uno dei personaggi che , per il suo lavoro , gira il mondo. E invece no. La Coca Cola a Cuba esiste. Ed esiste perchè non viene importata direttamente dagli USA, causa embargo, ma dal Messico. Anche se a guadagnaci è sempre la casa di Atlanta. Ma che embargo è?
giovedì 23 ottobre 2014
razionalità, saggezza e conoscenza dei fatti: ecco chi è il "complottista"
Studi
scientifici: i complottisti sono più sani di mente - See more at:
http://guardforangels.altervista.org/blog/studi-scientifici-i-complottisti-sani-mente/#sthash.UpNSmPQH.dpuf
tratto dal sito Guard for Angel
Studi
scientifici: i complottisti sono più sani di mente - See more at:
http://guardforangels.altervista.org/blog/studi-scientifici-i-complottisti-sani-mente/#sthash.UpNSmPQH.dpuf
Recenti studi
scientifici realizzati da psicologi e sociologi statunitensi e
britannici hanno chiarito che, al contrario di quanto tradizionalmente
affermato dagli stereotipi diffusi dalla cultura di massa, le persone
etichettate come ‘teorici della cospirazione’ siano più sane ed equilibrate
rispetto a chi accetti supinamente le versioni ufficiali dei fatti contestati.
Lo studio più recente è stato pubblicato lo scorso 8
luglio dagli psicologi Michael J. Wood e Karen M. Douglas dell’Università
del Kent (Regno Unito), ed intitolato E l’edificio 7? Studio Psicologico
Sociale di Discussione Online sulle Teorie del Complotto sull’11 Settembre. Lo
studio ha confrontato numerosi commenti di tipo ‘cospirazionista’ e
‘convenzionalista’ (anti-cospirazione) postati da utenti di siti di notizie
online.
La strage di Ustica |
Forse anche
perché il loro parere ha smesso di essere espressione della maggioranza,
i commentatori anti-cospirazione tendono a tradire una forte rabbia ed
ostilità: “Lo studio ha dimostrato che i soggetti che supportano la versione
ufficiale dei fatti dell’11 Settembre si esprimano generalmente in modo più ostile
nel tentativo di persuadere chi la pensi in modo diverso da loro.”
11 settembre 2001 |
In breve, lo
studio scientifico elaborato da Wood e Douglas suggerisce che lo stereotipo
negativo del ‘complottista’ – un fanatico ostile che sostiene con piglio
ideologico le versioni ipotizzate dalla propria ‘setta’ di appartenenza – in
realtà descriva accuratamente le persone che difendono le versioni ufficiali,
non quelle che le contestano.
Lo studio ha
anche rilevato come i cosiddetti ‘complottisti’ abbiano una migliore visione
d’insieme e discutano il contesto storico (ad esempio la contestualizzazione
dell’assassinio di JFK rispetto ai fatti dell’11 Settembre) in misura maggiore
degli anti-cospirazionisti. Ed ha verificato che i cosiddetti complottisti non
amino sentirsi definire ‘complottisti’ o ‘teorici della cospirazione.’
Questi
risultati sono amplificati nel nuovo libro Conspiracy Theory in America
del politologo Lance DeHaven-Smith, pubblicato all’inizio di quest’anno dalla University
of Texas Press. Il prof. DeHaven-Smith spiega come mai la gente non
gradisca essere definita: ‘complottista.’ L’espressione – infatti – fu coniata
ed ampiamente diffusa dalla CIA per diffamare coloro i quali sollevassero dei
dubbi sulla versione ufficiale dell’assassinio di JFK!
Apollo 11 |
In altri
termini, coloro i quali usino sotto forma di insulto le espressioni ‘teoria del
complotto’ e ‘complottista’ stanno reagendo nel modo preventivato ad una
documentata, indiscussa, storicamente reale cospirazione posta in essere dalla
CIA per coprire l’assassinio di JFK. Quella campagna, tra l’altro, era
completamente illegale, e gli agenti della CIA che vi furono coinvolti erano
dei criminali; alla CIA infatti è legalmente proibito di condurre operazioni
sul territorio ‘amico’, tuttavia è dimostrato che essa infranga regolarmente il
divieto, compiendo operazioni su territorio nazionale che spaziano dalla
propaganda agli omicidi.
DeHaven-Smith
spiega anche il motivo per cui coloro che dubitano delle versioni ufficiali di
eventi criminali tendano ad analizzare il contesto storico. Nel suo testo fa
notare che un gran numero di sinistre cospirazioni che si rivelarono autentiche
appaiano fortemente relazionate a molti crimini di stato contro la democrazia non
ancora provati. Un esempio evidente è il legame tra gli omicidi di JFK ed il
fratello Robert FK, i quali hanno dato via libera a presidenze intenzionate a
proseguire la guerra del Vietnam (e a delegare l’emissione della moneta a
banche private – n.d.t.). Secondo DeHaven-Smith, è necessario discutere gli
“omicidi Kennedy” al plurale, in quanto i due omicidi sembrano essere aspetti
di uno stesso grande crimine.
le scie chimiche |
Nello stesso
numero di ABS, il professor Steven Hoffman dell’Università di Buffalo
aggiunge che gli individui avversi alle teorie cospirative siano soggetti a un
forte bias di conferma (v. correlati) – cioè, piuttosto che prendere
atto della realtà dei fatti cercano informazioni che confermino le loro
convinzioni preesistenti facendo ricorso a meccanismi irrazionali (come
l’etichetta di ‘complottista’) per evitare di confrontarsi con informazioni
contrastanti.
