Premetto che il comportamento criminale del ministro Salvini e quello complice di tutto il governo, sono stati deprecabili e umilianti per tutto il Paese. Ma se il (condivisibile ed encomiabile) movimento antirazzista e antifascista si sente appagato da questa giusta lotta contro il fascista Salvini, lo stesso movimento, paradossalmente rinato grazie al cattivone di casa, dovrebbe considerare questa civile sollevazione come un punto di inizio di una piú vasta azione che ha come obiettivo la lotta alla discriminazione, alla povertà ed alle sanguinarie dittature presenti qua e là in tutti i continenti. Pur mantenendo salde le proprie posizioni in patria.
Diamo uno sguardo, per esempio, all'Africa. Ci limitiamo a citare solo due tragedie nascoste o sottovalutate dai media e dalle istituzioni mondiali come ONU, UE, UNICEF, UNHCR ecc.
Si tratta del Congo e dell' Eritrea. In Congo c é una guerra che dura da venti anni, una guerra fomentata dalle piú importanti multinazionali tecnologiche, perchè lí c'è il piú imponente giacimento mondiale di coltan, un metallo indispensabile per tutti i dispositivi hi tech da cui tutti noi, ricchi e opulenti occidentali, oramai dipendiamo.
Ebbene, il Congo sarebbe un paese ricco se i monumentali profitti derivati dalla estrazione di questo metallo, rimanessero lí dove si estrae. Ma l'occidente non ci sta e preferisce rubare il coltan per produrre i cellulari a prezzi competitivi.
miniere di coltan |
In Eritrea, invece, c è una dittatura sanguinaria che terrorizza il paese dal 1993, anno in cui prese il potere Afewerki. Cosí i poveri eritrei, dopo essere stati sterminati dal nostro eroe nazionale, generale Graziani, ora sono "maltrattati" dal fascistaccio locale. Ma i media e le istituzioni non parlano né del Congo (non possiamo fare a meno dei cellulari) ne dell'Eritrea (troppo impegnati a denunciare SOLO la dittatura del comunista Maduro).
Non solo, molti paesi europei ex colonialisti, Francia su tutti, continuano a sfruttare economicamente le loro ex colonie impossibilitate ad affrancarsi da questa dipendenza a causa dell imponente debito nei confronti proprio di paesi come la Francia.
Anni fa mi occupavo proprio di cooperazione internazionale e, durante un convegno svoltosi a Casablanca, cui partecipavano rappresentanti di molti paesi africani oltre che quelli dei paesi "buoni" che finanziavano i finti progetti di sviluppo, il rappresentante (egiziano) di una sigla che riunisce gran parte dei paesi del continente nero, fece una dichiarazione sconcertante chiedendo a tutti i paesi ricchi di andarsene dall'Africa, di non aiutare piú i paesi poveri dell'Africa, di non inviare soldi, missioni, ingegneri, armi e imprenditori. A noi, disse l'egiziano, serve solo che voi ci diate la possibilità di sfruttare le nostre ricchezze e di aprire i mercati ai nostri prodotti. questo lo farete solo andandovene
pippo vinci
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