mercoledì 26 settembre 2018

lunedì 24 settembre 2018

sabato 22 settembre 2018

Frasi celebri


Nella vita vincono i prepotenti, i raccomandati e qualche genio. Io non appartengo a nessuna di queste tre categorie (J. Hachito)

domenica 16 settembre 2018

Leggere molto fa bene?

Ma è proprio vero che leggere molto faccia  bene?
O è solo un luogo comune?
Io non ho una risposta netta in merito, ma mi sovviene una frase detta da Umberto Eco, secondo cui  non sarebbe importante QUANTO si legge ma COSA si legge.

Io, molto modestamente, aggiungerei che oltre a cosa leggere sarebbe importante anche sapere cosa si apprende da quella lettura. Insomma nutrirsi di qualcosa senza metabolizzarlo non giova a nessun organismo vivente.
Anzi nutrirsi senza assimilare porta comunque un essere vivente alla morte
Lo stesso succede alla coscienza ed all' intelletto di una persona che legge. A meno che non vi siano altri canali formativi da cui alimentarsi. Ma anche in questo caso il solo  alimentarsi non è sufficiente.

Nella mia esperienza di vita io ho conosciuto persone di tutte le seguenti categorie, categorie  che non esauriscono certo tutte le tipologie umane ma che utilizzo per meglio sintetizzare il mio pensiero:
A) gente intelligente e sensibile che ha letto poco
B)gente intelligente e sensibile che ha letto molto
C)gente non intelligente e per niente sensibile che ha letto molto
D) gente non intelligente e  per niente sensibile che ha letto poco

Mia madre, per esempio, apparteneva al gruppo A. Una donna che per drammatiche vicissitudini familiari non potè neanche finire le scuole elementari ma che, nonostante questo, era una donna ed una madre di una levatura intellettuale , di una sensibilitá, di una saggezza e di una correttezza morale come pochissimi tra tutti quelli che io ho conosciuto in 63 anni 

Di contro non è stato raro incontrare persone appartenenti alla categoria C. Persone stupide, inconstenti e spesso cattive che ,peró, avevano letto tutti i classici.

E allora invitare con insistenza la gente a leggere o vantarsi di avere letto tanto, spesso umiliando chi ha letto poco o tardi (....Dostojevsky? Io l' ho letto tutto a 16 anni!!!), credo che sia una ulteriore dimostrazione che il leggere non faccia diventare, esso solo ,  più intelligenti.

Dimenticavo  di aggiungere una categoria alle 4 sopra elencate ed è quella categoria  i cui rappresentanti si vantano apertamente ( e fastidiosamente  di avere letto tanti libri o di stare leggendo i libri di  questo o di quell'autore.

Io ammetto di essere un lettore debole , ma non amo parlare dei libri che leggo .Per me sono un argomento tabù perché credo che attraverso queste informazioni la gente possa entrare nel mio mondo,  nei segreti nel mio personale . Ed io tutto questo lo voglio tenere per me, un mondo tutto mio che non voglio esporre alle critiche ad ai giudizi degli altri.

Ed ecco arrivare all' ultima categoria di persone considerate in funzione al loro rapporto con libri. È la categoria dei regalatori di libri. No amici. Come gli amori, i libri me li scelgo io!

venerdì 14 settembre 2018

Quattro giorni al gelo di Mosca (1)

1. Origine del viaggioMolcin lavora a Mosca, e fin dal suo primo giorno in Russia (oltre due anni fa), mi ha sempre invitato per una breve vacanza nella ex terra degli zar e dei comunisti. Ma ad una condizione : “vieni quando fa freddo, è più bello!”

Dopo 3 anni di cordiali ed affettuosi rifiuti, decido di cedere e di raggiungerlo, proprio nella settimana in cui il Padre Eterno ha fatto le prove per la prossima glaciazione: 28 gradi sotto zero! . “l'ideale” , esultava Molcin! -(nella foto la Moscova gelata) - leggi tutto -

