martedì 29 ottobre 2013

fotopost: ridicolapolitica

Monteleone
il vicepresidente del consiglio regionale della liguria Monteleone  (UDC) indagato per uso personle dei rimborsi elettorali









Brunetta
il deputato del PDL (Forza Italia) Brunetta, al voto : segreto o palese?

domenica 27 ottobre 2013

giovedì 24 ottobre 2013

I nostri padroni ci spiano. Embè?


E’ di queste ore la notizia che Gli Stati Uniti d’America spiano (anche)  gli europei attraverso milioni di intercettazioni che pare abbiano interessato anche gli stessi governo sovrani.

Grande clamore nell’opinione pubblica e parole di sdegno e condanna da parte di autorevoli politici del vecchio continente.

Io trovo paradossale non tanto la vile attività di spionaggio degli USA, ma le reazioni  (falsamente) irritate dei politici e dei media dell'Europa
Fate finta o dite sul serio? Non vi siete ancora accorti che dal 1945 l’Europa è una colonia degli USA? Un loro possedimento privilegiato che usano  a loro piacimento.

Vi irritate se vi intercettano e non dite nulla se avete migliaia di militari USA a casa vostra con annesse armi atomiche?

Vi irritate se vi intercettano e non muovete un dito se i marines compioni stragi (tipo cermis) e non vengono minimamente sfiorati da un procedimento penale?

Vi irritate , ma non muvete un dito se dalle basi USA sui vs territori partono missioni di morte contro inermi popolazioni colpevoli solo di abitare su una tanica di petrolio?

Ora Obama dirà quatto paroline rassicuranti ai suoi sudditi d’oltremare , i quali sudditi si ammuccheranno le parole di Pinocchio Barack e tutto finirò a tarallucci e hamburger-

amedeo ciontino

sabato 19 ottobre 2013

la scriteriata logica della Pubblica Amministrazione

In un momento economico così drammatico (vero o inventato che sia) una delle massime contraddizioni che si vivono è nella contrapposizione surreale e ridicola tra la "spending review" o risparmio della spesa pubblica e lo scialo (spreco senza limiti) dei fondi comunitari . Ossia dei soldi che provengono dalla Unione Europea.

Mi spiego. Io lavoro presso un ente pubblico elefantiaco. Ebbene da molto tempo oramai la parola d'ordine è quella di risparmiare. Su tutto: stipendi, benzina, carta e inchiostro per stampante, carta igienica,straordinari, missioni, telefonate, uso degli ascensori, manutenzioni degli edifici e alle macchine, acquisti di forniture e servizi, mini progetti di sviluppo, visite mediche, menutenzione degli estintori, tutela e salvaguardia del territorio (ed è solo un elenco minimalista ed incompleto) . Si sa che esitono spese più inutili di altre. Ma non importa. Bisogna risparmiare su tutto. Non importa la qualità, ma la quntità della spesa evitata.

Negli stessi uffici , di contro, si gestiscono i "fondi comunitari" ossia i soldi che la Unione Europea dispensa con straordinaria generosità per finanziare qualsiasi tipologia di progetto. Qualsiasi. E vi risparmio l'elenco minimalista per non urtre la sensibilità di quelli che lavorano alacremente nel settore.
In questo campo la parola d'ordine è spendere il più possibile. Non importa la qualità della spesa, ma la quantità. I funzionari ed i dirigenti hanno addirittura un premio (in denaro) se riescono a spendere tutte le somme gestite.

Io, in tutto questo, vedo una profonda contraddizione da un lato ed un danno enorme alla economia ed allo sviluppo. Sia il risparmio scriteriato (fine a se stesso) che la spesa scriteriata (fine a se stessa) non portano altro che a inefficienza, degrado, diseconomia e sonforto, disimpegno (fisico e morale), desiderio di fuga dal lavoro! Inoltre diseducano il funzionario e il cittadino che non capiscono più quale debba essere la vera funzione  e la giusta strategia della Pubblica Amministrazione: usare le risorse pubbliche  per il bene del territorio o NON usare le risorse pubbliche per il bene del territorio?

pinco pallino

martedì 15 ottobre 2013

I parcheggi vuoti di Palermo

I posteggi che non si usano!Palermo: quante volte avete visto (nell’ultimo mese) macchine posteggiate in doppia e terza fila, sul marciapiede, sulle strisce pedonali, sugli scivoli per gli handicappati ecc ecc? 100 volte? 200 volte? 1000 volte? 2000 volte? Ebbene.

