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13. Da Peppino - via Guadagna 97
Percorrete via Oreto verso la circonvallazione, all'incrocio con via Bonriposo (
semaforo) svoltate a destra fino ad incrociare
via Guadagna. Svoltate a destra e al numero 97 (
non segnalato), vi troverete davanti ad una grande porta in ferro laccata di verde.
Un
neon sbilenco, un'edicola votiva e nessuna insegna vi aiuteranno a capire che siete giunti a destinazione. Armatevi di coraggio ed oltrepassate la porta, sicuramente socchiusa. Vi trovate nella trattoria di
Peppino,
alias
zu' Pinuzzu, alias
u' tignusu, alias
u' tammurinaru, alias
u' riffaturi.
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Nel 1993 Peppino, ex tamburino ed ex
banditore di riffa (
una sorta di lotteria privata di strada), decide di rilevare e trasformare il locale che fino a quel momento ospitava una sala biliardo. Appende letteralmente
i tamburi al chiodo (
visibili in cucina) e si scopre cuoco. Ad aiutarlo, uno dei suoi figli.
Un altro, ci racconta con orgoglio Peppino, è priore alla Chiesa di S. Rita.
La trattoria si sviluppa su tre ambienti : due sale da pranzo con sei tavoli in legno coperti da cerata e 42
sedie (sempre in legno) pieghevoli del tipo da spiaggia; in fondo, la cucina a vista con ampi espositori che mostrano i cibi crudi pronti alla cottura. Sulle pareti bianche, quadri, quadretti, fotografie, posters, ma soprattutto tanti inspiegabili
archi e frecce stile Africa Nera.
Ai tavoli solo uomini, di tutte le età. Ma ci dicono che comunque si può venire pure
chii fimmini. L'ambiete è caldo e rumoroso e l'aria è condita dai fumi che provengono dalla cucina
Dopo una rapida pulizia della cerata, il figlio di Peppino ci apparecchia la tavola, portando nell'ordine: saliera e pepiera a cielo aperto da utilizzare
appozzando le nude dita;
scolaposate in plastica con posate in numero superiore rispetto ai commensali; cestino azzurro col pane; tovaglioli di carta; classici piatti bianchi e spessi da trattoria,
appena sciacquati.
Il menù non prevede antipasti, così non avrete l'imbarazzo e passerete subito ai
primi: pasta
agghio e ogghio, broccoli
arriminati, vongole e pelato, bolognA rossa, pasta alla
gRassa, pasta con le sarde. Come
secondi calamari fritti, poRpettine di sarde, fettina panata o fritta, costata di maiale, invoRtini di sarde . Come contorno
insalata alla palermitana. Occasionalmente pizza e sfincione (
tipo per la Madonna) o pane 'ca meusa.
Da bere vino sfuso bianco o rosso, acqua, birra e gazzosa.
Disponibile anche il servizio
take away.
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Dopo il caffè della macchinetta
tipo ufficio, potete rimanere per
un tocco di birra,
fino alle 6-7 di sera quando Peppino decide che può bastare e chiude. Per cena tutti a casa.
Dalle mogli.
La domenica la cucina è chiusa ma il locale rimane aperto e funge da luogo di ritrovo e aggregazione. Una birra e quattro chiacchiere sul Palermo!
Per un pranzo completo Zu Peppino non
chiederàmai più di 7 euro, dice che i ragazzi (
così chiama i suoi clienti) non potrebbero permettersi di più.
Se volete contattare l'osteria di Peppino potete chiamare al numero
091\5509253
Pippo, Laura, Piero e Paola