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Diego Fusaro |
“Ad
esempio a me piace il Sud”. Così cantava
Rino Gaetano. Mi permetto di
essere d’accordo con lui. Anche a me, ad esempio, piace il Sud. E non
per la semplice ragione – già di per sé valida – per cui, per mia
natura,
parteggio sempre per i vinti e non per i vincitori: il Sud è
stato sconfitto, e quella che resta, ad oggi, l’aggressione violenta e
sanguinaria che ha subito continua a essere celebrata enfaticamente come
“Risorgimento” e “unificazione”.
Ad esempio a me piace il Sud
anche per altre ragioni, non meno valide credo. Non solo per una
soggettivissima motivazione, da cui pure non posso fare astrazione: come
Goethe, ritengo anch’io di poter dire di me di sentirmi un
caldo animo
mediterraneo gettato in un freddo corpo del nord.
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Rino Gaetano |
Non si
fraintenda questo mio discorso. Non ho alcuna intenzione di favorire
l’
ennesimo scontro in orizzontale: come se, dopo destri e sinistri,
migranti e autoctoni, eterosessuali e omosessuali, fosse ora il turno di
nord e sud. Lo scrivente è fermo sostenitore dell’interesse nazionale,
da Torino a Trapani, da Bolzano a Catanzaro, da Aosta a Lecce.
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campagna iblea |
Ad
esempio a me piace il Sud perché – e reputo questa la ragione più
importante – resiste ed è meno facilmente permeabile alla
postmodernizzazione capitalistica dei costumi, dell’immaginario e degli
stili di vita. Il Sud è – diciamolo – meno facilmente sussumibile sotto
il nuovo ordine reale e simbolico: tutta una lussureggiante gamma di
tradizioni e di credenze, costumi e stili di vita
(essi stesso spesso
non esenti da contraddizioni) rivelano una scarsissima compatibilità con
i codici della postmodernità liquido-finanziaria tarata per individui
cinici e isolati, post-identitari e post-tradizionali, consumisti e
svuotati di ogni credenza che non sia quella nel libero mercato.
Pur
con le sue contraddizioni, il Sud è ancora in larga parte
distante
dall’organizzazione postmoderna della vita e del pensiero: è ancora
tradizionale e comunitario, ha le sue lingue e le sue usanze. È, anche
per questo, un’isola felice di resistenza alla postmodernizzazione
capitalistica che ha già letteralmente colonizzato cuori e menti al
Nord. Da questo punto di vista, è al Sud che dobbiamo guardare. Con
rispetto e
gratitudine. Ci insegna a resistere. Non tutto è perduto.
Diego Fusaro
Fonte: www.interessenazionale.net
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