L’estrema
irrazionalità di chi attacca le ‘teorie della cospirazione’ è stata abilmente
esposta anche dai docenti di comunicazione della Boise State University
Ginna Husting e Martin Orr. In un articolo del 2007 dal titolo Meccanismi
Pericolosi: l’Idea di Complottismo Come Strategia di Esclusione Transpersonale
hanno scritto: «Se io ti
definisco complottista, mi importa ben poco se tu stia effettivamente
dibattendo di una cospirazione realmente esistente o se hai semplicemente
sollevato una questione che preferisco non vedere … Attraverso questa etichetta
sto strategicamente escludendoti dalla sfera in cui discorsi pubblici e
dibattiti generano dei conflitti.”
l'assassinio di Aldo Moro |
Ma ora,
grazie a internet, le persone che mettono in dubbio le versioni ufficiali non
sono più escluse dal dibattito pubblico; dopo 44 anni di dominio la campagna
ordita dalla CIA per soffocare il dibattito pubblico con la scusa del
complottismo è giunta alla frutta. Negli studi accademici, così come nei
commenti postati sotto le notizie, le voci che sostengono la possibilità del
complotto sono ormai più numerose – e più razionali – di quelle che continuano
a supportare le versioni ufficiali.
Per cui c’è
poco da meravigliarsi se i cosiddetti ‘anti-complottisti’ appaiano sempre di
più come una setta di ostili, paranoici individui manovrabili.
Kevin Barrett
Kevin Barrett
Articolo in
lingua inglese, pubblicato sul sito Veterans Today
(la selezione delle foto è stata curata dal blog La Trazzera)
(la selezione delle foto è stata curata dal blog La Trazzera)
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mercoledì 22 ottobre 2014
venerdì 17 ottobre 2014
comprare un libro di 17 euro. Seeembra facile!!!
le premesse |
1) conoscere il titolo del libro
2) avere 17 euro
3) andare in una libreria
Questo può farlo un semplice e libero cittadino, ma se l'acquisto deve essere fatto da un Pubblica Amministrazione le cose si complicano in modo esagerato e ridicolo.
la determina (?) |
Inoltre chi deve disporre dell'acquisto del libro deve avere delle conoscenze giuridiche e burocratiche tali da potersi considerare quantomeno sprecato nel momento in cui queste sue pesanti e preziose (senza ironia) conoscenze vengono utilizzate dalla PA per... acquistare un libro da 17 euro.
Quella che vedete è una determina (?!???) che la Avvocatura dello Stato di Bologna ha dovuto partorire solo solo per potere acquistare un libro senza rischiare denunce per peculato o falso ideologico, o abuso d'ufficio o chissacheccosa!
Se cliccate sulle immagini e leggete il documento non potete non notare che nelle premesse vengono citate ben 8 norme (otto) messe lì per potere giustificare questa enorme spesa!!!!
E questo solo per comprare un libro. Vi immaginate quello che si dovrà fare per acquistare un macchinario per la TAC in un ospedale pubblica o per costruire il MOSE a Venezia. O per l'inchiostro delle stampanti di una Procura o di una scuola? Mi sento male solo a pensarci!
pippo vinci
sabato 11 ottobre 2014
una bottiglia di rum da 130 euro
“ Il più bello dei
mari è quello che ancora navigheremo”
Nagim Kissnett
Holly
Occhi
menta e basilico, il biondo chignon raccolto con sapienza ammicca in cima al
collo pelle di luna; le labbra pennellate con esattezza di rosso vermiglio, nel
più puro Tiffany style.
L’Editore
annaspa, ansima, infine con un rantolo di voce:” Io non ti ho mai vista….…perché?”
Domanda
legittima, cui segue l’audacissima –manco iddu pare!- domanda:”Ci sposiamo?”
“Si vittero, s’amarono, si
dissero:”Mio Bene, vuoi dividere le mie pene….”
Pene…?!?!
Eros
moderno, anziché frecce, Riverino adagia sul tavolo una bottiglia di rum, marca
XXX, costo 130 euro - leggi tutto
Guglielmina Gunt
giovedì 9 ottobre 2014
domenica 5 ottobre 2014
dalla pulla alla bionda
, |
Se a Palermo qualcuno cita “ ’a trimmutura” non si riferisce certo alla birra che vedete nella
foto-
Trimmuura, piuttosto, era una famosa pulla economica che operava nella zona del porto antico di palermo: la
Cala
La ragazza, dalle fattezze poco eleganti ed eccitanti, è
stata pure immortalata in un bello e pittoresco film di Franco Maresco (quello di cinico
TV e Belluscone) dal titolo: Totò che visse due volte. Un filma
oggettivamente blasfemo, ma di una enorme forza popolare. Un pugno nell’anima e
nello stomaco.
a Trimmutura nel film di Maresco , Totò che visse due volte |
Tre sere fa, invece, mi sono imbattuto in questa birra, costruita con aromi di fiori di fichidindia, ma , sorpresa sorpresa,
prodotta e imbottigliata dal birrificio Math di Firenze.
Il suo ideatore ha sicuramente preso spunto dalla pulla palermitana e, forse, si tratta di
un palermitano magari ex cliente
della ragazza.
Maresco le ha dedicato un film, Math una birra….. che
è buonissima!
Paolo Pintor
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