giovedì 26 febbraio 2009

da svenire!


Viviamo in un’epoca in cui la normalità, nel linguaggio, è l’esagerazione. Nel bene e nel male.

Non esistono più cose belle o cose graziose. Solo meravigliose. Non ci sono più paesaggi dolci e romantici. Solo da urlo!
Non si può più essere semplicemente brutti. Solo mostruosi.

E se uno sta poco bene è morto; ma se non si sente male è un leone.

Un dolce non è più buono o gradevole o , ancora, gustoso , ma da svenire!

E la stampa certo non aiuta ad utilizzare i “mezzi termini” tanto che ad ogni piccolo problema che colpisca un qualsivoglia soggetto pubblico si parla di bufera, di rottura, di shock, di tragedia. Per poi smentire o ridimensionare tutto il giorno dopo. O mai.

Una volta c’era pure l’uso appropriato di una scala di valori i cui estremi, preventivamente indicati e dichiarati, oggi vengono, invece, sistematicamente scavalcati.
Esempio:
- uno domanda :”da 1 a 10, quanto ti è piaciuta la vacanza?”
- l’altro risponde : “100!”.

Ma come 100?!. Se il limite è 10?
Allora ci permettiamo di ricordare a tutti , a mo’ di esempio, una scala di valori che potranno essere utilizzati per descrivere la bellezza o la bruttezza di un paesaggio, di un quadro, di un volto e così via:

1. bruttissimo
2. brutto
3. bruttino
4. grazioso
5. bello
6. molto bello
7. bellissimo
8. meraviglioso

Se poi vogliamo giudicare un film possiamo invece usare le due seguenti serie “polimorfe non scalari

Giudizio negativo
1. noioso
2. mediocre
3. scadente
4. inguardabile
5. pretenzioso
6. discutibile
7. incomprensibile
8. shoccante (in senso negativo)
9. orribile

Giudizio positivo
1. interessante
2. sopportabile
3. appassionante
4. bello
5. eccellente
6. piacevole
7. divertente
8. schoccante (in senso positivo)
9. favoloso
10. indimenticabile

(pippo vinci)

martedì 24 febbraio 2009

Chavez eletto a vita?... ma quando mai!


Su tutta la stampa nostrana (e occidentale) nei giorni scorsi abbiamo trovato i seguenti titoli
- Chavez eletto a vita!.
- Chavez a vita, il Venezuela al voto
- si è votato per nominare Chávez "dittatore a vita"
- il Venezuela è come Cuba

Ma in realtà Hugo Chavez, presidente del Venezuela eletto democraticamente in due elezioni supermonitorate da centinaia di osservatori internazionali, ha solo ottenuto, dal popolo venezuelano, l'approvazione della variazione della Costituzione che prevede, ora ,la possibilità di ricandidarsi oltre il secondo mandato. Se il popolo lo vorrà lo eleggerà. Se no, eleggerà un altro. Dov'è la dittatura?.

Berlusconi, Angela Merkel, Blair, Gordon Brown, Zapatero e altri, possono già presentarsi alle elezioni quante volte vogliono. E, se sono bravi e convincenti, possono anche essere eletti o nominati a vita.

Se si chiama ditattore Chavez, lo stesso termine dovrebbe essere usato per questi democratici signori. Se, viceversa, non si chiamano dittatori Zapatero e compagnia bella, non deve essere chiamato dittatore neppure Chavez.
A meno che non lo si voglia considerare dittatore per altri motivi, per altre ragioni.

Io credo, comunque, che nessuno, in un paese democratico, debba avere la possibilità di guidare una nazione per più di due mandati, anche se lo vuole il popolo. Così è negli Stati Uniti. E così dovrebbe essere in ogni paese democratico.

