sabato 31 gennaio 2015
venerdì 30 gennaio 2015
Mosca: il generale Ingorgo
di nicola lombardozzi
Mosca. E non dimenticatevi un buon libro. Se vi preparate ad andare in giro per Mosca in auto, è assolutamente
Mosca. E non dimenticatevi un buon libro. Se vi preparate ad andare in giro per Mosca in auto, è assolutamente
fondamentale. Perché appena finirete nell’ingorgo, e state tranquilli che
ci finirete, il tempo si fermerà all’improvviso e non avrete scampo. leggi tutto
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martedì 27 gennaio 2015
E' morto Demis Roussos
Roussos ai tempi degli Aphrodite's child |
domenica 25 gennaio 2015
il Palermo vince , ma fa solo 1 punto
la palla batte sotto la traversa ed entra in rete |
Dopo il furto dell'andata (pareggio della samp al 90°), arriva la rapina del ritorno. Il Palermo a Marassi, dopo avere sofferto per 45 minuti e sotto di un gol, ritorna in campo e domina i blucerchiati. Pareggia con quel mostro di bravura che è Vazquez e segna il gol della vittoria con Morganella. Ma l'arbitro di linea (in posizione ideale per vedere il gol) non vede la palla dentro (di mezzo metro) e il risultato non cambia. Rimane un' ottima classifica con un 8° posto davanti alle nobili decadute Inter e Milan. leggi tutto
Le Shoah dimenticate: zingari, omosessuali, Testimoni di Geova
.
Era il 2 agosto 1944, ad Auschwitz 3000 Rom vengono condotti nelle camere a gas e uccisi. Ed è proprio il 2 agosto di ogni anno che ricorre il giorno della memoria per l'eccidio nazista della etnia zingara. Ma pochi lo sanno e nessuno lo riporta alla memoria.
La furia violenta del nazismo si scagliò non solo contro gli ebrei, ma anche contro: i tedeschi dissidenti (dall’apertura del campo di Dachau, 1933); gli zingari (discriminati già nel 1935 e deportati dal 1939); i Testimoni di Geova (perseguitati nel 1933 e internati dal 1935); i prigionieri di guerra (dall’inizio del 1939); i partigiani (dal momento in cui venivano annessi nuovi territori al Reich); gli omosessuali (incarcerati e condannati dal 1934); i portatori di handicap (sterilizzati dal 1933; nel 1939 i primi a essere gassati in apposite “case di cura” o su camion destinati alla gassazione, in base al Programma Eutanasia);
Bisogna però ricordare che, mentre ebrei e zingari furono vittime dello sterminio sistematico di interi gruppi familiari, colpevoli solo di esistere, tutti gli altri vennero perseguitati perché avversari del regime al potere o non adatti al nuovo ideale nazista di “uomo tedesco”. Questa differenza si rispecchiava anche nelle diverse tipologie di campi creati dai nazisti per i propri nemici
Un triangolo nero con il vertice capovolto, a volte affiancato dalla lettera z, che stava per zigeuner, "zingari". Questo era il segno che individuava i rom nello Zigeunerlager, ovvero il campo degli zingari. Un marchio che, come la stella gialla per gli ebrei, rappresentava l’appartenenza ad una razza pericolosa, una minaccia per la sublime razza ariana.
I nazisti, nella loro ossessiva ricerca della perfezione, avevano individuato teoricamente il gene che determinava l’istinto al nomadismo: il wandertrieb. Pertanto lo zingaro era considerato ladro, truffatore, assassino e nomade per cause genetiche. In questo modo, a distanza di mezzo secolo, erano state riportate in vita con maggior vigore e con l’avallo di una scienza fantasiosa le teorie lombrosiane, nelle quali si sosteneva che lo zingaro aveva un istinto ladresco. Insomma lo zingaro era predeterminato, nasceva ladro e delinquente e la logica conseguenza era l’incorreggibilità del suo comportamento.