martedì 11 settembre 2018

il faro di ... Yalta

Ci sono diversi motivi per i quali si può rompere una amicizia. Ma nessuno è grave o non grave in assoluto. Il giudizio di gravità, il movente della rottura è sempre molto soggettivo. E questo perché le amicizie (quelle serie) si basano più su fatti emozionali e sentimentali, che su elementi numerabili o tecnici. Più su storie vissute che su elementi statici ed oggettivi.
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Per il mio modo di pensare, per il mio modo di “concepire” l’amicizia, uno dei motivi scatenanti la rottura (ovvio, unilaterale) è la mancanza di fiducia e di credibilità. Indipendentemente dall’oggetto in questione.
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In altre parole se un mio amico non crede ad una cosa che io conosco per certa, ad un fatto che io ho vissuto, osservato, toccato, ecco che in me scatta l’iter per la rottura definitiva dell’amicizia.
Ribadisco che non mi riferisco a scambi di opinioni, a diversità di vedute o di pareri, ma a fatti certi da me Tommasamante accertati, cui il futuro ex amico non crede.
Pochi di voi conosceranno il Faro di Capo San Vito, proprio a San Vito lo Capo, una bella località di mare situata sulla punta nord occidentale della Sicilia, in provincia di Trapani.
Una notte decisi di andare a vedere il faro da vicino, Molto vicino: ci andai proprio sotto. E con mia grande sorpresa mi accorsi che i fasci di luce che uscivano dal “lampione” posto in cima alla torre erano 3. Si, 3;divisi l’uno dall’altro da un angolo di 120 gradi (120 x 3 = 360).
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Questa fu una scoperta per me, che ero convinto che il fascio di luce proiettato verso il mare fosse uno solo che ruotava attorno ad un asse in modo da dare al navigante l’impressione di vedere un lampo ogni tot secondi. In tal modo, invece, la rotazione c'è sempre , ma l'intervallo di tempo tra un bagliore ed il successivo si accorcia fino a quel dato che è tipico del faro di San Vito e che i naviganti conoscono o possono ritrovare nei manuali di navigazione o cose simili.
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Bene, ricco di questa nuova scoperta , ne parlai subito agli amici. Molti ridendo, altri facendo spallucce come per dire ma che minchia dice questo!?, ma che cazzo ce ne importa del faro?!, non mi hanno creduto.
Ed il grave fu che pur essendo tutti riuniti in una villa proprio a San Vito, nessuno si disturbò di andare a vedere. A nessuno venne in mente neppure di verificare le mie affermazioni. Per loro io avevo detto una solenne minchiata. Punto.
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Eppure bastava fare 600 metri di comoda strada asfaltata (a piedi, in auto, in moto o in bici) per verificare se ero diventato pazzo o non vedente. E sarebbe stato comunque non molto elegante nei miei riguardi. E invece neanche questo. Niente. sono stato liquidato con un semplice: “non è possibile, chissà cosa hai visto!” Cambio di discorso e proseguimento della serata.
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Nessuno sospettò che per me quella serata con gli amici si era trasformata in una specie di congresso di Vienna o di Yalta. Tutto da allora non sarebbe stato lo stesso con i miei (ora ex) amici.
Nick Name de Bortolì

domenica 9 settembre 2018

L'angolo delle stelle


... superato il piano della fate , i nostri eroi arrivarono all'angolo delle stelle..
Sembra l'incipit di una fiaba e invece è l'inizio di un mondano week end trascorso in una amena località siciliana.

Tutto era stato previsto ed organizzato alla perfezione, persino la presenza di un bambino (uno solo, per carità) che evrebbe dato alibi a chi si fosse comportato da irresponsabile. Giocare con un bimbo ti consente di fare e dire cose che a 50 anni nessuno ti perdonerebbe mai! leggi tutto

pippo vinci

mercoledì 5 settembre 2018

La trazzera vintage (12): è nato prima l'uovo o la gallina?


Se la teoria di Darwin è vera, ed è vera, la risposta alla domanda è semplice. E’ nato prima l’uovo.Secondo tale teoria, largamente dimostrata da evidenze scientifiche e sperimentali, l’evoluzione delle specie è avvenuta attraverso delle mutazioni genetiche che, sorte per caso, possono essere tramandate alla progenie.

Se la mutazione comporta una variazione che dà all’individuo capacità maggiori di resistenza e di sopravvivenza ad un habitat che muta, questa variazione diventa l’arma che ha il “diverso” per riuscire a sopravvivere ed a procrearsi a differenza dei suoi (ex) simili che, privi della nuova arma, sono destinati a soccombere.

Sono ovviamente “avvenimenti” che necessitano migliaia e anche milioni di anni per verificarsi ed assestarsi.

E’ allora evidente che la prima gallina, così come oggi noi la conosciamo aveva, come genitori, degli esseri molto simili a lei, ma non in tutto. La prima gallina era geneticamente differente dai suoi genitori (come sempre) ma questa volta la diversità era sostanziale, forse visibile, somatica, funzionale.

Una diversità che, per caso, era sopravvenuta, presumibilmente , nella fase che va dal concepimento alla “schiusa” dell’uovo. O anche prima, nell'ovocellula della mamma o nello spermatozoo del papà. L'uovo fecondato ha quindi originato un “coso” che per la prima volta appariva sulla faccia della terra: la gallina.

(amedeo contino)

post già pubblicato il 10 giugno 2009