Ma questa è una alta (e altra) questione di carattere costituzionale. E non credo si debba attribuire a tale elemento la patente di "indicatore di democrazia". Senza contare che chi denuncia la dittatura di un Chavez "elegibile a vita" dimentica la storia della nostra Repubblica sintetizzata in questa tabella:

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (mandati)
DE GASPERI (8 volte)
ANDREOTTI (7 volte)
FANFANI (6 volte)
RUMOR (5 volte)
MORO (5 volte)
BERLUSCONI (4 volte)

Come vedete noi di dittatori repubblicani ne abbiamo avuti 6 , il Venezuela 1 solo. Pivelli!

(pippo vinci)

mercoledì 18 febbraio 2009

religious, per non sentirvi soli


Sognate di vivere in uno stato Laico?
Sognate di vivere in uno stato dove ognuno rispetti gli altri e da questi sia rispettano indipendentemente dal proprio credo religioso?
Sognate di vivere in uno Stato dove un ateo, o un agnostico, o un non praticante si sentano liberi di dire la loro e non debbano nascondere la loro “areligiosità”?

Sognate di vivere in uno Stato dove possiate essere voi a decidere sulle vostre faccende private se queste non limitano la libertà altrui?

Se avete risposto Si ad almeno 3 delle 4 domande , andate a vedere il film Religious. Vi sentirete meno soli

(pippo vinci)

venerdì 13 febbraio 2009

tema: il cancellino


Da tempo oramai non frequento un’aula scolastica e non so neppure se le attuali suppellettili che ornano questo ambiente siano le stesse di una volta. Di tutto quello che c’è oggi in una classe, quello che mi incuriosisce di più è sapere se esiste ancora il cancellino.

Il cancellino, per quei pochi che non lo sapessero, era fatto da una lunga striscia di panno grigio arrotolata a mo’ di chiocciola o di fossile tipo ammonite. Il cancellino veniva usato, appunto, per cancellare le scritte in gesso sulla lavagna di ardesia, nera.

Questo, in effetti, era lo scopo principale della sua creazione, ma poi, in pratica, lo si utilizzava per ben altro. Soprattutto per lanciarselo (anzi tirarselo) addosso. Tra una lezione e un’altra. A volte durante.

Il bersaglio, una volta colpito, portava in giro un tatuaggio bianco a spirale che, sebbene spolverato, non scompariva mai completamente. Ed era usuale vedere in giro per il corridoi, durante la ricreazione, bimbi e ragazzi, bimbe e ragazze con tale patacca bianca sul petto, sulla schiena sulla gonna. Ovunque. Anche sui capelli.

Il cancellino era sempre intriso di gesso. Non ricordo di averne mai visto uno nuovo. Nessuno conosce il vero colore del cancellino. Qualcuno ipotizza che fosse persino nero.
E appariva senza limiti la sua capacità di assorbimento del gesso; se lo si spolverava si formava una nube tossica gigantesca. Ma mai si riusciva ad estrarre tutto il gesso contenuto. Una vera cava.

Quando invecchiava, il cancellino, si scioglieva, si srotolava. E si utilizzava aggruppandolo nel pugno in un ammasso scomposto. Ma era in queste condizioni che il suo uso principale appariva più efficace. Insomma il cancellino, conciato così, cancellava meglio. Forse perché venivano alla luce angoli interni (e vergini) della sua struttura. Certo che però, in tali condizioni, perdeva la sua caratteristica di strumento di offesa.

Il cancellino era anche un trofeo di guerra. Mentre in alcune classi mancava, in altre se ne potevano avere 3 o 4. Tutti bottini di guerra.

Qualche volta il cancellino di ordinanza veniva sostituito da tristi cuscinetti paffuti. Estremo era il ricorso alla carta accartocciata. Ma nessuno si è mai affezionato a questi succedanei. Il cancellino era insostituibile. Nel cuore, nelle menti e sui cappotti.