Numerosi documenti testimoniano la loro presenza nei lager di Dachau, Lachenback, Majdanek, Mauthausen, Buchenwald, Natzweilera, Ravensbruck, Treblinka e ancora a Sobibor, Belzec, Gross-Rosen, Gusen, Theresienstadt. Però la documentazione più cospicua sulla deportazione degli zingari riguarda Auschwitz. Nel campo di sterminio, per un certo periodo, ci fu una sezione appositamente riservata alle famiglie zingare, anche se la presenza dei rom sarebbe documentata prima della costruzione di un apposito campo per loro.
Lo Zigeunerlager entrò in funzione alla fine del febbraio 1943 e cessò di esistere ai primi di agosto del 1944, quando tutti coloro che vi erano, fino a quel momento, sopravvissuti, vennero condotti nelle camere a gas. Il primo trasporto vi giunse il 26 febbraio 1943.
A partire dai primi di marzo dello stesso anno vennero regolarmente registrati trasporti di zingari dai territori occupati, tanto che in breve tempo risultò superato il limite della capienza: 10mila persone.
Gli zingari vennero assimilati, dunque, agli ebrei nella teoria razziale e di conseguenza anche al trattamento: deportazione e soluzione finale. Gli storici parlano di 500 -750 mila rom morti nei campi di sterminio.
Ma se sul genocidio del popolo ebraico grava il pericolo costante del revisionismo storico, sul genocidio degli zingari grava il pericolo dell’oblio, della dimenticanza più totale. Nei vari processi ai nazisti responsabili di crimini contro l’umanità non si è quasi mai affrontato il problema del loro sterminio.
(da leggere : Zigeuner. Lo sterminio dimenticato di Boursier Giovanna; Converso Massimo; Iacomini Fabio - editrice Sinnos collana Dati - anno 1998 / pag 92
Era il 2 agosto 1944, ad Auschwitz 3000 Rom vengono condotti nelle camere a gas e uccisi. Ed è proprio il 2 agosto di ogni anno che ricorre il giorno della memoria per l'eccidio nazista della etnia zingara. Ma pochi lo sanno e nessuno lo riporta alla memoria.
La furia violenta del nazismo si scagliò non solo contro gli ebrei, ma anche contro: i tedeschi dissidenti (dall’apertura del campo di Dachau, 1933); gli zingari (discriminati già nel 1935 e deportati dal 1939); i Testimoni di Geova (perseguitati nel 1933 e internati dal 1935); i prigionieri di guerra (dall’inizio del 1939); i partigiani (dal momento in cui venivano annessi nuovi territori al Reich); gli omosessuali (incarcerati e condannati dal 1934); i portatori di handicap (sterilizzati dal 1933; nel 1939 i primi a essere gassati in apposite “case di cura” o su camion destinati alla gassazione, in base al Programma Eutanasia);
Bisogna però ricordare che, mentre ebrei e zingari furono vittime dello sterminio sistematico di interi gruppi familiari, colpevoli solo di esistere, tutti gli altri vennero perseguitati perché avversari del regime al potere o non adatti al nuovo ideale nazista di “uomo tedesco”. Questa differenza si rispecchiava anche nelle diverse tipologie di campi creati dai nazisti per i propri nemici
Un triangolo nero con il vertice capovolto, a volte affiancato dalla lettera z, che stava per zigeuner, "zingari". Questo era il segno che individuava i rom nello Zigeunerlager, ovvero il campo degli zingari. Un marchio che, come la stella gialla per gli ebrei, rappresentava l’appartenenza ad una razza pericolosa, una minaccia per la sublime razza ariana.
I nazisti, nella loro ossessiva ricerca della perfezione, avevano individuato teoricamente il gene che determinava l’istinto al nomadismo: il wandertrieb. Pertanto lo zingaro era considerato ladro, truffatore, assassino e nomade per cause genetiche. In questo modo, a distanza di mezzo secolo, erano state riportate in vita con maggior vigore e con l’avallo di una scienza fantasiosa le teorie lombrosiane, nelle quali si sosteneva che lo zingaro aveva un istinto ladresco. Insomma lo zingaro era predeterminato, nasceva ladro e delinquente e la logica conseguenza era l’incorreggibilità del suo comportamento.
