gli italiani dopo la eliminazione con la Svezia |
È
un’analisi “da bar”, superficialmente convincente: se ci sono tanti
stranieri nel campionato italiano di calcio, meno calciatori italiani
avranno la possibilità di giocare ad alti livelli e meno ancora
diventeranno abbastanza forti per giocare in Nazionale. Il suo limite,
come accade spesso con le analisi che individuano una sola grande causa
per un problema complesso, è che probabilmente non tiene in
considerazione tantissime altre possibili concause dello stesso
problema. Se si confronta il numero degli stranieri nel campionato
italiano con quello di altri campionati, infatti, si capisce che non è
sufficiente a spiegare il buon o cattivo andamento della corrispondente
nazionale: anzi, i dati sembrano suggerire il contrario.
Secondo i dati di Transfermarkt,
un grande e affidabile database sul calcio, i calciatori stranieri nel
campionato italiano sono il 53,3 per cento del totale, mentre nel
campionato tedesco sono il 52,7 per cento del totale. Se fosse vero che
troppi calciatori stranieri in un campionato abbassano il livello della
nazionale, la squadra della Germania dovrebbe trovarsi in un periodo di
crisi come quella italiana: la nazionale di calcio tedesca però è
fortissima, è campione del mondo in carica ed è stabilmente in testa al ranking FIFA delle nazionali più forti del mondo.
Al terzo posto di quella classifica – in cui l’Italia è al 15esimo
posto – c’è invece il Portogallo campione d’Europa in carica e già
qualificato ai Mondiali: nel campionato portoghese, la Primeira Liga, i
calciatori stranieri sono il 57,6 per cento del totale, più che in Serie
A.
Altri esempi: in Spagna i calciatori stranieri sono il 42,8 per cento del totale (meno di quelli in Italia ma non radicalmente meno)
e la nazionale spagnola è stata una delle più forti e vincenti degli
ultimi quindici anni; in Francia gli stranieri nel campionato di calcio
sono il 49,7 per cento e la nazionale è all’ottavo posto del ranking
FIFA, e andrà ai Mondiali; in Inghilterra gli stranieri sono addirittura
il 67,2 per cento e la nazionale – seppur storicamente non fortissima –
si è qualificata facilmente ai Mondiali ed è davanti all’Italia nel
ranking FIFA; in Olanda gli stranieri sono intorno al 40 per cento del
totale (un numero simile a quello del campionato spagnolo) e la
nazionale non si è però qualificata ai Mondiali.
la nazionale tedesca |
Questo
non dovrebbe suggerire che non esista alcun legame tra il numero di
stranieri che giocano in un campionato e i risultati della squadra
nazionale. I controesempi con i campionati con pochi stranieri, per
esempio, potrebbero essere poco significativi perché relativi a paesi
meno popolosi e più poveri dell’Italia. Sembra evidente però
l’impossibilità di stabilire un rapporto di causalità diretta tra le due
cose; e anzi i dati sembrano suggerire che le nazioni che esprimono le
nazionali più forti abbiano un consistente numero di calciatori
stranieri nel proprio campionato (e spesso anche un significativo numero di calciatori che giocano in un campionato diverso da quello della propria nazione, cosa che in Italia invece è piuttosto rara).
da il post.it
da il post.it
7 commenti:
Sarebbe interessante conoscere la percentuale di stranieri
nel campionato argentino o brasiliano ( squadre "forti" per
eccellenza ) per analizzare ancora meglio questa teoria.
No laggiù non sono così tanti.Ma qui non si vuole dire che con gli stranieri si va male o si va bene. Si vuole affermare che la loro presenza più o meno massiccia è un fattore ininfluente sugli esiti della nazionale
Allora siamo scarsi.
E poi in Argentina c è un fenomeno diverso: quasi tutti i nazionali (29 su 35) giocano all' estero.
Perchè sono forti ed all'estero guadagnano di più.
Nella nostra nazionale, Dybala (se avesse scelto la cittadinanza italiana)
giocherebbe sicuramente.
Ovvio che vanno all' estero per guadagnare di più ,ma il problema sollevato non era questo
Dybala nazionale italiana? Mica è coglione!
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