Se provate a chiedere ad uno di questi che sono i veri posteggiatori abusivi (ossia i proprietari delle auto parcheggiate in posti dove non dovrebbero parcheggiare) essi ripeteranno come una litania che «a Palermo non ci sono posteggi e non c’è alternativa alla sosta selvaggia».
Niente di più falso. O, perlomeno, questa affermazione non è sempre vera. Prendiamo il caso del modernissimo ed efficientissimo parcheggio sotterraneo di piazza Vittorio Emanuele Orlando. Al Tribunale, insomma. Adiacente il frequentatissimo mercato del Capo.

La foto mostra il numero dei posti liberi in un qualsiasi sabato mattina. Vedete? Ben 207! A volte il numero sale a 256. Al costo di appena 1 euro e 60 l’ora… Giusto il tempo di fare la spesa, comprare il giornale e consumare una ricca colazione magari seduti al tavolino del bar.
Giriamo ora lo sguardo, et voilà .Ecco che, a dispetto dei 207 posti liberi, comodi, vicini, al coperto ed economici, i palermitani scelgono sempre la sosta selvaggia, infischiandosene del fatto che potrebbero dare un po’ di fastidio a quei fortunati e onesti automobilisti che hanno trovato il posto in modo legittimo e coerente con il codice della strada e lontano dai cartelli di divieto di sosta.

Non importa se poi verrà il posteggiatore abusivo (quello vero) a chiedere il pizzo (anche 1 euro). L’importante è non mettere la macchina in un comodo, vicino ed economico parcheggio dove c’è pure il bagno (pulito) e la musica di sottofondo, alla modica somma di 1 euro e 60!

Ah…dimenticavo: per uscire dal parcheggio dopo avere posteggiato comodamente ed al sicuro la propria macchina, il bravo cittadino è costretto (mischinu!) a farsi a piedi (orrore!) una piccola salitina di 15 metri (lo scivolo del garage) ed un percorso di 70 metri (fino a Porta  Carini). Un po’ troppo, no? P.s.: Ovviamente le quattro immagini sono state scattate lo stesso giorno alla stessa ora.

pippo vinci

l'articolo è già stato pubblicato sul sito rosalio.it

domenica 13 ottobre 2013

musulmani e cristiani insieme contro il terrore

Una catena umana composta da trecento musulmani  ha protetto  una chiesa cristiana durante la messa per evitare possibili attacchi terroristici. E’ avvenuto in Pakistan, per proteggere la chiesa cristiana di Lahore. 

L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo Pakistan For All che annuncia una nuova catena umana per il 13 ottobre a Islamabad, davanti alla chiesa Our Lady Fatima. "I terroristi ci hanno fatto vedere cosa fanno la domenica", ha detto in piazza il coordinatore dell'associazione, il musulmano Mohammad Jibran Nasir, "e noi gli abbiamo mostrato cos'è per noi la domenica. Un giorno di unità" 

fonte: goleminformazione.it
Una catena umana composta da trecento musulmani  ha protetto  una chiesa cristiana durante la messa per evitare possibili attacchi terroristici. E’ avvenuto in Pakistan, per proteggere la chiesa cristiana di Lahore. L’iniziativa è stata organizzata dal gruppo Pakistan For All che annuncia una nuova catena umana per il 13 ottobre a Islamabad, davanti alla chiesa Our Lady Fatima. "I terroristi ci hanno fatto vedere cosa fanno la domenica", ha detto in piazza il coordinatore dell'associazione, il musulmano Mohammad Jibran Nasir, "e noi gli abbiamo mostrato cos'è per noi la domenica. Un giorno di unità" - See more at: http://www.goleminformazione.it/le-buone-notizie/trecento-musulmani-fanno-da-scudi-umani-per-proteggere-cristiani.html#sthash.DhYvB5gX.dpuf