(pippo vinci)

mercoledì 11 febbraio 2009

Ecuador: una piacevole rettifica


Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un post riguardante la nuova Costituzione dell’Ecuador.
Il post conteneva un gravissimo errore. Le date. Contrariamente a quanto scritto, il referendum per l’approvazione popolare della Carta si è gia svolto (il 28 settembre 2008) con esito positivo
Il si alla Carta ha raggiunto il 62% dei voti.
Siamo quindi felici di apprendere che la Costituzione Ecuadoregna del buen vivir è già in vigore.

per saperne di più clicca qui

domenica 8 febbraio 2009

Eluana, Johnny e la farfalla


Qualcuno di voi sicuramente avrà visto il film e Johnny prese il fucile, qualcuno ha forse visto anche la pellicola lo scafandro e la farfalla.

Si parlava di persone inermi che non avevano più alcuna autonomia , quasi nessuna possibilità di comunicare col mondo esterno alcuna possibilità di comandare un solo muscolo utile del proprio corpo. Johnny poteva solo muovere entrambe le palpebre, e con queste comunicare la richiesta : u.c.c.i.d.e.t.e.m.i. , in alfabeto morse.

Dico questo, per cogliere solo uno dei tanti aspetti drammatici del caso di Eluana Englaro. I cosidetti Cattolici, i cosiddetti difensori della vita, affermano che Eluana prova ancora sensazioni. Se ciò fosse vero (speriamo di no) , pensate solo la immane sofferenza di questa donna che da 17 anni “sente” e “prova” impotente la sua indicibile e agghiacciante condizione.
Se fosse vero ci sarebbe un motivo in più per consentire a questa donna di porre fine alle sue sofferenze, a quelle dei suoi cari ed a quelle di coloro (cattolici e non) che difendono sul serio la vita.

(pippo vinci)

mercoledì 4 febbraio 2009

piccolo paese, GRANDE COSTITUZIONE


Pochi giorni fa l' Assemblea Costituente dell’Ecuador ha approvato la nuova Costituzione che sarà sottoposta a referendum il prossimo 28 settembre. La Carta mette in primo piano tre concetti il buen vivir, la pace e l’intercultura. Ecco, in breve, cosa prevederà la nuova Costituzione del piccolo paese andino, voluta dal giovane presidente Rafael Correa che si inspira ai principi del socialismo del XXI secolo

La nuova Costituzione ecuadoriana, come si diceva, è improntata sul concetto del buen vivir, il buon vivere, che rimette il cittadino e i suoi diritti al centro dello Stato. L’Ecuador, uno dei paesi più poveri del continente, garantirà l’educazione e la sanità gratuite per tutti nonchè l’accesso sicuro e permanente ad una alimentazione sana e sufficiente; l’acqua assurge a diritto umano inalienabile e si promuove la sicurezza alimentare.

Si proibisce l’ingresso nel paese di rifiuti tossici e scorie nucleari, così come la produzione, commercializzazione e trasporto di armi chimiche, biologiche e nucleari, di contaminanti altamente tossici, di agrochimici proibiti a livello internazionale e di organismi geneticamente modificati.

Ma non finisce qui. L’Ecuador viene definito «territorio di pace» e si proibisce la costruzione di basi militari straniere o di installazioni straniere per fini militari; allo stesso modo, si proibisce la cessione a stranieri di basi o installazioni militari nazionali. Gli indigeni vedranno finalmente sancito il carattere plurinazionale dello Stato mentre kichwa e shuar, i due principali idiomi ancestrali, diventano lingue ufficiali con il castigliano.


L’art. 15 della nuova Costituzione stabilisce che lo Stato promuoverà l’uso di tecnologie ambientalmente pulite e di energie alternative. In più, si riconosce il diritto della popolazione a vivere in un ambiente sano e si dichiara di interesse pubblico la preservazione dell’ambiente e la prevenzione del danno ambientale.

Anche l’informazione dovrà tornare ad essere libera: tutti avranno diritto ad una comunicazione libera, diversificata e partecipativa, con uguali possibilità di accesso alle tecnologie dell’informazione e all’utilizzo delle concessioni radiotelevisive. Lo Stato promuoverà la pluralità dell’informazione e non permetterà il monopolio o l’oligopolio nella proprietà dei mezzi di informazione.

