sabato 12 novembre 2011

D'Andrea, Storace e Melani: un'idea per uscire dalla crisi


1. la ricetta di Stefano D'Andrea (dal sito Megachip.info)

...Sul tema dovremo tornare, trattandosi di tema fondamentale. Un suggerimento tuttavia al prof. Monti lo possiamo dare. Posto che lo Stato può legittimamente ricorrere alla patrimoniale, in questo momento difficile per la nostra nazione, perché non imporre un (più accettabile) prestito forzoso, con interesse del 2,5% a tutti gli italiani che dispongano di una certa quantità di risparmio, in denaro o altri titoli, al fine di acquistare i titoli del debito pubblico italiano che i grandi intermediari finanziari rifiutano?

Molti italiani, sprovvisti di liquidità, sarebbero costretti a vendere quote di fondi o azioni di banche per prestare forzosamente allo stato denaro in cambio di titoli del debito pubblico. Lo stato pagherebbe pochi interessi. Gli italiani, costretti al prestito, otterrebbero comunque un interesse superiore all'inflazione. E i grandi intermediari finanziari, che stanno ricattando il popolo italiano, vedrebbero scendere il valore delle azioni o delle quote. Soddisferemmo il nostro interesse, respireremmo e allo stesso tempo puniremmo i ricattatori.

2. la ricetta di Storace

A questa idea aggiungerei quella di Storace che propone di pagare i politici con i titoli si Stato. Sarà quindi loro interesse comportarsi bene affinche non si ritrovino in mano carta straccia


3. la ricetta di Melani

Melani è un cinquantenne imoprenditore di Pistoia, titolare di una agenzia di leasing, che dalle pagine del Corriere della sera ha lancato un appello agli italini affinchè comprino titoli i Stato italiani.

4. il parere della Trazzera

Sono tre idee simili, ma io sostengo quella di DAndrea, è più loigca ed incisiva e sopratutto non si basa sulla aleatorietà della discrezionalità (proposta Melani) o sulla demagogia (proposta Storace)

Con la proposta di D'andrea gli acquirenti coatti riceverebbero un interesse sicuro (2,5%) e lo Stato pagherebbe sui suoi titoli un interesse molto pù basso di quello che paga oggi agli investitori esteri (6%).

Nessun commento: