Il pluriergastolato
Totò Riina continua (anzi continuerebbe)
a lanciare le sue minacce contro il pm di Palermo Nino
Di Matteo affinchè questi la pianti di indagare sulla trattativa stato- mafia. Non solo. Riina questa
volta si lancia (anzi si lancerebbe) contro la procura di Palermo
per un altro curioso motivo : Totò u
curtu non gradisce che si interroghi il Presidente della Repubblica
Napolitano. E qui casca l’asino.
Già le prime minacce puzzavano forte, quest' ultima trovata
sa di rancido!
Primo perché le
presunte minacce sono riferite dai canali ufficiali e da questi lasciate
trapelare;
Secondo perché l’ascolto
si riferisce a intercettazioni ambientali: Riina che parla con un altro
carcerato (ma può ?) o Riina che parla da solo (inverosimile)?
Terzo perché Riina
non ha oramai nessun chiaro vantaggio a fermare il processo sulla trattativa. Resterà
in carcere a vita comunque;
Quarto perché Riina
ha ancora meno interesse a bloccare la deposizione di Napolitano. Che gliene
fotte a lui?
C’è chi giustifica il fatto dicendo che Riina si sentirebbe umiliato se dal processo scaturisse
un ruolo di mero esecutore delle stragi; ma questa è una teoria abbastanza
ballerina. Io credo invece all’unico motivo che spiegherebbe i quattro punti
prima elencati.
Le minacce di Riina in effetti non esistono, o, meglio le
minacce non sono di Riina. Sono invece i soliti servizi deviati che mettono in giro queste voci per bloccare il
processo. Processo che potrebbe rivelare gravissime responsabilità di frange
deviate o colluse dello Stato. Insomma chi potrebbe ricavare un vantaggio da un insuccesso di questo processo è
proprio lo Stato e non certo la
Mafia!
Ok anche questa è una ipotesi, ma in fondo a noi interessa poco quale sia la verità. Basta che sia LA VERITA'. Un Paese democratico non può essere tale se certi dubbi non si chiariscono, nel bene o nel male! I misteri di Stato sono un macigno insopportabile per quasiasi cittadino onesto.
Ok anche questa è una ipotesi, ma in fondo a noi interessa poco quale sia la verità. Basta che sia LA VERITA'. Un Paese democratico non può essere tale se certi dubbi non si chiariscono, nel bene o nel male! I misteri di Stato sono un macigno insopportabile per quasiasi cittadino onesto.
Intanto noi siamo
vicini a Nino Di Matteo che sta facendo egregiamente
e coraggiosamente il suo dovere pur
dovendo affrontare una infinità di ostacoli. Coraggio Nino, non ti fermare.
Siamo con te al 100 per cento!
p.s. in questo articolo i dubbi di Luciano Violante sulle minacce di Totò Riina clicca qui
p.p.s. in quest'altro articolo altri dubbi sono avanzati da Angelo Jannone
p.s. in questo articolo i dubbi di Luciano Violante sulle minacce di Totò Riina clicca qui
p.p.s. in quest'altro articolo altri dubbi sono avanzati da Angelo Jannone
6 commenti:
A me queste minacce di Riina non convincono per niente.
Ma è possibile che lo stesso non sospetti di essere intercettato e parli così liberamente?
Totò
sono ampiamente d'accordo
Dalla lettura di questo articolo - a mio avviso - trapela una conoscenza superficiale dell'accaduto. Mi sembrano oltremodo privi d'interesse i dubbi proposti, l'unica verità e che Di Matteo ha dichiarato: “Non si tratta di mere minacce ma di intenzioni omicidiarie a tutti gli effetti dichiarate a un altro detenuto perché vengano messe in pratica fuori dal carcere”. Riina in carcere non è inoffensivo (non lo sarà mai). Diamo (senza se e senza ma) solidarietà ai magistrati ed alle forze dell'ordine.
la solidarietà a Di Matteo non è messa in discussione. Credo che nel post questo sia chiaro!Anzi chiarissimo! e sarebbe bello anche che chi commenta i pezzi della trazzera non si nascondesse dietro l'anonimato. grazie comunque del commento
Concordo con l'Editore.
E'indubbio, che ogni siciliano onesto e innamorato della propria terra abbia fiducia e stima nel giudice Di Matteo.
Gli Uomini grazie ai quali e'' possibile sperare esistono, e per fortuna di noi tutti.
Oltre a cio', leggo con sempre piacevole sorpresa gli iscritti a Dietrologia -applicata e asserita con grande convinzione, ancorché anonima.
Come dire, i pochi che FANNO, i molti che parlano
beh, quello che dice Di Matteo è scontato. Che altro deve dire? Che quando dice quello che pensa gli fanno i procedimenti disciplinari!
Nulla comunque inficia la tesi del post che non è certo peregrina.
fabio
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