L’Ecuador è anche il paese con il maggior numero di sfollati e rifugiati del continente. Sono quasi tutti colombiani irregolarmente entrati nel paese, in fuga da un conflitto che dura ormai da 50 anni e che, dopo la liberazione di Ingrid Betancourt, rischia di sprofondare nuovamente nel silenzio e nell’indifferenza. Nonostante questo, la nuova Carta costituzionale ecuadoriana riconosce a tutti il diritto a migrare mentre lo Stato non considererà illegale nessun essere umano a causa della propria condizione migratoria. Ogni immigrato che vive in Ecuador potrà fare ritorno nel proprio paese e lo Stato si impegnerà a garantire che tale rientro possa avvenire in maniera sicura e dignitosa, indipendentemente dall’avere o meno i documenti in regola. Allo stesso modo, garantirà anche agli immigrati irregolari l’assistenza sanitaria ed un’alimentazione adeguata.

Per Costituzione, tutti avranno diritto alla ricreazione, al tempo libero e alla pratica di almeno uno sport. Chiunque avrà diritto a vivere in una casa sicura e dignitosa, indipendentemente dalla situazione sociale o economica, e si riconoscono i diritti delle coppie di fatto anche omosessuali.

Infine, tutti i diritti e tutti i doveri previsti dalla nuova Costituzione riguarderanno sia i cittadini ecuadoriani che gli stranieri presenti nel paese, senza discriminazione alcuna.


(amedeo contino)

lunedì 2 febbraio 2009

mafiosi collaudati


(dal sito Megachip)

Vi faccio una domanda. Come giudichereste se, per ricostruire le dighe crollate di New Orleans venissero chiamati gl'ingegneri che le fecero?
Oppure se, per portare giustizia in Sicilia, il governo italiano creasse una commissione di esperti mafiosi? Oppure se, per fornire i nostri ragazzi di una adeguata educazione civica, si formasse un corpo di docenti costituito di provati ladri e scassinatori? Oppure se, per fare fronte a una epidemia, si chiamassero medici abusivi, senza titolo e laurea? Oppure se, per spegnere un incendio si facesse ricorso all'albo dei piromani?

Queste domande mi sono venute alla mente guardando in tv i reportage dal Forum di Davos, I cui partecipanti, quasi tutti, in diversa misura, erano gli equivalenti degl'ingegneri pasticcioni, dei mafiosi collaudati, degli scassinatori di banche, dei medici abusivi, dei piromani inveterati.
Una galleria di facce toste a prova di bomba che, invece di spiegarci perché incendiavano i boschi della finanza mondiale e prendevano per questo laute prebende, ci davano nuove prognosi circa la profondità della crisi, la sua durata.

Ma, se hanno sbagliato tutte le previsioni (e infatti, nonostante la superficie bronzea dei loro visi, risultava loro difficile non mostrare un certo grado di sconcerto) perché adesso dovrebbero azzeccarle?
E come si spiega l'assoluto livello di imbecillità, professionale e intellettuale, dei commentatori che, invece di trattare piromani e farabutti vari per quello che erano e sono, mostrano di credere alle loro parole come fossero di oro colato?

I più divertenti, tra tutti, mi sono parsi gli economisti. Mai come oggi la disciplina che coltivano è meritevole dell'appellativo di “scienza sciocca”: l'unico che la descrive compiutamente. Ma lorsignori hanno continuato, a Davos, a raccontare la favola dell'uva, come se nulla fosse.

Ce ne fosse stato uno capace di fare l'unico gesto decente (oltre a quello di non andare a Davos per farsi ridere dietro dal resto del mondo): appendere la laurea sciocca al chiodo e dedicarsi a qualche attività più intelligente, o meno dannosa.
Un raduno illustre di coglioni, ma di coglioni pericolosi.


(Giulietto Chiesa)