Numerosi documenti testimoniano la loro presenza nei lager di Dachau, Lachenback, Majdanek, Mauthausen, Buchenwald, Natzweilera, Ravensbruck, Treblinka e ancora a Sobibor, Belzec, Gross-Rosen, Gusen, Theresienstadt. Però la documentazione più cospicua sulla deportazione degli zingari riguarda Auschwitz. Nel campo di sterminio, per un certo periodo, ci fu una sezione appositamente riservata alle famiglie zingare, anche se la presenza dei rom sarebbe documentata prima della costruzione di un apposito campo per loro.
Lo Zigeunerlager entrò in funzione alla fine del febbraio 1943 e cessò di esistere ai primi di agosto del 1944, quando tutti coloro che vi erano, fino a quel momento, sopravvissuti, vennero condotti nelle camere a gas. Il primo trasporto vi giunse il 26 febbraio 1943.
A partire dai primi di marzo dello stesso anno vennero regolarmente registrati trasporti di zingari dai territori occupati, tanto che in breve tempo risultò superato il limite della capienza: 10mila persone.
Gli zingari vennero assimilati, dunque, agli ebrei nella teoria razziale e di conseguenza anche al trattamento: deportazione e soluzione finale. Gli storici parlano di 500 -750 mila rom morti nei campi di sterminio.
Ma se sul genocidio del popolo ebraico grava il pericolo costante del revisionismo storico, sul genocidio degli zingari grava il pericolo dell’oblio, della dimenticanza più totale. Nei vari processi ai nazisti responsabili di crimini contro l’umanità non si è quasi mai affrontato il problema del loro sterminio.
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(da leggere : Zigeuner. Lo sterminio dimenticato di Boursier Giovanna; Converso Massimo; Iacomini Fabio - editrice Sinnos collana Dati - anno 1998 / pag 92
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domenica 18 gennaio 2015
Un punto facile contro una piccola Roma
Palermo Roma 1 a 1 (Dybala)
Sorrentino ha 17 metri vuoti davanti a lui |
martedì 13 gennaio 2015
Makarov, la pistola che venne dal freddo
di Nicola Lombardozzi
Quando in un racconto compare una pistola, questa prima o poi dovrà sparare. Anton Cechov, che non amava i fronzoli inutili in letteratura, usava questa immagine per invitare a una narrazione asciutta, senza particolari ininfluenti. E la userebbe certamente in questi giorni per mettere in guardia i cantori di un mito sinistro che celebrano l'addio delle forze armate russe alla Makarova o pistola Makarov, «simbolo di un'epoca», raccontata con una vena nostalgica degna di oggetti meno letali. Intellettuali e cronisti, alcuni perfino di animo pacifista, si perdono nei loro ricordi evocando esperienze personali, i film e i libri dell'infanzia, raccontando della Makarova come fosse l' automobile del nonno o la crostata casalinga negli stenti del dopoguerra. leggi tutto
nicola lombardozzi
Quando in un racconto compare una pistola, questa prima o poi dovrà sparare. Anton Cechov, che non amava i fronzoli inutili in letteratura, usava questa immagine per invitare a una narrazione asciutta, senza particolari ininfluenti. E la userebbe certamente in questi giorni per mettere in guardia i cantori di un mito sinistro che celebrano l'addio delle forze armate russe alla Makarova o pistola Makarov, «simbolo di un'epoca», raccontata con una vena nostalgica degna di oggetti meno letali. Intellettuali e cronisti, alcuni perfino di animo pacifista, si perdono nei loro ricordi evocando esperienze personali, i film e i libri dell'infanzia, raccontando della Makarova come fosse l' automobile del nonno o la crostata casalinga negli stenti del dopoguerra. leggi tutto
nicola lombardozzi
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2012
lunedì 12 gennaio 2015
Le missioni Apollo sono false: ecco una originale e decisiva prova
la foto di un astronauta di una missione Apollo |
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