venerdì 11 ottobre 2013

La Trazzera va al cinema : le mele di Adamo



la trama
Adam, neonazista appena uscito di prigione, deve trascorrere un periodo di recupero in un vicariato di campagna, sotto la tutela di Padre Ivan, curioso e inquieto parroco protestante. Dovendo indicare un obiettivo finale della sua permanenza, Adam dichiara di voler realizzare una torta di mele con i frutti di un albero che cresce vicino alla chiesa. 


 la recensione di Concetta
Film geniale e pieno di grande significato.
A primo acchito in effetti si resta un po’ col giudizio sospeso perché presta il fianco a varie interpretazioni.
Ma, ripensandoci nei giorni, ciò che ho trovato davvero interessante, oltre a tutto ciò che ha evidenziato bene “sentieri del cinema” nella sua recensione e cioè, la capacità di quest’uomo di tenere insieme e di dare uno scopo, una via da seguire a varie cellule impazzite attraverso la sua amicizia, è il suo personale rapporto con Dio.

Cosa voglio dire: il tumore, introdotto mirabilmente da chi ha scritto tale storia, non è affatto ciò che determina o meno la sua fede, la sua condotta, le sue convinzioni, la sua adesione o meno alla realtà.
Il tumore è introdotto come fatto determinante per il dottore e non per il Pastore protestante, anche se ad una lettura superficiale svia lo spettatore.
E’ il dottore. che ad esso imputa tutta la personalità strana del Pastore.
E’ il “miracolo” della pallottola che non solo non uccide ma addirittura salva la vita, che gli fa “chiudere bottega” anche dinnanzi all’evidenza che in Dio 2+2 non fa mai 4.
Il tumore, con la storia del Pastore, nel senso di rapporto con Dio, non c’entra nulla.
Padre Ivan (Mads Mikkelsen)

Invece, il vero leitmotiv di tutto il film è dato dal Libro di Giobbe, che si impone in varie scene, e la Croce, dapprima rinchiusa nel cassetto, poi usata come spaventapasseri ed infine “libera” in tutta la Sua potenza salvifica.

Ciò che mancava al Pastore era il rapporto diretto, dialettico, anche “gridato”, con  Dio che, come nel Libro di Giobbe, aveva permesso nella sua vita tante disgrazie.
Fino a quando il Pastore non sarà messo, attraverso l’energumeno di turno, come Giobbe e come Cristo nel Getsemani, dinnanzi a tutta la crudezza del dramma della vita e non “griderà” a quel Tu che tanto predica, tutta la verità del suo non volere tutto ciò, il suo rapporto con Dio non potrà essere vero e quindi libero.
Solo quando, come Gesù in croce, potrà gridare: “Dio mio, Dio mio, PERCHE’ mi hai abbandonato?” e lo farà avvertendo tutto il silenzio di Dio, tutta l’esperienza della solitudine, dell’abbandono, della quasi “cattiveria” di Dio dinnanzi al suo dolore, solo allora, potrà recuperare un vero rapporto con Dio.

E solo allora, anche il rapporto con gli altri della sua comunità diventa più vero fino al rimanere dell’energumeno con lui che diventa, anche fisicamente, una persona diversa.

Fino a quando non osiamo anche gridare verso/contro Dio, laddove ne ravvisiamo la necessità, il nostro rapporto è spirituale e non reale. E, per dirla con Chesterton: “Il reale, il carnale viene  da Dio; lo spirituale dal diavolo!”

Ecco perché trovo geniale l’accostamento di Giobbe e della Croce.
Solo passando attraverso tutto ciò, attraverso le prove e la naturale “ribellione” come domanda di senso a quel Dio che dice di amarci, si può fare davvero l’esperienza della Sua presenza, del Suo amore e del Suo “promuovere” una pallottola a miglior chirurgo e bisturi possibili.
Concetta.

lunedì 7 ottobre 2013